Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Vit25    15/07/2012    3 recensioni
Learn to fly. Imparare a volare. Quello che deve fare Abbie, sedicenne, con non pochi problemi in casa. Vuole cambiare il mondo, renderlo migliore. Dal suo piccolo inizia suonando la sua chitarra elettrica, Mr. Waffle, che sembra essere la sua unica amica.
Dave, diciotto anni. Ragazzo misterioso che non ha una casa. L'unica cosa che può fare è ascoltare musica, che gli ha salvato la vita in molte occasioni. Rifiuta la società e tutto quello che fa ''la massa''.
DAL CAPITOLO 1
...mi scontro contro qualcosa di alto. Non lo vedo interamente, ma ne sono certa. Una camicia a quadri. Alzo la testa lentamente, pronta a porgere le mie scuse alla persona che ho davanti. Qualcosa me lo impedisce. Incontro due occhi smeraldo, di quelli che non vogliono essere guardati. Che non vogliono essere ricordati. Di quelli che possiedono un mondo tutto loro, che non vuole essere inquinato.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

-Vai dalla direttrice su! Ti indico la strada…
E’ stato il ragazzo dagli occhi smeraldo a parlare, non so ancora il suo nome. Lo guardo. E’ bello.
-No- mi impunto- io non ci vado da quella!
Il ragazzo mi guarda scocciato e sembra pensare intensamente a qualcosa. E’ indeciso. Indeciso sul cosa farsene di me sicuramente.
Sposto lo sguardo sul pavimento e inizio a fissare le righe delle piastrelle, seguo tutto il loro corso fino a che non vengono sbarrate dalle pareti, poi inizio a fissare le mie scarpe.
-Vieni con me!- dice il ragazzo ad un tratto, spaventandomi.
Appena riprendo il controllo mi sento afferrare un braccio, anche se senza violenza o cattive intenzioni.
-Ehi aspetta! Non so neanche come ti chiami!
Percorriamo ancora un corridoio e poi ci fermiamo.
Il ragazzo si gira.
-Dave!
Probabilmente notando il mio sguardo confuso aggiunge –Dave, è il mio nome!
-Eh? Ah!
Ora è lui a fissarmi, con uno sguardo strano.
-Perché mi fissi in quel modo?
-Sai, magari mi dicessi il tuo, di nome.
-Uh, giusto, scusa! Mi chiamo… Abbie!
Una smorfia compare sul suo bel viso, ma non ne conosco il significato.
-E… ehm… come mai vivi qua? Da dove vieni? Ah e dove mi stai portando? E…
-Ehi ehi ehi poche domande, Abbie!
Fa fatica a pronunciare il mio nome. Come mai?
Percorriamo ancora qualche corridoio e saliamo alcune rampe di scale.
Osservo Dave, quello era il suo nome, mentre infila una mano nelle tasche dei suoi jeans e ne tira fuori una chiave piccola, color argento e con un portachiavi rosso attaccato. Non riesco a staccare lo sguardo da quel piccolo oggetto, ha catturato la mia piena attenzione e curiosità.
-Ti piacciono i Foo Fighters?
-Eh?- sembra distratto, sta pensando a qualcosa di importante- Si! Sono uno dei miei gruppi preferiti…
Ero stupita, la prima persona che incontro in quel posto squallido ascolta i Foo Fighters. Ora il mio umore è decisamente migliorato. Devo trattenermi dal saltargli addosso e stringerlo in un abbraccio soffocante.
Abbie, riprenderti. Non hai mai pensato queste cose e non devi iniziare proprio ora.
-Che fai? Entri o no?
Dave mi sta tenendo la porta della stanza 99 aperta, è sulla soglia con un braccio comodamente appoggiato allo stipite. La sua camicia ora è aperta, e la canottiera che ha sotto nasconde pettorali scolpiti.
Mi osserva cercando di non farsi vedere, pensieroso e intanto aspetta che la mia mente si svuoti delle grandi preoccupazioni che mi impediscono di entrare in quella che sembra la sua stanza.
Appena torno dai miei sogni ad occhi aperti mi faccio coraggio ed entro. Sono più che stupita, sono meravigliata. E’ decisamente meglio di quel che mi aspettavo. Mi ero sempre immaginata le camere degli orfanotrofi grigie e spente, coi letti di ferro ossidato e un lavandino pieno di calcare che sgocciola a mo’ di metronomo.
Questa stanza mi suggerisce tutto il contrario.
E’ bella e accogliente, le pareti sono verde acceso e il pavimento è in legno. C’è un letto a castello vicino all’ampia finestra e dall’altra parte un altro letto, chissà chi sono i compagni di stanza di Dave, li vorrei conoscere.
-Siediti sul mio letto… è quello là! Io arrivo subito!
Vado lentamente verso il letto singolo osservando il resto della stanza 99. Vicino ai letti ci sono dei piccoli comodini e un armadio occupa tutta la parete più lunga. Ogni angolo della camera è coperto da immagini di band e altri oggetti riguardanti la musica.
Ogni letto ha accanto una bandiera, quello di Dave quella dei Foo Fighters, invece quelle dei compagni di stanza sconosciuti sono una dei Metallica e l’altra dei Sex Pistols, devono essere di certo persone interessanti.
Dopo un po’ Dave rientra con in mano due bibite e degli snack, me ne porge alcuni con una lattina. Iniziamo a sgranocchiare patatine al formaggio, io evito il suo sguardo mentre lui mi fissa, incuriosito.
-Non vorrei essere troppo invadente ma come ci sei arrivata qua?
-Sono scappata…
-Capisco… mi spiace!
-A me no...- mormoro.
-Quando te la sentirai io ci sarò per ascoltare la tua storia…
Non so che rispondere, vorrei dirgli tutto ma al tempo stesso niente.
Mi limito a un –Grazie- accompagnato da un sorriso.
Perché mi fido di lui? Perché mi fa sentire così dannatamente al sicuro?
Non so il motivo, ma anche se l’ho appena conosciuto, ho la certezza che Dave sarà la mia rovina.
Mio malgrado so perché mi fido di lui. E’ perché lui è la prima persona che si prende cura di me da quando mia madre è morta. Non riesco a farne a meno.
-Sai…- ricomincia Dave dopo un lungo silenzio –non chiedermi perché, ma ho la netta sensazione… di averti già vista, da qualche parte, cioè si, oltre al negozio di musica un po’ di giorni fa. Però ecco, non so come spiegarti…
Si è messo nei casini da solo, non riesce più a fare una frase di senso compiuto. E’ così divertente che non riesco a soffocare una risata, ma non lo sto affatto prendendo in giro, è una risata di una persona che già un po’ gli vuole bene.
Non posso. Non devo. Ho bisogno di disintossicarmi.
In questo mondo sono tutti uguali e Dave non è diverso. Uno stronzo come tutti.
Abbie, ficcatelo in testa!
Non ho il tempo di rispondere che la porta si apre di scatto ed entrano due ragazzi. Con la coda dell’occhio vedo Dave sospirare di sollievo ed alzarsi.
-Abbie, loro sono Travis e Stevo, i miei compagni di stanza.

  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Vit25