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Autore: Levity    29/01/2007    6 recensioni
Seguito di 'Bittersweet in love'. House e Cameron finalmente insieme, e con una novità in più da affrontare. Wilson che comincia a provare sempre più interesse per una certa donna. E poi...

[ NdAdmin: questo riassunto è stato modificato dall'amministrazione poichè non conteneva alcun accenno alla trama. L'autore è invitato a cambiarlo con uno di sua creazione. ]
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Allison Cameron, Greg House
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 3 - UNA SOTTILE LINEA ROSSA

 

-MALEDIZIONE!!!- imprecò Cameron una mattina di quasi tre mesi più tardi, per la terza volta andò in bagno colta da un nuovo, improvviso attacco di nausea…

Dieci minuti dopo ne uscì pallida come un cencio, si scostò i capelli dalla fronte bollente, scosse il capo debolmente: quel giorno avrebbe fatto meglio a stare a casa! Si trascinò fino al telefono e chiamò l’ospedale, House non era a casa con lei quel giorno, in quel periodo seguivano un caso importante e difficile, per questo spesso ognuno dormiva a casa propria a causa della stanchezza.

-Sono la dottoressa Allison Cameron, volevo prendermi un giorno di malattia…- disse lei dopo che un’infermiera ebbe risposto al telefono, tossicchiò mentre dall’altro capo si sentiva il rumore di tasti del computer, -d’accordo, avviserò la dottoressa Cuddy della sua assenza, si rimetta presto- -lo farò, grazie arrivederci…- disse lei con voce piatta prima di riattaccare, brutta giornata decisamente.

Ciabattò verso la camera da letto e si sdraiò sotto le coperte, una mano sulla fronte quasi a voler scacciare il mal di testa, inutilmente, non accennava a volersene andare, strinse forte gli occhi mentre una nuova ondata di nausea l’assaliva “devo cercare di dormire un po’!” pensò amaramente mentre si voltava da un fianco e serrava ancora di più le palpebre aspettando che il sonno la cogliesse…

 

House arrivò in ufficio abbastanza puntuale, il caso che avevano tra le mani lo assorbiva completamente, e non poteva permettersi di tardare più di tanto… entrò nel suo ufficio a passo svelto, un sorriso falso stampato in viso, -buongiorno miei caaaari colleghi!- disse con voce mielosa a Chase e Foreman, poi sorrise dolcemente voltandosi verso Cameron, che però non c’era...

-Dov’è Cameron?- chiese con una nota preoccupata e confusa insieme, -non ne abbiamo idea, ce lo stavamo chiedendo da quando sei entrato, pensavamo fosse con te…- disse Foreman strizzando l’occhio a Chase che sorrise sornione. –Non è con me…- disse lui semplicemente, dando un’occhiata rapida alla lavagnetta vuota, -iniziate a elencare i sintomi del nuovo paziente, sempre se ne abbiamo uno! Io torno subito- concluse zoppicando più velocemente possibile verso lo studio della Cuddy.

-Dove’è Cameron?- disse ad alta voce irrompendo nell’ufficio della donna, -ehi calmati innamorato impensierito!- lo canzonò la donna notando il suo aspetto quasi stravolto, -ha chiamato mezz’ora fa per dire che non sarebbe venuta, non sta tanto bene…- lui si grattò il capo pensieroso, poi andò a cercare il cellulare nella tasca: non c’erano chiamate perse… -House era veramente stanca, probabilmente ha chiamato l’ospedale e si è messa a dormire!- cercò di farlo ragionare Lisa mentre lui alzando la mano le faceva cenno di zittirsi ed usciva, il telefono portato all’orecchio.

 

Un’ora dopo il telefono squillò, svegliandola da un sonno tormentato e febbricitante, ma comunque ristoratore, -p-pronto?- chiese debolmente, la voce grottesca a causa del sonno e del suo stato di salute, -Allison stai bene?- la voce di House dall’altro capo del telefono la fece sorridere: che carino, si preoccupava per lei! –si, certo! Infatti scusa ma stavo uscendo a fare shopping…- ironizzò suscitando una risata dell’uomo, -ho chiesto alla Cuddy come mai non c’eri e lei mi ha detto che non stavi bene e che avevi chiamato per stare a casa, avresti dovuto avvisarmi prima…ero preoccupato…- borbottò lui –scusa, è che ero molto stanca, stavo pure dormendo ma…- -non volevo svegliarti, scusami piccola…- la interruppe lui con voce dolce, -ti lascio tornare a dormire, fammi uno squillo tu quando sei sveglia, ti richiamo va bene?- -d’accordo- disse lei debolmente per poi riattaccare.

Passarono alcuni minuti, che ella trascorse a rigirarsi nel letto in cerca di una posizione comoda per riassopirsi, dopodiché si sedette sul letto sbuffandosi: non riusciva assolutamente a prendere sonno!. Imprecò mentalmente contro il tempismo inappropriato di House e si alzò diretta in cucina, per prepararsi qualcosa di caldo, per arrivare al frigo passò davanti allo specchio che c’era nel salotto, si diede una rapida occhiata dentro, e proseguì… dopo alcuni secondi tornò indietro, e guardò con più attenzione la sua esile figura. Si mise di profilo e cominciò a girarsi da una parte e dall’altra per avere una migliore angolazione, scosse il capo “non è possibile, ma che diavolo…” passò le mani sul proprio profilo partendo dal basso, e si soffermò sui seni, che erano visibilmente gonfi…-oh mio Dio!- esclamò cominciando a realizzare il motivo di quel cambiamento, -non è possibile, non è possibile, non è possibile!!!- continuò a ripetere per tutto il tragitto fino al bagno, dove aprì l’armadietto dei medicinali e ne estrasse una scatoletta rosa…

Non sapeva cosa pensare quando estrasse dalla confezione il test di gravidanza nuovo, lo guardò con occhi spaventati: da quando stava con House il pensiero di avere dei figli era passato in secondo piano, non avrebbe mai neanche osato proporre all’uomo l’idea di avere un figlio insieme, lui d'altronde non pareva averne la minima intenzione, da come ogni volta che passavano la notte insieme prendeva ogni tipo di precauzione si poteva intuire che non volesse nessun pargoletto tra le scatole!

Dopo aver fatto il test lo posò davanti al lavandino, in attesa del risultato…si stringeva le mani davanti alle labbra, era combattuta internamente: da un lato avrebbe voluto che fosse negativo, per non dover affrontare House, ma dall’altro sperava anche di essere incinta, questo avrebbe significato dare una svolta al loro rapporto, ma se invece lui non l’avesse accettato? Se le avesse chiesto di rinunciare e di scegliere tra lui e un figlio cosa avrebbe fatto? Non ne aveva la minima idea, e questo la spaventava molto…

Dopo alcuni minuti prese il test con mani tremanti, poi trasse un bel respiro e lo guardò: una sottile linea rossa andava definendosi nel rettangolino apposito, Cameron prese la scatola per guardarne il significato: era positivo.

  
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