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Autore: Nimel17    13/07/2012    4 recensioni
La fiaba di Raperonzolo è molto conosciuta, ma qualcosa mancava...Rumpelstiltskin. La vera protagonista è comunque Rapunzel.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Se Rapunzel aveva avuto paura di Rumpelstiltskin, la Regina le metteva i brividi. Molto più alta di lei, dai capelli nerissimi raccolti in uno chignon che lasciava cadere una folta ciocca quasi fino alla vita, pelle dorata, occhi grandi e scuri contornati da pesante trucco e una bocca generosa dalla tinta violacea. Aveva un vestito nero e lungo, scollato con ricami di pizzo, pure nero. Al collo aveva un nastro di velluto, da cui pendeva una pietra oscura che sprigionava riflessi rossastri. Se gli occhi erano lo specchio dell’anima, quella donna non ne aveva una.
Le fece segno di alzarsi con un lieve cenno della mano.
“Tu chi saresti, mocciosa?”
Rapunzel ingoiò l’appellativo.
“Sono un’umile menestrello, mia Regina. Per gran parte della mia vita sono stata prigioniera in una torre e una notte mi è stato proposto un patto.”
La risata dell’altra donna risuonò per tutta la sala, così tagliente da sembrare scalfire persino la pietra delle pareti.
 “Così, hai fatto un patto con Rumpelstiltskin, povera sciocca. Ed ora vuoi liberarti delle sue condizioni?”
 “Sì, Maestà. Mi ha ingannata e mi ha estorto una promessa che non ho mai fatto.”
“Qual è il tuo nome?”
Lei non voleva darglielo. Non voleva che la regina avesse potere su di lei. Bastava già Rumpelstiltskin per quello.
“Rosaspina, Maestà.”
“Molto bene, Rosaspina. Finché non avrò deciso cosa fare con te, sarai il menestrello di Biancaneve, la mia figliastra. Ho bisogno di qualcuno che la sorvegli, in modo che non scappi. Posso fidarmi?”
“Certo, Maestà. Ma Rumpelstiltskin…”
 “Non sarà più un problema.”
Lei chinò la testa.
“Seguimi. Ti porto da Biancaneve.”
Lei si chiese come sarebbe stata la sua vita al palazzo reale. Doveva ammetterlo, le ombre che si stagliavano sulle sale avevano forme talmente strane da farle paura. Sembravano tanti uomini infilzati sui pali. Rabbrividì.
 “Ci siamo. Comincia il lavoro, mocciosa, o avrò il tuo cuore nella mia collezione.”
Rapunzel entrò. Una giovane donna si era alzata di scatto guardandola. Aveva lunghi capelli neri, occhi verdi e un volto che esprimeva dolcezza e decisione al tempo stesso. Era talmente bella che per un attimo non riuscì a parlare. Poi s’inchinò.
“Principessa. Sono Rosaspina, il vostro menestrello.”
“Sei la sua spia, vorrai dire.”
Lei scosse la testa.
“Non siete obbligata a rivelarmi niente, così non ci sarà niente da riferire.”
Biancaneve la guardò, diffidente ma sorpresa. Chiunque altro avrebbe negato. Rapunzel si sedette sul tavolo dove c’era la sua arpa e chiese:
“Avete preferenze, principessa? Ballate d’amore, o di guerra, o religiose? Volete che canti per voi?” “Suonate ciò che volete. Non cantate, preferisco che ci sia solo un sottofondo per i miei pensieri.” Lei annuì e iniziò a suonare una vecchia canzone che parlava di un amore infelice. Dopo un po’, la principessa si voltò dalla finestra e la osservò. Rapunzel la ignorò. In quei momenti le sembrava di essere ancora nella torre. Ma c’era qualcosa che la disturbava. Biancaneve sembrava triste e scoraggiata, gli occhi erano quelli di una persona che aveva sofferto. Come poteva consegnarla dalla regina a Rumpelstiltskin? L’avrebbe rinchiusa dalla gabbia del leone a quella della tigre. No, doveva trovare una soluzione alternativa.
“Siete molto brava. Dove avete imparato a suonare?”
“Nella mia torre.”
“Torre?”
 “Mia madre mi ha tenuto rinchiusa in una torre per tutta la vita. I miei capelli la mantenevano giovane.”
 “Come se riuscita a scappare?”
 “Ho stretto un patto.”
Biancaneve impallidì.
“Con…?”
“Rumpelstiltskin. La regina mi libererà dal patto con lui.”
“Sei pazza! Lei può essere molto, molto peggio!”
“Conosci Rumpelstiltskin?”
“No…ma so come stipula i patti. Non ti ha fatto certo firmare a occhi chiusi.”
Rapunzel rise.
“Oh, avevamo stabilito il prezzo. Ma quello che ho firmato prevedeva di più. Mi sono ritrovata a dover pagare un costo troppo alto.”
Ma la principessa non la ascoltava più. Guardava fuori, pensierosa. Rapunzel si sentì stringere il cuore. Sapeva bene cosa stava passando nella mente della principessa. Si alzò di scatto, attirando su di lei l’attenzione.
“Cosa c’è?”
 “Niente. Non c’è niente.”
Ritornò a sedersi e riprese a suonare, ma venne interrotta da qualcuno che bussava.
“Avanti.”
 Era una guardia.
 “La presenza della principessa è richiesta dall’Alto Consigliere.”
 Biancaneve uscì con l’uomo e Rapunzel fece per seguirli, ma venne bloccata.
“Non è necessario, Rosaspina. Puoi restare qui, non tarderò.”
 Lei socchiuse le labbra e s’inchinò, timorosa che fosse un qualcosa di maligno ordito dalla Regina. Dalla sua sacca prese la spazzola e iniziò a pettinarsi. Ci mise molto meno tempo, naturalmente, ma sentiva il vuoto come se fosse nel cuore.
 “Com’è andato il primo giorno di lavoro, dearie?”
Lei lasciò cadere la spazzola, ma Rumpelstiltskin la riprese al volo e gliela porse.
“La principessa non si fida di me.”
“Ti sbagli. Ha paura d fidarsi, ma le ispiri simpatia. Le dispiace per te e la tua vita.”
“Allora saprai anche che ha in mente di venirti a cercare.”
 “Non te l’ha detto.”
“Mi pare evidente.”
Si rigirò la spazzola tra le mani.
“Cosa vuoi che faccia per te?”
Rumpelstiltskin la guardò, socchiudendo gli occhi. La spinse senza violenza contro il muro e avvicinò il viso, scrutandola nelle iridi verdi.
 “Forse che la povera Rapunzel si è già affezionata a Biancaneve? Pensa forse di tradire il patto?” Lei scosse la testa. Il cuore le era salito in gola e batteva freneticamente.
“No. Ma non voglio che soffra. Ha già patito abbastanza.”
Lui la lasciò e incrociò le braccia.
“Deve aiutarmi a distruggere Sua Maestà. Contenta?”
“La sua vita sarà in pericolo?”
 “No. Lei non sarà che uno strumento. Sarà la madre di colei che sconfiggerà la regina.”
Rapunzel lo guardò a bocca aperta.
“Mi ha chiesto di produrre una maledizione che tolga a tutti il loro lieto fine. Ho accettato, ma ho fatto qualcosa in più: la maledizione durerà solo ventotto anni, ma sarà la futura figlia di Biancaneve a farlo.”
Lei aveva la bocca secca.
“Sei pazzo.”
 “Forse, dearie. Ma c’è di più: nessuno, con il maleficio, avrà più magia o memoria di ciò che è accaduto in questo tempo.”
“Come hai potuto accettare, folletto?”
“Ho i miei motivi.”
 Rapunzel si accasciò al suolo. Era troppo da sopportare.
  
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