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Autore: rukiachan15    15/07/2012    0 recensioni
Due ragazze, amiche da tanto si riscoprono.
Qualcosa cambierà per sempre il futuro delle due amiche.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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20:00. La festa a quanto avevo capito dalle parole di Natalie sarebbe iniziata alle dieci. Avevo tutto il tempo di prepararmi ma Natalie continuava a urlarmi di sbrigarmi come se mancassero 5 minuti alla festa. * E’ ancora presto..* avevo ribadito quasi infastidita dai continui rimproveri. Lei si era voltata nella mia direzione e mi aveva lanciato un’occhiata glaciale che mi aveva paralizzato. Ero riuscita a sostenere quel suo sguardo pesante soltanto per pochi secondi. Avevo distolto lo sguardo ed ero leggermente arrossita. Sembrava quasi che avessi detto qualcosa di male. Vidi con la coda dell’occhio il suo viso sciogliersi in un sorriso e di rimando accennai un sorriso anche io.

Se ci teneva così tanto che mi preparassi due ore prima del “grande evento” come lo aveva chiamato lei, beh allora lo avrei fatto. Comunque non avevo nient’altro da fare in quelle due ore e credo che avrei guardato per un’ultima volta il tramonto e avrei cercato di memorizzare il più possibile i dettagli del panorama al di fuori della mia finestra. Ma adesso che avevo questo arduo compito tra le mani non mi rimaneva che fare contenta Natalie e iniziare a prepararmi.

Non ero mai stata ad una festa con tutti i miei compagni  con Natalie a dire il vero. La maggior parte delle volte non ero invitata e quando quelle rare volte mi invitavano e decidevo di andare, finivo sempre al centro dell’attenzione, ricoperta di insulti e battutine sgradevoli da parte dei miei compagni. Forse la cosa che più mi dava fastidio era sentire la risata aperta e divertita delle persone che erano attorno a me e ascoltavano ciò alcuni dicevano su di me. Li divertiva vedere una persona in difficoltà. Era divertente per tutti, tranne che per me. Non lo sarebbe stato mai. Anzi, era davvero umiliante stare lì a guardare tutte quelle persone puntarti il dito e ridere di te, per una stupidaggine che qualche tuo compagno troppo stupido ha appena detto.

Scossi la testa mandando via quei brutti ricordi. Ero sicura che se Natalie fosse stata lì gli avrebbe detto qualcosa. Sorrisi. Lei era così. Si sentiva quasi in dovere di proteggermi. Forse per via della mia insicurezza, o forse perché ero più piccola di solo un anno. Accanto a lei mi sentivo al sicuro e avrei potuto avere il coraggio di affrontare anche l’arroganza e la stupidità dei miei compagni. Presi un grande respiro. Si, ce l’avrei fatta. Del resto dovevo tenere fede alla promessa fatta e mi sarei fatta rispettare. A parole sembrava facile, i fatti erano davvero più complicati. Ci avrei provato lo stesso! 

Guardai i vestiti sparsi sul letto. Non potevo indossarli tutti, anche se Natalie avrebbe voluto che lo facessi. A volte aveva davvero delle strane pretese. Disteso alla mia destra c’era un vestitino nero grinzato con degli strass qua e là. Era davvero carino ma forse troppo azzardato. Anche quella maglietta lunga con quei leggins erano perfetti e mi piacevano. Non sapevo proprio decidere. Perciò presi tutto il mucchio di vestiti tra le braccia e lo portai in bagno. Provavo un vestito dopo l’altro, mi guardavo allo specchio, facevo una faccia disgustata e lo toglievo alla velocità della luce.
Ora capivo perché Natalie aveva insistito così tanto perché iniziassi a prepararmi così in anticipo. Mi conosceva così bene? Sorrisi e presi un altro capo sperando che fosse quello definitivo. Iniziavo ad annoiarmi.

21:45. Guardai l’orologio anche se avevo paura di leggere che ore fossero. Sapevo benissimo di essere in super ritardo. Ancora non ero riuscita a scegliere cosa indossare. Ero davvero una frana! Sentii bussare alla porta, con un tocco decisamente poco delicato.* Heii, sei pronta?* aveva urlato continuando a sbattere il pugno contro la porta del bagno Natalie. Ero sicura che lei era già pronta per andare. Ma io non lo ero affatto! Credevo che se avessi avuto più tempo sarei finita allo stesso modo perché non riuscivo proprio a decidere cosa mettere. Ognuno di quei vestiti aveva qualcosa di bello ma indosso a me era come se quel qualcosa si rovinasse e che sortisse l’effetto opposto.
*S-si..ho quasi finito..* dissi continuando a guardare i vestiti. Le avevo mentito ma se le avessi detto che non sapevo che mettere mi avrebbe uccisa. Ci teneva tanto ad andare a quella festa, chissà perché… Chiusi gli occhi e infilai una mano nel mucchio di vestiti. Quella era l’unica soluzione. Lo avrei indossato senza specchiarmi così da non vedere l’effetto finale su di me. Non mi importava se mi stava bene o meno. In fondo stavo andando a quella festa per lei. L’importante era che lei fosse bellissima e perfetta. Come del resto era sempre. Mi aggiustai perbene il vestito e sospirai. Era il momento di uscire.

Aprii la porta e ad aspettarmi fuori c’era Natalie.  La guardai per cercare nei suoi occhi, nel suo viso un moto di consenso per quello che avevo indosso. Alla fine la fortuna, il destino, o qualunque altra cosa mi aveva fatto pescare in quel mucchio caotico una maglietta lunga piena di strass con un enorme scritta in spagnolo che non sapevo né che significasse né come si leggesse. Perciò per quanto mi riguardava potevo avere anche scritto “ faccio schifo” o “ sono la ragazza più bella del mondo” , ma non mi importava granchè. Ci avevo abbinato dei leggins neri, classici. Non avevo avuto il  tempo di sistemare i lunghi capelli che erano rimasti disordinati, forse troppo per una festa.

Cercavo una risposta, una affermazione da parte sua ma nulla, il silenzio. Il suo sguardo si spostava dal mio viso al corpo. Mi stava mettendo in imbarazzo. * Sono in ritardo?* le dissi timidamente. Lei continuò a guardarmi come incantata. Forse avevo qualcosa che non andava, quel suo sguardo fisso mi faceva paura. * N-Natalie, tutto ok?* le chiesi scendendo lo scalino del bagno e avvicinandomi a lei. Ad un tratto la vidi sobbalzare, come svegliata da un sogno.  Aveva risposto con un secco si e si era girata verso la porta d’uscita rapidamente. Cosa c’era che non andava? Mi accostai a lei e aspettai che si decidesse ad aprire la porta. La guardai per un secondo in viso e notai che le sue guance faticavano a nascondere un velo di rossore. Sorrisi,abbassando lo sguardo.

La festa tanto attesa doveva essere in camera di una delle ragazze più popolari della mia classe, Michela. Lei era semplicemente bellissima. Occhi azzurri, capelli castani e un fisico da far invidia ad una modella. E’ inutile dire che aveva tutti i ragazzi ai suoi piedi e che per lei tutti avrebbe fatto qualunque cosa pur di avere un briciolo della sua attenzione. Per quanto mi riguardava, anche se non esprimevo mai giudizi sugli altri, credevo che fosse soltanto una bambina viziata, nel peggiore dei sensi.  Credevo però che doveva anche essere difficile essere una ragazza come lei, così bella, così apprezzata. Non avrei mai voluto trovarmi nei suoi panni per quanto i miei mi stessero alquanto stretti.

Il numero della sua camera era la 307. Abbastanza lontana dalla nostra. Era circa due piani sopra di noi. Avremmo potuto benissimo prendere le scale, in fondo erano solo due  piani, ma Natalie aveva insistito per l’ascensore. Non ero un tipo conforme allo sport e al movimento, ma avrei preferito fare qualunque cosa pur di non entrare in un ascensore. Lo so, la cosa è molto strana, visto che non soffro nemmeno di claustrofobia. Ma gli ascensori mi avevano sempre fatto un brutto effetto e ogni volta, anche a costo di fare svariate e stancanti rampe di scale, preferivo andare a piedi. Ma quella volta non fu così. Nonostante mi fossi battuta per la mia libertà di salire le scale, lei mi aveva trascinato dentro l’abitacolo dell’ascensore con una tale presa che non ero riuscita a divincolarmi.
Quell’angusto spazio mi dava fastidio. L’interno era rivestito di specchi. Natalie premette il numero del piano e salimmo lentamente, così lentamente che pensai che non ci stessimo muovendo affatto. L’albergo in cui stavamo, non era esattamente nuovo, ma aveva qualche decennio perciò mi fidavo ancora meno. Fortunatamente le porte si aprirono con le stesso cigolìo di quando si erano chiuse. Era davvero inquietante. Uscii subito da lì dentro, con il sottofondo delle risate di Natalie. Si divertiva vedermi spaventata e infastidita.

Ci incamminammo subito verso la camera. Iniziavo ad avere un po’ di paura. Ogni passo che facevo pensavo a qualcosa che avrebbero potuto dirmi. UN apprezzamento sgradevole sul vestito, e quant’altro. Ma quella sera non avrei permesso di dire niente. Almeno queste erano le mie intenzioni del tutto buone. Intravidi la porta della destinazione. Alla maniglia era attaccato un cartellino “ DO NOT DISTURB. THERE IS A PARTY!”. Quello stupido cartellino evidentemente modificato mi aveva fatto dimenticare tutto e mi ero sciolta in una risata. Sentii lo sguardo di Natalie su di me, quasi fiero e orgoglioso. * Su entriamo.* mi disse avvicinandosi a bussare. La confusione si sentiva sulla soglia della porta. Immaginavo che la festa fosse già iniziata.

La porta si aprii e ad accoglierci fu Martina, una ragazza simpatica all’apparenza, ma sempre plagiata da quel branco di stupidi. Sorrisi timidamente accanto a Natalie. * Su , entrate!* ci disse con tono amichevole e squillante. Fui quasi sollevata da quella affermazione. Stavo per varcare la soglia incredula di poterlo fare senza sguardi increduli addosso, quando sentii la mia mano essere avvolta da un calore travolgente. Mi voltai di scatto verso Natalie che mi sorrideva innocentemente, mentre sentivo che la stretta aumentava. Cercai di frenare il sangue che scorreva nelle vene per andare ad illuminare le mie guance di rosso fuoco. Abbassai lo sguardo e camminai dritta guardando il pavimento. Sentivo voci, risate, urla, musica e la mia mano era ancora stretta alla sua. 

Il cuore batteva forte, troppo forse. Mi aveva soltanto preso per mano, soltanto per farmi coraggio. In fondo sapeva benissimo che quelli erano i miei “nemici” e che stavo per entrare nel loro campo. Voleva solo aiutarmi a superare l’entrata. Ma allora…Allora perché continuava a stringermela come se qualcuno mi stesso portando via da lei? Come se ci fosse qualcosa che mi tirasse via e lei stesse mettendo tutta la forza per non lasciarmi. Mi sedetti su di una sedia aspettando qualcosa. Avevano alzato il volume della musica quasi al massimo e mi chiedevo francamente perché ancora nessuno dell’albergo non avesse reclamato o fatto dei rimproveri.

Mi guardavo attorno cercando qualcosa da fare. Poi vidi Natalie venire verso di me con un bicchiere in mano.* Tieni, bevi!* mi disse sorridendo tutta eccitata. Chissà cosa c’era lì dentro. Anzi non volevo proprio saperlo, mi sarei limitata a berlo, forse a sorseggiarlo piano piano. Presi il bicchiere e lo portai alla bocca. L’odore era troppo forte per i miei gusti. Non ero una persona che beveva molto, e non ero neanche specializzata nel riconoscere i liquori e le altre schifezze usate per fare gli intrugli. Ne presi un sorso e feci subito una faccia disgustata. Bleah. Era davvero orrendo. Sentii la mia gola infiammarsi d’un tratto e iniziai a tossire. Cosa ci avevano messo tutti i liquori insieme?

*Hei, tieni!* sentii una voce davanti a me. Alzai lo sguardo per cercare di capire cosa mi stesse porgendo. Era sempre lei, Natalie con un altro bicchiere. La guardai male dopo l’effetto che aveva sortito l’ultimo bicchiere che mi aveva dato non volevo più saperne, almeno per qualche ora. * Scema, è solo dell’acqua!* mi disse ridendo e mettendomi in mano il bicchiere. Allora aveva visto che avevo tossito. Che figura, era la solita! Bevvi d’un fiato il bicchiere d’acqua. Adesso andava molto meglio decisamente.

Non sapevo se fosse stata una mia allucinazione ma sembrava che avessero bussato alla porta. Ormai era passata quasi un’ora da quando ero lì e sembrava che nessuno si accorgesse della mia presenza. Stava procedendo tutto normalmente. Ero contenta tutto sommato. In effetti forse perché i soliti stupidi che mi insultavano sempre non era presenti. Meglio così.Nessuno andava ad aprire alla porta. In verità non ero sicura che avessero bussato, ma comunque non stavo facendo nulla perciò quanto valeva accertarmi se avessi o no le allucinazioni. Mi avviai verso la porta attraverso la folla di gente in mezzo alla stanza che ballava scatenandosi su una strana canzone.

Riuscii ad arrivare alla porta sana e salva per fortuna. Girai il pomello e aprii la porta sorridente. Ciò che mi ritrovai davanti non fu piacevole. D’istinto avevo richiuso la porta velocemente. Come se fosse soltanto un brutto sogno, non poteva essere, no! Ma qualcosa l’aveva bloccata. Era un braccio di uno dei ragazzi che aspettava fuori dalla porta. Purtroppo avrei tanto voluto che fossero due ragazzi qualunque ma erano loro, Lorenzo e Mattia, coloro che mi perseguitavano da sempre praticamente. Quel braccio fece forza fino a spostare il peso del mio corpo e ad aprire la porta. Io finii contro il muro e loro mi vennero addosso con aria minacciosa e sguardo crudele e quasi diverito nel vedermi in quelle condizioni.

La festa iniziava già a non piacermi più. * Cos’e’ questa? La festa per le merde? Perché se è così questo è il posto giusto per te!* mi disse a pochi centimetri dal viso. Io lo guardavo impaurita e intimidita dal suo tono grosso e violento. Gli sguardi si rivolsero tutti su di me. Era come se fossi appena entrata e come se prima diallor aio non fossi stata lì con loro.
Mi ero appena resa conto di essere stata per un’ora invisibile.
Anzi forse lo ero sempre stata.
  
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