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Autore: Kim WinterNight    15/07/2012    2 recensioni
Allora, premetto che ero titubante all'idea di pubblicare questa mia bacata produzione, ma mi sono detta che si può sempre provare, c'è sempre qualcuno che potrebbe apprezzare.
Detto questo, vi anticipo subito che i protagonisti saranno componenti di diverse band che amo, che si raggruppano in un'unica formazione chiamata 'Faithless' e che, tendenzialmente, non c'entrano niente gli uni con gli altri. In più, fanno parte del gruppo anche un artista italiano che proprio ci sta a fare come i cavoli a merenda, per intenderci, e una comune ragazza con un passato difficile.
Be', spero di avervi incuriosito.
Allora, leggete e ditemi cosa ne pensate, perché mi piacerebbe capire se sono completamente pazza oppure no, a scrivere certe cose!!!!
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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22

 

 

Il giorno seguente non osai alzarmi dal letto. Mi sentivo come se tutto mi fosse improvvisamente crollato addosso, come se tutta la mia vita fosse appena terminata e io dovessi ricominciare tutto da capo.

E io sapevo che non ce l’avrei fatta.

Eppure dovevo reagire, poiché non potevo abbandonare i Faithless ora che la data del nostro primo favoloso concerto si avvicinava. Avremmo suonato con i Metallica e questo doveva bastare per darmi la spinta necessaria a scuotermi da quell’agonia.

Avevo baciato Matt.

Era inutile negarlo, dire che lui aveva baciato me e io ero stata impassibile. Non era vero. Avevo ricambiato, lo avevo voluto e non riuscivo a pentirmene, nonostante i sensi di colpa nei confronti di Michele crescessero inesorabilmente. Cosa dovevo fare? Come avrei potuto guardare nuovamente il bassista negli occhi senza sentirmi morire? Come avrei potuto continuare a vedere Matt senza rivivere all’infinito il nostro contatto all’Hard Rock Cafe?

Era paradossale. Avrei dovuto saperlo, avrei dovuto dire al mio amico che non sarei uscita con lui, avrei dovuto evitare che si avvicinasse troppo, avrei…

Ma ormai era tardi per parlare al condizionale, ormai il peggio era successo e io dovevo assolutamente capire perché. Cosa mi aveva spinto tra le braccia del chitarrista? Non c’era sicuramente amore tra noi, almeno non da parte mia. Era fuori questione. Io amavo Michele.

Ma se fosse stato vero, non avrei mai permesso a Matt di farmi girare la testa con quel bacio.

Ma io non lo amavo.

Mi ero soltanto sentita attratta, trascinata, forse a causa del momento, del luogo, delle luci, della musica.

Sì, doveva essere quello il motivo.

Eppure, più cercavo di scacciare quei pensieri, più desideravo che Matt mi stringesse a sé, che le sue labbra tornassero sulle mie, che…

Inorridii e mi misi a sedere, mentre il mio cellulare prendeva a squillare dentro la borsa.

Borbottando un’imprecazione, lo racattai e risposi senza guardare chi fosse.

“Pronto?”

Silenzio.

“Pronto?” gridai, spazientita.

Ancora nessuna risposta.

Mi portai il display davanti agli occhi e rimasi immobile a fissare le quattro lettere che componevano il nome del mittente della chiamata. Feci per premere il tasto rosso del telefono, poi mi fermai.

“Liz” mormorò Matt.

Mi portai l’apparecchio all’orecchio e il cuore prese a battermi forte nel petto.

“Liz, so che forse è… inopportuno chiamarti, ma volevo…” S’interruppe.

Il mio cuore pregò che proseguisse, che la sua voce lo facesse battere ancora più freneticamente, mentre il mio cervello ordinava con decisione che dovevo sbattergli il telefono in faccia.

“Matt” sussurrai, affranta, mentre le lacrime spingevano per riversarsi sul mio viso.

“Mi dispiace” disse.

“Non mentire” lo pregai.

“Non mento. Mi dispiace di aver tradito un amico come Mick e di aver rovinato tutto con te. La verità è che non riesco ad esserti soltanto amico. Ieri ho perso la ragione.”

Assorbii quelle parole e mi ritrovai a sorridere.

Poi scoppiai a piangere.

Ero confusa, tremendamente confusa. Possibile che da quando lo conoscevo, non avessi mai pensato che Matt potesse rappresentare qualcosa di più per me? Possibile che non mi fossi mai accorta di quanto tenessi a lui? Ci tenevo così tanto che non riuscii ad arrabbiarmi con lui.

“Capisco.”

“Non piangere, Liz… ti prego.”

“N-non… ci riesc-co” balbettai tra i singhiozzi.

Matt sospirò.

Avrei voluto che mi abbracciasse e mi rassicurasse. Lo avrei voluto davvero.

Stavo deliberatamente tradendo il mio ragazzo, fisicamente e mentalmente. Non dovevo farlo. Non potevo.

Tutto per colpa di un bacio.

No, non avrei gettato all’aria la relazione con Michele per questo.

“Matt, è meglio se non parliamo per un po’.”

“Va bene.”

Rimasi in silenzio. Sapevo che non aspirava a perdermi, però non aveva altre alternative.

“Liz, non dirò niente a Michele.”

“Nemmeno io.”

Non seppi più cosa dire e nemmeno lui.

Trascorsero almeno due minuti prima che uno dei due decidesse di parlare.

“Ti desidero da morire, Matt” dissi, ricominciando a piangere.

Era vero.

Lo desideravo, ma avrei represso, avrei dimenticato, avrei scacciato quei sentimenti così sbagliati e orridi nei confronti di Matt.

“Oh, Liz.”

“Dimentichiamo tutto” proposi.

“Almeno proviamoci” mi corresse.

“Sì.”

“Ciao Liz.”

“C-ciao.”

Matt riagganciò.

Dopodiché spensi il cellulare, chiusi a chiave la porta della camera e mi infilai le cuffie del lettore mp3, accucciandomi sotto le coperte.

Volevo rimanere sola, sola con il mio dolore, sola con il mio desiderio, sola con un miliardo di sensi di colpa.

  
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