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Autore: ronloveshermione    13/07/2012    0 recensioni
devo ammetterlo: il bello e dannato affascina sempre. rory e dean? troppo comuni. rory e logan? troppo stravaganti.
ho sempre preferito rory e jess.
e se in un'ipotetica ottava serie un incontro riaccendesse in loro la passione?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jess Mariano, Rory Gilmore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo I - C'eravamo tanto amati

J: Non dirmi no solo per farmi smettere di parlare. Dì no solo se vuoi che io vada via!
r: NO!
 
Erano passati molti anni dall'ultima volta che l'avevo vista. Dopo quella sera a Yale, tra scatoloni e urla, c'eravamo visti un paio di volte (una delle quali le avevo anche rimproverato le sue scelte di vita...) e spesso per qualche ora.
Adesso lei era qui, qui a New York, qui di fronte a me e non sapevo cosa fare.
Le stavo fissando le spalle da circa 5 minuti: portava un vestito stretto che le fasciava il corpo, lungo fin sopra il ginocchio. Era nero, ma con una fascia fucsia sotto il seno. Indossava dei tacchi molto alti e mi domandai se quella mattina non avesse frugato nell'armadio della madre.
Poi lei girò lentamente la testa verso di me e io non feci in tempo a distogliere lo sguardo. Mi trovò quasi come un ladro colto nel momento della fuga dai padroni di casa. E non potei far altro che sorriderle.
 
Qualche minuto dopo eravamo seduti in un bar della Grande Mela. Il silenzio stava avendo la meglio e io decisi di fare un pò di conversazione.
"Cosa ci fai qui?" chiesi, mentre torturavo un fazzoletto che aveva come unica colpa quella di essersi trovato sotto ai miei occhi nel momento sbagliato.
"Ci vivo." disse lei sorridendomi. Io sgranai gli occhi e credo che la mia espressione fosse molto buffa perchè Rory rise e poi mi chiese "Pensavi che non potessi riuscire nel mio intento?" io scossi la testa per discolparmi, ma cercai di tenere a freno la lingua prima di combinare altri disastri. "Scrivo per il New York Times da un pò ormai."
"Logan?" chiesi mandando giù un sorso d'acqua. Mi era costato molto chiederle di quel tipo: non mi era mai piaciuto e sicuramente aveva rovinato la sua vita.
"Mi ha chiesto di sposarlo..." 
"COSA?" ecco: di nuovo l'espressione da idiota, e per di più avevo quasi sputato quel poco d'acqua che avevo appena bevuto. "Non starai dicendo sul serio..."
"Sono seria, Jess. Lui mi ha chiesto di sposarlo, ma come vedi non indosso nessun anello: sono stata colpita dalla maledizione di Lorelai Gilmore!" rise divertita e anche io risi, un pò divertito un pò sollevato.
"So che non sono affari miei, ma lui non era il tipo adatto a te..."
"E chi sarebbe il mio tipo?" mi interruppe lei, e giuro di averle anche visto una luce un pò maliziosa negli occhi.
"Dean o Logan non andavano bene per te. Uno troppo provinciale, l'altro il classico figlio di papà che si crede il padrone del mondo. No..." scossi la testa quasi a voler dare rilievo alle mie parole "No. tu sei una Gilmore, una Lorelai Gilmore. Per te ci vuole un uomo, un uomo vero. Prendi tua madre: tanti anni a cercare l'uomo della sua vita, prima tua padre, poi Max, poi ancora tuo padre, il nanetto, ma non si accorgeva che aveva già un uomo che le preparava il caffè tutte le mattine, che aggiustava tutto ciò che si rompeva in casa vostra. Bastava un battito di ciglia e zio Luke era lì da lei. Le ci è voluto un pò di tempo per capirlo, ma poi quando l'ha capito non l'ha lasciato più andare." Avevo parlato di corsa, quasi senza respirare. E lei non mi aveva interrotto, nè aveva scosso la testa. Ero forse sulla strada giusta? Ma poi parlò "Jess..." disse sospirando e io le misi un dito sulle labbra.
"Non devi dire nulla Rory. Noi ci siamo molto amati in passato. Lo sai. E credo che potremmo ancora amarci, forse più di prima! Non devi rispondermi, io non ti ho chiesto nulla." feci un mezzo sorriso che lei ricambio. Frugò nella borsa e ne estrasse un cartoncino rettangolare bianco con qualche parola sopra: era il suo bigliettino da visita.
"Chiamami, quando vuoi, quando hai tempo. Io sono qui, non vado più da nessuna parte. Però adesso devo andare perchè rischio di fare tardi a lavoro." Si alzò, si sporse sul tavolino e mi stampò un pò di rossetto sulla guancia destra.
"Ciao Jess, a presto!" disse, scuotendo la mano.
La guardai allontanarsi: era una donna ormai, ma in lei vedevo ancora la ragazzina che scendeva dall'autobus nella sua uniforme blu, i capelli raccolti, lo zaino colmo di libri e lo sguardo perso nei suoi sogni da realizzare.
"Ciao Rory." sussurrai, mentre lei era già lontana. E mi toccai la guancia, proprio lì dove lei aveva lasciato il segno del suo passaggio.
  
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