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Autore: Lilyth    12/07/2012    1 recensioni
Il giorno del 17esimo anno è un giorno, importante, forse più del 18esimo;
ognuno di noi ne conserva anche solo un piccolo ricordo dentro al suo cuore; ci si diverte, si cresce, si cambia.
Per Smile, però, questo cambiamento è molto lontano da quello meramente numerico.
Lo scontro con una realtà in parte meravigliosa ed imprevedibile, in parte dura e difficile da accettare accompagneranno la nostra protagonista in un viaggio dentro il suo vero essere per aiutare una stirpe a lei estranea di cui non sapeva di far parte.
Scrivere questa storia all'inizio è stato un gioco, un gioco che piano, piano iniziava ad avere una forma ben definita.
Mi ha emozionato e spero emozioni anche i lettori.
Lo so, sono solo una ragazza di 17 anni, ed è difficile credere che in così tenera età si possa arrivare a metter su un racconto di rilievo.
Però, datemi fiducia.
Buona lettura.
Lilyth.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Eternity'
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Il mattino dopo rientrai a scuola.
La sera prima ero riuscita a coprire la maggior parte dei graffi con una buona dose di fondotinta e mio padre non si era quasi accorto di nulla, anche se continuava a lanciarmi occhiate poco rassicuranti.
Per quanto mi fossi impegnata anche quella mattina la copertura non venne così bene;
il livido si vedeva appena ma il graffio sulla fronte e lo spacco sul labbro purtroppo si vedevano perfettamente.
Quando arrivai davanti scuola la prima cosa che vidi fu Laby che mi corse incontro.
Appena mi vide da vicino cambiò espressione
< che ti è successo? >
< Alex non ti ha detto niente? >
lei sbuffò
< Alex a noi non dice MAI niente. Parla solo con te. Monica è un po’ più loquace, ma a quanto pare non a tal punto da raccontarci che la nostra migliore amica… >
< è stata quasi uccisa. >
Lo guardai, anche lui mi guardava mi lanciò un’occhiata quasi a chiedermi come stavo, il mio viso rispondeva per me.
< SEI STATA QUASI UCCISA? > Laby urlava guardando prima me, poi Alex
< LEI E’ STATA QUASI UCCISA E TU, TU NON CI DICI NIENTE??? >
Ora puntava un dito accusatorio contro il petto di lui, che in due secondi le mise una mano sulla bocca e la incollò al muro dell’edificio
< punto primo, abbassa la voce che non c’è bisogno che lo sappia l’intera scuola;
punto secondo, sì non ve l’ho detto e non sono tenuto a farlo;
punto terzo, lei ora è qui, se vuole ti racconterà lei. >
la lasciò e poi si rivolse a me
< ci vediamo dopo Smile, per qualsiasi cosa… >
< per qualsiasi cosa ti chiamo. >
Annuì ed entrò
 
Laby non mi parlò per le prime tre ore della giornata, e non avevo ancora visto Kay, non osavo immaginare cosa sarebbe successo quando mi avrebbe visto lui.
Stavo camminando in corridoio a ricreazione quando mi sentii tamburellare su una spalla.
Mi voltai di scatto e mi trovai davanti Liam.
< ciao Smile…ehm, tutto bene? >
< Liam…o sì, tutto bene! Cosa ti fa pensare che io non stia bene?? >
Mi guardò stranito ma scosse la testa
< niente, niente. Allora, è tuo il quaderno? >
< o sì, il quaderno. Grazie Liam. Mi dispiace di non aver risposto al messaggio, ma non avevo soldi, poi non sono venuta a scuola… >
Sorrise
< tranquilla Smile, tranquilla. Sei guarita ora? >
Annuii
< sì, ora sto bene. Grazie dell’interessamento. Tu come stai? >
< bene, non potrei stare meglio, anche se questa giornata è abbastanza pesante. >
Sorrideva, e aveva un bellissimo sorriso.
< hai da fare domani pomeriggio? >
< Eh? >
Dire che ero sorpresa per quella domande era poco.
< dicevo, hai da fare domani pomeriggio? >
< SMILE! >
Mi voltai riconoscendo la voce, era ovviamente lui e stava venendo da quella parte
< Smile è un’ora che ti cerco, vieni, ti devo parlare. >
Guardai Liam
< ehm…ti faccio sapere dopo. >
sorrise di nuovo, dio che bel sorriso, non sapevo come la prima volta non ci avessi fatto caso
< ok, allora aspetto >
Alex mi tirò letteralmente via.
< Alex cosa vuoi? >
< zitta e aspetta, Monica vuole che le racconti tutto. >
Ero leggermente spazientita, mi aveva portata via da quella che poteva diventare una bellissima conversazione
< ed era necessario parlarne ora? >
Mi guardò con sguardo di ghiaccio
< certo che è necessario parlarne ora, che cavolo di domande fai? >
< almeno lasciami il braccio, so camminare da sola >
Mi mollò di colpo.
Era incredibile come cambiasse atteggiamento da un momento all’altro.
Il giorno prima era mister dolcezza, adesso si comportava da perfetto stronzo.
E poi quella lunatica dicevano che ero io!
 
Monica ci stava aspettando davanti all’aula di chimica, mi sorrise.
< Smile…in che condizioni ti hanno conciata. >
Scossi la testa
< lascia stare Monica, sono cose che capitano quando si è una Mediana giusto? >
Cercavo di essere simpatica, per quanto la situazione non fosse degna di simpatia
< quanti erano? >
< uno solo, un certo Lehack o qualcosa del genere. >
Lei annuì
< senti Smile, dopo ciò che è successo ieri credo che sia arrivato il momento di parlare con il capo degli Eterni di questa città >
Annuii, sapevo che prima o poi mi sarebbe  toccata una cosa del genere         
< va bene, ditemi solo quando e dove. >
< domani pomeriggio, a casa mia. >
Domani? Cavolo stava parlando di domani pomeriggio? Io avevo un quasi appuntamento domani pomeriggio!
< perché fai quella faccia? >
Alex storse la bocca
< perché la bambina qui presente domani aveva ricevuto un, che cos’era, un invito? >
Lo guardai male, anzi, malissimo
< va bene, dovrai rimandarlo. Domani pomeriggio alle 5 a casa mia. Via Labon 15, palazzo D 23esimo piano, interno 2 >
Stavano andando via? Cioè, dopo avermi praticamente fatto disdire il primo appuntamento degli ultimi 3 anni se ne andavano così, senza darmi una minima spiegazione su chi fosse il capo degli Eterni e su come dovessi comportarmi?
< c’è poco da spiegare Smile, non si sta parlando del “Capo degli Eterni” ma del rappresentante di questa città, è il fratello maggiore di Monica. >
Sospirai
< a, ma è tuo fratello…potevi dirlo subito… >
Lei sorrise
< sì, sarà anche mio fratello ma, fidati, non è esattamente così fraterno come dovrebbe essere. >
 
 
 
 
 
Laby non si fece vedere per tutto il giorno e neanche Kay a cui probabilmente aveva raccontato tutto.
Appena tornai a casa (con la costante presenza del mio controllore a guardarmi le spalle da lontano), la prima cosa che feci fu tirare fuori il cellulare e mandare un messaggio a Liam per avvertirlo che purtroppo il giorno seguente avevo da fare.
Ero arrabbiata, furiosa, nera.
Alex era stato categorico “non ci puoi assolutamente uscire domani! E sarebbe meglio che tu non ci uscissi mai!”
Continuavo a sentire quella frase nella mia testa vagare e sbattere contro le pareti della mia scatola cranica.
Cercai di concentrarmi per scrivere un messaggio sensato
“ciao Liam,
sono Smile; so di non averti risposto quando mi hai chiesto se domani avevo da fare. La verità è che per domani pomeriggio avrei già un impegno. Mi dispiace. Ci vediamo.”
Spinsi il pulsante invio prima di ripensarci.
Qualche secondo dopo il mio cellulare iniziò a squillare, era lui!
< pronto? >
< pronto Smile sono Liam >
< ciao Liam, hai letto il messaggio? >
< sì…capisco, mi dispiace, avrei dovuto chiedertelo prima. >
< dispiace anche a me. >
< beh, però magari potremmo fare un’altra volta. >
Sorrisi tra me e me
< sì, con piacere… >
< dopodomani? >
Lo sentivo ridere
< va bene, dopodomani. Magari ci vediamo domani a scuola per accordarci meglio. >
< ok, allora a domani >
Attaccati con un sorriso che mi arrivava da un orecchio all’altro.
Studiai finchè non sentii la porta di casa aprirsi
< Smile, tesoro sono a casa >
< ciao papà, ora scendo. >
Lasciai i libri sulla scrivani a scesi correndo dalle scale.
< come è andata oggi? >
< bene, a te? >
< tutto ok tesoro, ti devo dire una cosa. >
Mi affacciai in cucina, papà stava già cucinando
< mi hanno dato una notizia oggi al lavoro… >
Sembrava tentennante
< e cioè? >
< cioè che dovrei partire per un po’. >
Rimasi un po’ sconvolta
< che intendi dire con “un po’”? >
< intendo che mi hanno offerto un opportunità veramente unica, andare a progettare un palazzo importantissimo in Cina, dovrei stare via inizialmente una settimana per verificare i documenti, poi non so.
Però ecco Smile, io non vorrei lasciarti sola tutto questo tempo, volevo chiederti cosa ne pensavi ecco. >
Ero scioccata, lo guardavo a bocca aperta senza sapere cosa dire.
Cercai di assimilare la notizia più in fretta possibile, poi esclamai
< mica vorrai che io venga con te spero… >
Rimase colpito, poi scoppiò a ridere
< no, certo che no. Però non vorrei lasciarti sola per troppo tempo, hai solo diciassette anni. >
< ma non devi preoccuparti. So badare a me stessa. >
< no, ecco, Smile io di questo vorrei parlare. So che la cosa potrebbe non farti impazzire, ma io vorrei che, se le cose dovessero prolungarsi, tua madre venisse qui >
Non risposi, mi limitai a guardarlo con sguardo di rimprovero
< non mi fissare così, sai che non vorrei, ma è necessario. >
< possiamo parlarne quando veramente servirà? >
Annuì
< ok, ma sappi che se veramente dovrò stare via per più di due settimane sai cosa succederà  >
Ma che cavolo di proposte mi stava facendo? Di far venire mia madre a casa nostra per quanto? Un mese, due?
Ma se al massimo ci vedevamo una o due volte l’anno.
Sapevo che quel lavoro avrebbe aperto le porte a mio padre su una nuova vita lavorativa, ma mi stava chiedendo troppo.
C’avrei dovuto pensare.
 
Tornai in camera ad aspettare che la cena fosse pronta.
Ovviamente il mio letto era occupato da un ospite indesiderato.
< hai deciso di dover passare tutte le sere? No perché se devi comportarti come ti sei comportato oggi è meglio che tu vada  fuori di qui ora. >
< come mi sarei comportato oggi? >
< o, non so. Sei passato dall’essere il ragazzo più dolce del pianeta a diventare uno stronzo da paura. Solo che io non sono qui per sopportarti. >
Alzò le spalle
< sono caratterialmente così, non ci posso fare niente. >
Gli lanciai un’occhiataccia.
< allora, tuo padre dovrà stare via per parecchio a quanto ho sentito e tua madre dovrebbe venire qui. >
Mi sedetti sulla poltrona
< non me ne parlare per favore >
< puoi sempre venire da me, da noi… >
Alzai un sopracciglio
< e cioè? >
< intendo da me e Monica, sai che non ci sarebbero problemi. >
Scossi la testa
< sì, e come lo dico a mio padre? È una possibilità da eliminare a priori. >
< ok, come vuoi tu. >
Rimanemmo in silenzio qualche minuto. Io ero tutta presa dal giorno successivo; avrei incontrato Liam e ci saremmo messi d’accordo per uscire il giorno dopo.
Era la prima volta che mi sentivo così presa da un’uscita, forse perché il tizio in questione era veramente carino.
< sai, quando hai pensato a quanto sei fomentata per domani speravo parlassi dell’incontro con il fratello di Monica, non con quel tizio. >
< non capisco perché la cosa ti infastidisce tanto. >
< vorrei non dovertelo dire, ma tu non lo puoi frequentare. >
Mi alzai di botto
< che cavolo stai dicendo! >
< dico solo che molto probabilmente tu non ti rendi conto di quanto sia difficile mantenere un rapporto sentimentale con un umano. >
< cosa ci sarebbe di così difficoltoso? >
< beh, non potrai mai dirgli la verità, dovrai nascondergli la tua vera identità, senza contare che essendo tu la Mediana lo metteresti in pericolo di vita. >
Sbuffai
< posso farcela a proteggere chiunque. >
< c’è un altro piccolo particolare. >
Mi stava facendo innervosire veramente tanto
< e sarebbe? >
< sarebbe che tu forse ignori che quando un Eterno è sentimentalmente attratto da un umano gli sta facendo gentilmente capire che dovrà morire, se poi si arriva anche ad un rapporto fisico, beh…allora la cosa è ancora più veloce. >
Lo raggiunsi e mi misi davanti a lui
< che cazzate mi stai raccontando? Non serve che ti inventi ste boiate. >
< è la verità. Sono collegamenti astrali, cose antiche Smile. Quando un Eterno si innamora consuma molte più energie di una persona normale. Se ciò accade con una persona della sua stessa specie allora la richiesta di energie si bilancia, i due sopravvivono, ancora più forti di prima; se un Eterno si mette con un umano succhierà la sua linfa vitale fino all’ultimo goccio. >
Scossi la testa allontanandomi da lui
< non è vero. >
< o sì che è vero, e io non ti consiglierei di provarlo. Le prime volte non accadrà nulla, ma a lungo andare la situazione peggiorerà e un giorno…puff…morte improvvisa. >
Rimasi in silenzio a guardarlo, poi iniziai ad urlare
< fuori di qui. >
Mi guardò non capendo
< cazzo Alex esci da questa stanza ora, subito! >
Si alzò con aria di supponenza
< io ti avvertito Nash, quando poi il tuo carinissimo amico morirà lo avrai sulla coscienza. Ti saluto. >
 
Passai l’intera nottata a pensare a ciò che aveva detto Alex, come poteva essere possibile una cosa del genere?
No, sicuramente stava scherzando, era tutto un orrendo scherzo.
Io sarei uscita con Liam e avrei pensato solo ed esclusivamente a divertirmi.
Riuscii a prendere sonno solo intorno alle 3 del mattino, dimenticandomi completamente che circa due ore prima sarei dovuta essere con Alex e Monica ad allenarmi.
< Smile, amore sono le 6.50, è ora di alzarsi. >
Mi voltai dando le spalle a mio padre
< mmm altri 5 minuti… >
Rise
< non credo che tutto questo sia possibile, dai alzati che la colazione è pronta. >
Mi tirai su strofinandomi gli occhi e diedi una bottarella al cellulare che si illuminò mostrandomi un messaggio, era Alex.
“dove sei finita, sono due ore che ti aspettiamo. Ti avverto che non verrò a prenderti a casa.”
E c’era anche un altro messaggio, sempre suo
“ora basta Smile, con me hai chiuso!”
E un altro ancora
“ok, forse non hai chiuso perché non puoi chiudere; ma questa poi me la dovrai spiegare”
 Chiusi il telefono e mi alzai.
Sai quanto me ne importava di aver saltato un allenamento con lui, dopo ciò che mi aveva detto la sera prima volevo fare tutto tranne che rivederlo e farmi prendere ancora in giro.
Feci colazione e mi preparai per andare a scuola.
Quando uscii di casa mi trovai davanti Laby e Kay che mi aspettavano
< e voi cosa ci fate qui? >
Parlarono sovrapponendosi l’uno con l’altra
< volevamo scusarci con te < ieri non ci siamo fatti vedere per niente < e tu avevi bisogno di noi < siamo stati degli stupidi, ecco tutto >
Sorrisi
< tranquilli ragazzi, so che la situazione è difficile da accettare anche per voi. Ora andiamo a scuola. >
Li abbracciai e insieme ci avviammo.
A metà strada sbottai
< domani dovrei uscire con Liam >
Laby mi guardò
< con chi dovresti uscire? >
< con Liam,il ragazzo del quaderno. >
Annuì
< a sì, ora ricordo! È strano, avrei giurato che prima o poi saresti uscita con Alex. >
La guardai malissimo
< spero che tu stia scherzando. Io con Alex non ci uscirò mai, e quando dico intendo proprio MAI! >
Kay si intromise
< perché dici questo? >
< non potete capire che storia si è inventato ieri sera, ha detto che quando un Eterno si mette con un umano gli succhia via tutta la linfa vitale e alla fine lo porta alla morte. C’è è una cosa assurda. >
Laby non era convinta
< forse dovresti credergli Smile, in fondo le cose che ti ha detto fin’ora erano tutte vere. >
< ma questa è proprio assurda Laby e poi non voglio farmi condizionare da lui e dalle sue fisse. Io domani uscirò con Liam e andrà tutto bene. >
Sorrise
< se ne sei così felice allora sicuro andrà bene. >
< sì, lo penso anche io >
Quella mattina davanti scuola trovammo solo Monica ad aspettarci
< Smile ma che ti è successo? Ti aspettavamo ieri sera. >
< lo so Monica, mi devi scusare; è che mi sono completamente dimenticata dell’appuntamento e anche grazie ad Alex >
Annuì pensierosa
< sì, me lo ha detto che avete discusso. >
< a proposito, dov’è? >
Scosse la testa
< vorrei saperlo, mah, probabilmente si farà vedere intorno alle 11. Ora scusatemi ma devo andare, ci vediamo dopo. >
Entrammo anche noi.
Io in prima ora avevo lezione di Matematica, mentre Kay e Laby avrebbero avuto due intense ore di letteratura.
Teoricamente Alex sarebbe dovuto venire a lezione con me, ma come immaginavo non si fece vedere.
Perfino le due ore successive, che di solito passavo nella stessa classe, non lo si vide in giro; probabilmente sarei dovuta andare a cercarlo durante la ricreazione, ma quel giorno proprio non potevo.
 
Appena suonata la campana volai fuori dalla classe, Liam mi stava aspettando proprio li fuori, mi sorrise.
< ciao Smile. >
< ciao Liam. >
mi avvicinai a lui che si sporse in avanti per darmi un bacio su una guancia, lo assecondai tentennante.
< allora, domani dove vogliamo andare? >
< non lo so, tu mi hai invitata e tu deciderai. >
Scoppiò a ridere
< mi vuoi solo mettere in difficoltà, antipatica. >
< non è vero. Comunque deciderai tu, non voglio sapere nulla fino a domani. >
Annuì
< benissimo, allora sarà una sorpresa, facciamo così. >
< facciamo così, dimmi solo se dobbiamo andare in qualche palude che sceglierò un abbigliamento adatto. >
Sorrise
< nessuna palude, tranquilla. >
< bene >
Era proprio carino, uno dei più carini della scuola (anche se non lo avevo quasi mai visto in giro)
Con i suoi capelli castani scompigliati e i suoi occhi verdi.
Stavo diventando matta.
Mi fissava in un modo stranissimo, quasi come se fossi l’unica persona sulla terra ed era una sensazione strabiliante.
< Smile tutto ok, ti vedo pensierosa. >
Sorrisi (e io che sorridevo era veramente una cosa assurda)
< sì, tutto bene…stavo solo pensando a >
< al tipo biondo? >
Lo guardai accigliata
< intendi dire Alex? >
< sì, proprio lui. >
< perché pensi una cosa del genere? >
Alzò le spalle poggiandosi al muro
< non so, vi vedo spesso insieme. >
Scossi la testa seria
< è solo una sottospecie di amico, niente di più. >
Sorrise di nuovo
< bene, meglio così. >
Suonò la campanella di fine ricreazione, ci rimasi male, volevo rimanere un altro po’ con Liam.
< ora devo andare a lezione, ci vediamo domani. Ti manderò un messaggio per dirti l’orario. >
< ok. Allora aspetto un tuo messaggio. >
Sorrise andando via
< puoi contarci, arriverà. >
Sorrisi ebete mentre lui andava via quasi correndo.
 
Alex non si fece vedere per il resto della giornata.
Dovetti arrivare a casa di Monica da sola, grazie a dio mi ricordavo l’indirizzo.
Presi l’ascensore per 23 piani, erano veramente tanti 23 piani e non mi stupivo che loro fossero proprio all’ultimo piano.
Le porte si aprirono su un ingresso maestoso, eccola la porta di casa, 23 interno 2.
Bussai piano.
La porta si spalancò, era proprio lui.
< entra, sei in ritardo. >
Mi richiuse la porta alle spalle, solo l’ingresso della casa era grande come la mia camera.
Era una casa veramente enorme.
< che fine hai fatto oggi? >
Mi superò andandosi a sedere sul divano
< non sono affari che ti riguardano. >
< scusa per l’interessamento, chiedevo solo. >
< beh, non chiedere. >
Scostai lo sguardo e cercai di concentrarmi su qualcosa dell’arredamento.
< Smile sei arrivata. >
< ciao Monica. >
Mi si avvicinò e mi prese per un braccio
< vieni, mio fratello ti sta aspettando. >
la seguii in silenzio senza guardare Alex che invece, a quanto sentivo, mi stava fissando.
Monica mi portò in quello che sembrava uno studio, affacciato alla finestra c’era un ragazzo che immaginai avesse circa 25 anni.
< Adam, lei  è qui. >
La prima cosa che notai era che Adam era completamente l’opposto di sua sorella Monica; niente capelli biondi, niente occhi chiari, niente aria da inglesino.
Mi saluto con un sorriso
< ciao Smile, accomodati. >
mi indicò due poltrone al centro della stanza, mi sedetti su quella più vicina alla porta.
Monica si scambiò un’occhiata con il fratello, poi uscì dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle.
< penso che mia sorella ti abbia accennato qualcosa sulla mia vera identità, vero? >
Annuii
< per ora so solo che sei il rappresentante degli Eterni di questa città. >
< sì, è così. Oltre ad essere una persona semi normale, come te, come loro. >
Era tranquillo, meno male. Da ciò che aveva detto Monica, sul fatto che era meno fraterno di quanto dovesse essere, mi aspettavo un tiranno, invece avevo davanti una persona calma e tranquilla (almeno all’apparenza).
< sai Smile, mi hai già stupito quando hai scelto la poltrona, non credevo avessi quest’istinto di sopravvivenza >
Ma di che stava parlando? Io mi ero semplicemente seduta.
< hai scelto la poltrona vicina alla porta e non quella bloccata tra il muro e la libreria; di solito le persone normali scelgono di sedersi nel posto che li tiene più al sicuro, che li accoglie come un nido; tu hai scelto quello che ti permette la fuga più rapida >
< e ho sbagliato? >
Ebbi l’impressione di essere diventata rossa
< no, non hai sbagliato. Si nota subito che sei un’Eterna. >
Ah, quanto ero forte. Smile 1 resto dell’universo 0.
< comunque, so che già ti sei dovuta confrontare con entità pericolose, Alex mi ha raccontato di Lehack.
E il tuo viso ancora riporta i segni della lotta. >
Annuii
< beh sì, devo dire che non credevo di uscire viva. >
< credo che non pensasse di uscirne vivo neanche lui. A quanto pare quando l’hanno trovato i nostri era sconvolto, pensava che tu l’avresti ucciso invece di stordirlo. >
< è morto? >
Rimase a guardarmi qualche secondo dritto negli occhi, mi imposi di mantenere il suo sguardo
< sì, è morto. Il resto del nostro gruppo si è adoperato a finire ciò che avevi iniziato tu. >
Forse ero un po’ delusa, l’avevo lasciato in vita perché sotto, sotto pensavo che lui fosse obbligato a cercare di uccidermi e non che lo volesse veramente.
< ha cercato di ucciderti Smile, non potevamo lasciarlo in vita. Tu sei troppo importante per gli Eterni, se il lavoro sporco non lo fai tu lo dobbiamo fare noi. >
< allora la prossima volta cercherò di finire io ciò che iniziò >
< spero non ci sia una prossima volta in cui dovrai fronteggiare un nemico da sola >
Non risposi, per quanto dovessi sentirmi sicura della protezione che mi fornivano, sapevo che prima o poi sarei stata nuovamente da sola, io e la morte.
 
Il colloquio durò meno di quanto pensassi e fu molto più tranquillo di ciò che immaginavo giungendo li.
Quando tornai in salone trovai Monica e Alex seduti sul divano a guardare la televisione.
< allora com’è andata? >
Sorrisi
< bene, niente di preoccupante. Ha detto solo che Alex verrà dilaniato per avermi lasciata sola nel momento del bisogno. >
Ok, la battuta non andò a segno, lui non sorrise, non mi guardò e continuò a fare finta che io non ci fossi.
< va bene Monica, io vado a casa. In teoria dovrei anche studiare un po’. >
Fece per alzarsi
< vuoi che ti accompagni? >
Scossi la testa
< no, tranquilla; la strada la ricordo. Ci vediamo in giro. >
Lui continuò a non salutarmi ed io ignorai il tutto, anche se mi dava enormemente fastidio.
Stavo aspettando l’ascensore quando sentii la voce di Monica in lontananza, stava parlando con Alex.
Attizzai l’orecchio
 
[è necessario non rivolgerle la parola?]
[è necessario che tu mi faccia queste domande?]
[senti Alex, per quanto tu possa ritenerti offeso, ferito e altro lei non è ha colpa! Si comporta come qualsiasi adolescente, come dovresti fare anche tu!]
[peccato che io non lo possa fare, so ciò che accade, veramente lo saprebbe anche lei ma non crede alle mie parole]
[forse avresti dovuto dirgli il tutto con un po’ più di tatto]
[io non ho tatto Monica]
Rimasero in silenzio per qualche secondo
[stasera vai tu a controllarla, io non ho intenzione di vederla ancora]
[va bene, ma ti assicuro che così facendo rovinerai tutto]
 
L’ascensore era arrivato, montai e spinsi il pulsante terra.
Quindi non sarebbe venuto lui? Si stava tirando indietro? Bene.
Bravissimo Alex, faceva  tanto l’amico; poi però appena gli passava qualcosa per l’anticamera del cervello cambiava idea, mollandomi così.
Era un’idiota, un vero e proprio idiota.
Tornai a casa infuriata, non solo lui non sarebbe venuto quella sera, ma se solo avesse cambiato idea avrebbe ottenuto un’accoglienza tutt’altro che calorosa.
Dovevo ancora studiare tutte le materie per il giorno dopo, questa storia degli Eterni mi stava rubando troppo tempo.
Il mio cellulare iniziò a vibrare, lo presi.
 
“ciao Smile,
per domani ho in mente una cosa veramente carina. Ci vediamo all’uscita di scuola.
Baci. Liam”
 
Ok, per quanto fossi arrabbiata questo mi fece sorridere.
Domani sarei uscita con lui e non avrei permesso a nessuno di rovinarmi la giornata , a nessuno!
Arrivai a casa e feci sprofondare la testa nei libri.
Per quella sera non avevo proprio scampo.
   
 
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