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Autore: Sarasvathi    15/07/2012    3 recensioni
Come dice il titolo l'amore è acqua e muta facilmente...non è possibile dire di amare una persona davvero se prima non si capisce chi si è veramente e chi ti sta davanti...
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bang strinse il braccio destro di Jongup e abbassò lo sguardo “Scusa”
Jongup staccò la mano di Bang dal proprio braccio “Per cosa?”
“…C’è già qualcuno che mi piace”
“Capisco…”
“E vorrei scusarmi per tutte le cose cattive che ti ho detto e per aver accettato la proposta che mi hai fatto quel giorno…noi…io per primo non dovevo accettare una cosa simile, senza nemmeno conoscerti bene…”
“Io non riesco a ricordare”
“Dimentichi sempre le cose più importanti; selezioni ogni cosa, perfino i ricordi…a volte vorrei riuscirci anch’io”
“Non è una cosa molto bella, Bang”
“Forse hai ragione”
Jongup sospirò “Come siamo arrivati a questo punto?”
“Non riesco proprio a capire come tu te ne sia potuto dimenticare quando ti ricordi ancora il giorno in cui ti ho dato il benvenuto nei B.A.P…”
“Ogni volta che qualcosa diventa abituale tendo a dimenticarmi come quella quotidianità sia nata; è così fin da quando ero piccolo: i miei amici si ricordavano come ci eravamo incontrati, io ricordavo la maglia che indossavano o il taglio di capelli o una qualche cicatrice”
Bang sospirò “Almeno prendi una sedia, vediamo di far riemergere i tuoi ricordi”
“Sì”
 
Himchan rientrò nella sua stanza. Aveva rischiato grosso stavolta: non poteva svelare i suoi sentimenti, non ora.
Quando aveva scoperto della relazione tra Jongup e Bang era stato davvero male, quando quei due avevano litigato si era in parte rallegrato della cosa, ma non poteva uscire allo scoperto.
Doveva trovare un diversivo, una distrazione, per non rimanere da solo, per vedere le reazioni di Bang; aveva già provato con Zelo, ma lui sembrava rifiutarlo di continuo, perciò con lui il gioco non poteva reggere.
Youngjae era troppo simile a lui e di sicuro non ci sarebbe stato o avrebbe intuito le sue intenzioni molto facilmente.
Daehyun poteva andare bene, anche se stava sempre sulle sue…
Alzò le spalle e decise di provarci comunque.
Uscì dalla stanza: odiava restare da solo, perché ciò implicava pensare e quando pensava, faceva solo pensieri tristi.
Si diresse verso la cucina, ma si fermò davanti alla stanza di Daehyun: doveva avviare il suo piano.
‘Prima agisco, prima ottengo risposte’pensò e bussò alla porta cominciando ad aprirla.
 
L’unica cosa di cui era sicuro era che non ci capiva niente.
Bang che sembrava essere diventato un Cerbero; Jongup che per qualche strano motivo aveva litigato col Cerbero; Himchan che gli si attaccava di continuo. Non lo sopportava.
Una volta forse Himchan aveva anche tentato di baciarlo. Rabbrividì.
O in quella casa erano diventati tutti matti o era lui a essere quello non sano di mente.
Cercò di collegare tutti gli eventi: ‘Allora, Bang si è arrabbiato con Himchan per il coniglio; poi all’improvviso ha litigato con Jongup…vediamo…la ragione può essere…ah, giusto, sempre la storia del coniglio…sì, deve essere così…però ora il coniglio non è più qui…ma se non è il coniglio cosa può essere?...Poi Himchan quando ha detto che doveva parlare con Bang non sembrava tanto arrabbiato…’ si grattò la testa e ci rinunciò. “Sono tutti strani ultimamente…”
 
“Daehyunah…distur…?”
Daehyun.
E.
Youngjae?
No.
Cioè:
Quando?
Aveva sempre pensato che ciò che a volte dicevano o facevano davanti alle telecamere fosse una specie di fanservice, non di reale.
Era alquanto strano vedere i loro corpi uno sopra l’altro, con Daehyun…attivo? Era…divertente e inaspettato.
 
“…quindi quella sera per festeggiare eravamo usciti tutti e abbiamo bevuto, non molto, ma abbastanza per capire che tu l’alcool non lo reggi affatto; allora siamo rientrati e io per fare il buon samaritano ti ho preso praticamente in spalla e ti ho portato nella tua stanza” sospirò.
“Va avanti”
“Mmm… ti ho steso sul letto e tolto le scarpe poi tu hai cominciato a lamentarti e con tono mieloso hai cominciato a dire ‘Hyuuung… abbracciami di nuovoooo’ e robe simili; ho cercato di non farci caso rispondendoti solo con un ‘Sì, certo. Se dormi dopo ti do un abbraccio ’; poi hai cominciato a ridere tutto felice e non sapevo come calmarti;  all’improvviso ti sei fatto serio e hai ‘preteso’ quell’’abbraccio’. E te l’ho dato”
“E dopo all’improvviso l’abbiamo fatto e poi rifatto fino a qualche giorno fa?”
“No, lasciami finire”
“…”
“Allora ti sei fatto serio, ti sei avvicinato al mio orecchio e, con un tono che non credevo potessi utilizzare, mi hai detto ‘Tu ti sei mai fatto un ragazzo?’. Così. Dal nulla. Non l’avevo mai fatto con un ragazzo, ma in quel momento una domanda così inaspettata…non ti ho risposto…”
“E io mi sono alzato e ti ho abbracciato e ho ripreso a ridere, poi ti ho guardato negli occhi e ti ho detto…”
 
Erano entrati nella stanza di Daehyun quasi trattenendo il respiro; nessuno li aveva visti.
Dovevano stare attenti a farlo da Daehyun: la stanza di Youngjae era abbastanza isolata dalle altre e se scappava qualche lamento di troppo nessuno se ne accorgeva; quella di Daehyun invece era affiancata a quella di Zelo e per quanto i muri potessero essere grossi, la stanza non era insonorizzata.
Dovevano cercare di trattenersi il più possibile per non essere scoperti e non potevano nemmeno ancorarsi con troppa foga l’uno al corpo dell’altro per non lasciare segni troppo evidenti.
Non avevano sempre l’occasione di liberare i loro corpi, perciò sceglievano sempre la stanza di Youngjae per poterlo fare.
Quella sera avevano scelto la stanza di Daehyun perché proprio non ce la facevano più: già mentre soli, erano rimasti a guardare la TV, si erano presi le mani e avevano cominciato ad accarezzarsi lentamente, lasciando vagare per la casa qualche risolino: se gli altri li avessero sentiti avrebbero attribuito quelle risate a qualche programma televisivo demente, perciò non se ne curarono. Finché Daehyun non aveva cominciato  a bruciare dentro ed era salito sopra Youngjae, baciandolo con grande passione e allo stesso tempo rivolgendo all’amante ogni attenzione; poi Youngjae l’aveva fermato per paura che qualcuno li potesse scoprire.
“Ma io ti voglio” si era lamentato Daehyun, e così aveva preso la mano del suo ragazzo e l’aveva portato nel letto, dove avevano cominciato a boccheggiare dolcemente.
Il fuoco divampante di Daehyun avvolgeva la prudenza di Youngjae e la prudenza di Youngjae gettava un po’ d’acqua su quel fuoco.
“Daehyun…pia…piano…” ansimava Youngjae, quando Daehyun cominciava a muoversi con grandi spinte dentro il suo corpo.
“Non  ce…la faccio sono…al limite…”
“Dae…fermo”
“Che c’è?” aveva sbuffato Daehyun
“Ho sentito bussare”
“Ah…sei paranoico…ti prego ci sono quasi…sto morendo…” e l’aveva baciato, poi gli aveva regalato uno dei suoi sorrisi più belli e aveva ripreso più deciso.
 
 
“Daehyunah…distur…”
 
MERDA.
 
“Oddio, un ladro!”
Zelo si era svegliato di soprassalto: aveva sentito un gran trambusto provenire da fuori, forse dalla stanza accanto. Preso dal panico aveva impugnato una bottiglia di plastica e con i capelli dalla ricrescita ormai evidente e tutti aggrovigliati era uscito urlando “Al ladro! Al ladro!”
Poi si era fermato tra la sua e la stanza di Daehyun perché aveva visto Himchan semi-shockato; allora si era preoccupato ed era corso verso quello, sempre urlando “Oddio, il ladro ha ucciso qualcuno?”

“Himchan, perché non rispondi?”
Himchan continuò a guardare la stanza di Daehyun: ora i due amanti erano uno a terra e l’altro sul letto, l’imbarazzo indescrivibile;  non sapeva se ridere o continuare a stare lì fermo.
Data l’insistenza di Zelo, che non si degnava di guardare dentro la stanza, alzò poi una mano e indicò la stanza.
Ci fu un attimo di silenzio, poi Zelo esplose in un “Ma che cazz…?”
In quel momento Himchan non ce la fece più, tra la faccia di Zelo sconvolta, quella di Daehyun paonazza e Youngjae quasi nascosto dalle coperte non sapeva quale fosse la più epica; scoppiò a ridere, forse anche per nascondere il proprio imbarazzo.
“che minchia ci fanno quei due…così…”
“Beh, indovina Zelo.” Rispose Himchan, tra una risata e l’altra “Anche un bambino potrebbe capire ciò che vedi…”
Zelo fissò Himchan con una faccia semi-disgustata, poi guardò verso Youngjae e Daehyun che era a terra “Almeno vestitevi!” urlò loro.
 
“…allora ti ho detto: ‘Mi metti sotto? Voglio sentirti dentro di me, voglio urlare di dolore per te, Yonggukkie’ e ho cominciato a toccarti e baciarti e…”
“Scusa, ma non avevi detto che non ricordavi?”
“Ti ho detto che seleziono involontariamente…mi ricordavo quel particolare, tutto qui. Ma se anche l’abbiamo fatto una volta, perché abbiamo continuato a dormire insieme?”
“…eh…ti ho già detto che a me non piaci tu perché mi piace un’altra persona…un ragazzo…e quel giorno ne ho approfittato per ‘provare’, visto che non l’avevo mai fatto con un ragazzo…io…”
“Ti prego…fa già male così. Ho capito com’è andata a finire”
“Scusa, anche se non so se riuscirai a perdonarmi… fossi stato al tuo posto probabilmente non avrei perdonato nessuno se si fosse comportato come me…sono solo…”
“Un coniglio”
Bang sospirò forte, poi l’attenzione dei due ragazzi si rivolse verso l’esterno della stanza; sigillarono tutte le cose brutte, in quei minuti in cui le avevano pronunciate, insieme ai ricordi dei loro corpi che riscaldavano la stanza; poi uscirono,  per capire cosa stava succedendo fuori.
 
“Crediamo di dovervi delle scuse, per avervi tenuto nascosto qualcosa di così importante e che ci abbiate trovato…insomma…”
“Va bene così, se vi amate noi non possiamo farci niente…che ci piaccia o meno dobbiamo accettare la cosa, andare d’accordo e lavorare sodo, giusto?” sorrise Bang
Annuirono tutti, tranne Zelo che fissava tutti i compagni con lo sguardo corrucciato.
L’aria era ancora tesa e tutti sembravano assorti nei propri pensieri, quando la voce di Himchan ruppe il silenzio: “Che ne dite di anticipare il cambio di look? Ci andiamo domani? So che l’avremmo fatto tra una settimana…beh...comunque…volevo solo rompere il silenzio e cacciare via quell’aria tesa che mi schiacciava…Daehyun, Youngjae, non mi interessa se state insieme: ognuno è libero di essere e fare ciò che vuole, quindi per me va tutto bene”
“Anche a me va bene” annuì Jongup
Zelo si alzò in piedi “Non vi capisco, assolutamente: come può andarvi bene qualsiasi cosa? Non sono omofobico, ma una cosa così non si può accettare e basta! Se anche uno di voi portasse una ragazza in casa di nascosto a me non andrebbe bene: siamo un gruppo, viviamo insieme…dovremmo sapere tutto l’uno dell’altro per potere conoscerci e capirci meglio, per migliorare insieme!” poi scuotendo la testa ritornò nella propria stanza.
“Forse ha ragione lui” sospirò Daehyun “Non siete costretti a essere gentili solo perché la situazione ‘lo richiede’…ma col tempo, anche se adesso non lo accettate davvero e vi sentite feriti perché ve lo abbiamo tenuto nascosto, forse lo accetterete. Per ora…scusate tutti”
“Anche io…” alzò la voce Bang, facendo girare tutti verso di lui “anche io e Jongup” continuò abbassando la voce “vi abbiamo tenuto nascosto qualcosa…” guardò verso Jongup che abbassò la testa e riprese “anche noi avevamo una qualche relazione, non proprio d’amore, ma simile…alla vostra. Perciò io per primo dovrei scusarmi e se non accettassi voi due non accetterei nemmeno quello che ho fatto; e di quello che ho fatto, non mi pento”
Jongup alzò lo sguardo.
 
“Che stai facendo?”
“Non lo vedi? Ballo”
Yongguk spense lo stereo, prese una sedia, la voltò e si sedette con le braccia incrociate sulla spalliera.
Zelo riaccese lo stereo e ritornò a ballare.
“Non vieni con noi?”
“Ci vado dopo che avete finito”
Bang si fece serio “Tu vieni adesso”
“Non mi va” gli fece una smorfia.
“Attento a come parli, Zelo: sei il maknae del gruppo e dovresti potare rispetto. Tutti abbiamo i nostri segreti, qualcosa che non vogliamo raccontare agli altri. Sono sicuro che anche tu nasconda qualcosa che per te è di minima importanza, ma per noi potrebbe essere enorme. È sempre questione di punti di vista.”
Zelo si fermò ad ascoltarlo e abbassò il volume della musica.
“Daehyun sta male, dice che è tutta colpa sua e ha litigato anche con Youngjae…” poi prese il proprio viso tra le mani “ti prego, Zelo, non rovinare tutto. Ci ho messo il cuore…in tutto questo” proseguì, cominciando a singhiozzare “Ti prego, vieni con noi, affrontiamo la cosa insieme e tra qualche anno…ridiamoci sopra”
Tirò su col naso e lasciò un sorriso al giovane prima di uscire dalla sala.
 
“Se tu non fossi entrato nella band, all’ultimo momento…se non ti avessi sentito cantare…se non mi avessi colpito così tanto…tutto ciò non sarebbe successo!...Se tu non fossi entrato in scena semi-muto…se io non mi fossi intestardito con te, cercando di farti legar due frasi insieme senza quelle pause…se non mi avessi stravolto il mio cazzo di mondo con quegli occhi che mi analizzavano…”
“Se tu non avessi insistito a tenere tutto nascosto, le cose sarebbero state più semplici”
“E pensi ci avrebbero accettati se all’inizio lo avessimo spiegato?”
“Non lo so, ma di sicuro la situazione sarebbe stata diversa e Zelo non l’avrebbe presa così male”
“Zelo, Zelo, Zelo, sempre lui: ‘Youngjae, stasera no, io e Zelo dobbiamo fare questo e quello; oggi vado a provare con Zelo e Jongup’… e io cosa sono per te? Solo qualcosa da scopare? O il tuo ragazzo? ‘Ti amo, ti amo Youngjae, farei qualsiasi cosa per te’…non scherziamo! Mi hai solo usato; una scopata e via, da Zelo magari…o chiunque non fosse me”
“Se non hai mai creduto alle mie parole non mi hai mai amato davvero”
“Ora metti anche in dubbio il fatto che io ti amo? Dopo averti lasciato violare il mio corpo? Credi che l’avrei fatto con qualunque ragazzo della mia età, con una bella voce e un bel visino?”
“Non sto dicendo ques…”
“TI ODIO! COME HO FATTO AD AMARE UNO COME TE? VA ALL’INFERNO!” sbraitò Youngjae
“Youngjae…non fare cos…”
“SPARISCI, non voglio più vederti! Vai da quelli che sono più importanti di me!”
Daehyun aveva serrato le labbra ed era uscito dalla stanza.
 
“Perché hai detto davanti a tutti che anche noi due…”
“Perché era giusto farlo. Per il bene di tutti e perché prima o poi sarebbe venuto tutto a galla”
“Hai ragione, comunque perché ti hanno fatto quei capelli?” rise Jongup
“Che ne so!”
“Sono orribili…”
Yah! Ritira subito quello che hai detto, moccioso”
“Oh, chi è?” Jongup indicò una macchia rosa.
Bang si voltò per vedere cosa il giovane stesse indicando e i capelli rosa entrarono nella stanza.
“Wah, Zelo?”
“Belli, eh? Mi donano particolarmente”
Jongup vide Bang illuminarsi alla vista di Zelo e smise di ridere, per poi uscire dalla stanza lasciando un ‘Sembri più giovane così’ a Zelo.
 
Youngjae stava fottutamente bene con quel nuovo taglio di capelli così…strano su di lui, ma non poteva dirglielo: non si erano più parlati dopo quella litigata e Daehyun, orgoglioso com’era non poteva certo aprire uno squarcio di comunicazione, perciò si limitò a fissare il ragazzo che tanto gli piaceva, finché l’altro non si accorse di essere osservato.
I loro sguardi si incrociarono per pochi secondi, abbastanza perché chiunque capisse che stavano male perché avevano litigato, che volevano fare la pace, magari come i bambini piccoli, ma nessuno dei due voleva fare il primo passo.
Sembrava quasi che fossero tornati qualche mese più indietro, quando Daehyun fissava Youngjae e voleva raggiungerlo con il suo canto, batterlo, essere il migliore… ancora lo voleva e ancora si sarebbe impegnato per non rimanere mai indietro, per non essere più ‘l’ultimo entrato nella band’, per essere acclamato dalle fans scatenate.
Si voltarono simultaneamente a guardare i propri riflessi, così spenti ora…
Daehyun pensò che la sua pettinatura, in confronto a quella degli altri non era cambiata poi così tanto, se non il colore, non più biondo, ma color nocciola tenero.
“Ecco, abbiamo finito” gli annunciò infine la parrucchiera; Daehyun ringraziò e andò dagli altri che avevano già finito.
 
“Ti stanno bene quei capelli, maknae” si morse il labbro Bang, se fossero stati insieme gli sarebbe certamente saltato addosso, quei capelli donavano una nuova luce al viso del giovane, illuminandolo…
“Ah, grazie” rispose Zelo aggiungendo “Non ti ricordano la primavera?”
“In effetti…” osservò l’altro.
“Ah… sono la primavera!!” si mise a ridere Zelo, mostrando la sua fossetta sulla guancia destra.
Bang adorava quando Zelo sorrideva: si meravigliava sempre di quei suoi denti così piccolini, come perle preziose ben allineate, come andava matto per quella fossetta che si presentava solo sulla guancia destra, quasi per dispetto verso l’altra guancia.
Si perse nei suoi pensieri, continuando a guardare Zelo che parlava, ma qualsiasi cosa stesse dicendo, Bang vedeva solo le sue labbra muoversi, immaginando di poterle toccare, forse anche baciarle.
Si destò dai suoi pensieri quando Himchan gli venne dietro mostrando i suoi nuovi capelli “Allora?” disse battendo una mano sulla spalla sinistra di Bang “Di che si parlava?”
 
Si era seduto su una panchina con in mano una bottiglietta d’acqua frizzante, continuando a girarsela e rigirarsela tra le mani: ormai era tutto perso per lui, non sarebbe più potuto ritornare con Bang e per quanto sapesse che gli faceva male, provava solo un gran vuoto. Non rabbia. Non tristezza. Ma un vuoto che non riusciva a riempire con nulla.
Sapeva solo che voleva conoscere il nome che Bang teneva stretto nel cuore; anche se aveva ormai capito che… “Jongup, che ci fai da solo?”
Era Himchan. Aveva i capelli cortissimi e scuri. Pensò che gli stavano meglio di quelli che aveva prima, anche se la piccola frangia tagliata così simmetricamente ricordava le pettinature che si facevano a tutti i bambini piccoli un tempo…
“Niente, pensavo…sono stanco…comunque…belli i tuoi capelli…mi piace tanto il colore…ti dona più del biondo”
“Ah, grazie, piacciono tanto anche a me…se non fosse per questa frangetta ridicola…ma lasciamo stare…” poi si sedette accanto a Jongup
“Alla fine tu e Bang…insomma…vi siete chiariti?”
“Sì, tutto a posto…” sospirò Jongup
“Però sei triste per com’è andata a finire, giusto?”
“Già, ma non ci posso fare niente, a lui piace un altro ragazzo…l’importante è che abbiamo risolto…anche Youngjae e Daehyun dovrebbero parlare”
“Sai, credo che sia colpa mia…”
“Cosa?” e appoggiò la bottiglietta a terra.
“Se è successo quel che è successo…se io non avessi pensato di…” poi si fermò, rendendosi conto che non poteva dire niente, che anzi aveva osato parlare troppo.
Jongup alzò lo sguardo verso Himchan e lo fissò “Pensato cosa?”
Himchan rimase in silenzio, poi batté le mani sulle proprie ginocchia “Tanto quei due faranno presto la pace…ho visto come si guardano…non vedono l’ora di mettere le cose a posto”; si alzò “Hai visto Bang?” e si portò la mano sulla fronte, guardando a destra e sinistra per vedere se riusciva a scorgere Bang in qualche angolino.
“È in quella stanza” rispose Jongup, indicandogli la via.
 
Era abbattuto. Non sapeva cosa fare, le parole non lo potevano aiutare. Poteva esprimersi al suo meglio solo con una penna in mano e un pezzo di carta.
Ogni volta che parlava lo faceva dopo aver pensato e ripensato a cosa dire; solo in presenza di Youngjae, col tempo, aveva cominciato a essere più discorsivo e il suo compagno sembrava così orgoglioso…
Non doveva più pensarci, altrimenti si sarebbe fatto solo del male e per il bene della band non poteva cedere ai suoi pensieri e abbandonarsi alla solitudine come spesso faceva prima di entrare nella band, prima di trovarsi sempre circondato da persone.
Decise di andare a vedere come erano le pettinature dei suoi compagni; aveva sentito Zelo gridare ‘Rosa?’ prima di sedersi per il nuovo taglio, ma poi non l’aveva più sentito lamentarsi.
Forse gli avevano fatto uno scherzo o forse gli erano piaciuti.
Vide Jongup alzarsi da una panchina, lo salutò con la mano ma quello sembrò non averlo notato e Daehyun non avrebbe certo aperto bocca per salutare qualcuno, avrebbe solo perso del tempo e sprecato del fiato.
Decise comunque di seguire il compagno che evidentemente stava andando dagli altri.
 
“Allora, hyung, ti piacciono i miei capelli?” chiese Himchan
“Sì, mi piace particolarmente il colore”
“Pensate proprio le stesse cose voi due, eh?...” sbuffò, pensando a ciò che prima gli aveva detto Jongup.
“Voi due?” chiese Bang guardando in direzione di Zelo, ottenendo un’alzata di spalle.
Jongup gli aveva anche detto che a Bang piaceva un ragazzo; poteva essere lui; poteva essere chiunque.
Voleva saperlo. Subito.
“Allora hyung, ti piacciono di più i miei o quelli di Zelo?”
“Non saprei…quelli di Zelo sono di un colore insolito e i tuoi hanno un taglio particolare, ma anche quelli di Zelo non scherzano…forse…” poi guardò i due ragazzi, soffermandosi a lungo su Zelo che lo guardava con i suoi occhi così grandi senza la matita e rimpicciolirli.
Gli piacevano anche quelli.
Gli piaceva tutto… e senza pensarci, le sue labbra pronunciarono ‘Jun’ mentre gli occhi si aprivano in un sorriso silenzioso.
Himchan fece una smorfia, si toccò i capelli, poi prese la mano di Zelo e lo trascinò fuori, incurante delle urla che il maknae gli lanciava addosso.
 
Daehyun non se lo sarebbe mai aspettato, non avrebbe mai pensato di udire quelle parole, sembravano quasi irreali, ma nello stesso momento in cui pensava ciò aveva realizzato che quelle parole erano troppo vere e che lui, nel suo silenzio osservatore non aveva osservato un cazzo, non aveva capito niente.
Se non fosse stato uno di poche parole, ma un tipo impulsivo sarebbe andato subito a chiedergli di ripetere quelle parole…
Non sapeva cosa pensare, ma capì che doveva chiarirsi con Youngjae. Il prima possibile. Le cose tenute dentro danneggiano non solo noi stessi, ma portano alla disperazione i sentimenti degli altri pensò, ma rimase lì, sulla porta, a guardare quei due silenziosi, mentre i pensieri dentro la sua testa si facevano densi e rumorosi.
Si stupì che loro non li avessero sentiti.
Poi si ricordò di Himchan, e quei pensieri presero forma.
Odio.
Non l’aveva mai provato, non sapeva certo com’era, nessuno gliel’aveva mai insegnato.
Eppure era sicuro: quello era odio.
Quel ragazzo stava scombussolando la pace di tutti.
Odio.
Pensava non avrebbe mai odiato nessuno, invece…
 
Aveva visto Himchan trascinarsi Jun sbraitante dietro.
Ne aveva approfittato per chiarire veramente una volta per tutte con Bang.
Ignaro di Daehyun che lo stava seguendo si piazzò davanti a Bang, che lo guardava con uno sguardo un po’ strano, indecifrabile.
“Bang, dimmelo: è Zelo?”
Bang non capì subito cosa Jongup gli stesse chiedendo così aggrottò le sopracciglia
“Il ragazzo che ti piace, Bang. È Zelo?”
Bang abbassò un attimo lo sguardo, Daehyun si nascose in modo tale che potesse sentire la conversazione ma loro non potessero vederlo.
“Senti, Jongup…non mi va di parlarne”
“Dimmelo, ne ho il diritto. Quando mi scopavi, a chi pensavi?”
“Non alzare la voce, potrebbero sentirci, comunque non ti riguarda più”
Jongup si alzò sulle punte, prese il viso di Bang e gli schioccò un bacio.
“Ora dimmi, da chi lo vorresti in realtà questo bacio? Quali sono le labbra che vorresti si posassero sulle tue?”
Bang riprese a respirare dopo quel bacio improvviso e sembrò arrabbiarsi “Non sono obbligato a dirtelo”
“Bastardo, dopo avermi fottuto così, senza nemmeno amarmi, ora mi privi anche di un nome dopo avermi privato del tuo amore?”
“È ZELO! È lui, è lui che amo” sbottò, poi lo prese per i polsi e lo spinse verso il muro, per sussurragli a denti stretti “Guai a te se ti scappa il suo nome”
“Ah…Yongguk, mi fai male…non…non dirò niente” singhiozzò lui “Lasciami…andare…ti prego” poi aveva cominciato a strofinarsi gli occhi col dorso della mano; Bang non si era reso conto che Jongup aveva lasciato scivolare sulle sue guance molte lacrime, quelle che quando gli aveva detto che aveva sempre amato qualcun altro non aveva lasciato andare.
Non sapeva cosa fare.
Istintivamente lo abbracciò.
Jongup lo respinse sospirando “Non ci provare. Se fai così riporti solo delle speranze nel mio cuore, e così ti aspetterei per sempre. Ti prego, lasciami da solo”
Ma Bang non se ne andò “Non ce la faccio Juppie…nonostante tutto abbiamo dormito insieme e per quanto io possa dire di amare Zelo…non sono sicuro che a lui possa piacere…avrei dovuto amare te fin dall’inizio, non lui…io non so…forse…mi piaci tu…”
“Smettila!” urlò Jongup tra le lacrime “Vattene, il tuo cuore non mi vuole in realtà. Non farmi più male, ti prego…di’ a Jun quello che provi, dacci un taglio a quest’infantilismo. Affrontalo da uomo quale sei. Non so se ti aspetterò, il mio cuore dice di sì, ma razionalmente rifiuto questa situazione, come rifiuto queste parole che sto per dirti” poi sospirò “Se lui ti rifiuterà io sarò qui, ad aspettarti, a fare di tutto finché il tuo cuore non sarà tutto mio”
Pronunciò queste parole fissando Bang negli occhi, lasciando il suo hyung basito.
“Juppie…”

chiedo scusa per il capitolo che rileggendo trovo pietoso...già...poco originale forse...sono riuscita a mettere questo capitolo ma per il quarto...dovrete aspettare...ci sto lavorando...grazie in anticipo a quelli che hanno letto quest'ennesimo disastroso capitolo...
  
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