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Autore: its_cinnamon    14/07/2012    1 recensioni
Fannie è una ragazza normale, dopotutto, ha un migliore amico, una bella famiglia e uno spiccato senso dell'umorismo. Si ritrova contrariata a vorticare tra le spese natalizie con sua madre e sua sorella, finchè la sua attenzione non viene catturata da un certo biondino. Le lacrime di certo non mancheranno, ma alla fine, come si dice "è bene quel che finisce bene" no?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4
~

La mattina seguente Fannie venne svegliata dall’odiosa suoneria dei messaggi.
“Prima o poi giuro che la cambio …”
Ancora con gli occhi socchiusi dal sonno, prese il cellulare dal comodino. Se lo rigirò varie volte fra le mani prima di capire quale fosse il verso giusto, poi premette sul pulsante al centro due volte:
“Buongiorno Fannie :D Mi porteresti la nostra ricerca di biologia per favore, io non posso muovermi di casa: mia zia mi ha lasciato di nuovo a fare da babysitter a mio cugino D: Grazie sei un amore.”
Era un messaggio di Sophie.
Era una compagna di classe con cui aveva legato molto, ma non la riusciva a definire per davvero come “migliore amica”.  Però le voleva davvero bene, era una ragazza dolcissima dai modi un po’ bruschi a volte, ma indossava sempre un sorriso in tutte le occasioni.
Si alzò dal letto rabbrividendo: l’aria era congelata. Per chissà quale arcano motivo in casa sua di mattina non si accendevano mai i termosifoni.
Infilò in fretta le pantofole per non toccare il pavimento freddo e ciabattando rumorosamente arrivò in cucina, dove sua sorella Rose era già vestita truccata e improfumata, neppure dovesse andare ad un colloquio di lavoro.
-Ti sembra l’ora di alzarsi?
- Boh, forse … - Fannie le sbadigliò letteralmente in faccia, cosa che infastidì a morte sua sorella che con lo sguardo sveglio e pimpante lasciava capire che era in piedi già da più di un ora. – Per caso è finito il latte?
 
Giù in strada non tirava vento, ma l’aria era tagliente.
Per le strade non c’era molta gente, d'altronde era periodo di vacanze per tutti, chi non ne avrebbe approfittato per una dormita extra.
Con il grosso malloppo di fogli stretto in una mano, Fannie si incamminò verso casa di Sophie che in fondo non distava neppure tanto da casa sua. L’unico grosso ostacolo da superare era l’enorme piazza che divideva le due abitazioni, e credetemi sul fatto che era “enorme” perché era davvero uno spiazzo immenso! C’erano due grosse fontane sui lati ed una ancora più grande nel centro, oltre ciò non c’era nulla, solo alberi e panchine, il che rendeva il tutto assumere delle dimensioni a dir poco esagerate.
Si fece coraggio e, nonostante il freddo di dicembre passo dopo passo raggiunse la piazza.
Una donna passeggiava spensierata tenendo per mano la sua bimbetta che felice saltellava.
- Fannilicious!
La ragazza si girò immediatamente ridendo:
-Aronnilicious!
Un ragazzo si avvicinò a Fannie che sorridente lo guardava divertita. Il ragazzo aveva i capelli corti e scuri e teneva entrambe le mani nelle tasche del cappotto nero che, chiuso fin sotto il mento, dava una sensazione di calore solo a guardarlo.
-Dovremmo cambiare i nostri nomi in codice …
-Si, - rispose il ragazzo ironico – perché poi sono molto in codice. Davvero nessuno li capirebbe, sa?!
La ragazza rise: quello era Aron. Si conoscevano da quando erano bambini, erano stati vicini di casa per un po’ , ma poi il ragazzo si dovette trasferire pochi isolati più avanti. La sorpresa più bella per Fannie, però, fu fatto che al liceo se lo ritrovò nella stessa classe e da allora divennero sempre più amici. Diciamo che Fannie riconosceva più lui come fratello che Rose.
-Dove stai andando? – domandò il ragazzo indicando la grossa tesina di biologia.
-Stavo portando la ricerca di biologia a Sophie.
-Oh! Ma quella ragazza è una lagna continua! Studia anche durante le vacanze?!
Fannie rise.
- Aron, non siamo tutti come te che non studi e vai bene a scuola. Fai rabbia sai?
La ragazza diede una spintarella ad una spalla del ragazzo che rise di risposta.
- Fannie! - si sentì chiamare .
Era una voce conosciuta, ma non riuscì a capire chi fosse.
Aron la guardava incuriosito.
Poi eccolo arrivare di corsa: Ren.
-C..ciao. – gli sorrise la ragazza sotto gli occhi di Aron che scrutavano il ragazzo da capo a piedi.
- … ciao – sorrise timidamente il biondino scostandosi una ciocca di capelli dal viso – Ieri sera ho provato a chiamarti, ma a casa mia non c’è mai campo. Io..io volevo darti questo.
Le porse un piccolo foglietto azzurro con su stampate delle scritte.
Fannie lo guardò in cerca di spiegazioni.
-Questa sera un mio amico ha organizzato una festa, e vuole che ci venga più gente possibile. – fece una pausa – Se vi va di fare un salto …
Estese l’invito anche ad Aron che rispose con un semplice sorriso.
-Va bene – rispose la ragazza – Magari ci vediamo stasera allora.
Ren sorrise di nuovo, poi salutò e corse via proprio come era arrivato.
  
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