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Autore: gaccia    14/07/2012    11 recensioni
L'ennesima porta sbattuta in faccia! Tutti gentili, ma alla fine il risultato è lo stesso.
Ho provato in tutti i modi, mi sono presentata vestita casual, con tailleur eleganti, sportiva chic ma non è servito a nulla. Il posto da ricercatore è andato al maschietto di turno, bravo, certo, ma non quanto me.
Basta! Ho deciso! Questa volta proverò in un altro modo. In fin dei conti se c'è riuscito quello stronzo puttaniere di Edward Cullen a farsi passare per una ragazza al liceo, perché io non potrei farmi passare per un uomo? Solo fino a quando sarò assunta e non mi sarò fatta un pochino di esperienza...
“Piacere, mi chiamo Lino Swan”.
Sequel di “Ciao Edwardina”, anni dopo, la situazione si è completamente ribaltata: è Isabella ad essere costretta a vestirsi e comportarsi da uomo per ottenere il lavoro dei suoi sogni.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'i trasformisti'
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Ciao a tutti!

Sono leggermente in ritardo per il capitolo che avevo promesso ieri, ma è solo un giorno, perdonatemi!

Capitolo un pochino più corto con il proseguo della trasformazione… siamo agli albori di Darwin… vedremo come evolve la specie Isabella-Lino.

 

Per chiunque volesse cimentarsi in un banner per farci ridere un poco, sono a disposizione al postaggio!

E ora vi lascio al capitolo con una avvertenza: chi vuole storie serie e drammatiche, sta leggendo il racconto sbagliato. Io vi ho avvertito.

BUONA LETTURA.

 

---ooOoo---

 

 

Non sono proprio sicura dell’effetto che faccio, ma a guardare i visi allibiti dei ragazzi, non appena mi scorgono, potrebbe essere un buon inizio.

«Bella… cioè, Lino! Sei… perfetta… a parte le tette» dice Emmett, scivolando sull’ultima parola.

«Non gli dare retta! Giuro che mi sembri proprio uno di noi!» dice Jasper schiaffeggiando la spalla del cognato.

«Credo che faresti schifo anche a James» dice sorridendo Ben.

Effettivamente, questa cosa dovrei provarla. Chissà che mi libero di un pretendente idiota! Oppure… lui si scopriva gay ed io ero nella metaforica cacca, più di prima.

«Lasciamo perdere» borbottai agitando una mano, inorridita al solo ultimo pensiero che mi era balenato.

«Perfetto, adesso dobbiamo andare dall’ottico per gli occhiali di vetro» esclama Alice.

«Ehi! E il cibo? Tu avrai anche mangiato ma io sono digiuna da ieri sera!» urlo scocciata. Egoista, lei si diverte ma io tra poco svengo!

Vedo Santo Ben allungare un panino verso di me e gli salto quasi in braccio per ringraziarlo.

«Scusa, Angela, ma tuo marito è davvero un angelo! Se non lo sposavi tu, me lo accaparravo io!» dico felice mentre azzanno la mia ancora per la sopravvivenza.

«Io avevo voce in capitolo?» chiede il ragazzo.

«Voi maschi non capite nulla, come fate a decidere? Siamo sempre noi che vi spingiamo in determinate direzioni» dice Alice, dirigendosi verso l’ottico.

«L’importante è esserne convinta» borbotta Jasper sorridendo.

«Perché non lo dici a voce alta?» chiede Emmett.

«Perché ho ancora qualche anno da vivere» risponde il cognato.

Appunto. Potere alle donne!

 

L’ottico è un negozietto defilato rispetto al corridoio centrale. Se Alice non sapesse esattamente dove andare, non lo avrei mai trovato. Si vede che ogni tanto, la ragazza, sposta la residenza in questo luogo.

«Geoffrey? Tesoro ci sei?» ma sono tutti amici suoi?

«Alice, che piacere! Stavo pulendo una montatura… dimmi tutto, cara» risponde il negoziante. Possibile che Jasper non abbia neanche un sussulto di gelosia? Pazienza il folle del capello che, essendo palesemente gay, non è un gran problema, ma questo è decisamente un bell’uomo sui trent’anni, e chiama Napoleone… cara?

«Ciao, cuginetto. Tutto bene?» saluta Emmett gioviale.

Ecco spiegato l’arcano.

«Benissimo. Spero che anche la tua affascinante ragazza stia bene» dice Geoffrey, aggirando il bancone e avvicinandosi a Rosalie.

Adesso sì che riesco a riconoscere le dinamiche: Emmett si piazza davanti alla sua ragazza e mette una mano sulla spalla del cugino.

«La mia futura moglie sta benissimo e, in ogni caso, me la curo io» dice sorridendo e fa scoppiare il cugino in una grassa risata.

«Per carità, Emm. Solo per vederti reagire in questo modo, vale la pena farti saltare la mosca al naso. Senza offesa eh, Rose?» e fa l’occhietto.

«Figurati, fa sempre piacere sentirsi ammirata» risponde la bionda, civettando.

«Se vuoi fare altri complimenti… io sono completamente libera e mi offro volontaria!» esclama Grace senza vergogna alzando la mano per attirare l’attenzione, tanto ci penso io a mettermi le mani in faccia e a sbuffare disperata.

Ero consapevole di essere finita in una manica di matti, ma la constatazione con mano è sempre traumatica.

«Finalmente una donna che apprezza! È sempre più difficile trovare ragazze così carine e un pochino disponibili!» forse il gene dello stronzo pavone è proprio di famiglia.

«Guarda che anche lei è una ragazza» dice Jasper indicandomi.

Il cugino Geoffrey, molto diplomaticamente, spalanca gli occhi e la bocca in contemporanea, per poi richiuderla in una smorfia «Hai qualche problema ormonale, baby?». Okay, adesso mi prudono le mani.

«Primo, baby lo dici a tua sorella! Secondo non so quali problemi tu abbia ma se ti servono degli occhiali sei nel posto giusto!» rispondo piccata.

Adesso che ha sentito la mia voce, mi osserva da vicino e mi gira attorno per squadrarmi in ogni angolazione «Questa è opera tua, Alice?» chiede dopo l’ispezione.

«Di Marcus, ma dobbiamo finire l’opera con un paio di occhiali squadrati, modello secchione. Geoffrey, ti presento Isabella, una mia cara amica. Bella, mio cugino, colui che completerà la tua maschera facciale» ci presenta la piccola Cullen.

 

Fortunatamente il cugino, smette di commentare e comincia a lavorare seriamente «Gradazioni? Colore?» chiede tornando dietro il bancone ed iniziando a tirare fuori dai cassetti, vari modelli di montature.

«La ragazza ci vede benissimo, direi di fare un paio di vetri… però fotocromatici, così non dovrà cambiare occhiali quando c’è il sole» suggerisce Angela, intromettendosi per la prima volta.

«Ciao a te, visione! A quando il lieto evento?» dice il latin lover interrompendosi.

Caspita! Questo tipo è peggio di Edward e Mark messi insieme. Pazienza loro che erano adolescenti, ma questo sembra neanche essere cresciuto dai suoi diciotto anni!

«A breve. Io e mia moglie ne siamo molto felici» interviene Ben con finta nonchalance.

Vedere i picchi di gelosia dei ragazzi che negherebbero sino ad esaurirsi la voce, è qualche cosa di esilarante. Anche Angela sembra apprezzare, vista la carezza complice che regala all’avambraccio del marito.

 

Meno male che ci pensa Alice a riportare all’ordine il nostro ottico di fiducia «Geoffrey! Concentrazione! Occhiali  per Bella! Deve essere un maschietto credibile. Mica vuoi che non ottenga il lavoro?» domanda retorica.

«Allora lo fai per vile denaro?» mi domanda lui ancora più retorico.

«No. Lo faccio per progredire nella mia vita. E adesso spicciati, che abbiamo molte altre cose da fare!» esclamo e mi sento come Alice. Mi piace comandare… dovrei agitarmi più spesso.

«Agli ordini capo! E adesso prova questi…» dice inforcando il primo paio di una lunga serie di occhiali.

Quando troviamo gli occhiali perfetti, mi sento quasi un reperto archeologico di inestimabile valore: sono tutti attorno a me con gli occhi puntati sulla mia faccia.

E di occhi ce ne sono sedici! Sfido chiunque a non diventare rossa!

«Allontanatevi!» sento un ordine perentorio da parte di Jasper, per poi percepire un: «Sorridi!» e un flash che mi uccide le pupille.

«La foto per i documenti» spiega tranquillo il biondo mentre io continuo a sbattere le palpebre come se mi fosse entrato un dinosauro nell’occhio.

So essere tranquilla ed educata, ma poteva avvisarmi prima di questa cosa! Qui urge una contromossa che dia soddisfazione alla mia giornata.

«Ho letto una volta, su un libro, che il sesso tra cugini non è incesto» annuncio a voce alta… chi ha orecchio, intenda!

«Ma davvero?» chiede Geoffrey leggermente interessato.

«SCORDATELO!» ordina perentorio Jasper, mentre Alice ridacchia.

 

Finalmente usciamo dal negozio del cugino polipo dei Cullen. È quasi come voler rischiare di prendere la rabbia, aver a che fare con questo tipo di individuo.

«Quella del sesso potevi risparmiartela» borbotta Jasper dietro di me.

«Il flash negli occhi potevi evitarlo» rispondo seccata.

Devo sempre subire? Oggi sono stata buttata giù dal letto e tartassata da mani sconosciute. Sono stata seviziata da un gay figlio dei fiori, teletrasportato direttamente da Woodstock professando l’amore libero in ogni forma, dal capello riccio al buco nel… là dietro.

Poi sono stata palpata dal cugino con cui il mio ex condivide la maggior parte dei geni ninfomani. E giuro! La mano che mi tastava la chiappa prima di uscire, era sicuramente la sua!

E dopo una giornata così, dove, oltretutto, ho subito anche i morsi della fame, non dovrei agitarmi? Ma volete darmela una piccola soddisfazione?

 

«Bene! Sono le quattro! Che ne dite se facciamo un salto a Forks dal vecchio Jenks?» propone Emmett allegro.

«Benissimo! Così gli spieghiamo tutto per bene ed evitiamo un documento con il nome John Smith» dico acida. Niente da fare, se un giorno alla settimana non decanto della mia acidità, esplodo e chi è nei miei dintorni… beh, affari suoi se vuole rischiare la vita.

«Così farebbe il paio con quella di Pocahontas che avevi al liceo» ride Rosalie.

«Appunto. Eviterei» anche perché si aspettano un Lino non un John.

Le tre macchine ricominciano il loro viaggio, lasciando il santuario commerciale dirette nella metropoli che ha dato i natali a tanti di noi, me compresa.

«Potrai anche salutare tuo padre» dice allegra Alice.

«Ti prego! Lo sento tutti i giorni al telefono! Non potrei sopportare le sue prediche anche dal vivo su quanto sia insicuro per me, vivere a Seattle senza un uomo accanto. Sto pensando seriamente di presentargli James per farlo stare tranquillo» propongo.

«Da quanto mi ha raccontato Angela su questo tizio, io te lo sconsiglierei. Dubito riusciresti a disfarti di lui in modo veloce ed indolore» risponde Jasper, confermando quello che già erano i miei pensieri.

 

Il resto del viaggio trascorre tranquillo, anche perché, sia Alice che Jasper, non hanno voglia di farsi assalire dalla mia nevrosi ed io voglio sonnecchiare tranquilla. Non che il tragitto sia lungo, ma questi quaranta minuti di pace me li merito tutti.

Con la mente torno a sei anni prima, quando lo stronzo pavone mi portava in giro la domenica. Era sempre molto disponibile e adesso, a ben pensarci, faceva decidere quasi sempre me… chissà come mai?

«… quindi potresti fermarti a cena da noi?» termina Alice.

«Che?» bofonchio come un’imbecille.

«Jasper ha suggerito di far vedere a te, Angela e Grace, il video della depilazione di Edward…» ripete Alice.

«del pavone» la correggo. Sentire il suo nome mi da un senso di fastidio in mezzo al petto, meglio evitare grazie ai sinonimi.

«Certo, il video del pavone, e poi potreste fermarvi a cena da noi, ho in frigo un magnifico arrosto che ha preparato ieri mia madre» esclama entusiasta.

So per certo che lei e la cucina non vanno molto d’accordo e sapendo la provenienza certificata del cibo, mi tranquillizzo immediatamente.

D’altronde, io sono abituata alla cucina di Ben e non mi posso accontentare di un uovo strapazzato qualunque…

Finalmente arriviamo davanti a una casetta signorile con giardino, nel bel mezzo di Forks (per quanto Forks possa avere un centro degno di questo nome).

 

«Siamo arrivati dal vecchio Jenks» annuncia Jasper arrestando l’auto accanto al marciapiede.

«Certo che fare il falsario rende bene!» dico. Forse ho sbagliato lavoro? La cameriera sicuramente.

«Una volta molto di più. Mi raccontava che possedeva ville a Miami e Malibù e un attico a New York, poi con i vari arresti… poco per volta ha perso tutto» racconta Alice la gossippara.

«E’ stato arrestato?» chiedo con un brivido. Mi metto nelle mani di un pluri condannato per reati di falso! Sono anche io una delinquente!

Sento lo sguardo carico di rimprovero di mio padre sulla nuca e mi volto sperando di non vederlo spuntare dietro l’angolo.

«Lui no, ma i suoi clienti più facoltosi, lo sono stati più o meno tutti… e sai, quando ti mancano gli acquirenti…» spiega Jasper, lasciando la frase in sospeso.

Beh, certo! Calo di domanda, nessuna entrata, cassa in sofferenza. In pratica la situazione economica dell’intero sistema finanziario mondiale.

Mugugno qualcosa che neanche io comprendo bene e scendo dall’auto imitando i miei accompagnatori, subito circondata dagli altri che nel frattempo sono arrivati. Sembriamo una truppa in missione speciale e sarà già un miracolo se mio padre non verrà a sapere del mio arrivo nel giro di dieci minuti netti.

 

«Fermi tutti! Non entrate nella mia proprietà o vi riempio di piombo. Per arrivare alla mia porta ci vuole un mandato, altrimenti via di qua! Piedi piatti!» urla una voce mentre la canna di un fucile fa capolino dalla tenda della finestra vicino alla porta.

Subito Angela piazza un urlo che mi fa accapponare la pelle e spero tanto che il falsario non si agiti. È un miracolo se non mi sono saltate le coronarie.

Ben, protettivo come solo un marito devoto potrebbe esserlo, si piazza davanti a moglie e nascituro per proteggerli. Questo è vero amore! Sospiro invidiosa e sento Grace accanto a me fare altrettanto.

La guardo e lei guarda me, ebbene sì, ci rendiamo conto di essere quasi patetiche.

«J… J. Jenks! Sono il dottor Jasper!» grida il mio autista con le mani in alto e noi, timorosi lo imitiamo.

«Non sto per morire!» risponde la voce, seccata, come se la presenza di un medico fosse una minaccia per la salute.

«Infatti! È per quel lavoro che le ho chiesto la settimana scorsa» urla di rimando il dottore.

Certo che se mio padre poteva sapere del mio arrivo in dieci minuti, con questi schiamazzi, sarà qui in meno di cinque.

 

«Forse… è il caso di andarcene» bisbiglia Emmett, cercando di coprire Rose con il suo corpo, «Non mi sembra molto propenso ad avere ospiti».

«Concordo» approva Angela.

«Ragazzi, coraggio. È solo un povero vecchietto che non farebbe male a una mosca» ribatte Alice. Certo, con il suo piglio da comando, figurati se si fa intimorire da una doppietta.

«Infatti, perché la suddetta mosca l’ha già uccisa!» risponde Grace.

«Andiamocene, prima che a quello gli tremi il dito» propone Ben.

«Meglio non muoverci, se fossi io, a vedere gente che fugge, sparerei. Rischiamo una carneficina» li avviso.

«Certo… anche tu sei così» mi dice Rosalie «Visto come ti sei comportata con Edward quando hai saputo che si travestiva» e mi ricorda la mia reazione folle.

«Che vuoi? Tra pazzi ci si capisce» indico Jenks con un dito e faccio spallucce.

 

«Allora J.? Possiamo entrare?» chiede Jasper titubante.

«E’ per lavoro?» chiede ancora la voce.

«Certo» risponde sicuro il nostro portavoce.

Dopo alcuni minuti in cui pensavo di salutare questo vecchio e sporco mondo senza aver fatto testamento su chi lasciare i miei averi (forse il winchester lo lascerei a Edward, tanto per ricordargli il nostro incontro nel bosco…), finalmente il fucile rientra in casa e la porta si apre.

«Perché non l’avete detto subito?».

Lentamente abbassiamo le braccia e ci guardiamo stupiti.

«Secondo me deve anche revisionare l’apparecchio acustico» borbotta Grace.

«Assieme a qualche rotella ancora più sotterrata nella scatola cranica» rimanda Emmett.

Angela ridacchia sollevata, accarezzandosi il pancione e tutti ci incamminiamo verso l’ingresso della villetta, dove è spuntato l’incredibile proprietario.

La cosa più normale che ci compare davanti sono una massa riccia di capelli bianchi che contornano una faccia raggrinzita come la buccia di una mela vecchia. Un paio di occhi azzurri lattiginosi coperti da occhiali che poggiano su un naso adunco e un sigaro avana che penzola dal labbro sottile completano il viso che potrebbe appartenere a qualsiasi caro vecchietto vicino di casa.

È il resto che fa rimanere perplessi: un cappello nero a tesa larga è posato negligentemente sulla nuca, il corpo è vestito da un completo a doppiopetto gessato nero con una giacca dalle spalline imbarazzanti.

«Non ci avevi detto che andavamo a trovare Al Capone» borbotto a Jasper.

 

«Cosa posso fare per voi, doc.?» chiede Al, sedendosi al tavolo della sala, senza minimamente invitarci a fare altrettanto.

«Abbiamo bisogno di documenti per lui» dice Ben indicando me.

Vedo che il falsario mi fissa per un minuto buono, stringendo gli occhi, come per mettermi a fuoco. Cataratta?

«Lui è una donna! Pocahontas! Hai bisogno degli occhiali figliolo se non riesci più a distinguere il sesso delle persone!» risponde tranquillo Capone.

E qui possiamo tutto rimanere allibiti: quest’uomo ha una memoria di ferro! Come fa a ricordare la mia patente falsa, dopo ben 8 anni?

«Infatti dobbiamo trasformarla in un maschio certificato» ribatte Alice.

«Certificato da me» precisa Jenks.

Per lo meno questa parte l’ha capita. Speriamo che eviti il nome dell’innamorato dell’indiana! Mi serve un Lino Swan, non un John Smith.

«Allora, bambina, come ci chiamiamo?» chiede con aria professionale, prendendo un blocco per gli appunti.

«Bella_Marie_Swan…» inizio.

«Intendevo il nome falso!» mi rettifica quasi annoiato

«Lino Swan, nato a Phoenix il 15 giugno del…» stavo snocciolando tutte le informazioni che mi sembravano utili ma vengo interrotta praticamente subito.

«Ehi! Bambina! Per chi mi hai preso? Mica sono uno stenografo!» protesta il vecchietto. In effetti, gettando un occhio sul foglio leggo solo il nome ‘Lino’

«Lasci, faccio io» interviene Grace, giustificandosi poi «E’ il mio lavoro».

«Ho sempre voluto una segretaria come te, gioia» ridacchia il vecchietto tirando una sonora sculacciata sulla natica della mia amica.

Che porco! Oggi, evidentemente era giornata! Prima il cuginetto ninfomane, poi il falsario palpatore…

«Ti prego, Dio, salvami tu» dice Grace, alzando gli occhi al cielo, togliendo la mano di Al Capone che rimaneva molle sopra la chiappa.

 

Nel giro di venti minuti, spieghiamo al falsario, tutto quello che gli serve per creare dei documenti credibili per un nuovo ragazzo. Jasper scarica il file della foto per le carte ed io mi stupisco ancora di quanto sembri incartapecorito questo Jenks, eppure così tecnologico.

Alla fine riusciamo ad uscire sani e salvi e con la promessa che i documenti saranno pronti prima della fine della settimana.

Quello che mi ha stupito più di tutto è Alice, supportata subito da Rosalie, che si sono impegnate a pagare loro il compenso (che spero sia ragionevole e non stratosferico) a compensazione di tutti i regali di Natale e compleanno che non mi hanno fatto in questi anni. Anche io ho risparmiato! E allora? Mica vorranno recuperare?

Ho provato a rifiutare ma contro Alice-Napoleone-Krueger non c’è storia, pertanto meglio adeguarsi prima di scatenare la sua ira.

 

«Bene, adesso andiamo a casa nostra per la cena e il filmino domestico?» chiede Alice allegra, appena arrivati vicino alla macchina.

Io, Ben, Angela e Grace non stiamo più nella pelle! Finalmente vedremo il babbuino pavone, spogliato dei peli in quella che mi sembra una comica epica.

Sto ridendo al solo pensiero e Grace, vicino a me, fa la stessa cosa.

A guardarla bene, sembriamo quasi sorelle per quanto ci somigliamo. Entrambe capelli scuri, mossi, entrambe occhi scuri (anche se i suoi sono si potrebbero definire neri), entrambe con tratti somatici regolari, alta un pochino più di me e forse più robusta. Nel complesso, è sempre stata una ragazza carina, anche se penso che il suo punto di forza sia un carattere sarcastico e ironico che attira.

Peccato che quel cafone del suo ex non abbia capito quale tesoro si lasciava sfuggire.

«Alice! Ti prego! Non vedo l’ora di ammirare lo stercorario in tutto il suo depilato splendore» esclama felice.

«Prima, però… Emmett, vai a casa a prendere la tuta che abbiamo comperato sabato con Rose e quell’aggeggio che portavi a football così Bella li prova e vediamo l’effetto finale» ordina Napoleone a un suo attendente.

Li guardo perplessi e cerco di capire di cosa si tratta.

«Che sarebbe?»

«Ma sì» risponde vaga agitando molle una mano «Sai quella cosa che si mette sui cosi» spiega chiarissima.

«Così almeno non si cosano» interviene Jasper ridacchiando.

«Smettetela di cosare e parlate chiaro!» ordino io. Remissiva? Nah!

«Bella! La conchiglia per le parti basse… come si dice?... il sospensorio!» chiarisce Grace, decisamente più sveglia di me.

«COSA? Io non mi metto quell’obbrobrio! Non ho i testicoli! E poi… ma che schifo! L’ha usato Emmett! Con tutto il rispetto, ma chissà che malattie…» protesto.

«Ehi! Io non ho malattie da quelle parti! E in ogni caso, Rose mi ha fatto ripulire tutto, talmente a fondo e non troveresti un batterio neanche con una analisi chimica approfondita!... solo che rischi di sembrare un super dotato! Non so se mi spiego» e inizia a ridere mentre io faccio una smorfia schifata.

Mi ci manca solo che sembri un attore di un set pornografico con “trenta centimetri di dimensione artistica”  invece di uno studioso in biologia e siamo a posto!

 

---ooOoo---

 

Angolino mio:

prima di tutto “trenta centimetri di dimensione artistica” frase tratta da una vecchia canzone di Elio e le storie tese.

 

Capitolo di avanzamento con un assaggio di sospensorio, suggerito da Silvina73 il nostro onnipresente winchester, Antonella64 il nostro capo ecologista sezione Forks.

ovviamente la fascia elastica per il seno è stata suggerita praticamente da tutti…

il prossimo capitolo si rivolgerà proprio al momento trasformazione fisica e, una puntatina al famosissimo video della depilazione di Edward ai tempi di Ciao Edwardina, tanto per far ridere anche i quattro che non si erano goduti il momento.

 

Visto che saremo in fase vestizione, avete qualche suggerimento in proposito? Ricordate che lei avrà il camice, e come già detto da Napoleone, non potrà permettersi pantaloni corti.

 

In Ciao Edwardina, ero solita inserire i nick delle persone nel tessuto del racconto come ringraziamento per le recensioni. Non potendo ripetere gli stessi, perché sarebbe troppo forzato, voglio però ringraziare chi mi ha sostenuto anche in questi capitoli, ricordando il ruolo che hanno interpretato nella storia precedente:

Corny83, la giornalista di Vogue

AleSwan, con la sua lettera indirizzata al giornale

Suellen, la commessa di intimo

Lalayasha, il negozio di abbigliamento maschile di Port Angeles

Meggyna96, la marca dell’abito acquistato da Edward

Orsacchiotta Potta Potta, il titolo del libro hard di Emmett

Artemide88, con il suo avatar in paillettes ricamato sulla borsa

Bambola e bibola, le gemelle della chat

Monibiondina, il nick del capo degli ecologisti

Beth96, una ex di Edward (beata lei)

Wolfvale, il nick di una ragazza tosta

Antonella64, il nome del capo degli ecologisti

xMooNxMagYx, il nome della capanna del campeggio adibita a cucina

Anto_Pattz, il soprannome del capo degli ecologisti

Certo che rileggendo, mi viene da ridere, come abbia fatto ad associare i vostri nomi con alcune cose davvero assurde. Comunque grazie per leggermi anche qui.

Per chi non è stato nominato… verrà nominato un’altra volta. (tranne Silvina73 e Bella_Marie_Swan che hanno già avuto l’onore)

 

Adesso un appello: voglio suggerimenti, questa storia deve essere uno scambio di idee, se vi viene in mente qualche cosa da far fare alla nostra protagonista, scrivetemelo. Storia interattiva!

 

Adesso vi saluto e vi ringrazio per l’attenzione

Alla prossima

baciotti

 

 

  
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