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Autore: Simona_Lupin    14/07/2012    33 recensioni
1977. L'ultima occasione.
L'ultima occasione per respirare la magia di Hogwarts, la casa più bella, nell'ultimo anno di dolce spensieratezza.
L'ultima occasione per James di sgraffignare il cuore di Lily invece di uno stupido Boccino d'Oro.
L'ultima occasione per Lily di dare un due di picche alla Piovra Gigante e concedersi agli sfiancanti corteggiamenti di James.
L'ultima occasione per Sirius di chiudere le porte al suo orribile passato e aprirle a un amore che non ha mai conosciuto.
L'ultima occasione per Remus di far splendere ai raggi di luna la sua anima al posto del sangue delle sue ferite eterne.
L'ultima occasione per Peter di ricevere la luce di un sorriso amico prima di precipitare nell'oscurità del male senza speranza di riemergere.
L'ultima possibilità. Di amare, di lottare, di essere coraggiosi. Di vivere.
L'ultima possibilità di stringere tra le mani la vita di qualche sogno prima di gettarli via, tra le polveri di una guerra senza fine in cui tutti rimarranno prigionieri.
Dal capitolo 12 [Miley/Remus]:
« Tu riesci a mangiare mezza tavoletta di cioccolata in un colpo solo? » si incuriosì Miley, disorientata.
« Mezza tavoletta è una routine ormai assodata » fu la risposta. « Riesco a fare molto meglio. Tu, invece... riusciresti mai a farlo? »
Miley ingoiò il cioccolato e riflettè con calma, poi incrociò le braccia al petto e lo studiò. « Mi stai sfidando, per caso? »
Remus trattenne una mezza risata e scrollò le spalle, senza riuscire a mascherare il divertimento. « Se dicessi di sì? »
« Oh, John, vedrai » rise di rimando lei, guardando prima lui, poi il cioccolato con aria di sfida.
« John? » chiese lui, stranito, inclinando il capo.
« John » ripetè lei, annuendo. « E' il tuo secondo nome, no? Ti sta bene ».
John. Nessuno lo aveva mai chiamato così. Sorrise. Gli piaceva.
Dal capitolo 14 [Lily/James]:
« Come stai? » mormorò Lily a bassa voce, sorridendo ancora.
James annuì, per poi accorgersi che non era una domanda a cui rispondere con un sì o un no e riprendersi.
« Molto... molto bene, grazie » rispose, passandosi una mano tra i capelli. « Sono contento di vederti ».
« E io sono contenta che tu sia vivo » rise lei. « Così potrò realizzare uno dei sogni della mia vita ».
« Cosa? » fece lui, fingendosi ammiccante. « Uscire con me? »
« No » rispose lei, allegra. « Ucciderti personalmente ».
Dal capitolo 20 [Scarlett/Sirius]:
Era la prima volta che la teneva tra le braccia. La strinse a sé, protettivo come non si era mai sentito verso qualcuno, e si chiese perché, perché mai quel momento dovesse finire. Perché fosse destinato a rimanere solo un piccolo sprazzo di gioia isolata in una vita costellata di dolori e flebili attimi di felicità inespressa. Perché per lei non potesse significare quello che significava per lui. Perché non potesse durare solo... solo per sempre.
Genere: Comico, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Nuovo personaggio, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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Capitolo 16


Cambiamenti




 
Novembre stava già giungendo al termine e gli studenti di quinto e settimo anno erano sotto pressione come non mai.
Continuavano a ricevere carichi di compiti non indifferenti in vista degli esami che li attendevano alla fine dell'anno scolastico, e perdipiù il freddo gelido della stagione li costringeva a star chiusi in Biblioteca o in Sala Comune a studiare su pile di libri e pergamene stropicciate, le mani tra i capelli o intente a rovistare tra i fogli pieni di appunti, gli occhi arrossati che tendevano a socchiudersi per la stanchezza e la mente attraversata di continuo da formule, definizioni e immagini di disegni e mappe astrali totalmente incomprensibili.
Quel giorno, alla lezione di Storia della Magia del professor Rüf, tutti si stavano appunto lamentando della valanga di compiti arretrati da svolgere.
« Io oggi non faccio niente » stava dicendo Mary, senza curarsi di tenere basso il tono della voce. « Non mi interessa niente di niente, non voglio sentire niente, non voglio fare niente, sono stanca! E libri di qua, e appunti di là, e Incantesimi su, e Pozioni giù... non studio e risolvo la situazione ».
Emmeline le lanciò un'occhiata raggelante di pura disapprovazione, che l'amica ignorò beatamente.
« Mary, non si tratta solamente di oggi » la rimproverò, severa. « Tu non studi ogni santissimo giorno della tua misera vita ».
La ragazza le rivolse uno sguardo indifferente e continuò a osservare con aria assente l'insegnante che leggeva con il suo solito tono piatto e tetro.
« E comunque » riprese l'altra ragazza, voltandosi verso Lily e Scarlett sedute proprio dietro di loro, « per domani dobbiamo fare i due rotoli di pergamena per Vitious, il milione di esercizi che ci ha assegnato la McGranitt, il tema di Erbologia e la traduzione di Antiche Rune ».
« Però è vero, Mel, tu metti proprio l'ansia » sbottò Scarlett, già leggermente nervosa. « Ce la faremo, tranquilla. Alice, Frank ti ha già fatto copiare la traduzione? » domandò poi rivolta all'amica, seduta insieme al fidanzato alla sua destra.
Fu Frank ad annuire, l'aria sconfitta e stanca.
« Ho fatto dodici righe ieri pomeriggio e Remus mi ha aiutato a finire le ultime otto » confermò. « Alice, la prossima, però, te la fai da sola ».
La ragazza si voltò lentamente per guardarlo e lo fulminò come se avesse appena pronunciato una sorta di bestemmia inaudita.
« Chi è che ti fa copiare ogni volta Erbologia, Frank, tesoro mio? » sibilò, fingendosi tenera e dolce.
« Tu » mormorò di malavoglia lui, annuendo lentamente.
« E allora, amore mio, di cosa ti lamenti, sentiamo? » proseguì inviperita Alice, incrociando le braccia al petto con il viso rotondo arrossato.
Frank farfugliò qualcosa che somigliava a un: « Non mi lamento mai, io... »
« Oh, ti lamenti troppo, invece! » esclamò lei. « Abbiamo fatto un patto, Frank! Antiche Rune per Erbologia! Vorresti forse tirarti indietro? »
« Ma non è equo! » piagnucolò lui, disperato. « La professoressa Sprite lascia un quarto dei compiti che abbiamo di Antiche Rune! Comunque, va bene, fai finta che non abbia parlato... »
Alice annuì con fermezza, compiaciuta, sotto lo sguardo sbalordito e impietosito delle altre ragazze che osservavano il volto sciupato del povero Frank.
« Sei disumana, Alice » commentò Lily, molto provata dalla scena alla quale aveva appena assistito. « Guarda come sta... Non preoccuparti, Frank, la prossima volta faremo i compiti insieme, d'accordo? Non devi fare tutto da solo ».
Lo sventurato la ringraziò sentitamente, una mano sul petto, gli occhi umidi di gioia pura. Un'ultima speranza di sopravvivenza si era appena accesa in lui.
Chi non aveva problemi di questo genere, invece, erano i Malandrini, stravaccati come sempre agli ultimi banchi a ridere e ad annoiarsi. 
O almeno, tre dei quattro Malandrini lo facevano. Remus prendeva appunti e seguiva l'insegnante con attenzione, totalmente solo nella sua attività, visto che quella volta, stranamente, anche persone come Lily, Emmeline o la secchiona del loro corso Josephine Griffiths avevano abbandonato l'impresa.
James e Sirius giocavano indisturbati all'Impiccato, dove per vincere, oltre che indovinare la parola, bisognava anche saper mettere giù la più volgare che riuscissero a trovare, mentre Peter, seduto un banco più avanti insieme a Remus, rideva con loro.
« L'ho capita » fece James, studiando la parola che Sirius aveva scritto con ancora cinque lettere mancanti. « Ma non ho nessuna intenzione di dirla ad alta voce. Andiamo, Felpato, fa davvero schifo! Pet, diglielo anche tu! Se Remus sapesse... gli bloccheresti la crescita » sospirò, osservando con commiserazione l'amico dalla mente priva di pensieri malsani che gli sedeva di fronte, ignaro di tutto.
« Allora ho vinto! » esultò Sirius, battendo un pugno sulla spalla del compagno. « Sei una femminuccia, Ramoso, ritirati. Fai pena ».
« Solo perché non sono una persona squallida come te, non significa che non so giocare » replicò piccato l'altro, colpito nell'orgoglio.
Sirius fece un gesto noncurante col capo, come se volesse dar ragione a un bambino testardo ma parecchio stupido di cui non gli importava sinceramente nulla. Scivolò ancor di più sulla sua sedia, dondolandosi annoiato avanti e indietro, lo sguardo che perlustrava la classe e che puntualmente si soffermava su Scarlett decisamente più del dovuto. Era molto bella anche vista da dietro. La luce che filtrava dalle finestre le faceva splendere i capelli più del solito.
Si riscosse dopo un po' dal suo temporaneo stato di trance e si voltò nuovamente verso James.
« Dai, facciamo qualcosa » borbottò, guardandolo mentre scribacchiava e faceva schizzi su un foglietto di pergamena. « Che stai facendo? »
« Disegno » rispose distrattamente lui, mordicchiandosi la lingua come faceva sempre quand'era particolarmente concentrato.
« Disegni » ripetè Sirius in tono inespressivo. « Si può sapere cosa diavolo hai da disegnare? »
James interruppe il suo lavoro certosino per lanciargli un'occhiataccia.
« Se non hai un'occupazione » disse lentamente, « trovatene una e non rompere i gioielli alla gente ».
Lui sbuffò. Evidentemente, doveva divertirsi da solo. 
Prese in pugno la bacchetta e individuò la sua vittima, un Corvonero piuttosto allampanato seduto a poca distanza da lì. Non valeva la pena, pensò, di mettere in atto uno scherzo troppo originale o eclatante, ma solo di movimentare un po' quella lezione noiosa con un piccolo diversivo. Puntò la bacchetta in direzione della sua testa e, di colpo, al posto delle sue normali orecchie, ne comparvero un paio da coniglio.
Sirius ghignò e ripose la bacchetta, facendo un cenno soddisfatto agli amici.
« AAAAAAAAAAAAAAAAH! » stava urlando nel frattempo il malcapitato ragazzo. « PROFESSORE! »
« Cosa? » fece Rüf, staccando a fatica gli occhi dai suoi appunti per guardare con aria stralunata gli alunni di fronte a lui. « Chi mi chiama? »
« PROFESSORE! » urlò di nuovo il Corvonero, richiamando l'attenzione su di sé, mentre tutta la classe rideva. « Che mi è successo? Le mie orecchie! »
« Cos'hanno? » chiese l'insegnante, non notando nulla di sospetto o di vagamente strano. « Oh, sì, capisco... si rechi in Infermeria, Talker ».
Il ragazzo, che in realtà si chiamava Walker, corse via dall'aula a rotta di collo, tenendosi le orecchie con le mani tremanti.
« Sirius » fece James quando si fu ripreso dalle risate - Rüf aveva già ricominciato a leggere -, « ma quel Corvonero non era forse quello che una settimana fa aveva invitato Scarlett a uscire? Semplice curiosità, eh ».
« Lo era? » domandò lui, impassibile. « Non mi interesso di gossip, non saprei ».
James lo guardò divertito, ma non disse nulla. Era inutile anche chiedere. Per lui, in effetti, quella era solo l'ennesima prova del suo amore incondizionato verso Scarlett.
« Remus, si può sapere che hai? » domandò Sirius dopo un po', prestando attenzione all'amico solo in quel momento anche se scuoteva forte il capo da circa un minuto in attesa che lui lo guardasse.
« Ma che razza di essere sei tu? » fece quello alla fine col tono più sprezzante che riuscì a trovare. « Si può sapere quanti anni hai? James, qui, quello che un giorno sì e uno no rimane almeno mezz'ora imbronciato perché gli manca la mamma » e qui sottolineò le parole con delle virgolette immaginarie, « è più maturo di te. Ti sembra normale? »
« Non fare così, Lunastorta » rispose placidamente l'altro. « O ti ammalerai di nuovo ».
Remus lo guardò furioso, ma non si prese la briga di replicare alla sua affermazione, voltandosi nuovamente per riprendere a scrivere appunti.
Rimanere attento alle lezioni, tenere il passo con i compiti e stare dietro a Sirius, comunque, non erano le uniche preoccupazioni del ragazzo. Quel pomeriggio, infatti, la professoressa McGranitt, alla fine della sua lezione, diede un annuncio a tutta la classe.
« Allora, ragazzi » aveva esordito, dopo essersi accomodata dietro la sua cattedra, « devo comunicarvi che domani non avrete lezione per tutta la giornata ».
A quelle parole, un boato di gioia ed esaltazione allo stato puro riempì l'aula, con estrema disapprovazione dell'insegnante. Urla, battimani e risate varie avevano sommerso il tentativo della professoressa di continuare il suo discorso, anche se la donna riuscì quasi subito a riportare l'ordine grazie alla sua eccezionale austerità.
« Non esultate troppo, baldi giovani » disse subito, riprendendosi, « non sarà una vacanza premio per i vostri estremi sforzi nello studio, potete starne certi. E poi, vedendo la vostra ben poco celata felicità per la notizia, non mancherò di assegnarvi un bel po' di lavoro extra da svolgere per curare la vostra eccelsa attitudine allo studio ».
L'allegria e la contentezza che popolavano i volti di tutti gli studenti svanirono nello stesso brusco modo in cui erano comparse, sostituite da un velo di enorme tristezza e di improvviso ritorno alla penosa realtà.
« Comunque » riprese l'insegnante seria, « stavo dicendo che non avrete lezione perché domani sarà una giornata dedicata al vostro futuro al di fuori di Hogwarts ».
Una nuova curiosità si insinuò tra i ragazzi, che iniziarono ad ascoltarla con sincero interesse.
« Domani, infatti, a degli orari stabiliti avrete degli incontri di orientamento professionale con dei rappresentanti di vari ambiti lavorativi del mondo magico. Come ricorderete, al quinto anno vi siete confrontati con i vostri Direttori di Casa per iniziare a pensare a quello che avreste potuto fare una volta usciti da questa scuola, soprattutto per fare il quadro dei G.U.F.O. che sarebbero stati fondamentali per scegliere la vostra carriera. Adesso, però, la scelta si fa più vicina, quindi è necessario e utile per voi approcciarvi direttamente a quella che credete potrà essere la vostra futura professione. Otterrete tutti i chiarimenti e le delucidazioni che vorrete per fare una scelta serena e ben ponderata ».
« E chi verrà domani a questo orientamento, professoressa? » chiese Emmeline, parecchio attenta al suo discorso.
« Ci raggiungeranno rappresentanti di tutti e sette i dipartimenti del Ministero della Magia » iniziò ad elencare la professoressa, « giornalisti della Gazzetta del Profeta, Medimagi dell'ospedale San Mungo, professionisti della Gringott, alcuni Auror e membri del Wizengamot e, per chi fosse interessato, anche dei rappresentanti di alcune tra le squadre di Quidditch del nostro campionato hanno deciso di venire ad Hogwarts per scovare giovani talenti ».
« Evvai! » saltò su Alan, esultando alla buona nuova. « Che figata! »
« Grazie, signor Green, la sua gioia mi delizia » disse la professoressa, guardandolo con un misto di compassione e divertimento. « Comunque, non è tutto, ragazzi. Dopo questo incontro, che spero vi aiuterà a chiarirvi le idee sul vostro futuro, vi spetta la scelta vera e propria, che dovrete compiere a breve. Più o meno a metà marzo, infatti, tutti i Direttori delle rispettive Case vi convocheranno perché consegniate loro le domande per intraprendere i corsi di formazione professionale che intendete svolgere alla fine della scuola. Queste domande verranno spedite a chi selezionerà gli studenti da ammettere nel prossimo corso di studi e, dopo aver preso atto dei risultati dei M.A.G.O. che avrete raggiunto e avervi sottoposto a delle prove preliminari, sceglierà i ragazzi idonei. Tutto chiaro? »
Tutti annuirono silenziosamente, leggermente storditi dal suo discorso. Era strano, a dire il vero, sentir parlare di futuro.
Il futuro era lì, a un passo da loro. Il futuro stava diventando ogni giorno sempre più un presente che dovevano affrontare senza possibilità di scelta, ed era questo, forse più di tutto, a spaventarli: la consapevolezza di non avere vie di fuga. Niente avrebbe impedito al tempo di continuare la sua corsa... I loro ultimi momenti da adolescenti sarebbero terminati per non ritornare, e loro sarebbero rimasti lì a guardare, impotenti, come dei bambini che osservano speranzosi il loro aquilone volar via e capiscono, dopo averlo guardato a lungo, che non potrà tornare nelle loro mani tese.
Chissà, forse avevano pensato che Hogwarts non sarebbe mai finita davvero, che sarebbero rimasti tra quelle mura per sempre, cullati dalla dolce certezza che nulla avrebbe mai potuto sfiorarli. Ma ormai per quella vana e meravigliosa illusione era giunto il momento di morire.
La realtà li attendeva e si avvicinava inesorabile. Era arrivato il momento di affrontare scelte importanti alle quali non potevano sottrarsi, e sentivano addosso l'ansia e la pressione dei tempi ristretti che di certo non li aiutavano a riflettere con calma, ma che anzi li facevano ancor di più entrare in confusione.
C'era profumo di cambiamento nell'aria, ma loro se ne erano accorti solo in quel momento.
« Allora? » domandò James agli altri Malandrini quando furono fuori dall'aula di Trasfigurazione. « Che ve ne pare? »
« Che ce ne pare? » ripetè Peter, piatto. « Non so voi, ma io mi sento terrorizzato ».
« Andiamo, Pet, non devi mica decidere adesso » lo consolò l'amico, sorridendo. « C'è ancora tutto il tempo, questa roba ci chiarirà le idee ».
Il ragazzo scrollò le spalle, non del tutto convinto, e tacque.
« Tu vieni con me a sentire quegli Auror, no, Sirius? » chiese James.
L'altro annuì, piuttosto serio.
« E tu, Lunastorta? » domandò poi a Remus.
Ma lui, in quel momento, non pareva molto attento alla loro discussione e sembrava assorto nei suoi pensieri.
« Lunastorta? » lo richiamò James, sventolandogli una mano davanti agli occhi. « Il grande James sta parlando, dovresti dargli ascolto ».
Ma l'altro non rise e non diede segni di aver recepito granché bene il messaggio. James scambiò una fugace occhiata con Sirius e si fece serio in volto. Entrambi avevano capito il problema.
« Remus » disse a bassa voce, « non mandarti in pappa in cervello già adesso, d'accordo? »
Lui non disse nulla e tenne lo sguardo basso. Ciuffi di capelli chiari gli coprivano lo sguardo indecifrabile.
« Non mi mando in pappa il cervello » replicò poi, secco. « Stavo solo pensando, tutto qui. E pensavo proprio che domani resterò tutto il giorno in Dormitorio perché è inutile anche solo presentarmi a questi incontri ».
Sbuffò, senza riuscire a trattenersi, affondando le mani nelle tasche. Per lui, quella notizia era stata proprio un fulmine a ciel sereno. Se per tutti gli altri ragazzi signicava cominciare a pensare al futuro e mettere un punto all'adolescenza, per lui era qualcosa di ben più duro da accettare. Fuori da Hogwarts, nel mondo magico, persone come lui venivano additate come feccia. Chissà quanti maghi, lì, nel mondo reale, al contrario dei suoi amici, avrebbero provato disgusto stando alla sua presenza. Trovare un lavoro sarebbe stata un'impresa impossibile e il solo pensiero di dover vivere così, di dover sopportare tutte le porte chiuse in faccia per la sua innegabile diversità, diveniva ogni secondo più insopportabile.
« Remus, ma che dici? » sbottò Sirius, sconcertato. « Avanti, non cominciare con questa storia ».
« Infatti » convenne subito James con convinzione. « Dai, non fare lo stupido. Tu domani vieni senza lamentarti tanto e basta ».
« Ci sono un mucchio di cose che potresti fare » intervenne Peter in tono incoraggiante. « Vedi me, invece, che non sono capace nemmeno di trasformare un ago in un fiammifero... Se fossi certo di prendere anche solo la metà dei M.A.G.O. che prenderai tu, sarei felice come... come... »
« ... come un James » concluse Sirius per lui, trovando parecchio azzeccato il termine di paragone.
Remus fece un sorriso divertito e un po' obliquo che fece rincuorare non poco gli amici.
« C'è il Wizengamot » fece James. « Potresti diventare uno strafottuto giudice supremo... Ti ci vedo ».
« Già » convenne prontamente Sirius. « Con quella veste color prugna, tutto elegante, il lupastro... mmm, saresti figo, Remus ».
« Tu nemmeno lo sai com'è il color prugna, Felpato » lo canzonò l'amico, scuotendo il capo. « Comunque, sì, saresti indubbiamente figo ».
Remus rise. Era impossibile rimanere incupiti in loro compagnia.
« Sì, lo credo anch'io » scherzò, decisamente più allegro, facendo ridere anche gli altri.
Incredibile come solo una battuta dei Malandrini riuscisse a tirarlo così su di morale.
« Oppure » disse ancora James, come illuminato, « cosa ancor più grandiosa, punti tutto sul Quidditch, entri nel Puddlemore e diventi il mio mito ».
« Bleah » commentò Sirius, disgustato. « Il blu notte lo intristisce, non te lo immagini? L'azzurro dei Tornados, invece, lo valorizzerebbe molto ».
« Va bene » sentenziò alla fine l'altro, « abbiamo capito che Sirius diventerà un maledetto stilista gay. Giornata da ricordare, gente ».
Sirius scoppiò nella sua risata simile a un latrato.
« Quando io diventerò gay, amico mio » disse lentamente, come a dare importanza alla frase, « la Banks diventerà brutta! » concluse ad alta voce, così che Scarlett, lì vicino, potesse benissimo sentirlo.
La ragazza si voltò di scatto, come una furia.
« Che cosa divento io? » sbottò, irata. « Ma come ti permetti, Black? Va' al diavolo! »
A Sirius, improvvisamente, scomparve del tutto il sorriso dalle labbra.
« Ma Banks... » borbottò, andandole dietro. « Per amor di Merlino, ti ho fatto un complimento... »
« Mi hai detto che diventerò brutta, deficiente! » rispose lei, parecchio alterata. « Lo hai urlato davanti a tutti! Allontanati da me! »
« Ma... ti sei persa la prima parte della frase... » cercò di precisare lui. « Era il ragionamento per assurdo... il ragionamento del contrario... hai capito? Banks! »
Ma Scarlett si allontanò a grandi passi, sotto lo sguardo furibondo di tutte le sue amiche e quello divertito dei Malandrini.
« Porca miseria... » imprecò Sirius, scocciato. 
Gli altri fecero fatica a riprendersi dalle risate, soprattutto vedendo lo sguardo totalmente sperduto di Sirius.
« Non ne fai mai una giusta, eh, Felpato? » esclamò James tra una risata e l'altra. « Vuoi proprio farti odiare, ammettilo! »
Lui si avvicinò nuovamente agli amici, ancora parecchio scosso, e non disse nulla.
« Stavolta la vedo dura per te » commentò Remus saggiamente. « L'hai fatta grossa, vecchio mio ».
E Sirius non potè che essere assolutamente d'accordo con lui. Si incamminò insieme agli amici mestamente, iniziando già a riflettere attentamente sulle scuse che avrebbe dovuto fare a Scarlett e su quanto avrebbe faticato per riconquistarla. Sempre che l'avesse mai conquistata davvero.
 
 
*  *  *
 
 
La mattina seguente, in Sala Grande, le quattro tavolate erano animate da un subbuglio e un'agitazione diversi dal solito. Tutti i ragazzi dell'ultimo anno, infatti, erano parecchio ansiosi e curiosi di affrontare la loro giornata di orientamento professionale ed erano tutti intenti a confrontarsi su quali incontri avrebbero seguito e sulle carriere che avrebbero voluto intraprendere.
Al tavolo di Grifondoro, le ragazze erano tutte già particolarmente prese dalle loro chiacchiere mattutine quando i Malandrini le raggiunsero insieme a Frank.
« Buondì, belle fanciulle » salutò James con un sorriso smagliante, chinandosi verso Scarlett per ricevere il suo bacino giornaliero, mentre anche gli altri ragazzi salutavano l'allegra combriccola. « Tutto bene? », domandò, lanciando un'occhiolino a Lily, che abbassò timidamente lo sguardo, sorridendo.
« Alla grande » rispose Scarlett, ricambiando il sorriso. Sirius la guardò titubante, poi si decise a parlarle.
« Ce l'hai ancora con me, bella Banks? » chiese, scrutandola in attesa.
La sera prima, infatti, Sirius aveva preso coraggio e si era deciso di affrontare di petto Scarlett, ancora furibonda con lui per quello che era successo alla fine dell'ora di Trasfigurazione. Si era scusato per la frase poco felice e, solo dopo un'attenta ricostruzione dei fatti accompagnata dalle testimonianze dei Malandrini, la ragazza si era convinta a prendere per buono il fatto che si fosse trattato solo di un malinteso e aveva accettato con qualche riserva le scuse di Sirius, il quale, però, non era ancora sicuro di aver ricevuto il suo pieno perdono.
« Quando mai io non ce l'ho con te, Black? » rispose lei piccata, anche se un sorriso le aveva increspato le labbra subito dopo aver finito la frase.
Sirius capì dal suo volto a metà tra il severo e il divertito che stava solo giocando, e le rivolse un gran sorriso, che lei ricambiò.
« Pronte per gli incontri di oggi? » chiese dopo un po' James a tutte, iniziando a prendere una bella scorta di pane tostato e uova.
« Stavamo proprio parlando di questo » rispose Emmeline, sorseggiando il suo succo di zucca. « Ci chiedevamo quando ci daranno gli orari precisi ».
Tutti si voltarono verso il tavolo degli insegnanti per vedere se i professori avessero intenzione di consegnare loro l'elenco dei colloqui con gli orari, e si accorsero che la professoressa McGranitt aveva appena iniziato a distribuire dei fogli ad alcuni ragazzi seduti all'inizio della tavolata.
« Mi sa che sono quelli, Mel » fece Remus, sporgendosi per vedere meglio.
La professoressa non tardò ad arrivare ai loro posti e lasciò una decina di pergamene sul tavolo. Poi si rivolse a James e Sirius.
« Che non vi venga in mente di combinarne una delle vostre durante gli incontri di oggi, signorini » disse la McGranitt, osservandoli con aria severa. « Sappiate che vi giocate la carriera, quindi comportatevi bene per una volta ».
I ragazzi risero, mentre la donna si allontanava per completare il suo lavoro. 
« Non si preoccupi, prof » le rispose James, alzando un braccio. « Saremo degli angioletti! »
« Come sempre! » gli fece eco Sirius, sogghignando.
Tutti scoppiarono a ridere, e James potè giurare di aver visto un mezzo sorriso spuntare anche sul volto della professoressa.
« Accidenti, non avevo pensato di combinare qualche casino oggi, » stava commentando Sirius, iniziando a mangiare la sua lauta colazione, « ma adesso che la prof è stata così gentile da farmici pensare, quasi quasi... »
« Sirius, smettila » lo redarguì subito Remus, guardandolo severo. « Vuoi rimanere disoccupato a vita? »
« Mmm » rispose lui, riflettendo sulla possibilità. « Non sarebbe una cattiva idea, sai? Però, dai, mi annoierei troppo a stare sempre a casa, non trovate? »
« Saggia decisione, Felpato, saggia decisione » convenne James, mentre iniziava a scorrere la lista degli incontri. « E poi si sa che il lavoro è il primo antidoto contro la noia, no? Si lavora principalmente per quello ».
Sirius rise e annuì. « Tu sì che mi capisci, Ramoso ».
Anche James sorrise di rimando e iniziò a studiare il suo foglio con più attenzione.
« L'incontro con gli Auror è alle sei del pomeriggio » disse quasi subito rivolto all'amico, individuando la sua meta predefinita. 
« Già » rispose invece Lily, annuendo. « Vai anche tu, no, James? » chiese, ricordando ciò che lui le aveva detto alla loro prima ronda riguardo la sua volontà di diventare un Auror.
« Sì, certo » rispose lui, sollevando lo sguardo. « Possiamo andarci insieme, se ti va ».
Lei lo osservò e annuì con un sorriso. Era strano sentire James proporle qualcosa da fare insieme senza quel tono perennemente borioso e presuntuoso, ma anzi al contrario con estrema tranquillità e spontaneità. Piacevolmente strano.
« Noi ci uniamo a voi, allora » intervenne Alice, mentre Frank annuiva.
« Siamo un bel po', quindi » fece Sirius, iniziando a contare gli aspiranti Auror. « Quattro, cinque... Mary, tu che intenzioni hai? ».
La ragazza distolse lo sguardo dalla sua pergamena e lo guardò. « No, non se ne parla » rispose, scuotendo il capo. « Troppo difficile, e poi non mi appassiona. Credo che andrò dai giornalisti della Gazzetta del Profeta, magari potrei occuparmi della sezione sul Quidditch, mi piacerebbe ».
Sirius annuì, concentrandosi nuovamente sulla sua lista.
« Andrai anche ad altri incontri? » domandò poi Lily a James.
« Non saprei... » rispose lui, continuando a leggere. « Io voglio fare quello, è chiaro, però a questo punto non sarebbe male informarsi anche su altro, visto che non è sicuro che saremo ammessi... tu che cosa hai intenzione di fare, Lily? »
« Ieri avevo pensato di passare anche dai Medimagi del San Mungo » rispose lei, riflettendo. « Non mi dispiacerebbe fare Guarigione, anche se la mia ambizione è senza dubbio quella di diventare Auror. Credo che ci passerò, comunque ».
« Non vieni con noi da quelli del Wizengamot, Lily? » chiese Emmeline. « Io e Scarlett andiamo lì ».
« No » rispose subito lei. « Magisprudenza non fa per me ».
« Già, Scar, tu che fai? » chiese James a quel punto. « A parte andare dai tipi del Wizengamot, ovviamente » aggiunse, conoscendo bene il desiderio dell'amica di entrare nell' Ufficio Applicazione della Legge sulla Magia.
« Non lo so, sai? » rispose lei, pensierosa. « Vorrei passare anch'io dalla Gazzetta del Profeta con Mary, non sarebbe male fare giornalismo. E poi magari faccio una capatina anche dagli Auror, almeno per informarmi ».
« Niente Gringott come papà? » fece James, sorridendole. Il signor Banks, infatti, era uno dei pochi maghi a lavorare alla Banca magica, perlopiù gestita dai folletti.
« No, niente Gringott come papà » confermò la ragazza, « né Guarigione come mamma ».
« A proposito di tua madre, Scar » fece Lily, gli occhi ancora puntati sul suo foglio. « Guarda un po' chi viene oggi dal San Mungo! ».
Scarlett prese la sua pergamena e ricercò la sezione che riguardava la Guarigione che prima aveva saltato, leggendo tra i Medimagi che sarebbero intervenuti il nome di sua madre.
« No! » esclamò Scarlett, portandosi una mano alla bocca. « Viene mamma oggi, James! » 
Il ragazzo si illuminò. « Charlotte Banks verrà qui oggi? » domandò, come se fosse una notizia particolarmente sconvolgente. 
« Sì » confermò la ragazza. « E dovrebbe essere qui tra poco, visto che è il primo incontro di oggi ».
James parve leggermente sconvolto dalla notizia, e anche parecchio esaltato.
« La mia Charlotte! » esclamò, palesemente emozionato. « Quanto tempo che non la vedo... Sirius! »
« Cosa? » fece quello, annoiato.
« La mia Charlotte! »
« Ho capito! »
« E comunque » intervenne Scarlett, ridendo. « Sarebbe di mio padre, se proprio vogliamo essere precisi e giusti... »
Ma il ragazzo non le prestò ascolto, troppo preso dalla sua felicità per replicare. Una voce squillante alle sue spalle, però, lo fece sobbalzare insieme a Scarlett.
« Hai visto? » esclamò senza preamboli Miley, piombando sulla panca come un razzo.
« Brutta idiota, mi hai spaventata! » sbottò Scarlett, massaggiandosi piano il petto. « Visto cosa? Diamine, saluta almeno! »
La ragazza le battè qualche pacca sulla spalla.
« Scusa, sorella. Ciao a tutti, eh » salutò, sorridendo. « Comunque, hai visto che viene la mamma? Me l'ha detto John! Che bello, mi mancava da morire! »
« A te manca già dopo due giorni, a dire il vero » precisò l'altra, offrendole un calice di succo di zucca.
« Esatto » confermò Miley, bevendone un sorso. « Non sono mica come te, che sei insensibile e senza cuore ».
« Tranne che con me » s'inserì James, sorridendo compiaciuto. « Snobba chiunque e non vuole essere mai abbracciata, ma James... beh, è James ».
Le ragazze risero. A pensarci bene, in realtà, era proprio così.
« Comunque, sì, l'ho letto, cara e affettuosa sorellina » riprese Scarlett. « Stavo parlando proprio di questo. Che fiori le regalerai stavolta, James? »
Il ragazzo divenne d'un tratto serio. Non aveva pensato al tradizionale rituale dei fiori che lo legava a Charlotte. Quella visita inattesa lo aveva colto impreparato.
« Hai ragione » rispose, pensieroso. « I fiori... mmm... vediamo... Che ne dite di un bel mazzo di viole? »
Le due si scambiarono uno sguardo di approvazione e annuirono col capo.
« Ottime » commentò Miley, convinta. « Farai sicuramente colpo ».
Tutti e tre scoppiarono a ridere. Era esilarante vedere l'impegno che James metteva ogni volta che incontrava Charlotte per essere galante e perfetto.
« A questo punto potremmo andare nel Salone d'Ingresso... dovrebbe arrivare a momenti » fece Miley, alzandosi.
Anche gli altri due la seguirono. « Sì, andiamo! » esclamò James.
« Calmati, però » lo tranquillizzò Scarlett, notando il suo entusiasmo fin troppo evidente. « Ragazze, noi andiamo a vedere se mia madre è già arrivata, siamo nel Salone d'Ingresso » disse poi, rivolta alle amiche.
« Okay » rispose Lily per tutte. « Finiamo la colazione e ti raggiungiamo ».
« Miley, aspetta ».
Remus si era alzato dalla panca e aveva fatto qualche passo verso la ragazza, che si fermò.
« Remus... dimmi » fece lei, guardandolo con un lieve sorriso sul volto.
« Ascolta » disse lui passandosi la lingua sulle labbra. « Ehm... volevo dirti che questo pomeriggio non posso venire a fare Pozioni, perché l'incontro di Magisprudenza è alle quattro, quello con la Gazzetta alle cinque e ancora subito dopo ci sono gli Auror, quindi... quindi beh, mi dispiace, davvero, ma non posso proprio... »
« Ma non fa niente » lo interruppe lei, il sorriso più ampio e caloroso. « Tranquillo. Lo sai che ci sono quando vuoi ».
Lui ricambiò debolmente il sorriso. Gli dispiaceva sinceramente tanto non poterla incontrare, quel pomeriggio. Sarebbe stato bello avere l'opportunità di fare ancora due chiacchiere con lei, discutere su qualsiasi cosa passasse loro per la mente ascoltando il lento ribollire della pozione sul fuoco. Si era accorto che con Miley, infatti, poteva parlare di qualsiasi cosa, e lei, con i suoi soliti strani discorsi, riusciva a catapultarlo da un argomento all'altro con estrema e sbalorditiva facilità. Andava a quelle ripetizioni per imparare, ovviamente, ma erano diventate così piacevoli che rimandare un incontro gli sembrava come perdere un'occasione preziosa per stare in sua compagnia, e questo, inspiegabilmente, lo dispiaceva molto più del normale.
« Grazie mille, Miley » mormorò, grattandosi distrattamente il capo.
« Non fare lo stupido » sorrise di rimando lei. Si allontanò con James e Scarlett, facendo un cenno con la mano, e per un attimo rimase intontita a contemplare il sorriso che lui le aveva rivolto in risposta.
« Sto bene? » fece ansioso James, passandosi entrambe le mani tra i capelli e guardando a turno le due sorelle. « Scar, aggiustami la cravatta, per favore ».
La ragazza sospirò e gli sistemò velocemente il nodo della cravatta rosso e oro che lui teneva parecchio lento.
« Allora, ora sto bene? » chiese di nuovo. « Dai, voglio un parere sincero ».
« Sei un gran figo » commentò Miley, battendogli un colpetto sul braccio.
« Un figo da paura » confermò Scarlett. « Concordo pienamente con la piccola Banks ».
James sorrise radioso e passò un braccio intorno alle spalle di entrambe, stringendole a sé.
« Quanto vi voglio bene... » mormorò con affetto, scoccando un bacio sul capo delle due, che risero sottovoce, intenerite.
Rimasero a chiacchierare per un po', in attesa, quando videro arrivare dal Cortile d'Ingresso un nutrito gruppo di maghi e streghe, guidato dalla professoressa McGranitt, che chiacchierava animatamente con uno stregone stempiato e una donna di mezza età dal volto sereno e rilassato.
Le sorelle si fiondarono su di lei senza esitare.
« Sorpresa! » esclamarono simultaneamente, battendo le mani contente.
Miley strinse la madre in un caloroso abbraccio, mentre Scarlett si limitò a sorridere.
« Ragazze! » fece la donna. Aveva un tono di voce leggero e frizzante, molto soave. I capelli biondi e ondulati le donavano un'aria elegante e circondavano il suo volto gentile e gioviale, mentre gli occhi scuri risaltavano sulla carnagione pallida. « Siete già qui? Non me l'aspettavo... Che belle che siete. Scarlett, abbraccia tua madre, non fare la sostenuta come sempre, su ».
La ragazza rise e si lasciò stringere con dolcezza.
« Come state? » chiese infine Charlotte, osservandole con attenzione. « Oh, ma quello è James! Tesoro, ma ciao, dammi un bacio ».
James si diresse senza indugiare verso di lei, facendo subito comparire dal nulla il mazzo di viole che aveva programmato di donarle.
« Per te, Charlotte » disse, porgendogliele con un sorriso brillante sul volto. « Bella come non mai ».
La donna gli scoccò un bacio sulla guancia, affettuosa.
« Viole questa volta, James caro? » osservò, sorridendo anche lei. « Meravigliose, sono senza parole, ti ringrazio ».
Lui fece un cenno col capo, parecchio felice di aver fatto centro anche quella volta.
« Come stai? » domandò Scarlett alla madre. « Ti vedo in forma ».
« Grazie, tesoro, sto molto bene » replicò lei.
« E papà? » fece Miley.
« Benissimo anche lui » fu la risposta. « Vi manda i suoi saluti e vi abbraccia forte. E' partito ieri per la Francia, starà fuori qualche giorno per lavoro, ma tornerà presto... Ho visto spesso i tuoi genitori ultimamente, James caro, e... oh, a proposito di questo, temo di avere cattive notizie ».
James si incupì di botto e ascoltò con attenzione, temendo il peggio.
« Ieri, quando ho detto a Dorea che sarei venuta qui a scuola, mi ha raccomandato di ricordarti che non devi mai più dimenticare la lettera settimanale che le invii » spiegò la donna. « Dice che è meglio che tu e Sirius non la facciate preoccupare o potrebbe mandarvi una Strillettera per la colazione del mattino ».
Il ragazzo si allarmò parecchio venendo a sapere delle tremende intenzioni della madre e tornò ad avvertire dentro di sé il senso di terrore che solo lei riusciva a incutergli. Dopotutto, nelle sue vene scorreva il sangue dei Black.
« Ti consiglierei di scriverle subito, anzi » lo esortò Charlotte, tranquilla, e lui annuì fermamente. Lo avrebbe fatto di corsa.
A quel punto, giunsero nel Salone d'Ingresso le ragazze, chiacchierando tra di loro, e si avvicinarono alle amiche.
« Signora Banks! » esclamò Lily, salutandola con calore.
« Lily, tesoro, fatti abbracciare » la attirò subito a sè la donna. « Quanto tempo che non ti vedo... »
Quando si staccò dalla ragazza, notò anche le altre che si avvicinavano.
« Salve, signora Banks » dissero in coro, sorridendo.
« Ragazze, che piacere rivedervi » ricambiò il saluto Charlotte, guardandole una ad una. « Diventate più belle ogni giorno che passa! E' proprio vero che il cibo di Hogwarts fa miracoli! » 
Tutte risero, leggermente imbarazzate, mentre al già nutrito gruppetto si aggiungevano anche i restanti Malandrini.
Fu Sirius ad avanzare per primo, riconoscendo subito Charlotte, anche se non l'aveva mai vista prima. Il suo primo pensiero fu che era assolutamente identica a Scarlett, a partire dai brillanti occhi scuri e dalla forma del viso per poi finire al meraviglioso sorriso lucente.
« Questi sono i miei amici, Charlotte » disse subito James, facendo un cenno verso i tre ragazzi.
La donna li osservò con il suo solito sorriso gentile, soffermandosi a lungo su Sirius.
« Sirius Black » si presentò lui, un accenno di sorriso sul volto rilassato. « Molto lieto, signora Banks ».
Le prese una mano tra le sue e la sfiorò con le labbra sottili. Scarlett, nel frattempo, lo scrutava di sottecchi, attenta. Incredibile come riuscisse sempre ad essere elegante, in qualsiasi occasione e quasi inconsciamente. Sirius non smetteva di stupirla.
« Oh, caro, come sei galante » commentò sua madre, colpita. « Finalmente ci conosciamo. Charlus e Dorea mi parlano di te continuamente ».
La donna, infatti, sapeva che ormai da due anni i Potter avevano accolto in casa loro un altro ragazzo, adottandolo praticamente come un secondo figlio. Fino ad allora, però, non aveva mai avuto occasione di vederlo di persona. Era, se possibile, ancor più bello di come Dorea glielo aveva descritto.
« Sua figlia Scarlett le somiglia in maniera incredibile » osservò Sirius, dopo aver brevemente sorriso. « L'ho notato subito ».
« Beh, sì, me lo dicono tutti » rispose lei, senza smettere di sorridere. « Spero che sia un bene per mia figlia! »
« Lo è senz'altro » confermò lui. 
Lanciò un'occhiata a Scarlett, accorgendosi che era ancora tutta intenta a scrutarlo con estremo interesse. Fu lei che raggiunse quando si allontanò.
« Questo è Remus » stava continuando a dire James a Charlotte, indicando il secondo ragazzo.
Remus sorrise appena e le porse la mano, mormorando timidamente un: « Tanto piacere, signora Banks ».
« Oh, il piacere è tutto mio, caro » trillò lei, stringendola con calore.
« Lui è Peter... » proseguì James, mentre anche lui eseguiva lo stesso procedimento, « e poi, beh, Frank lo conosci già » concluse. Frank salutò.
« Mamma » intervenne poi Miley, « ma tu non dovresti andare con gli altri? Se ne sono già andati tutti ».
« Hai ragione, tesoro » convenne lei. « Vado subito, datemi un bacio. Ma... Scarlett, James, voi chi andrete ad ascoltare oggi? »
« Io vado dal Wizengamot, dalla Gazzetta e faccio un salto dagli Auror » disse Scarlett. « Adesso non posso venire con te, ho un sacco di compiti da fare ».
La donna annuì con un sorriso e le diede un buffetto sull guancia, per poi rivolgersi a James.
« Oh, io andrò ad ascoltare gli Auror e passerò da quelli della Gringott, forse... » rispose lui.
« Capisco, caro » mormorò Charlotte. « Io allora vado... ci vediamo più tardi ».
Rivolse un vago sorriso a tutti e si allontanò, raggiungendo il gruppetto di maghi e streghe che la McGranitt aveva guidato poco lontano da lì.
« Ah... » sospirò James, guardandola andar via. « Ora sì che sono felice ».
Tutti risero, mentre lui si voltava e notava lo sguardo stranamente severo di Lily.
« Potter » disse dura, le braccia sui fianchi, « che cosa dovrei dedurre da questo tuo atteggiamento? Guarda che ti osservo. Non mi piaci così. Non mi piaci affatto ».
Non riuscì a resistere e scoppiò a ridere un attimo dopo, sotto lo sguardo allibito di James.
« Ma Lily » cominciò subito lui, allargando le braccia, « tu conosci il mio amore sconfinato per te. Il mio amore puro, infinito, intriso di storia, ricco di sofferenze e gioie, profondo, impareggiabile e unicamente rivolto a te, mia diletta Lily. Non trafiggermi il cuore con parole così dure e perforanti, non distruggere i miei sentimenti con quel tono tagliente e crudele. Sii magnanima con il misero uomo che ti sta di fronte e non può fare a meno di amarti ».
Quando l'opera teatrale fu ultimata, cadde il silenzio, e lo sguardo di tutti fu puntato verso le sopracciglia di Lily ormai divenute un'unica linea.
« Hai finito? » disse secca, le braccia incrociate al petto.
« Sì » rispose lui, serio. « E dopo questa eclatante dichiarazione d'amore... me lo dai un bacio? »
« Potter! » esclamò lei, colta alla sprovvista. « Ma come ti salta in mente? Quanto sei arrogante, non cambi mai! »
« Dai, Lily, uno piccolo! » insistette James, l'espressione da cucciolo bastonato che solo Sirius riusciva ad eguagliare. « Sulla guancia! »
« Non ti avvicinare, Potter, non provarci nemmeno » lo ammonì lei. Gli voltò le spalle e si diresse verso le scale.
« Minuscolo! » continuò lui, imperterrito, andandole dietro.
« Non mi seguire, lo sai che mi dà fastidio » fu il pronto rimprovero.
« Non ti sto seguendo » la corresse James. « Sto camminando e, ironia della sorte, tu mi stai davanti e parli con me. Dai, su, non farti pregare! »
« Vattene al diavolo » tagliò corto Lily, affrettando il passo.
« Ci vado, se mi dai un bacio » rispose lui innocentemente.
La scenetta andò avanti per molto e si concluse quando Lily lanciò un incantesimo a James per farlo zittire e lui tornò dagli amici con la coda tra le gambe.
La cosa che lo faceva sorridere amaramente, di tutta quella scena, era pensare di poter ridere ancora di quell'amore che dello scherzo, ormai, aveva perso ogni traccia.
 
 
*  *  *
 
 
Alle sei di quel pomeriggio, i ragazzi del settimo anno che dovevano recarsi dagli Auror si incamminarono verso l'aula di Difesa Contro le Arti Oscure nella quale si sarebbe tenuto l'incontro. Nella Sala Comune di Grifondoro, in quel momento, Alice teneva già a braccetto Frank, mentre Remus e James parlottavano in attesa che scendesse Sirius dal Dormitorio, visto che aveva perso tempo cercando le sue mutande preferite non si sa come disperse e aveva giurato che non sarebbe sceso se prima non le avesse ritrovate. Passarono alcuni minuti prima che arrivasse rilassato dagli amici, le mani come sempre affondate nelle tasche e l'espressione del tutto distesa.
« Sono quasi le sei! » lo rimproverò James, picchiettando un dito sul suo orologio. « Non possiamo arrivare in ritardo! »
« Ma dai, e secondo te cominceranno alle sei in punto? » rispose lui, indifferente. « Quei fottutissimi Auror se la prenderanno più che comoda, fidati ».
« Vorrei proprio vedere come la prenderesti se qualcuno, quando lo diventerai anche tu, ti chiamasse quel fottutissimo Auror » lo apostrofò Remus.
« Perché, sarebbe un insulto? »
Remus e James decisero che era meglio lasciar perdere e si scambiarono un'occhiata a metà tra il rassegnato e l'esasperato.
« E poi » proseguì con fermezza Sirius, fissando lo sguardo su James, « anche la tua dolce metà deve ancora arrivare, quindi dovresti fare la ramanzina soprattutto a lei ».
Alle parole "dolce metà" James parve illuminarsi e probabilmente si perse tutto il resto della frase.
« La mia Lily può arrivare quando vuole » disse. « Il mondo deve adeguarsi a lei, non il contrario. Ricordatelo sempre, Felpato e... oh, eccola lì! »
Senza guardare nient'altro che lei, si avvicinò e le sorrise radioso mentre scendeva trafelata gli ultimi scalini rischiando di cadere a terra.
« James! » esclamò quando lo vide, riprendendo fiato. « Scusami, è tardi, lo so... Mary mi ha nascosto tutte le scarpe per vendicarsi di uno scherzo che le abbiamo fatto l'altro giorno e... e nessuna delle altre porta il trentacinque, allora... non potevo scendere scalza, no? E... »
« Lily... » la interruppe James, ridendo. « Per Merlino, respira. Sta' calma, aspetta, sei tutta scombinata... »
Le sistemò i capelli arruffati con qualche gesto rapido della mano e le sorrise.
« Mamma mia, non mi sono pettinata! » saltò su, portandosi entrambe le mani alla bocca. « Scusa, James, non... grazie per avermi... resa... decente... »
Lui scosse la testa, senza smettere di sorridere. Era straordinariamente carina.
« Tranquilla » mormorò. « Andiamo, signorina porto il trentacinque? » scherzò, facendola ridere. « Ma hai davvero un piede così piccolo? »
« E' minuscolo, sì » fece lei, annuendo più volte. « Non trovo mai delle scarpe carine, dovrei andare nel reparto per bambini... oh, Remus, ciao! Black... »
Sirius fece un cenno, Remus sorrise gentile.
« Sbrighiamoci, su » disse inespressivo il primo, cominciando a camminare.
Lo lasciarono andare per conto suo e camminarono insieme ad Alice e Frank chiacchierando su ciò che stavano andando ad affrontare.
Quando giunsero all'ingresso dell'aula, gli Auror erano già arrivati ma, a quanto pareva, non avevano ancora iniziato e discutevano sottovoce tra loro.
Il gruppetto si avvicinò il più possibile e aspettò in silenzio, come il resto degli studenti presenti.
Gli Auror erano solo in tre. C'era una strega dall'aspetto atletico che mostrava una cicatrice lungo tutto quanto il braccio destro, un giovane ragazzo magrolino dai lunghi capelli ricci che indossava abiti larghi il triplo della sua corporatura e un uomo dal volto deformato da tagli profondi che teneva stretto in mano un lungo bastone intarsiato. Quest'ultimo mancava di un occhio e, a quanto pareva, lo aveva sostituito con un bulbo blu elettrico che vagava per tutta l'aula come per conto proprio, il che lo rendeva piuttosto inquitante.
« Bene, ci siamo tutti? » disse dopo un po' ad alta voce il ragazzo dall'aspetto singolare. Si sfregò le mani e guardò tutti con un gran sorriso. « D'accordo, io sono Jim Ward e lei è Cindy Rogers. Noi due stiamo per diplomarci e concludere il corso per Auror, mentre lui, sicuramente lo conoscete già, è uno dei cacciatori di maghi oscuri più importanti del Dipartimento Auror al Ministero, Alastor Moody ».
La ragazza salutò con un gran sorriso gioviale, mentre Moody grugnì indistintamente.
« Bella presentazione, Ward, ma non credere che questo cambierà le sorti del tuo esame di Occultamento e Travestimento » disse burbero, rivelando una voce roca. Il ragazzo arrossì e sorrise appena, imbarazzato. « Su, parla e cerca di andare al sodo. Non abbiamo tutta la giornata ».
« Certo » si affrettò a dire lui, annuendo freneticamente. « Bene, ehm... »
« Okay, prendete pure posto, ragazzi » intervenne decisa Cindy, sorridendo al compagno e notando che si era fatto prendere dal panico. Effettivamente, Moody aveva una straordinaria capacità di mettere in soggezione chiunque, e tutti i ragazzi se ne accorsero subito.
Iniziarono a sistemarsi a due a due nei banchi dell'aula: Alice prese, come suo solito, posto accanto a Frank, mentre Sirius, che si stava sedendo accanto a James, venne bruscamente afferrato per la collottola da Remus, il quale lo condusse al banco insieme a lui, lasciando che fosse Lily a prendere posto accanto all'amico, che, quando la vide accomodarsi vicino a lui, le sorrise estasiato.
« Bene » iniziò lei, rivolgendosi al suo pubblico. « Siete in tanti, vedo! Beh, spero restiate così numerosi anche al momento della vostra iscrizione ai corsi! Ma sì, lo sarete, voglio essere ottimista! »
Tutti i ragazzi risero e Sirius commentò: « Che figa, questa tizia », facendo sbuffare annoiato Remus.
« Allora, gente, come ovviamente tutti saprete, gli Auror sono membri del Ministero della Magia e fanno parte di uno dei suoi sette dipartimenti. Il nostro compito è quello di combattere le Arti Oscure e tutti i suoi sostenitori e il percorso di studi che dovete affrontare per unirvi a noi dura tre anni. Il nostro Quartier Generale si trova al secondo livello all'interno della sede del Ministero ».
La ragazza conquistò immediatamente la piena attenzione di tutti, e proseguì.
« Dunque, iniziamo con i requisiti preliminari che servono agli aspiranti Auror per frequentare il corso di formazione » riprese. « Innanzitutto, il primo passo per essere scelti è raggiungere al termine della vostra esperienza scolastica un totale di non meno di cinque M.A.G.O. con una votazione non inferiore a Oltre Ogni Previsione... eh, lo so, ragazzi, è dura » fece subito, notando il brusio deluso che era sorto in seguito alle sue parole.
« Significa che dovrete impegnarvi parecchio in questi ultimi mesi » li esortò. « Beh, vi consiglierei di mettervi sotto soprattutto in Incantesimi, Trasfigurazione, Pozioni e in particolare Difesa contro le Arti Oscure, che sarà il fulcro del vostro studio in futuro, perché sono le materie che più di tutte vi serviranno anche dopo Hogwarts ».
Alcuni ragazzi annuirono stancamente, immaginando già la fatica e i sacrifici che avrebbero dovuto affrontare per raggiungere quei maledetti M.A.G.O.
« Una sezione del nostro dipartimento dedicata alla recluta dei nuovi iscritti esaminerà le vostre domande che manderete più o meno a marzo, e farà una prima scrematura, promuovendo solo chi avrà raggiunto i risultati che vi ho elencato prima. Chi passerà questa prima selezione, verrà poi convocato nel mese di agosto per sostenere una serie di esami attitudinali e psicologici, utili a valutare la vostra motivazione a intraprendere questa difficile carriera, e una prova di Difesa pratica, per testare il vostro livello base di capacità nel combattimento ».
L'attenzione che i ragazzi le rivolsero man mano che andava avanti nella sua spiegazione fu crescente. 
« I risultati dei vostri test vi giungeranno presto » continuò lei. « Entro la fine di agosto vi verrà comunicato se siete ammessi al corso di Auror, che avrà inizio il primo settembre, esattamente come ad Hogwarts. Non è una scelta casuale, gente, lo hanno fatto per non farvi subire il trauma del vostro primo non primo giorno di scuola »
Un'altra fragorosa risata si fece largo tra gli studenti, a cui si unì anche la stessa ragazza e Jim, che, nel frattempo, sembrava essersi ripreso dallo shock post sgridata di Moody. Il ragazzo, infatti, si unì a Cindy nella spiegazione di tutte le materie teoriche e pratiche che sarebbero state oggetto del loro studio e degli esami che avrebbero dovuto affrontare. Avevano di fronte un percorso davvero difficile e tortuoso, questo era indubbio.
Dopo la loro dettagliata spiegazione su ogni aspetto del corso, i ragazzi diedero spazio alle domande e ai dubbi degli studenti, alcuni dei quali si fecero avanti e chiesero tutto ciò che passasse loro per la mente. I giovani risposero a tutti i loro quesiti, gentili e disponibili, e, giunti alla fine dell'incontro, lasciarono la parola a Moody.
« Abbiate ben chiara una cosa » esordì senza preamboli, scrutandoli attentamente sia con l'occhio normale che con quello magico. « Diventare Auror è una cosa seria, chiaro? Si corrono pericoli che voi non riuscite neanche ad immaginare, quindi non pensate che sarà una passeggiata o che basti conoscere gente importante per diventarci, perché non è così. Solo i migliori ce la fanno, e di solito sono pochissimi. Pensateci bene e fatelo solo se vi sentite realmente pronti, non voglio mollaccioni o perditempo tra i piedi ».
Quel discorso finale lasciò terrorizzati non pochi studenti che lo stavano ascoltando, sia per quello che aveva detto, sia perché già il solo aspetto di Moody non lasciava presagire nulla di buono. Fu Cindy, infatti, a riprendere in mano la situazione, tentando di riportare la tranquillità.
« Bene! » esclamò, incoraggiante. « Spero di essere stata abbastanza chiara ed esaustiva nelle spiegazioni... e anche Jim, ovviamente » aggiunse, facendo cenno al compagno. « E mi auguro che le parole di Alastor non vi abbiano terrorizzato a tal punto da farci attendere invano le vostre iscrizioni il prossimo anno! »
La tensione portata dal discorso di Moody si allentò notevolmente grazie alla sua battuta, e anche alcuni tra i ragazzi maggiormente traumatizzati sorrisero debolmente, leggermente rincuorati.
« E' stato un piacere, ragazzi » concluse la ragazza, sorridente. « Vi ringrazio per l'attenzione e vi auguro un buon proseguimento di anno scolastico. E mi raccomando, studiate! »
I ragazzi ricambiarono il suo saluto al quale si era unito quello di Jim e un verso incomprensibile di Moody, poi iniziarono a lasciare tutti l'aula.
Lily e James si scambiarono uno sguardo prima di alzarsi, poi aspettarono gli amici e seguirono gli altri verso l'uscita.
« Grandioso, eh? » commentò Frank, acceso dall'entusiasmo. « Io e Alice non vediamo l'ora di cominciare... sempre se ci prendono, è chiaro ».
« Se non prendono noi due, tesoro, non prenderanno nessuno per i prossimi vent'anni » fece la fidanzata, ridendo divertita.
« Ah, ovviamente lo penso anch'io » rispose l'altro, ridendo anche lui. « Ma avete visto quel Moody? »
« Bel soggetto » fece Sirius, annuendo convinto. « Proprio un tipo okay, non c'è che dire. Porco Salazar, ha una faccia spaventosa! Ma è così che dobbiamo ridurci? Wow, addio ragazze allora... »
James, Remus e Frank sospirarono all'unisono. Eccolo, il pallino di Sirius.
« Temi per la tua beltà, Felpato? » scherzò James. « Ti ci vedo, a camminare con un bastone e un occhio in meno, già ».
« Credo che preferirebbe morire piuttosto che vedere il suo bel viso anche solo leggermente graffiato » intervenne Remus. « Evidentemente, non vuole proprio seguire il mio stile » concluse con un sorriso, facendo riferimento al suo volto deturpato dalle numerose ferite.
« No, Lunastorta » lo contraddisse Sirius. « Tu sei un fottutissimo modello di stile per tutti noi, fidati ».
Remus scoppiò a ridere e scosse il capo.
« Comunque, devo farti i miei complimenti, Sirius » disse di nuovo James, serio. « Con la ragazza Auror non ci hai neanche provato... Bravo ».
Lui ghignò, gettandogli un'occhiata, ma non disse nulla.
« Ha detto che era figa, però... sto citando » aggiunse Remus, ben attento a prendere le distanze dal pensiero dell'amico.
« Oh, beh, figa lo era » convenne l'altro, annuendo comprensivo.
Continuarono a chiacchierare allegramente tra loro fin quando non arrivarono in Sala Comune. Dopo aver varcato il buco dietro il ritratto, videro Scarlett, Emmeline e Mary intente a giocare una partita di Spara Schiocco sul pavimento.
« Mel, anche quello sfigato di mio cugino Pierce se la cava meglio di te a questo gioco » commentò Scarlett, scuotendo il capo.
« Pierce? » fece James, avvicinandosi. « Quel tipo secchione e lentigginoso che sostiene di essere vostro parente e viene a rompere ogni tanto in estate? »
« Proprio lui » confermò la ragazza, ridendo. « Ti ricordi quando io, tu e Miley lo abbiamo fatto gettare nello stagno e suo fratello Stefan gli ha fatto Evanescere le mutande? »
Lui rise e annuì.
« Già... » mormorò, perso tra i pensieri. « Che grande suo fratello... Comunque, ma voi che state facendo? Non dovevate studiare? »
« Ho fatto copiare loro i compiti » rispose Emmeline, sorridendo. « Non andava neanche a me di guardarle studiare... è noioso ».
« E brava la nostra Emmeline! » intervenne Alice, entusiasta. « Datemi il tema di Incantesimi, allora, su ».
« Certo » annuì subito Mary. « Ma prima, ringrazia sentitamente la tua generosa amica per la sua disponibilità ».
Lei annuì, e si inchinò alla ragazza. « Emmeline Vance » disse, solennemente, « grazie ».
Emmeline scoppiò a ridere. « Smettetela! » esclamò alla fine, fintamente esasperata dalla loro presa in giro.
Mary e Scarlett si scambiarono un sorriso soddisfatto e, contemporaneamente, diedero dei colpetti sulle spalle dell'amica.
« Abbiamo fatto un ottimo lavoro con lei » fece la prima, osservandola fiera da capo a piedi.
« Ci abbiamo messo sette anni, ma alla fine ci siamo riuscite » convenne Scarlett, battendo un cinque a Mary. 
James rise e si sistemò sul divano, dove si accomodò anche una troppo silenziosa Lily.
« Alla fine non sei neanche passata dagli Auror, quindi » disse James rivolto a Scarlett.
« No » rispose lei. « Ho pensato che mi avreste informato voi e ho preferito andare a studiare... o meglio, copiare » precisò infine, sorridendo soave ad Emmeline. « Piuttosto, come è andato l'incontro? »
Lily alzò lo sguardo, ma non disse nulla. Fu James a parlare.
« Bene » fece tranquillo, rilassandosi sullo schienale del divano. « Moody, uno degli Auror più importanti del Ministero, ha tentato di traumatizzarci e di farci cambiare mestiere, ma a parte questo tutto okay. I ragazzi ci hanno fatto una bella impressione, invece... soprattutto a Sirius » concluse, guardando l'amico che si avvicinava e aveva un ghigno accennato sul viso.
Si chinò a terra e sedette accanto a Scarlett, guardandola.
« A te com'è andata con i tipi del Wizengamot? » le chiese, sorridendo.
« Bene » rispose lei, ricambiando il sorriso. « Magisprudenza mi sembra una scelta giusta ».
Lui annuì e per qualche secondo tacquero entrambi.
« Prova ad immaginarti il nostro futuro » disse all'improvviso Scarlett, riprendendo a parlare dopo qualche momento di riflessione, e lui a quelle parole trasalì appena, chiedendosi cosa diavolo intendesse. « Io sarò un giudice rinomato e darò la caccia a te, che, dopo essere diventato Auror, hai rivelato la tua natura criminale, uccidendo gente innocente e seminando il panico al Ministero in un giorno di particolare follia. Che ne dici? Ti piace come idea? »
Lui la fissò qualche secondo, riprendendosi, poi scoppiò nella sua solita risata simile a un latrato.
« Parecchio » approvò. « Posso aggiungere qualche dettaglio piccante, se mi permetti? » 
Non attese risposta e proseguì con un ghigno. « Tu mi acciufferai, ovviamente, perché sei astuta, intelligente e tutto quanto... rimarrai sedotta dal mio fascino indiscutibile e ti innamorerai di me, così trascorreremo il resto della nostra vita da clandestini e il mondo ci cercherà invano. Eh? »
Scarlett aggrottò le sopracciglia, trattenendo il sorriso che lottava per liberarsi.
« Cos'è, un fantasy? » domandò, cedendo alla tentazione di mostrare il suo divertimento. « La fantasia non ti manca di certo, Black, complimenti ».
« Ti ringrazio, bella Banks » rispose lui. « Ma ricordati che la realtà spesso supera la fantasia... quindi pensa un po' a che grandiosa storia d'amore stiamo andando incontro ».
« Oh » commentò lei, partecipe. « Ma visto che la realtà supera la fantasia, potresti essere tu ad innamorarti di me, rimanendo sedotto dalla mia sconvolgente e sfolgorante bellezza, ovviamente » concluse, sarcastica.
Sirius la osservò, divertito. Adorava il suo modo di stare sempre al gioco e farlo divenire totalmente suo.
« In tal caso allora... non lo escludo » ribattè.
Scarlett lo osservò, senza sapere cosa dire, se sorridere o meno, ma alla fine fu distratta da Lily che si stava alzando dal divano, diretta alla scala a chiocciola.
« Lily... dove vai? » le chiese, sollevando lo sguardo su di lei.
« Oh... a studiare » fu la risposta piuttosto evasiva. Aveva uno strano tono di voce, che Scarlett non aveva mai udito prima.
Scarlett scambiò una rapida occhiata con James, mentre la ragazza si allontanava in silenzio, senza neanche fare un cenno di saluto.
« Che cos'ha? » gli chiese l'amica, senza capire. « E' stata zitta tutto il tempo e ora... è successo qualcosa, James? »
Lui scrollò le spalle, senza smettere di fissare il punto in cui era sparita qualche attimo prima.
« Vado a parlarle » disse infine, riprendendosi.
Si affrettò verso la scalinata prima che si chiudesse la porta del Dormitorio femminile alle spalle e arrivò appena in tempo, richiamandola.
Lily si voltò a guardarlo, stupita. Era salita in Dormitorio col desiderio di stare un po' da sola a riflettere, ma non voleva essere sgarbata con James.
« Hai... bisogno di qualcosa, James? » gli domandò, titubante.
Lui scosse il capo, senza sapere bene come cominciare a parlare. Si mordicchiò il labbro inferiore e fece qualche passo verso di lei.
« No » disse, lentamente. « Io... beh... mi chiedevo se stessi bene. Sei stata in silenzio tutto il tempo da quando siamo usciti dall'aula di Difesa e ho pensato che... che forse hai qualcosa che non va, ecco ». Tacque qualche momento, in attesa, poi chiese: « Ho ragione? »
Lily non rispose immediatamente. Fece uno strano gesto, scrollando le spalle e scuotendo il capo contemporaneamente, poi fissò il pavimento, pensierosa.
« Io... » cominciò a dire. « Non è che ci sia qualcosa che non va... è solo che... »
Non riuscì a trovare nulla da inventarsi lì su due piedi, e alla fine decise di confessare quello che aveva dentro.
« Insomma, è per quello che ci hanno detto quegli Auror » ammise infine, e James la ascoltò con attenzione, serio, senza parlare. « Lo so che ti sembrerà la cosa più stupida del mondo, sono una sciocca, ma... non so, dopo questo incontro ho cominciato a pensare che forse questa carriera non faccia per me. Magari non sono adatta e crollerò dopo un minuto... è così difficile, li hai sentiti... eppure voi sembrate tutti così sicuri... sono così confusa... »
Evitò accuratamente il suo sguardo penetrante per timore di trovarvi commiserazione, ma James provava tutt'altro.
Scelse con cura le parole da utilizzare e parlò con pacatezza, ma animato dal suo solito ardore.
« Lily, nessuno di noi ha la certezza che tutto filerà liscio, posso assicurartelo » le disse. « Credo sia normale avere paura di non farcela, anch'io ce l'ho, ma questo non mi frena. Sta tutto nella forza che possiedi e tu ne hai moltissima, lo sai bene ».
Lily sollevò lo sguardo e incontrò quello di James. Capì che era sincero, come sempre. Parlava con sentimento ed evidentemente credeva nella sua forza molto più di quanto ci credesse lei. Nonostante si mostrasse sempre piuttosto sicura di sé, in certi momenti non poteva negare a se stessa di sentirsi parecchio fragile e insicura di fronte al mondo e, in quei momenti, non era capace di nascondere le sue debolezze.
« E' difficile, lo sappiamo bene, e saremmo veramente degli incoscienti a sottovalutare quello che ci aspetta pensando che sarà una passeggiata di salute... ma non pensi che partendo già con la paura di non farcela saremo sconfitti in partenza? »
James aveva ragione. Abbattersi ancora prima di provarci era inutile, insensato e stupido.
« Lo so, però... forse sono io che non sono all'altezza... »
« Tu non sei all'altezza? » ripetè lui, senza riuscire a credere alle sue orecchie. « Accidenti, Lily, se tu non sei all'altezza, io posso mettermi il cuore in pace sin da subito! »
Lei non potè che sorridere a quella sua esclamazione.
« Sei senza dubbio la studentessa più brillante del nostro anno » proseguì con veemenza. « Sai di cosa sei capace, puoi fare di tutto, ma devi esserne convinta. Sei pronta ad affrontare tutti gli stramaledetti corsi di questo mondo, ma devi avere fiducia in te, d'accordo? »
Lily annuì, continuando a tenere lo sguardo basso senza sapere bene cosa dire. Le parole di James erano state importanti e voleva credere che fossero vere. L'unica cosa di cui era certa, però, era che erano riuscite a rincuorarla come mai avrebbe potuto pensare.
« Guardami » mormorò lui, prendendole con delicatezza il volto tra le mani, e lei lo fece, ricercando dentro di sé la forza per sostenere il suo sguardo.
« Ce la faremo, Lily » disse, convinto, guardando fisso dentro i suoi occhi verdi. « Ce la faremo, te lo prometto. Mi credi? »
Lei raccolse tra le sue le mani di James e le strinse forte. Non seppe spiegarsi perché, ma in quel momento avvertiva il bisogno di sentirlo, di inalare la sua forza e farla propria.
« Ti credo » rispose, sorridendo luminosa, e James fece lo stesso.
Nulla importava che quella promessa non sarebbe stata mantenuta. 
Nulla importava che il tempo non sarebbe bastato per tenerle fede. 
Nulla importava che forze più potenti di loro gli avrebbero impedito di realizzarla.
Ci avrebbero creduto, fin proprio alla fine.









Note della Malandrinautrice: Salve! Allora, eccomi di nuovo qui. Come state? Superato senza lacrime l'Harry Potter Day? Ieri... ci pensate? Il nostro primo anno senza Harry, eppure siamo tutti qui ammucchiati su questo sito a leggere e scrivere balle per ricordarci che non è finito niente. Questo è vero amore, non credete? :') Va bene, la smetto.
Comunque, io non so cosa dire su questo capitolo. E' statico, scritto male e non posso far altro che chiedervi scusa per come è venuto fuori. Davvero, credo di poter essere obiettiva su quel che scrivo e questo capitolo è... un fallimento, sì. Mi dispiace di aver deluso le aspettative, spero intensamente di riuscire a risollevarmi con il prossimo, mi impegnerò moltissimo, promesso!
Comunque, volevo postarvi un'immagine di Charlotte Banks. Indovinate un po' chi è? Proprio la madre di Nina Dobrev! Ho trovato (ovviamente) che fosse assolutamente perfetta per il ruolo! Eccola qui con la nostra Scarlett: 
http://oi49.tinypic.com/23svihs.jpg. Non sono identiche?
Bene, adesso i ringraziamenti. 24, 24, 24! Ventiquattro, vi rendete conto? E stiamo per raggiungere le TRECENTO recensioni! Oddio, vi ripeto che proprio non riesco a crederci. Per me e mia sorella è un sogno.
E ovviamente è lei che devo ringraziare più di tutti. Se non ci fosse, non so proprio cosa farei!
Poi, volevo informarvi che a quanto pare la mia storia non è stata giudicata idonea per le Scelte, quindi ci tengo moltissimo a ringraziare di nuovo tutte le splendide persone che hanno utilizzato del tempo per scrivere quelle magnifiche segnalazioni all'amministrazione: Nearly Headless, Sarah Jones 13, robyevanspotter, Albie, allodola, RAB 95, CatherineC, _LenadAvena_, Sprotte98 e Miri Weasley (che ci ha provato, ma mi ha informata che l'operazione non era più possibile). Vi avrò sempre nel cuore.
E grazie infinite ai 90 delle preferite, ai 14 delle ricordate e ai 128 delle seguite! Grazie mille di cuore!
Grazie ancora, scusate per la schifezza e un bacio enorme a tutti!


Simona_Lupin
   
 
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