Capitolo
6 – Troppa confidenza
--- SHAWN POV ---
- Quindi… che le ha detto Lassie?-
Ero veramente molto molto preoccupato. "Se
mi avesse registrato..." Pensai.
"Non potrei andare in carcere. Non qui
almeno. Mi farebbero a fettine."
Tutti quelli che avevo fatto arrestare erano
ancora in carcere. Erano quasi tutti nel carcere di Santa Barbara. Quasi, ma
c'era la maggior parte di essi.
Deglutii.
Perché pensavo al carcere? Beh la cosa era molto
semplice. Questa paura risaliva ai tempi del primo incontro con il capo.
-- Flashback
- E se il suo potere è una grossa
balla, la faccio arrestare. Lo sa che ostacolare la polizia è un reato?
--Flashback
“Questo è il motivo. É un reato federale... non
certo una cosa da poco. Una cosa del genere, che va anche sopra i poteri del
capo. Il problema maggiore è proprio questo. Anche se lei volesse chiudere un
occhio, ma se la notizia arrivasse ad un suo superiore, non solo io perderei il
lavoro e la libertà ma anche lei perderebbe il posto... Que-”
- Shawn! - il suo grido interruppe i miei
pensieri. Aspettò la mia completa attenzione, poi continuò - Lo so che sei
arrabbiato, ma... devi dirmi la verità. Non sono mai stata sicura dei tuoi
poteri. Fin dall'inizio te l'ho lasciata passare. Ho conosciuto tuo padre per
davvero poco tempo, ma nel dipartimento è stata sempre famosa la sua bravura
nel lavoro. Mi ero promessa che finché avresti portato risultati non avrei mai
fatto domande. - Sospirò - ma se vuoi farti aiutare devi dirmi la verità. -
La osservai bene.
Ero ancora indeciso... Dirle o non dirle tutto...
Eppure da quel giorno erano successe molte cose...
Ma prima di fare mosse avventate decisi di
prendere tempo facendole una domanda.
Dovevo sapere quanto voleva tenermi libero.
Era l'unico modo per sapere se mi avesse aiutato,
al 110%.
- A parte tutta questa situazione, perché...
perché mi da questa opportunità? Se, ipoteticamente, è vero quel che si
dice, lei sta rischiando il posto per aiutarmi. -
- Guarda, voglio darti del tu e dirti le cose come
stanno. Ci sarebbero molti motivi. Posso dire che voglio saldarti un vecchio
favore. Posso dire che non voglio perdere uno dei miei migliori detective.
Posso dire anche che non voglio un uomo sulla coscienza. Abbiamo buoni detective
ma non voglio il rischio che persone innocenti vengano arrestate. Grazie a te
ho notato che molte volte, almeno nel passato, Lassiter ha preferito scegliere
la prima soluzione, che non sempre era quella giusta. Credo nella legge più di
ogni altra cosa e voglio che la mia città sia sicura, per quanto possa esserlo,
per la mia famiglia e i miei amici. Ma voglio dirti che, comunque dopo aver
lavorato con te per tutti questi anni... diciamo che, mancheresti a tutti, con
quel tuo modo strano di rendere questo lavoro in qualche modo divertente. Non
ho mai visto nessuno come te, davvero. E con il tempo mi sembri addirittura
cresciuto, sei diventato un detective migliore. -
Riuscì a notare un piccolo accenno di fierezza per
me.
Poi ridivenne seria. - Che questo rimanga tra noi,
però. -
- Certo Vicky.-
- Vicky?!-
- Non ti piacciono i soprannomi?-
-Non ti allargare troppo. Torniamo al nostro
discorso? Allora, mi dici tutta la verità o no?-
---
LIGHTMAN POV ---
"E che cavolo!" Erano 10 minuti che
cercavo. DIECI! E ancora niente. Non avevo trovato nulla.
- Lightman! -
"THUD"
- GAHHH! - Avvicinai le mani sulla testa. - Che
diavolo vuoi? - Mi rialzai dolorante ma cercando di non farglielo capire.
- Che ci facevi sotto il tavolo? - rimase sullo
stipite della porta come al solito a fare domande inutili.
- Farti gli affari tuoi no, eh Locker? Piuttosto
che vuoi?-
- Sono venuto ad avvertirti che il cliente è
arrivato.-
- Che? Fallo andare via. Devo ancora vedere tutti
i file che mi ha mandato. -
- Viene da LA non possiamo giusto mandarlo via. -
"Non saprò mai che ha in testa certa gente...
Anche per piccoli litigi possono fare e creare casini. Che fare? Con persone
così come ci parli?"
- Senti, fallo entrare nel cubo. Vediamo per prima
cosa la sua versione. -
Uscì dalla stanza. Mi guardai intorno per
un'ultima occhiata veloce e poi lo seguì.
---
LASSITER POV ---
Mi ritrovavo in una specie di... gabbia senza
sbarre ma con pareti bianche. Ero seduto davanti ad una grande scrivania con
altre due sedie affiancate. Dall'aspetto sembrava una di quelle stanze
interrogatorie futuristiche o comunque ad alta tecnologia. Non riuscivo a
capire l'utilità di interrogare me. Li avevo ingaggiati io!
Me li immaginavo: tutti qui intorno a fissarmi
cercando forse di innervosirmi. Mi ricordavo ancora della lezione.
"Uno dei migliori modi per avere risposte in
fretta o comunque più velocemente, è sottoporre la persona nello stato di
ansia, ma mai in quello di paura. Infatti la tortura è una grande
fregatura!"
Decisi di farmi sentire:
- Quanto dovrò ancora aspettare qui? -
Nessuno rispose.
Iniziava a fare un po' di caldo. Decisi di aprire
la giacca. Dopo questo momento la stessa tipa che mi aveva accompagnato qui,
entrò nella stanza.
- Perché mi avete rinchiuso qui per tutto questo
tempo? Chi diavolo è lei e dov'è il dottor Lightman? -
- Si sedette ad una delle due sedie dall'altra
parte del tavolo.
- Salve, sono Ria Torres e lavoro qui da circa 5
anni. Mi scuso per il ritardo ma ci ha dato poco tempo per elaborare tutto il
materiale che ci ha mandato, senza contare che noi abbiamo bisogno di materiale
multimediale ed inol- -
- Vi ho dato invece tantissimo tempo. Un intero
giorno. E poi i file che ho mandato erano solo per dimostrare la sua esistenza
e la quantità di casi svolti. -
- Il dottor Lightman mi ha detto di riferirle che
sarò io ad interrogarla. - Si alzò dalla sedia - Tra un po’ arriverà. Non so se
lo sa, ma lui preferisce osservare. -
Detto questo, mi diede un’ultima occhiata e uscì
dalla stanza.
Qualcosa mi fece capire che le ore successive
sarebbero state davvero lunghe...
--- SHAWN POV ---
- Quindi mi hai capito?- Lei voleva una conferma…
annuii con la testa. - Fai quello che ti ho detto e andrà bene… Mi raccomando… Abbiamo
ancora bisogno di te…
- Certo. Aspetterò il suo segnale.- Le lanciai un
sorriso e uscii dalla stanza. Prima di uscire completamente mi ricordai di una
cosa. Gus mi aveva detto che avrebbe usato quella “mia settimana di
riflessione” per lavorare al suo lavoro primario… Aveva dei ritardi e doveva
ancora mettersi in contatto molti clienti… Quindi Psych era chiusa…
Riguardo Jules…
Era passata una settimana circa dal nostro
“litigio”, se così si può definire… Da quel momento ho provato a chiamarla decine
di volte nei primi 3 giorni…
Anche se le avevo detto che avrei aspettato una sua
chiamata, ho fatto di testa mia. La pazienza non è mai stata il mio forte…
Volevo chiederle scusa, parlarle, dirle che…. che mi
mancava e che me ne ero andato per paura… per la sua reazione. Per la mancanza
di una reazione, in realtà. Decisi di risolvere questa cosa più in avanti,
accantonare o ignorare i problemi era una cosa che facevo molto spesso.
Cosa mi restava da fare?
…
Nulla.
- Capo? -
- Si? -
- E ora cosa faccio? Psych è chiuso… e casa mia è… -
Capì cosa
intendevo dire con quella sospensione…
- Beh sai, in centrale abbiamo due detective in
meno… fatti passare un po’ di casi da McNabb o se vuoi lavora con lui… ci
servirebbe una mano. –
---
LIGHTMAN POV ---
- Ah! Quindi questo è quello che abbiamo scoperto…
bene. -
Avevo il riassunto di tutte quelle miriadi di file
nelle mie mani. In un paio di ore, eravamo riusciti, non so come, a leggere
tutti quei file e riassumere tutte le informazioni importanti su Shawn Spencer
e i suoi colleghi in solo 5 fogli. Era uscito fuori che, almeno secondo i
rapporti scritti dai poliziotti, l’abilità del signor Spencer esisteva eccome.
In molti casi, le sue dichiarazioni e “le sue visioni sensitive” erano riuscite
a portare a galla prove ed ammissioni da parte dei colpevoli, che i detective e
le indagini normali non avrebbero mai portato. Si capiva anche che prima della
soluzione reale lo stesso “sensitivo” sbagliava anche 3 volte. In alcuni casi
però le “visioni” e le informazioni tratte da esse potevano passare da
veramente generale, incerto e vago ad informazioni dettagliate e precise come
indirizzi civici che indirizzavano alla zona del crimine prima che si sapesse
di quest’ultimo. Un esempio il caso di un anno fa, l’omicidio del consolato
Britannico, nel quale c’era il sospetto che Shawn era entrato nell’abitazione,
anche se era sicuro che non era implicato nell’omicidio.
C’erano molte altre informazioni, come la sua
famiglia, il suo modo d’agire, il suo carattere… Gillian mi aveva raccolto
queste informazioni dalla sala informatica. Misi insieme i due gruppi di fogli.
- Finalmente abbiamo il materiale per
interrogarlo. Ora… rinviate tutti questi file indietro… e andiamo ad interrogare
il tipo. Sono passate due ore… Spero non sia arrabbiato… Per fortuna non ha
giurisdizione qui. –
- Oh Cavolo!- Locker aveva una faccia un po’
pallida. Si era guardato l’orologio.
- Chi è rimasto con il detective di la?- Chiesi
io. Mi guardai intorno… Sembravano tutti in quella camera. Nessuno rispose poi.
– DAI! Non ditemi che è stato per due ore la dentro da solo.
Locker si fece avanti… mugugnò qualcosa. Chiesi di
ripeterlo.
- Sta li da 4 ore in realtà.-
Silenzio…
- Che?!-
Di colpo tutti noi iniziammo a correre verso
l’interrogatorio. Locker entrò per primo. Girò lo sguardo verso sinistra,
sospirò poi si diresse in quella direzione. Successivamente entrammo anche noi.
Il detective era accasciato sul tavolo. La giacca
nera che prima era sulla sedia era ora caduta per terra. Sul tavolo c’era una
busta di asporto, forse cinese, e affianco c’era un cartone di Starbucks.
Andammo a sinistra. Locker stava parlando ad Anna.
Ci avvicinammo al gruppo.
- Fortunatamente c’è stata Anna ad intrattenerlo…
Ha preso confidenza con Lassiter e gli ha posto qualche domanda. Ha scritto qua
tutto. –
- Ok – Dissi io. Strappai il foglio dalle mani. Mi
diressi verso un armadietto e da li presi un auricolare e una cuffia con
microfono Bluetooth. Mi misi la cuffia e accesi l’apparecchio, feci la stessa
cosa con l’auricolare e li impostai.
- Che vuole fare?- Anna mi chiese e si mi
avvicinò.
La ignorai, e passai l’auricolare a Torres.
- Ha intenzione di interrogarlo ora? Sta
dormendo!-
- Ti suggerirò quello che dovrai dire. Inizia ad
interrogarlo in generale per le linee guida, come al solito. Io mi siedo qui –
Presi una sedia e mi lasciai cadere dalla stanchezza sulla sedia.
Detto questo Anna afferrò i braccioli della sedia
e mi girò verso di lei.
- E’ stanco. INTERROGALO DOPO! -
Era molto sicura di se.
- Sicuramente sarà stanco, Anna. Questo comunque
non gli permette di dormire sul tavolo. E poi – La guardai dritta negli occhi –
che cos’è tutta questa confidenza?! - Le
tolsi le mani dai braccioli e mi rivolsi con la sedia di nuovo verso il cubo.
- Non è mica colpa mia. E’ lui che è venuto qua
prima del tempo… Voglio risolvere questo caso il prima possibile. Non lascerò
sprecato nemmeno un minuto. – Mi sistemai sulla sedia. – Dai. Entra dentro il
cubo Torres.
- Che l’interrogatorio cominci. -
A/N: Quindi secondo voi cos’è successo? Shawn ha
detto alla Chief Vick del suo segreto o no?
Non era mia intenzione, comunque, fare un capitolo
così lungo (1.918 parole)… ed anche tutta la storia… Mi sta venendo davvero
lunga. Non pensavo davvero. Spero vi sia piaciuto questo capitolo, come gli
altri del resto.