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Autore: Melabanana_    12/07/2012    4 recensioni
Hera Tadashi è un ragazzo apparentemente indifferente a tutto, che si lascia passare accanto gli eventi senza preoccuparsene molto.
Afuro Terumi è un idol emergente, ma già molto famoso, che nasconde il suo vero carattere.
Questa fic parla di come il loro incontro abbia modificato le loro vite, e di come la loro storia sia venuta ad intrecciarsi con quella dei loro amici.
Coppie: HerAfu, DemeKiri, ArteApo, vari ed eventuali.
{dedicata a ninjagirl, che mi ha fatto scoprire e amare queste pairings.}
~Roby
---
Perché in ogni momento, il rosso e il viola sanno sempre trovarsi.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Afuro Terumi/Byron Love, Altri, Hera Tadashi, Jonas Demetrius/Demete Yutaka
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Capitolo 5.

-Grazie a tutti per l’ottimo lavoro, ci prendiamo una pausa.-
Con l’annuncio della donna canarina, la troupe si disperse in cerca di un caffè decente e ricominciò il brusio delle voci.
Hera aveva la fastidiosa sensazione che molti commentassero l’ambiguo rapporto fra lui e Terumi, rapporto al quale d’altronde neanche lui sapeva dare un nome.
In effetti, erano solo compagni di classe e si conoscevano pochissimo, per quanto Hera avesse la sensazione di aver colto qualche frammento della vera natura di Terumi.
Quasi come dovesse ricostruire un puzzle.
-Ehi, novellino, ottimo lavoro- gli disse la donna canarina interrompendo il filo logico dei suoi pensieri.
Hera spostò lo sguardo dalla giacca giallo canarino al biglietto che gli stava porgendo.
-Tu e Aphrodi fate una bella coppia. Se t’interessasse fare altri scatti, contattami- disse, si ravviò i capelli e se ne andò sculettando verso Saginuma, con cui si prese un caffè.
-Non m‘interessa- le gridò dietro Hera, ma lei parve non sentire.
Atena comparve dietro di lui, sorridente come al solito.
–E’ inutile- lo informò –Lei dice così, ma in realtà sarà lei a contattarti. Mi spiace ma temo che tu le piaccia, forse perché siete sim…-
-Non osare dirlo o ti taglio tutti i capelli- tagliò corto Hera, infastidito dall’idea che il suo carattere potesse anche solo lievemente somigliare a quello della donna canarina.
-Dov’è Terumi?- chiese, impaziente di tagliare la corda.
-Oh, lui non sopporta il caffè, è troppo amaro. Preferisce il milk-shake di quel bar- disse Atena e indicò un piccolo bar all’angolo della strada. Hera scrollò le spalle.
“E io dovrei anche rimanere qui ad aspettarlo?” si chiese, si girò verso Atena per dirgli che lui andava ma il biondo era sparito.
Hera si trovò a chiedersi se ci fosse almeno una persona normale in quella troupe, considerato quelli con cui aveva avuto a che fare quella mattina.
Sospirò e si voltò, fermamente intenzionato ad andarsene.
Come aveva potuto farsi trascinare lì? Era tutta colpa di Terumi, se ora si trovava in quella gabbia di canar… matti. 
“Possibile che non riesca a togliermi i canarini dalla testa stamattina?!” si disse scioccato.
Si era appena avviato sulla strada per casa, quando una voce lo chiamò.
Si voltò e si trovò di fronte Terumi.
Il biondino ora indossava un capellino alla francese, occhiali da sole rosa scuro, una maglia larga con la scritta “Love Japan” e pantaloncini di jeans, e a chiudere il quadro le converse con lacci diversi e coloratissimi. Stava bevendo del milk-shake da un bicchiere di cartone e aveva un sorriso malizioso.
-Dove credi di andare? Devi passare con me l’intera giornata, ricordi?-
Hera schioccò la lingua, seccato: dannazione, non riusciva proprio a liberarsene.
Ricominciò a camminare, stavolta con Terumi al seguito.
-Dove mi porti?- chiese il biondino.
-Non lo so, dove ti pare- fu la risposta.
Terumi cominciò a riflettere intensamente, quindi esclamò:- Mi porti in riva al mare?
-Se ci tieni.-
-Evviva!-
Imboccarono una lunga e stretta stradina, che Hera usava come scorciatoia per arrivare alla strada del litorale.
Era affollata come al solito di ragazzi che avevano fatto filone da scuole, turisti e bancarelle di gioielli e souvenir.
Camminando lungo un muretto nel quale prima o poi doveva esserci l’apertura per la spiaggia, Terumi terminò il milk-shake e ne buttò il contenitore in un cestino.
Poi decise che il silenzio era durato fin troppo.
Improvvisamente fece un mezzo giro in modo da mettersi davanti ad Hera e gli posò le mani sulle spalle, costringendolo a sedersi sul muretto, e quindi lasciò scivolare le braccia finché non fu il gomito a stare sulla spalla e le mani erano intrecciate dietro la schiena dell’altro.
-Allora… mi porti a fare una romantica passeggiatina sulla riva, o preferisci stare qui a baciarci?- domandò, malizioso e seducente, e avvicinò il viso al suo.    
Hera sospirò, poi allungò una mano sul viso di Terumi e lo accarezzò, lentamente…
…quindi afferrò il cappello e glielo tirò sulla faccia, spingendolo via.
-Ma va’, va’- disse ironico –Piuttosto perché questo abbigliamento bizzarro?
Terumi si alzò il cappello esibendo il suo broncio.
-Sei un mostro, come puoi trattare così un ragazzo tanto carino?- piagnucolò.
–E comunque l’abbigliamento mi serve per non farmi riconoscere, sono un modello famoso, ricordi?- aggiunse sdegnato.
-Ah, capisco- rispose Hera ignorando totalmente la prima parte della frase.
Si era scocciato di camminare in strada, perciò fece passare le gambe dall’altra parte del muretto e saltò già, erano appena cinque metri da lì alla sabbia.
Poi alzò la testa.
-Che fai? Non scendi?-
-No… è troppo alto.-
-Stai scherzando?-
Hera guardò Terumi incredulo, ma il ragazzo esitava. Sospirò e tese le braccia.
-Dai, ti prendo.-
-Non mi fido, sei cattivo.-
-In effetti…-
-Lo vedi?!-
-No, dai, ti prendo.- insistette Hera lasciandosi sfuggire un sorriso.
Terumi si convince a salire sul muretto, si sedette e si lasciò scivolare giù piano finché le braccia di Hera non trovarono il suo corpo e lo sollevarono per poi fargli toccare terra delicatamente.
-Uomo di malafede- lo sfotté Hera, lasciandolo. Terumi gli fece la linguaccia.
Hera credette che fosse arrossito di nuovo, ma poteva benissimo essere la luce.
Terumi iniziò a fissare intensamente il mare. –Che bello.- commentò.
-Che c’è? Ti vuoi fare una nuotata?- domandò Hera scherzoso. Terumi scosse il capo scandalizzato, quasi come se fosse spaventato, e ciò lo insospettì.
-Beh, che ti prende ora?- insistette.
Silenzio.
-Se non vuoi dirmelo, allora me ne vado- Hera fece per andare, ma il biondino lo trattenne.
-…Io…- Terumi esitò, mordendosi il labbro –Io… n-non so nuotare…
Hera lo fissò accigliato, poi rise.
–Davvero? Non ci credo!- esclamò. Terumi avvampò.
-Ehi! Non prendermi in giro!- protestò gonfiando le guance come un bambino capriccioso.
Poiché Hera continuava ridere di lui, il ragazzino cominciò a tempestarlo di pugni.
-Okay, okay, basta, Mi fai male!- si lamentò Hera – Non rido più, ma basta!-
-Cattivo!- esclamò Terumi tirandogli un ultimo schiaffo sul braccio.
Hera intercettò la sua mano e la bloccò nella sua, e fece lo stesso con l’altra per impedire di essere colpito con quella.
-Non ti avevo detto di smetterla con questa brutta abitudine…- cominciò e s’interruppe, sorpreso.
Terumi era diventato rossissimo, forse perché erano davvero vicini o forse per l’imbarazzo, comunque era strano: non era né il solito angelo né il solito diavolo.
Hera stava per commentare, ma d’improvviso una folata di vento si portò via il cappello di Terumi, rendendolo evidente a tutti.
-Oh no!- scattò il biondino cercando subito qualcosa con cui coprirsi.
Stavano passando in quel momento delle ragazze, che lo fissavano in modo strano.
-Mi riconosceranno! Hitomiko mi ucciderà! Aiutami!- piagnucolò Terumi. Hera sbuffò.
-Vuoi calmarti?- disse e lo abbracciò, in modo tale che il biondino avesse il volto nascosto contro il suo corpo.
Le ragazze squittirono, prese dal romanticismo del momento molto più di quanto non lo fosse Hera stesso, per il quale il gesto non aveva un significato particolare.
Rimase così finché le ragazze non se ne furono andate, poi si accertò che non ci fosse nessun altro, e quindi si staccò da Terumi.
–Stai bene? Certo che sei un incapace…- osservò.
Terumi non fece caso alla battuta ma mormorò solo un “Sì, sto bene” molto nervoso.
Calò il silenzio per alcuni minuti, poi Terumi disse in fretta:- Ora voglio andare a casa.
Hera lo guardò sorpreso. “Ha fatto tutte quelle storie per stare con me l’intera giornata e ora se ne vuole andare?! Certo che è un tipo contradditorio” pensò.
-Ti devo accompagnare?- chiese sperando in un no.
Che poi fu esattamente la risposta che ottenne. –Mi verrà a prendere Atena- mormorò.
Chiamò col cellulare e aspettò finché non venne Atena in motorino, quindi Terumi si infilò il casco e lo salutò e se ne andò.
Hera non riusciva a spiegarsi il motivo di quel comportamento anormale… un momento, ma perché, solitamente Terumi era normale?!
Scrollò le spalle e non trovando niente di meglio da fare passò il resto del pomeriggio a cercare quello stupido cappello.  





xxx

**Angolo dell'Autrice**
Ciaooooooo.
Finalmente un po' di sana HerAfu, nee? Sono proprio carini questi due insieme ♥
E con il trascorrere del tempo, diventeranno ancora più carini -per la gioia di Tadashi, ahahaha. Ho l'impressione che lui non sia il tipo da cose sdolcinate
L'idea dell'appuntamento in spiaggia mi è venuta da esperienze personali. Beh, il mio non era un appuntamento, ma una semplice uscita fra amici in Sicilia: stavamo camminando lungo il lido quando alla mia amica è volato via il cappello e abbiamo passato il resto della serata ad inseguirlo... 
Mi sa che è proprio così che Hera passerà il resto della sua giornata, ahaha ♥ 
Dal prossimo capitolo anche gli altri personaggi acquisteranno più spessore. Non vedo l'ora di sviluppare questa storia!
Kisses,
roby

   
 
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