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Autore: PolvereVolante    15/07/2012    3 recensioni
In questa fanfic i nostri eroi ci racconteranno i giorni più emozionanti, tristi, felici, romantici ... della loro vita. Parlando delle emozioni, dei pensieri di quel giorno. Ci saranno parti comiche, altre dammatiche, ora tocca a voi leggerle tutte. Buona letturaaaaaaa :)
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Quasi tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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 Il giorno più emozionante

Il giorno più emozionante della mia vita fu quando nella sull’Olimpo Luke morì…
Stavo combattendo contro Crono, paravo i colpi…Non lo ferivo però …Lui non poteva essere ferito…Ma non l’avrei fatto comunque…
Percy era pietrificato e io ero distrutta…Ma credevo in me stessa come mai ci avevo creduto!
 -Tua madre- boccheggiai-Ha visto il tuo destino.-
-Servire Crono!- ruggì il Titano-Questo è il mio destino!-
Nel suo sguardo non vidi solo l’espressione spietata del Titano, ma anche qualcosa di molto più profondo…Insicurezza…L’insicurezza di Luke…
E anche il fatto che avesse parlato come se lui non fosse Crono, come se fosse…Se stesso…Era una prova!
-No!- Insistetti. Sentivo le lacrime calde che mi scivolavano sulle guance. Senitvo dentro di me un mare di emozioni e non sapevo controllarle.
-Questa non è la fine, Luke. Lei ha visto quello che avresti fatto…La profezia riguarda te!-
-Ti schiaccerò ragazzina!-  Urlò Crono.
Non ce la facevo più a reggermi sulle gambe, ero distrutta e affaticata. Ma qualcosa mi convinceva che dovevo continuare a lottare!
-Non lo farai- dissi incerta –Hai promesso. Stai trattenendo Crono perfino in questo istante.-
Non so neanche io come facessi a saperlo…Ma lo sentivo nel profondo…
-TU MENTI!- Crono spinse di nuovo e stavolta persi l’equilibrio. Con la mano libera il Titano mi colpì in viso e scivolai all’indietro.
Crono si stagliava minaccioso su di me, con la spada alzata.
Con il sangue a un angolo della bocca, sussurrai:
-Siamo una famiglia, Luke. Hai promesso.-
E qualcosa nello sguardo del Titano mi fece capire di aver vinto…

Il giorno più avventuroso.

Il giorno più avventuroso?! Un attimo ci vorrà un po’!
Forse per rendere bene l’idea del mio tipo di avventura vi dovrei raccontare  il giorno in cui conobbi due persone che avrebbero reso la mia vita più spericolata di come lo era già!
Avevo solo sette anni, ma ero scappata di casa…Non mi sentivo accettata, mi sembrava di essere trattata come i mostri che ci attaccavano, mio padre non mi voleva bene…
Per lui ero solo una scocciatura, un peso…Beh! Da quel peso lo liberai! Me ne andai…
Da quando misi un piede fuori di casa la mia vita fu tremenda ,mostri…Mostri dappertutto!
Un giorno mi ero nascosta in un grande edificio di mattoni rossi: IL FABBRO DI RICHMOND.
Mi ero nascosta dietro una lamiera vicino a delle vecchie scatole accatastate.
Avevo paura, tanto paura ,sentivo che i mostri si avvicinavano…All’ improvviso qualcuno strappò la lamiera e io decisa a mostrarmi forte e decisa ed a non morire senza combattere saltai addosso al mostro armata di martello.
Una specie di ragazzo me lo fece scivolare e mi afferrò , io urlai infuriata:
-Basta mostri! Andate via!-
Lui  mi  osservò e una specie di ragazza accanto a lui disse:
-Non vogliamo farti del male. Io sono Talia. Lui è Luke.-
-Mostri!-
Non era la prima volta che si camuffavano per sorprendermi, ma  non ci avrei creduto più!
-No – Garantì la specie di ragazzo –Ma sappiamo tutto dei mostri.  Anche noi li combattiamo.-
Allora io capii erano come me! Le chiesero della sua famiglia e lei rispose:
-La mia famiglia mi odia. Non  mi vogliono. Sono scappata.-
E li prego di non riportarla da loro.
-Come ti chiami ragazzina?- Chiese Talia.
-Annabeth.-
Luke sorrise e disse:-Un bel nome. Ti dico una cosa, Annabeth…Sei parecchio feroce. Ci farebbe comodo una guerriera come te.-
Non ci potevo credere, ero apprezzata…
-Davvero?-
-Oh ,sì- Luke capovolse il suo coltello e le offrì il manico –Ti piacerebbe una vera arma ammazza-mostri? Questo è bronzo celeste. Funziona meglio di un martello.-
Afferrai il coltello eccitata e Luke e Talia mi spiegarono che i coltelli sono armi per i guerrieri più valorosi e inteliggenti.
E lei lo era…
Talia sorrise e disse:
-Sarà meglio andare, Annabeth, Abbiamo una casa sicura sul fiume James. Ti troveremo dei vestiti e qualcosa da mangiare.-
Luke mi mise una mano sulla spalla.
-Fai parte della nostra famiglia, adesso. E prometto che non lascerò mai che ti sia fatto del male. Non ti abbandonerò come hanno fatto le nostre famiglie. Affare fatto?-
-Affare  fatto!-
Talia affermò:
-Ora muoviamoci. Non possiamo fermarci troppo!-
E da quel momento iniziò la mia grande avventura!

 

Il giorno più rivelatore


Bhè ... nella mia vita ci sono stati un bel pò di colpi di scena.
Dalla volta in cui colui che giudicavo un fratello aveva rivelato di voler distruggere mia madre e la sua divina famiglia, o di quando mi accorsi che ero innamorata , e sono  tutt' ora, del mio migliore amico, ma il giorno che li supera tutti è stato quando l' immagine di un gufo mi è apparsa sulla testa.
Il mio arrivo al campo mezzosangue fù piuttosto traumatico.
A soli sette anni, dopo essere scappata di casa, essere stata rapita da un ciclope ed in fine aver visto la tua compagna di avventure, che mille volte ti ha salvato la vita e pian piano è diventata la tua famiglia, trasformarsi in un pino non ti fà sicuramente sprizzare allegria da tutti i pori.
Chirone vedendo la mia situazione , e costatando che non avevo nessuna intezione di smettere di piangere neanche per un secondo, decise di ospitarmi nella Casa Grande finchè mia madre non mi avesse riconosciuta o finchè non avessi superato il trauma. 
Avevo sperato che anche Luke venisse a vivere nella Casa Grande, ma lui era già stato riconosciuto quando era molto piccolo, quindi andò immediatamente nella casa di Ermes, accolto da tutti i suoi fratelli.
Io rimasi chiusa nella mia camera finchè, dopo due settimane dal mio arrivo, uscii all' aria aperta come se non fosse successo nulla e mi incamminai verso l' arena, mi presentai a tutti ed iniziai a prepararmi per l' attesissima caccia alla bandiera, di cui tutti parlavano.
 La descrivevano come la migliore occasione per farsi riconoscere dal proprio genitore divino.
Io ero pronta a farmi valere, e mi dimostrai subito molto portata per la scherma e completamente negata come cavallerizza.
Il giorno della caccia alla bandiera era bel tempo, io come indeterminata mi accodai alla casa del messaggero degli dei che aveva stretto alleanza con le case di Apollo e Demetra.
Io avevo il compito di pattugliare il perimetro, ma in una zona decentrata, lontana dal luogo dove si sarebbe svolta la sfida vera e propria.
Non ero molto dispiaciuta però, avevo solo sette anni e non ci tenevo a morire giovane, anche se morivo dalla voglia di essere riconosciuta preferivo non dovermi scontrare con un omone della casa di Ares.
Le mie preghiere però non furono ascoltate perchè una ragazza gigantesca mi apparve davanti sovrastandomi di parecchi centimetri.
Il gigante teneva in mano la nostra bandiera, ed io senza un secondo di esitazione iniziai ad attaccarla.
 Ovviamente essendo un pò più piccola e mingherlina della mia avversaria i miei attacchi non furono molto efficaci e la ragazza mi disarmò facilmente, facendomi cadere sul terreno umido e fù così che il mio sguardo si posò su una grande radice e mi venne un' idea degna di una figlia di Atena.
Afferrai il piede della mia avversaria che barcolò, riprese quasi subito il controllo, ma non prima che le sfilassi la bandiera dalle mani e la lanciassi lontano.
Lei mi guardò attonnita e approfittando di quel momento nel quale aveva abbassato le difese le saltai al collo, coprendole gli occhi con le mani.
Lei iniziò ad arrancare in avanti con me sulle spalle e non vedendo la radice che avevo adocchiato quando ero caduta ci inciampò e sbattè la testa contro un albero, perdendo i senzi.
Io le staccai le mani dal collo prima che mi trascinasse nel suo elegante tuffo nel fango e mi affrettai a riprendere la bandiera che avevo lanciato lontano.
Quando la presi dei figli di Ermes sbucarono da dietro a degli alberi con il fiato corto, probabilmente stavano inseguendo la fuggiasca ormai KO, la osservarono attentamente, per poi spostare il loro sguardo su di me con la bandiera recuperata in mano.
Iniziarono ad esultare e alle loro grida si aggiunsero delle altre provenienti dal lago, perchè il corno aveva suonato e questo significava che avevamo vinto.
I figli di Ermes mi caricarono in spalla e fra urla e sorrisi, mi portarono al fiume ,dove si trovava Luke con la bandiera avversaria fra le mani.
Mi guardo felice, ma presto la sua espressione si trasformò in uno sguardo di sorpresa.
I figli del dio dei ladri mi posarono a terra con la sua stessa espressione.
Fù in quel momento che Chirone mi si avvicinò urlando:
"Annabeth Chase, figlia di Atena, dea della saggezza e della strateggia militare ".
Solo in quel momento mi accorsi che l' ologramma di una civetta  in volo mi era apparso sulla testa.
Dea della saggezza e della strateggia militare ?Si, mi piaceva decisamente.
  
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