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Autore: mrsdianablack    15/07/2012    1 recensioni
Oh allora..una long finalmente, l'unica decente che ho completato nell'universo di Buffy. E' ambientata durante la stagione 5 di Angel, subito dopo l'episodio Damage, quello in cui Spike viene ferito dalla cacciatrice pazza. E se Buffy avesse scoperto tutto e fosse corsa a Los Angeles? Da lì' si sviluppa in maniera diversa rispetto la serie. Fred non diventa Illyria e non c'è nessuna apocalisse. Ma c'è l'Immortale. Ma non sta con Buffy.
Piccola nota: i primi 8 capitoli li ho scritti nel 2005/2006, gli altri nel 2008, quindi probabilmente si noterà una piccola differenza stilistica.
Buona lettura :)
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Angel, Buffy Anne Summers, Un po' tutti, William Spike
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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L’appartamento dove viveva Spike era piuttosto piccolo e angusto.
L’arredamento spartano era costituito da un divano di pelle scura, che troneggiava al centro dell’unica stanza che racchiudeva ingresso, salotto e cucina; da un tavolino basso posto di fronte con sopra un televisore vecchio stile.
In un angolo, un piccolo frigo, alcuni mobiletti spaiati e un forno a microonde. Di fronte all’ingresso un unica grande finestra, accuratamente nascosta da una spessa tenda nera. Sulla sinistra, uno stretto corridoio portava alla zona notte, costituita da una camera da letto e un bagno.
Alle pareti alcuni vecchi quadri e un appendiabiti ricolmo di magliette, giacche e camicie.
Tutt’intorno, il caos.
“Cosi’, abiti qui..” mormoro’ Buffy, guardandosi intorno con aria critica. “Non si puo’ dire che tu sia un tipo ordinato..”
Spike, ancora fermo sulla soglia, alzo’ un sopracciglio, scrollando appena le spalle.
Non poteva dire di essere entusiasta della situazione in cui si era ritrovato.
Non amava Los Angeles, non amava la topaia in cui si era ritrovato a vivere ma, soprattutto, non amava mostrarsi debole. Finche’ era solo, poco gli era importato. Ma ora..
L’ultimo dei suoi desideri era che lei scoprisse tutto, e ora che era capitato, non sapeva che fare.
“Si’..”disse, avanzando di un passo all’interno della stanza.. “non è granche’ lo so ma è l’unico posto che..”si interruppe, aggrottando le sopracciglia.
Si stava scusando?? Giustificando?? Con lei?? Perche’??
Non aveva fatto nulla di male, dopotutto.
Era Buffy che era capitata li’ all’improvviso e..
“E’ carino..”
La voce della cacciatrice interruppe i suoi pensieri confusi. Alzo’ lo sguardo e se la ritrovo’ davanti. Aveva appoggiato la borsa sul pavimento e lo guardava sorridendo dolcemente.
Quella ragazza aveva il potere di sorprenderlo sempre.
Apri’ la bocca un paio di volte, cercando un aria di cui non necessitava.
Poi scosse la testa, irritato con se’ stesso per la situazione in cui si era cacciato, e che faceva riemergere il lato umano che era, da sempre, latente in lui.
Oltrepasso’ la ragazza e avanzo’ all’interno della stanza. Si fermo’ davanti al divano e prese tra le dita i due lembi dello spolverino per toglierlo.
Una fitta acuta gli trapasso’ le braccia, irradiandosi verso le spalle. Chiuse gli occhi, stringendo i denti per non urlare.
“Maledetta cacciatrice..”penso’, mentre attendeva immobile che il dolore si dileguasse.
Sarebbe mai guarito? Sarebbe mai riuscito a compiere anche il gesto piu’ stupido senza bisogno d’aiuto? Sarebbe piu’ tornato quello di un tempo?
Non la senti’ arrivare nemmeno quella volta. Avverti’ la sua presenza solo quando un tocco lieve gli sfioro’ le braccia.
“Passerotto io..”sussurro’, riaprendo piano gli occhi..
 Non voleva mostrarsi debole, non piu’. Lo era gia’ stato fin troppo..
“Shhh..”lo zitti’ lei, posando un dito sulle sue labbra.. “non dire nulla..”
Lentamente gli sfilo’ la giacca, e in silenzio lo spinse sul divano, sedendogli accanto.
Lui la lascio’ fare, troppo stanco e stordito anche solo per pensare..
Abbasso’ le palpebre e abbandono’ la testa indietro, sospirando.
Il bacio gli giunse inaspettato, leggero e delicato come le ali di una farfalla..
Le dita di Buffy gli sfioravano lievi il viso, mentre le labbra premevano sulle sue.
Socchiuse gli occhi, confuso e felice, e li richiuse immediatamente, abbandonandosi a quel dolce sogno.
Perche’ doveva essere un sogno.
Da quanto non la baciava? Da..una vita. Nemmeno lo ricordava quand’era successo l’ultima volta.
Si’, decise, quello era soltanto un magnifico sogno, da cui non avrebbe mai piu’ voluto risvegliarsi.
Eppure gli pareva cosi’ reale.
Istintivamente la prese per la vita e la porto’ a sedere sulle sue ginocchia.
Le mani volarono sul viso di lei, mentre il bacio si approfondiva. La lingua percorse le sue labbra e le invito’ a schiuderle.
Avrebbe voluto non finisse mai. Avrebbe voluto farlo durare in eterno. E avrebbe voluto non lasciarla andare.
Ma lo fece, a malincuore, per lasciarla almeno respirare..
Riapri’ gli occhi ansimando un poco, il suo sapore ancora nella sua bocca, i sensi inebriati dal suo profumo.
Incrocio’ le verdi iridi della ragazza, brillavano di una luce che non aveva mai visto.
Se solo avesse voluto vi avrebbe letto dentro tutto l’amore che lei non era mai stata in grado di confessargli, ma abbasso’ subito lo sguardo, improvvisamente timido, e pentito di essersi lasciato andare.
“Amore io..”inizio’..
Ma Buffy non lo lascio’ finire. Gli prese il viso tra le mani e lo bacio’ di nuovo.
 
 
La camera da letto era il luogo piu’ confortevole di tutto l’appartamento. L’arredamento, di gusto prettamente maschile, era composto da un armadio a muro, che ricopriva l’intera parete a sinistra della porta.
A destra, la finestra, ricoperta da un pesante tendaggio scuro, in un angolo, nella stessa parete, un tavolo ricoperto da svariati oggetti. Al centro, il grande letto matrimoniale, ai lati, due comodini.
Non sapeva com’era finito li’. Un attimo prima era seduto sul divano a baciare Buffy, ora era steso tra le lenzuola di seta nera, con lei che gli carezzava piano il petto.  Non aveva idea di che fine avesse fatto nemmeno la sua maglietta. Sentiva solo il tocco delicato della cacciatrice sulla sua pelle. Teneva gli occhi chiusi, e il viso abbandonato tra i cuscini.
Il suo cervello aveva smesso di funzionare mezz’ora prima, di la’ in soggiorno. Ora subiva tutto passivamente, senza avere la forza di muovere un muscolo, senza avere il coraggio di fermarla. Era cosi’ bello. Era come nei suoi sogni. Si amavano, ed era meraviglioso. Non avrebbe voluto che finisse, non voleva  tornare sulla terra, alle sofferenze di tutti i giorni, al dolore, alla tristezza, alla sua vita vuota.
Le dita della ragazza scivolavano sulla sua pelle, strappandogli brevi gemiti di piacere. Poi gli sfiorarono i fianchi, indugiando sulla cintura dei pantaloni.
E il sogno fini’. Spike riapri’ gli occhi e, in un attimo di lucidita’ la allontano’ da se’, mettendosi seduto.
Non poteva permettere che succedesse. Non di nuovo, non in quel modo, non per pieta’.
Voleva che lei lo amasse, non gli bastava quel “TI AMO” sussurrato ad un attimo dalla fine. Voleva di piu’.
Voleva qualcosa che lei non gli poteva dare.
La desiderava, la amava, bramava di fare l’amore con lei. Ma non doveva essere debole. Non voleva ricadere di nuovo nella stessa trappola.
Non era piu’ il suo giocattolo, e non gli avrebbe permesso di usare ancora il suo corpo per soddisfare i suoi capricci.
“Buffy..no..”disse, senza guardarla negli occhi.
Scivolo’ sul letto, allontanandosi da lei. La ragazza rimase immobile, shockata dalla sua reazione. Non sapeva piu’ che pensare. Lui la stava rifiutando. Perche’? Non capiva.
Forse non l’amava piu’. No, non era possibile. Ci doveva essere dell’altro.
“Spike..”mormoro’, cercando il suo sguardo, che lui si ostinava a tenere basso. “Spike..”ripete’, allungando le mani verso il suo viso. Il vampiro alzo’ appena il capo, e finalmente incrocio’ i suoi occhi.
Erano lucidi di lacrime, e infinitamente tristi. Gli sfioro’ le labbra con un bacio, appoggiando la fronte contro la sua.
“Voglio fare l’amore con te..” gli sussurro’, senza scostarsi da lui.
E per Spike fu la fine. L’istinto prese il sopravvento. Al diavolo tutto. Lui la voleva. La voleva ora. E non importa se poi se ne sarebbe pentito.
Le catturo’ le labbra e capovolse le posizioni. Ora era su di lei, e dominava la situazione.
Inizio’ a baciarla con ardore, mentre le dita scorrevano sul suo corpo, dal viso alle spalle, indugiavano sulla curvatura dei seni e scendevano lungo i fianchi, per poi risalire, in un moto perpetuo.
Tutta la sofferenza di poco prima pareva essere svanita. Al suo posto, la passione che l’aveva mantenuto vivo fino a quel momento.
Le sfilo’ piano la camicetta, senza mai smettere un istante di baciarla e accarezzarla.
Era Buffy ora, a tenere gli occhi chiusi e la testa abbandonata tra le lenzuola, subendo passivamente quella dolce tortura.
Aveva sempre amato il tocco delicato di Spike, morbido come una piuma e ardente come il fuoco. Era l’unico capace di accenderla cosi’, con i suoi movimenti, toccandola, accarezzandola come solo lui sapeva fare.
Adorava le sue mani su di se’.
Le sue mani.
Riapri’ gli occhi di scatto, lo sguardo preoccupato, un pensiero improvviso nella mente. Fece trasalire il vampiro, che si blocco’, fissandola stupito.
Con un sospiro si scosto’ da lei, intuendo cio’ che stava per succedere. Sicuramente si era gia’ pentita di cio’ che stava per fare.
“Spike..”
Si senti’ chiamare, ma non era sicuro di voler udire cio’ che lei aveva da dirgli. Si sposto’ indietro, abbassando lo sguardo.
“Spike..”ripete’ Buffy, mettendosi seduta.
Gli si avvicino’, sfiorando con le dita le fasciature che gli ricoprivano le braccia.
“Le tue mani..”sussurro’, accarezzandogliele delicatamente.
Spike rialzo’ lo sguardo su di lei, confuso. Non era sicuro di aver udito bene. Piego’ la testa di lato, fissandola.
“Stai bene?”domando’ Buffy, premurosa.
“Sto bene..”rispose lui, con un sorriso.
Si chino’ su di lei, posandole un bacio delicato sulla bocca.
“Non ti preoccupare..” soffio’ piano, le labbra ancora sulle sue..
La bacio’ di nuovo, mentre si liberava gentilmente della sua stretta e ricominciava ad accarezzarla, risalendo lungo le braccia.
La fece sdraiare e la spoglio’ con lentezza, posando una scia di baci man mano che scopriva la sua pelle. Si libero’ a sua volta dei pantaloni e si stese su di lei.
La stanza si riempi’ dei loro gemiti, e non ci fu piu’ bisogno di parole.
 
Piu’ tardi, giacevano entrambi esausti tra le lenzuola,il viso di Buffy abbandonato sul petto di Spike e un braccio che gli circondava la vita.
Non si era mai sentita cosi’ serena, e felice, accanto a lui.
Il vampiro teneva gli occhi chiusi, ma non dormiva.
Ora che la passione era scemata la realta’ gli piombava addosso come un macigno. Era successo di nuovo. Lei l’aveva usato. Di nuovo.
E ora, tutto sarebbe finito. Lei se ne sarebbe andata, e lui sarebbe rimasto solo. Di nuovo.
Strinse tra le dita il lembo del lenzuolo. Perche’ faceva cosi’ male? E perche’ lei stava prolungando quella tortura, abbandonandosi cosi’ languidamente tra le sue braccia. Come un innamorata. E se lo fosse stata veramente??
Sentiva il suo respiro caldo sulla pelle, e le sue dita delicate scivolare sul petto.
Si irrigidi’ istintivamente, e si risveglio’ definitivamente da quel sogno. Riapri’ gli occhi e la vide.
I suoi capelli gli sfioravano il viso, solleticandolo, il calore che lei emanava si irradiava nel suo corpo, riscaldandolo.
Aveva una gran voglia di stringerla, e baciarla, e accarezzarla, e farla sua di nuovo. Ma non lo fece.
“Non te ne vai?”disse, con voce fredda e, apparentemente, controllata.
La senti’ trasalire, tra le sue braccia, e irrigidirsi, inconsapevolmente. Un brivido gli percorse la schiena.
Forse non tutto era perduto, si disse. Forse poteva ancora rimediare. Forse poteva ancora tornare indietro e illudersi che lei lo amasse. Ma, di nuovo, non lo fece.
“Non è quello che fai sempre??”senti’ la sua voce dire, gelida come non mai.
Buffy rialzo’ il capo, a quelle parole, si allontano’ da lui e lo fisso’, confusa.
Non capiva. Non riusciva a capire. Che stava succedendo? Perche’ Spike le parlava cosi’? Perche’ era cosi’ freddo, distaccato. Cos’aveva sbagliato, ora?
Scosse la testa, cercando di scacciare quello che pareva essere solo un brutto sogno. Ma non lo era. Sembrava tutto dannatamente vero.
“Che diavolo stai dicendo??”chiese, con voce piu’ stridula di quanto avesse voluto.
Spike si mise seduto, fissandola con uno sguardo di ghiaccio. Si sentiva soffocare, anche se sapeva bene che non era possibile. Socchiuse gli occhi, nascondendo, ancora una volta, i suoi sentimenti dietro l’ironia e l’arroganza.
“Ti è piaciuto il tuo giocattolo, cacciatrice??”
Buffy scosse di nuovo la testa. Il brutto sogno si stava lentamente trasformando in un incubo. Si sposto’ indietro, coprendosi il corpo nudo con il lenzuolo.
“Questo discorso non ha senso..”riusci’ a stento a dire, mentre il labbro iniziava a tremare e gli occhi si inumidivano.
Il vampiro rise, mentre il cuore gli si spezzava in due.
“Perche’, non è cosi’??”
Si sentiva devastato, non era nemmeno sicuro che quella voce gelida fosse la sua. La sua anima urlava, e avrebbe voluto prendere tra le braccia quella ragazza bionda che ora piangeva davanti a lui. Ma il suo demone si rifiutava di ragionare.
“Io volevo farti stare bene..”urlo’ Buffy, senza piu’ trattenere le lacrime.
“E io non voglio la tua pieta’ cacciatrice..”grido’ lui di rimando, mentre il suo equilibrio iniziava a vacillare.
“E se non fosse pieta’???E se fosse amore??”
Mentre pronunciava quelle parole la ragazza fu avvolta da una consapevolezza. Lui non le avrebbe mai creduto. Mai.
“Tu non mi credi.”ripete’ a voce alta, ritrovando in un attimo la calma. Si alzo’ dal letto, lasciando scivolare il lenzuolo, e si allontano’.
“Tu non mi hai mai creduto, nemmeno quando ho detto di amarti. Perche’ dovresti credermi ora..”disse, cercando i suoi vestiti.
Spike era rimasto come pietrificato. Con le parole di lei che si ripetevano all’infinito nella sua mente. Amore. L’aveva ripetuto due volte.
Amore. Amore. Amore.
Ma era anche convinta che lui non le credesse. Tu non mi credi. Non mi credi. Non.
La vide confusamente alzarsi dal letto, allontanarsi, raccogliere i suoi vestiti e indossarli.
“Che stai facendo??”urlo’, risvegliandosi come da un sogno.
“Me ne vado, non era quello che volevi??”disse lei, senza guardarlo.
“NO!!” grido’ il vampiro, schizzando fuori dal letto. La raggiunse da dietro, prendendola per la vita. Non poteva lasciarla andare. Non ora. Non ora che aveva capito. Doveva, doveva spiegarle. Doveva dirle che l’amava.
“Buffy..”
“Lasciami!”strillo’ lei, cercando di divincolarsi. Ma lui la stringeva.
“Buffy..”soffio’, appoggiando il viso tra i suoi capelli..
“Lasciami!!” ripete’ lei, strattonandosi bruscamente e liberandosi dalla stretta di lui.
Spike gemette, arretro’ di alcuni passi, soffoco’ un grido, mentre il dolore si irradiava dalle braccia al resto del corpo, fino ad esplodergli nel cervello. Le strinse al petto, tenendosi un polso con l’altra mano, e inizio’ a tremare.
Buffy si volto’ di scatto, spaventata. Non ci aveva pensato. Aveva dimenticato. E gli aveva fatto del male. Di nuovo.
Cerco’ di avvicinarsi a lui, mormorando parole di scuse, ma  il vampiro si allontanava, gemendo e tremando, tenendo le braccia raccolte al petto, il viso basso e rigato di lacrime. Sembrava un cucciolo spaurito.
“Spike..”lo chiamo’ piano, intimorita dalla sua reazione. Allungo’ una mano, sfiorandogli timidamente un braccio.
Lui si scosto’, come se quel tocco lo bruciasse, e arretro’ ancora.
“Non mi toccare..”
“Spike..ti prego..”gemette lei, cercando ancora di avvicinarsi.
“Sta lontana, non farmi del male..ti prego, non farmi del male..” continuava a ripetere lui, come una litania, come se non si rendesse nemmeno conto di essere li’, in quel momento. Come se avesse paura. Di lei. E Buffy capi’. L’esperienza con quella cacciatrice gli aveva lasciato un segno indelebile, che forse non avrebbe mai dimenticato. Aveva provato ad essere forte, ma non ci era riuscito. E ora aveva bisogno di sostegno. Aveva bisogno di lei.
Lo prese tra le braccia, senza che lui facesse nulla per opporsi, e lo guido’ verso il letto, in silenzio.
Lo fece sdraiare, e poi gli si stese accanto. Spike si rannicchio’ contro di lei, appoggio’ la testa sulla sua spalla, gemendo. Buffy gli circondo’ la vita con un braccio, sostenendolo, e inizio’ ad accarezzargli piano i capelli.
Continuo’ a cullarlo dolcemente, mormorandogli di tanto in tanto frasi gentili, finche’ non lo senti’ rilassare, e scivolare piano nel sonno.
   
 
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