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Autore: iacomary97    12/07/2012    3 recensioni
Conteggio Parole: 37000 Capitoli: 15 (+ epilogo)
Cosa succede quando Lassiter scopre la verita'? Cosa fara'? Questa storia si basa dopo la sesta stagione di Psych. NON CI SONO SPOILER DELLA 7 STAGIONE, sono solo mie speculazioni su cosa potrebbe succedere. Ho inserito anche altri personaggi della serie Lie To ME.
AVVERTIMENTO: E' SCRITTO IN POV
Genere: Angst, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Capitolo 6 – Troppa confidenza

 

--- SHAWN POV ---

- Quindi… che le ha detto Lassie?-

Ero veramente molto molto preoccupato. "Se mi avesse registrato..." Pensai.

"Non potrei andare in carcere. Non qui almeno. Mi farebbero a fettine."

Tutti quelli che avevo fatto arrestare erano ancora in carcere. Erano quasi tutti nel carcere di Santa Barbara. Quasi, ma c'era la maggior parte di essi.

 

Deglutii.

 

Perché pensavo al carcere? Beh la cosa era molto semplice. Questa paura risaliva ai tempi del primo incontro con il capo.

 

-- Flashback

- E se il suo potere è una grossa balla, la faccio arrestare. Lo sa che ostacolare la polizia è un reato?

 

                          --Flashback

 

“Questo è il motivo. É un reato federale... non certo una cosa da poco. Una cosa del genere, che va anche sopra i poteri del capo. Il problema maggiore è proprio questo. Anche se lei volesse chiudere un occhio, ma se la notizia arrivasse ad un suo superiore, non solo io perderei il lavoro e la libertà ma anche lei perderebbe il posto... Que-”

- Shawn! - il suo grido interruppe i miei pensieri. Aspettò la mia completa attenzione, poi continuò - Lo so che sei arrabbiato, ma... devi dirmi la verità. Non sono mai stata sicura dei tuoi poteri. Fin dall'inizio te l'ho lasciata passare. Ho conosciuto tuo padre per davvero poco tempo, ma nel dipartimento è stata sempre famosa la sua bravura nel lavoro. Mi ero promessa che finché avresti portato risultati non avrei mai fatto domande. - Sospirò - ma se vuoi farti aiutare devi dirmi la verità. -

 

La osservai bene.

Ero ancora indeciso... Dirle o non dirle tutto... Eppure da quel giorno erano successe molte cose...

Ma prima di fare mosse avventate decisi di prendere tempo facendole una domanda.

Dovevo sapere quanto voleva tenermi libero.

Era l'unico modo per sapere se mi avesse aiutato, al 110%.

 

- A parte tutta questa situazione, perché... perché mi da questa opportunità? Se, ipoteticamente, è vero quel che si dice, lei sta rischiando il posto per aiutarmi. -

 

- Guarda, voglio darti del tu e dirti le cose come stanno. Ci sarebbero molti motivi. Posso dire che voglio saldarti un vecchio favore. Posso dire che non voglio perdere uno dei miei migliori detective. Posso dire anche che non voglio un uomo sulla coscienza. Abbiamo buoni detective ma non voglio il rischio che persone innocenti vengano arrestate. Grazie a te ho notato che molte volte, almeno nel passato, Lassiter ha preferito scegliere la prima soluzione, che non sempre era quella giusta. Credo nella legge più di ogni altra cosa e voglio che la mia città sia sicura, per quanto possa esserlo, per la mia famiglia e i miei amici. Ma voglio dirti che, comunque dopo aver lavorato con te per tutti questi anni... diciamo che, mancheresti a tutti, con quel tuo modo strano di rendere questo lavoro in qualche modo divertente. Non ho mai visto nessuno come te, davvero. E con il tempo mi sembri addirittura cresciuto, sei diventato un detective migliore. -

Riuscì a notare un piccolo accenno di fierezza per me.

 

Poi ridivenne seria. - Che questo rimanga tra noi, però. -

- Certo Vicky.-

- Vicky?!-

- Non ti piacciono i soprannomi?-

-Non ti allargare troppo. Torniamo al nostro discorso? Allora, mi dici tutta la verità o no?-

 

 

--- LIGHTMAN POV ---

 

"E che cavolo!" Erano 10 minuti che cercavo. DIECI! E ancora niente. Non avevo trovato nulla.

 

- Lightman! -

"THUD"

- GAHHH! - Avvicinai le mani sulla testa. - Che diavolo vuoi? - Mi rialzai dolorante ma cercando di non farglielo capire.

- Che ci facevi sotto il tavolo? - rimase sullo stipite della porta come al solito a fare domande inutili.

- Farti gli affari tuoi no, eh Locker? Piuttosto che vuoi?-

- Sono venuto ad avvertirti che il cliente è arrivato.-

- Che? Fallo andare via. Devo ancora vedere tutti i file che mi ha mandato. -

- Viene da LA non possiamo giusto mandarlo via. -

 

"Non saprò mai che ha in testa certa gente... Anche per piccoli litigi possono fare e creare casini. Che fare? Con persone così come ci parli?"

 

- Senti, fallo entrare nel cubo. Vediamo per prima cosa la sua versione. -

 

Uscì dalla stanza. Mi guardai intorno per un'ultima occhiata veloce e poi lo seguì.

 

 

--- LASSITER POV ---

 

Mi ritrovavo in una specie di... gabbia senza sbarre ma con pareti bianche. Ero seduto davanti ad una grande scrivania con altre due sedie affiancate. Dall'aspetto sembrava una di quelle stanze interrogatorie futuristiche o comunque ad alta tecnologia. Non riuscivo a capire l'utilità di interrogare me. Li avevo ingaggiati io!

 

Me li immaginavo: tutti qui intorno a fissarmi cercando forse di innervosirmi. Mi ricordavo ancora della lezione.

"Uno dei migliori modi per avere risposte in fretta o comunque più velocemente, è sottoporre la persona nello stato di ansia, ma mai in quello di paura. Infatti la tortura è una grande fregatura!"

Decisi di farmi sentire:

- Quanto dovrò ancora aspettare qui? -

Nessuno rispose.

 

Iniziava a fare un po' di caldo. Decisi di aprire la giacca. Dopo questo momento la stessa tipa che mi aveva accompagnato qui, entrò nella stanza.

- Perché mi avete rinchiuso qui per tutto questo tempo? Chi diavolo è lei e dov'è il dottor Lightman? -

- Si sedette ad una delle due sedie dall'altra parte del tavolo.

- Salve, sono Ria Torres e lavoro qui da circa 5 anni. Mi scuso per il ritardo ma ci ha dato poco tempo per elaborare tutto il materiale che ci ha mandato, senza contare che noi abbiamo bisogno di materiale multimediale ed inol- -

- Vi ho dato invece tantissimo tempo. Un intero giorno. E poi i file che ho mandato erano solo per dimostrare la sua esistenza e la quantità di casi svolti. -

- Il dottor Lightman mi ha detto di riferirle che sarò io ad interrogarla. - Si alzò dalla sedia - Tra un po’ arriverà. Non so se lo sa, ma lui preferisce osservare. -

Detto questo, mi diede un’ultima occhiata e uscì dalla stanza.

 

Qualcosa mi fece capire che le ore successive sarebbero state davvero lunghe...

 

 

--- SHAWN POV ---

- Quindi mi hai capito?- Lei voleva una conferma… annuii con la testa. - Fai quello che ti ho detto e andrà bene… Mi raccomando… Abbiamo ancora bisogno di te…

 

- Certo. Aspetterò il suo segnale.- Le lanciai un sorriso e uscii dalla stanza. Prima di uscire completamente mi ricordai di una cosa. Gus mi aveva detto che avrebbe usato quella “mia settimana di riflessione” per lavorare al suo lavoro primario… Aveva dei ritardi e doveva ancora mettersi in contatto molti clienti… Quindi Psych era chiusa…

Riguardo Jules…

Era passata una settimana circa dal nostro “litigio”, se così si può definire… Da quel momento ho provato a chiamarla decine di volte nei primi 3 giorni…

Anche se le avevo detto che avrei aspettato una sua chiamata, ho fatto di testa mia. La pazienza non è mai stata il mio forte…

Volevo chiederle scusa, parlarle, dirle che…. che mi mancava e che me ne ero andato per paura… per la sua reazione. Per la mancanza di una reazione, in realtà. Decisi di risolvere questa cosa più in avanti, accantonare o ignorare i problemi era una cosa che facevo molto spesso.

Cosa mi restava da fare?

 

 

Nulla.

 

- Capo? -

- Si? -

- E ora cosa faccio? Psych è chiuso… e casa mia è… -

 Capì cosa intendevo dire con quella sospensione…

- Beh sai, in centrale abbiamo due detective in meno… fatti passare un po’ di casi da McNabb o se vuoi lavora con lui… ci servirebbe una mano. –

 

--- LIGHTMAN POV ---

 

- Ah! Quindi questo è quello che abbiamo scoperto… bene. -

Avevo il riassunto di tutte quelle miriadi di file nelle mie mani. In un paio di ore, eravamo riusciti, non so come, a leggere tutti quei file e riassumere tutte le informazioni importanti su Shawn Spencer e i suoi colleghi in solo 5 fogli. Era uscito fuori che, almeno secondo i rapporti scritti dai poliziotti, l’abilità del signor Spencer esisteva eccome. In molti casi, le sue dichiarazioni e “le sue visioni sensitive” erano riuscite a portare a galla prove ed ammissioni da parte dei colpevoli, che i detective e le indagini normali non avrebbero mai portato. Si capiva anche che prima della soluzione reale lo stesso “sensitivo” sbagliava anche 3 volte. In alcuni casi però le “visioni” e le informazioni tratte da esse potevano passare da veramente generale, incerto e vago ad informazioni dettagliate e precise come indirizzi civici che indirizzavano alla zona del crimine prima che si sapesse di quest’ultimo. Un esempio il caso di un anno fa, l’omicidio del consolato Britannico, nel quale c’era il sospetto che Shawn era entrato nell’abitazione, anche se era sicuro che non era implicato nell’omicidio.

C’erano molte altre informazioni, come la sua famiglia, il suo modo d’agire, il suo carattere… Gillian mi aveva raccolto queste informazioni dalla sala informatica. Misi insieme i due gruppi di fogli.

 

- Finalmente abbiamo il materiale per interrogarlo. Ora… rinviate tutti questi file indietro… e andiamo ad interrogare il tipo. Sono passate due ore… Spero non sia arrabbiato… Per fortuna non ha giurisdizione qui. –

 

- Oh Cavolo!- Locker aveva una faccia un po’ pallida. Si era guardato l’orologio.

- Chi è rimasto con il detective di la?- Chiesi io. Mi guardai intorno… Sembravano tutti in quella camera. Nessuno rispose poi. – DAI! Non ditemi che è stato per due ore la dentro da solo.

 

Locker si fece avanti… mugugnò qualcosa. Chiesi di ripeterlo.

- Sta li da 4 ore in realtà.-

 

Silenzio…

 

- Che?!-

 

Di colpo tutti noi iniziammo a correre verso l’interrogatorio. Locker entrò per primo. Girò lo sguardo verso sinistra, sospirò poi si diresse in quella direzione. Successivamente entrammo anche noi.

 

Il detective era accasciato sul tavolo. La giacca nera che prima era sulla sedia era ora caduta per terra. Sul tavolo c’era una busta di asporto, forse cinese, e affianco c’era un cartone di Starbucks.

Andammo a sinistra. Locker stava parlando ad Anna. Ci avvicinammo al gruppo.

- Fortunatamente c’è stata Anna ad intrattenerlo… Ha preso confidenza con Lassiter e gli ha posto qualche domanda. Ha scritto qua tutto. –

- Ok – Dissi io. Strappai il foglio dalle mani. Mi diressi verso un armadietto e da li presi un auricolare e una cuffia con microfono Bluetooth. Mi misi la cuffia e accesi l’apparecchio, feci la stessa cosa con l’auricolare e li impostai.

- Che vuole fare?- Anna mi chiese e si mi avvicinò.

La ignorai, e passai l’auricolare a Torres.

- Ha intenzione di interrogarlo ora? Sta dormendo!-

 

- Ti suggerirò quello che dovrai dire. Inizia ad interrogarlo in generale per le linee guida, come al solito. Io mi siedo qui – Presi una sedia e mi lasciai cadere dalla stanchezza sulla sedia.

 

Detto questo Anna afferrò i braccioli della sedia e mi girò verso di lei.

- E’ stanco. INTERROGALO DOPO! -

Era molto sicura di se.

- Sicuramente sarà stanco, Anna. Questo comunque non gli permette di dormire sul tavolo. E poi – La guardai dritta negli occhi – che cos’è tutta questa confidenza?!  - Le tolsi le mani dai braccioli e mi rivolsi con la sedia di nuovo verso il cubo.

- Non è mica colpa mia. E’ lui che è venuto qua prima del tempo… Voglio risolvere questo caso il prima possibile. Non lascerò sprecato nemmeno un minuto. – Mi sistemai sulla sedia. – Dai. Entra dentro il cubo Torres.

 

- Che l’interrogatorio cominci. -

 

 

 

A/N: Quindi secondo voi cos’è successo? Shawn ha detto alla Chief Vick del suo segreto o no?

Non era mia intenzione, comunque, fare un capitolo così lungo (1.918 parole)… ed anche tutta la storia… Mi sta venendo davvero lunga. Non pensavo davvero. Spero vi sia piaciuto questo capitolo, come gli altri del resto.  

   
 
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