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Autore: Shannonwriter    15/07/2012    3 recensioni
La storia di come Finnick ed Annie si sono conosciuti e innamorati secondo me. Mi secca un pò che non ci sia stato raccontato qualcosa di più su di loro quindi ho deciso di mettermici io :) Dal primo capitolo: "Ammetto di essere rimasto meravigliato da quelle sue parole e dalla luce nei suoi occhi mentre mi raccontava quanto amasse il Distretto 4, nonostante tutto, e di quanto non volesse lasciarlo. Ma non piangeva come avrebbe fatto qualunque altra ragazza vicina alla mietitura, non puntava i piedi, lo accettava e basta. Ebbi la netta sensazione che Annie Cresta fosse diversa da ogni altra ragazza che avessi mai incontrato."
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annie Cresta, Finnick Odair
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Veniamo scoperti quasi subito da sua madre che si mette a urlare sconvolta perché non me ne sono andato e perché non sta bene che una ragazza nubile stia nella stessa stanza da sola con un uomo. Ma per piacere! Come se fosse il problema più pressante! E poi tecnicamente sono ancora fuori dalla finestra. Sono già lì pronto a risponderle a tono ma Annie si scosta da me per andare a rannicchiarsi in un angolo con la testa tra le ginocchia. Inizia a piangere turbata dalla scena e capisco al volo che mettendomi a gridare contro Miss Delicatezza peggiorerei solo la situazione. Così faccio un respiro profondo, conto mentalmente fino a dieci e poi entro dalla finestra senza chiedere il permesso a nessuna delle due. Ovviamente la mamma di Annie da di matto ma io me ne frego. Metto le mani avanti, neanche avessi qualche arma con me e con calma le dico. “Signora, credo che abbiamo cominciato col piede sbagliato. Possiamo per favore andare in corridoio io e lei e parlare un attimo così non scombussoliamo Annie?”

La signora mi guarda ancora adirata ma un singhiozzo di Annie la convince a darmi ascolto. “D'accordo.” mi concede esasperata e mi conduce fuori dalla stanza.

Siamo entrambi in corridoio, l'uno di fronte all'altra. “Allora, mi dispiace di non averla ascoltata prima.” esordisco. “Ma non volevo fare niente di male ad Annie, volevo solo vederla visto che sta passando un brutto momento.” spiego.

La signora incrocia le braccia davanti al petto. “Deve riposare al pomeriggio o la notte la passa ancora più agitata.”

Non so cosa le faccia pensare che quello sia un ragionamento sensato ma lascio correre e vado al punto. “Certo, ma sarebbe meglio se potesse prendere una boccata d'aria di tanto in tanto, per riprendere contatto con la realtà.”

Ah!” sbotta arrogantemente. “Buona fortuna!”

Senta ma qual'è il suo problema??” sputo fuori alzando un po' la voce. “Quella è sua figlia e ha un disperato bisogno d'aiuto, perché non fa nulla?”

D'accordo ragazzino, tu non hai la minima idea di che cosa voglia dire fare il genitore né tanto meno prendersi cura di una figlia così diversa da quella che era prima, quindi pensa bene a quello che dici!” mi attacca con la medesima rabbia.

Si, va bene potrò non sapere cosa vuol dire avere un figlio ma sa una cosa? So cosa vuol dire fare gli Hunger Games e il peso che ci si porta dentro quando si torna a casa quindi la prego, la prego, lasci che le dia una mano se lei non ci riesce.”

Tace per un minuto e ci pensa su. Mi guarda bene in faccia e mi rendo conto che come Annie, sta cercando qualcosa. La convinzione in questo caso e può andare avanti a fissarmi quanto vuole perché non troverà altro che quella.

Perché?” mi chiede in fine.

Sollevo entrambe le sopracciglia. “Perché?”

Si, sei stato il suo mentore ma ora nulla ti obbliga a badare a lei quindi perché?”

Accidenti, è la prima cosa sensata che le sento dire. In effetti me lo sto domandando anch'io in questo momento. Sono arrivato lì per vedere come stava, magari per fare due chiacchiere ma ora mi sono offerto di assicurarmi che stia bene, che esca. Perché?

Beh, lo farebbe chiunque credo.” le rispondo con un'alzata di spalle.

Il suo sguardo è decisamente scettico. “Mmh, come no.” mi concede. “Fa un po' quello che vuoi allora, falle fare un giro basta che poi la riporti.”

Bel modo di parlare di una figlia, neanche fosse un cane di razza. “Certo.” rispondo e la ringrazio pure. A quel punto lei se ne va e intuisco di poter tornare in camera di Annie. Ha detto fa quello che vuoi, giusto?

Apro la porta con cautela e sbircio dentro. Annie è ancora accucciata dov'era prima e noto che è tornata a stringere qualcosa come stava facendo prima che arrivassi. Entro e richiudo la porta dietro di me. Non si muove, non alza il capo. Mi vado a sedere proprio accanto a lei con la schiena contro al muro e rifletto su cosa dirle per fargliela passare.

Scusa per prima, credo che sia un tantino da maleducati entrare dalla finestra di una ragazza per bene senza il permesso dei genitori.” le dico per spezzare il ghiaccio.

Niente, non risponde ma continua a tenere quel pugno chiuso. “Annie, che cos'hai in mano?”

Lei apre pian piano il pugno e scopre la conchiglia portafortuna che avevo trovato il giorno prima della mietitura insieme a lei sulla spiaggia. Buffo che ce l'abbia ancora, buffo che non l'abbia buttata visto che di fortuna non glie ne ha regalata granché. Beh, a parte il fatto che ha vinto portandola al collo. La sensazione di non aver fatto abbastanza per lei mi assale di nuovo. Istintivamente appoggio la mia mano sulla sua aperta con su la conchiglia e la stringo. Annie sussulta ma non fa niente per allontanarmi. Che cosa posso fare per farla stare meglio? Se solo la conoscessi un po' di più forse potrei trovare qualcosa da fare con lei che la distragga. Pensa Finnick, che cosa piace a Annie? Una sola cosa a quanto ne so.

Senti Annie, non ti andrebbe di uscire a prendere un po' d'aria?” le chiedo.

Lei alza la testa e mi guarda dubbiosa da dietro la frangetta. “Fuori dove?”

Alla spiaggia per esempio-”

No no no no no ti prego, ti prego non affogarmi, troppa troppa acqua, non posso farcela e-e-e dov'è Tray??? Ci siamo alleati per un po', uno deve vincere, deve vincere per forza! È così che si deve pensare o non si ha neanche una chance! Oh, ti prego non farmi affogare!!” si mette a vaneggiare, l'espressione sconvolta e il terrore in ogni parola.

Stringo più forte la sua mano e la guardo bene negli occhi. “Annie, Annie no, certo che non ti affogherò, non lo farei mai e poi mai” le assicuro senza dare a vedere quanto questo suo cambiamento d'umore mi turbi.

Ma lei scuote la testa. “Durante gli Hunger Games tutti devono uccidere prima o poi, non puoi permetterti di startene lì e basta o muori tu, muori tu!!” insiste.

Ma io non mi arrendo “è vero ed è terribile ma i giochi sono finiti, Annie. Hai finito, hai vinto. Te lo ricordi?”

Annie increspa la fronte e guarda altrove. Ci riflette su per qualche secondo poi inizia lentamente a piangere. Annuisce. “Si. Me lo ricordo. Tray....” e si lascia andare appoggiandosi a me. La circondo con il braccio libero e non penso minimamente a lasciare la presa dalla sua mano e dalla conchiglia fortunata. Si è vero, un merito ce l'ha, quello di aver riportato Annie qui ma credo che per farla tornare come prima ci vorrà un po' più di fortuna.

 

~

 

Passano due settimane durante le quali vado a trovarla tutti i giorni. Stiamo là in camera sua oppure ci spingiamo fino al giardino. Del mare non si può neanche accennare perché se lo faccio scoppia in lacrime e ci vuole un po' per calmarla e ricordarle che non è più nell'arena. Non ne so nulla di psicologia ma ci sono momenti in cui mi domando se la mia sola presenza non la riporti a quei giorni di combattimento. In fondo sono noto per aver partecipato agli Hunger Games e ho fatto il mentore, il suo, agli Hunger Games. Dovrei togliermi di torno? Ci penso ma non lo faccio, soprattutto per non lasciarla nelle mani di quello zuccherino di sua madre. E poi non sembra dispiaciuta di vedermi. Di solito ce ne stiamo stesi sull'erba a osservare le nuvole in cielo, la rilassa molto. Le racconto di qualche meraviglia della tecnologia che ho visto a Capitol City e lei mi ascolta tutta presa. Partecipo anche alle sedute dello psichiatra e le ripeto le solite cose per riportarla alla realtà ogni volta che le parole del dottore non funzionano. Nonostante il mio iniziale scetticismo finisco col pagarlo di tasca mia perché venga due volte in più visto che nessuno ha idea di che cosa ci voglia per farla migliorare e la terapia non può farle male. Un giorno arriviamo a una svolta; mentre se ne sta andando via, lo strizzacervelli mi prende da parte e condivide con me una sua teoria. Secondo lui è vero che per ora è stato meglio evitare di parlare dell'acqua per via del fatto che la riporta immediatamente a quando dovette nuotare all'infinito per salvarsi la vita, ma non si può continuare così. Annie amava il mare e lo dimostra il fatto che non ha gettato la conchiglia portafortuna. Stando al dottore lei vuole tornare ad amarlo ma ha troppa paura. La trovo una teoria strana e contorta e non la afferro subito bene così quando mi dice che vista la mia influenza positiva su di lei potrei aiutarla a risolvere questo problema dico solo che ci penserò. I punti che non mi sono chiari sono due: il primo, lui non conosce la storia di quella conchiglia e né io né Annie abbiamo intenzione di raccontargliela (insomma, se lei non l'ha fatto finora perché dovrebbe cambiare idea?) e quindi questo non da al dottore una visione chiara della situazione. Potrebbero essere mille i motivi per cui non l'ha gettata via. Il secondo è che mi sembra semplicemente assurda l'idea di trascinarla alla spiaggia quando neanche sopporta di sentirla nominare e sono certo che inizierebbe a urlare di brutto e a quel punto non so se si fiderebbe ancora di me. Non voglio darmi più importanza del dovuto ma mi pare che in questi giorni passati insieme non se la sia passata troppo male e che i momenti più brutti potessero essere arginati da poche semplici rassicurazioni da parte mia, quindi perché rovinare tutto? Credo che quando rivedrò il dottore gli dirò che l'idea del mare non mi sembra poi tanto grandiosa.

In questo periodo sto da Mags che ha la casa proprio a fianco di quella di Annie (per forza, siamo tre vincitori tutti vicini). È felicissima di avermi lì tutto il tempo e non fa niente per nasconderlo. Mi considera un po' come il figlio che non ha mai avuto e a me va benissimo così. Un'altra cosa di cui sembra gioire è la grande quantità di ore che dedico a Annie. Sorride compiaciuta quando esco di casa perchè sa che sto andando da lei. Credo le faccia piacere che la tradizione di non abbandonare i propri tributi dopo i giochi continui con me ed Annie come è continuata tra di noi. E poi Mags pensa positivo, il che mi aiuta molto; quando ceniamo e le racconto di un qualche progresso fatto da Annie lei si complimenta con me come se ne avessi il merito e mi assicura che di certo è sulla via della guarigione. Naturalmente non mi tratta da stupido facendomi credere che tornerà come nuova, questo lo sappiamo che non è tanto probabile ma mi garantisce che è del tutto normale per dei vincitori passare dei periodi in cui non si fa altro che ripensare all'arena. È qualcosa che ti cambia e lei lo sta solo affrontando peggio di altri. Ovviamente so per esperienza che ha ragione.

Sto pensando a queste cose una notte che non riesco a prendere sonno, quando sento dei rumori provenire da fuori. Mi alzo dal letto e sposto la tendina della mia finestra per dare un'occhiata. Non ci credo. Annie, a piedi nudi e con indosso solo la camicia da notte bianca, cammina un po' traballante nel suo giardino. Sembra quasi ubriaca ed è per questo che in un primo momento credo che forse sto sognando. Mi strofino gli occhi e mi rendo conto che invece è reale così esco dalla finestra della mia camera come ha probabilmente fatto anche lei, senza neanche preoccuparmi di fare piano, tanto Mags ha il sonno pesante. Mentre mi avvicino lei non mi nota nemmeno, continua per la sua strada con lo sguardo spento fisso davanti a sé. La chiamo sottovoce per non svegliare sua madre e farle credere che stia succedendo chissà che cosa ma Annie non risponde. Mi piazzo davanti a lei ma mi viene contro come se non riuscisse a vedermi per niente. Ed è allora che ci arrivo. Potrebbe essere sonnambula? Non l'ho mai vista comportarsi così quindi è decisamente possibile e in più i suoi occhi sono totalmente inespressivi. Che cosa si fa in queste situazioni? Una volta ho sentito dire che non si dovrebbe svegliare chi cammina nel sonno ma allora cosa dovrei fare, lasciarla andare a spasso finchè non incontra un burrone? Se la fermo adesso si metterà di certo ad urlare e allora chissà che casino succederebbe. La seguo, non ho altra scelta, almeno eviterò che si faccia male. Non andiamo avanti per molto però, giusto fino all'inizio della boscaglia poco oltre le nostre case, poi lei si inginocchia a terra e affonda le mani nel terreno. Allarmato mi abbasso accanto a lei e le scosto i capelli dal viso. Ha cambiato espressione ora, ha gli occhi spalancati e ansima agitata. È sveglia. “Annie?” la chiamo.

Inizia a piangere. “Dov'è il mare?? Dov'è il mare??” farfuglia disperata scavando con le unghie nel terreno. Il mare? è questo che sognava, di andare al mare? Ma non ne era terrorizzata fino a oggi pomeriggio? Automaticamente cingo i suoi polsi con le mie mani estraendo le sue dalla terra e la sollevo alla mia altezza, poi la stringo forte a me. Lei continua a piangere. “Ci sei tu..ma non la spiaggia” prosegue tra i singhiozzi. Che cosa vuole dire? Non ne ho idea, so solo che sento una fitta al cuore. Sto male anch'io, sto male con lei. Come mai mi importa tanto di questa ragazza? Accarezzo i suoi capelli scompigliati. “Annie, se vuoi vedere il mare ci andremo, d'accordo? Te lo prometto, sarà la prima cosa che faremo domani mattina.” le dico sperando che funzioni, perché mi sento impotente e non so cos'altro fare se non assecondarla.

Si stacca da me e mi guarda negli occhi speranzosa. “Adesso” sussurra.

A quest'ora? Saranno le tre.”è tardi Annie.”

Per favore Finnick, per favore.” mi supplica.

Dovrei dirle di no e riportarla a casa subito? Certo, sarebbe la scelta più sensata, ma lo farò? No. Perché mi rendo conto di non sopportare la vista di tutto quel dolore e di quella tristezza nei begli occhi verdi di Annie, proprio non ce la faccio. Così non ha importanza se è tardi e se quello che sta accadendo è completamente assurdo, ce la porto al mare se è questo che vuole, certo che ce la porto. Annuisco e riesco anche a fare un piccolo sorriso per rassicurarla, poi la aiuto ad alzarsi e sorreggendola la conduco alla Spiaggia Delle Conchiglie.

 

 Note:  No, non sono completamente impazzita a far andare Annie al mare dopo che ha dichiarato di esserne terrorizzata, è semplicemente che il dottore aveva ragione e poi parte del motivo per cui lei vuole tornare alla spiaggia è per Finnick. Capirete,  il prossimo capitolo piacerà ai romantici :) Se qualcuno che è arrivato fin qui volesse dare la sua opinione sarebbe fantasticooo!

   
 
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