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Autore: _Kiriku_    12/07/2012    0 recensioni
Questa è una storia a quattro mani, io ( Anarina97) e una mia amica (Emma).
Questa storia parla di due ragazzi che vivono vite differenti, lei frequenta la facolta di ingegneria informatica, lui, architettura, ma che hanno in comune una cosa: un corso di balli latino-americani.
Lei, odia la danza, ma viene incastrata dalle sue amiche, lui, disinteressato al massimo, costretto da sua cugina, alias sua migliore amica.
Cosa succederà?
Il saggio di fine corso è alle porte, quali martiri dovranno affrontare i due baldi giovani?
Scopritelo!!!!!!
Anna & Emma:)
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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Ecco la stessa giornata raccontata da Adam. Spero vi piaccia:)

BECAUSE OF YOU
 
 

Because of you
I never stray too far from the sidewalk
Because of you
I learned to play on the safe side so I don't get hurt
Because of you
I find it hard to trust not only me, but everyone around me
Because of you
I am afraid

(Kelly Clarkson)

 
 
Apro la porta e bruscamente chiedo ad Amaya  < Che vuoi? >
Non sono dell’umore giusto per ascoltare e comprendere i suoi scleri, no, oggi non è decisamente giornata.
< Cuginetto!! > esclama saltandomi addosso e arpionarmi i fianchi come un koala. Non va bene, quando fa così è perché deve chiedermi dei soldi oppure organizzare feste a casa mia.
< Ripeto la domanda più garbatamente, cosa vuoi? > cerco di capire cosa vuole questa volta, anche se per una volta in tutta la mia vita la risposta sarà no.
< Cuginetto!!! >  e ridagli con sto cuginetto.
< Ok, ora basta ho superato il limite di sopportazione. Staccati - cerco di scrollarmela di dosso – finiscila di chiamarmi cuginetto, visto che ho quattro anni in più di te e dimmi cosa vuoi così la facciamo finita con questa storia e posso tornare a letto. >
< Svegliato male? > chiede tranquillamente con voce squillante, che già mi innervosisce  alle undici della mattina, figuratevi alle sei, entrando, senza permesso, in salotto.
< No, solo oggi non ho lezione e speravo di dormire almeno fino alle otto. > rispondo con tono sarcastico.
< Scansafatiche, invece di svegliarti presto e andare a correre ti alzi tardi e poi ti spalmi sul divano, non si fa così! – mi agita un dito davanti al viso a modo di rimprovero – ma so io cosa ti ci vuole! >
< Un buttafuori che ti cacci da casa mia e ti impedisca di avvicinarti a me prima delle dieci della mattina? > chiedo retoricamente e anche un po’ scocciato.
< No, un corso di salsa, baciata, insomma balli latino-americani! > batte le mani euforica saltellando per l’intero salotto. Oddio, mia cugina in versione canguro è una visione allucinante. Ma proprio a me doveva capitare una famiglia del genere? Certo, se no non sarei Adam Rinaldi, figlio di Adele Solari, la quale proviene da una famiglia completamente fuori dal normale. Immaginatevi la tipica famiglia felice, tranquilla, formata da una madre, un padre e un paio di figli… ecco, scordatevela! La mia è l’esatto contrario. Per carità siamo una famiglia molto unita e felice, ma tranquilla proprio no. Alle riunioni di famiglia dobbiamo mangiare in cortile perché su una tavola normale non ci stiamo, saremo in 100 solo con i parenti stretti. Per non parlare dei parenti più anziani, sempre a baciarti e strizzarti le guance. Alle volte vorrei urlare “Ho 22 anni, non 3!”, ma sono consapevole che il mio sfogo non verrebbe ascoltato da nessuno.
La famiglia di mio padre invece è completamente differente, sobria e non pazza! Mio padre è figlio unico ed è stato educato bene sin da bambino. Educazione inversa a quella di mia madre. Solitamente si pensa alla madre come la persona che fa il bucato, pulisce la casa e cucina e al marito come una persona sempre immersa nel lavoro, severa e che impone ai figli un’educazione severa. In casa mia è il contrario. Mia madre è quella severa e scapestrata, mentre mio padre cucina e si occupa della casa, oltre a procurare il denaro.
Ma la cosa più strana della famiglia di mia mamma è la scelta pazza dei nomi per i figli. I miei fratelli gemelli si chiamano Douglas e Dragan, vi rendete conto! Quando era piccolo mio fratello Drag lo scambiavano veramente per slavo, visto anche il suo aspetto fisico (biondo con gli occhi azzurri).
C’è un motivo, però, per questi nomi, infatti tutti hanno un significato. Dragan significa prezioso in slavo, e visto che è l’ultimo nato i miei assumono nei suoi confronti un atteggiamento molto protettivo, Douglas, invece, significa fiume oscuro in gaelico, e lo hanno chiamato così perché mia mamma volle sperimentare il parto in acqua; riuscite a rendervi conto della pazzia della mia famiglia?
Io mi sono ritrovato il nome di Adam, che rispetto agli altri è il più normale, perché sono il primogenito e Adam è il corrispondente dell’italiano Adamo (primo uomo creato da Dio).
Mia madre si chiama Adele perché significa ragazza di nobile aspetto, infatti è una delle donne più belle che io abbia mai visto, e di nobili sentimenti.
Ultima, ma non meno importante, mia cugina Amaya (valle della pioggia in giapponese), è stata chiamata così dai suoi perché il giorno in cui è stata concepita si trovavano in campeggio ed ha cominciato a piovere a dirotto. L’unico di normale è mio padre, che ha il nome più semplice che esista, Marco.
< Si, certo. Perche non ci aggiungiamo anche Zumba, visto che ci siamo? > spara ad un tratto Amy facendomi tornare alla realtà.
< Eh? > chiedo frastornato visto che non ho ascoltato una singola parola di quanto mi ha detto.
< C’è anche Zumba da aggiungere. >
< Ah. > e che cazzo è sta Zumba?
< Si, beh… - si gira gli indici tra di loro, brutto segno – Zumba è compresa nel corso! >
< Non ho la più pallida idea di cosa sia, ma la mia risposta è no! Non se ne parla, ma mi ci vedi a ballare la baciata? Dovrò sculettare! > infilo le dita nei capelli mentre mi lascio cadere, stanco, sul divano.
Amaya si avvicina e si siede vicino a me arpionandomi un braccio. Ma non è capace a starmi lontano?
< E dai! Hai un bel didietro, lo metterai in mostra! >
< Io? Che? Ma figurati! > mi alzo di scatto andando ad aprire l’acqua per riempire la vasca.
Lei, come avevo previsto mi segue fino al bagno per poi fermarsi sulla porta.
< Ci sono tante ragazze che sarebbero pronte a starci con te! > tenta un’ultima volta.
< In questo momento della mia vita le ragazze sono l’ultima delle mie preoccupazioni. > smonto immediatamente il suo entusiasmo.
< Ti prego – si inginocchia davanti a me, unendo le mani – non so a chi chiedere e se non trovo un partner elimineranno il corso, e io non lo posso permettere. >
< Tieni così tanto alle tue allieve? > chiedo stupito e sorpreso visto che l’unica persona di cui gli interessi veramente è se stessa.
< Veramente… - diventa rossa e si porta le mani a coprire il viso prima di dire tutto d’un fiato – c’è un ragazzo che mi piace e penso che quest’anno avrò ottime possibilità di uscirci. >
< Perche? Non potevi uscire con lui l’anno scorso? > chiedo curioso di sapere chi è il disgraziato, che però è riuscito a far spostare l’attenzione di Amy da se stessa ad un comune essere mortale.
< Era fidanzato. > risponde semplicemente. Adesso capisco tutto…
< Quindi tu potevi solo guardarlo e sbavagli dietro, invece di toccarlo e farlo tuo? > la prendo in giro, mi diverto troppo a farla incavolate.
< Porco che non sei altro!- infatti –pensi solo a quello tu! Comunque in sostanza quello che hai detto è esatto. >
< Specifico, io non penso solo al sesso! Quello è Massimo! > rispondo offeso di essere stato comparato al mio amico.
< Non è che passare troppo tempo con lui ti sta facendo male? >
< Scherza, scherza, tanto lo so che in terza liceo avevi una cotta per lui… - ecco di nuovo mia cugina in versione peperone – Io non scherzerei visto che la mia decisione dipende da lui. >
< No! Perché da lui? > urla addolorata del fatto che la sua vita dipenda da quello scapestrato del mio amico.
< Perché se lui accetterà di affiancarmi in questa pagliacciata io accetterò se no no. > spiego prima di buttarla fuori di casa.
Faccio il bagno e decido di tornare a letto.
 
Apro la porta della palestra sperando che Max ci sia, non so ancora come riuscire a convincerlo ad aiutarmi…
< Ehi, Adam! > mi saluta con la solita pacca sulla spalla. Siamo amici dalle elementari e la massima manifestazione di affetto che io gli abbia mai visto fare è stato un abbraccio alla maturità. Dopo aver saputo che grazie alle mie ripetizioni era riuscito a passare, per il rotto della cuffia, mi ha abbracciato di slancio, anche se subito dopo, pentito dalla manifestazione di troppo affetto, si è staccato come scottato.
< Ho bisogno di un aiuto amico… > arrivo subito al sodo, peccato che lui smorzi la mia sicurezza con un < Va a cambiarti, ne parliamo dopo alla boxe >
Merda! Quello è capace di rompermi il setto nasale con un destro ben assestato, paura!
Faccio come mi ha detto Massimo e mi cambio negli spogliatoi. Indosso i guantoni e lo raggiungo sul ring.
< Ohi, c’è quella ragazza laggiù – da buon maleducato me la indica – che mi ha chiesto di te. Che ne dici? >
< Che è meglio se iniziamo e se tu la smetti di cercare di farmi uscire con le ragazze che piacciono a te. Primo perché non sono il mio tipo e secondo perché sto bene così e non voglio complicarmi la vita un’altra volta. >
< Perché una ragazza ti molla non vuol dire che tutte sono così… > perle di saggezza.
< Tu che ne sai? Sei mai stato insieme ad una ragazza per più di un mese? Sei mai stato innamorato? > sono esploso. Che diritto ha Massimo di criticarmi, quando lui è peggio di me? Nessuno.
< Scusa hai ragione – abbassa il capo per poi rialzarlo incavolato – Come puoi esserti innamorato di una stronza del genere, dopo tutto quello che ti ha fatto! Ti ha trattato come un pupazzo di pezza. Vi sarete rimessi insieme e mollati un centinaio di volte, e tutte perché lei tornava col suo ex. Avresti dovuto immaginartelo che alla fine ci sarebbe tornata veramente. > mi urla contro.
Offeso gli rispondo < Ero venuto per chiederti se venivi ad un corso di balli latino americani dove ci sono tante ragazze, ma vedo che non è giornata. Ci vediamo, ciao. > torno nello spogliatoio con l’obbiettivo di uscire il prima possibile dalla palestra, ma mentre sto per uscire vengo bloccato da Max.
< Scusa, non avrei dovuto usare quel tono, ma quella ragazza ti ha veramente rincoglionito! Dov’è finito il mio migliore amico? >
< Accetto le tue scuse e comunque sono sempre io! >
< Tu, solamente più pappamolla e femminuccia. Se un anno fa qualcuno ti avesse parlato i quel modo gli avresti spaccato la faccia con un pugno. Non avresti subito in silenzio! Rivoglio il mio migliore amico, quello con cui posso scherzare sulle ragazze senza che mi si venga detto che sono un porco! Ora che mi sono spiegato rispondo alla tua richiesta : accetto, verrò con te al corso di ballo. > mi ha letteralmente lasciato senza parole.
Di slancio lo abbraccio < Scusami anche tu. Grazie amico, senza di te non so che farei… >
< Si, si ok. Ora staccati. >
< Oh, giusto, scusa. Ora devo andare a studiare ho un importante esame tra 3 giorni e non so un cazzo. Ci sentiamo, ciao! >
< Ciao! > altra pacca sulla spalla.
Sono contenta di aver un amico come Max. grazie a lui ho capito che Jessica era veramente una stronza e che devo rimettermi in gioco. E lo farò proprio domani al corso di ballo.
E’ deciso, il vecchio me è tornato!
 
Se vi sentite in vena di recensioni, non preoccupatevi, sono accette.
 
 
 
 
  
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