Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: o donnell    16/07/2012    3 recensioni
-Usciamo insieme-affermò Harry con nonchalance.
Io feci finta di non sentire quelle due mostruose parole, e uscii dalla palestra, seguita da lui. Quando ero arrivata vicino alla porta, mi ricordai di essermi scordata di prendere il cappotto, ma ormai era troppo tardi per tornare indietro.
-Non intendevo subito!-esclamò lui
-Forse non ci siamo capiti, io non ho nessuna intenzione di uscire con te.-gli dissi spietata
-Riuscirò a farti innamorare di me Tua! Vedrai!-mi disse pacato trapassandomi con lo sguardo. –Comunque, questo deve essere tuo- disse Harry porgendomi il cappotto. Ero sbigottita, non pensavo fosse così sveglio il ragazzo.
Genere: Comico, Commedia, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 Capitolo 1

Ora stavo percorrendo il tratto di strada dalla scuola all’aeroporto, dietro Liz, che non aveva mai avuto in tutta la sua vita, un passo così spedito, nonostante i tacchi a spillo. Appena arrivammo all’aeroporto, se ne andò . -Vado in bagno, aspetta qui, tu. Non vorrei ti perdessi.-mi disse sentendosi in dovere di farmi da tata. Dopo un quarto d’ora di dovuto restyling, la vidi ricomparire dalla porta del bagno, con la camicetta slacciata e le labbra color fuoco. Aveva un aspetto ambiguo, e la sua camminata spastica dovuta ai tacchi, la faceva assomigliare ad un trans. Mi venne vicino e impettita -Mettiti dietro di me, sai ci saranno parecchie persone qui, e se ti perdi, rovinerai tutto come al tuo solito.- disse stizzita.
Ad un tratto vidi una folla di ragazzine in preda a crisi di panico, correre verso di noi, per poi spingermi e farmi perdere di vista Liz. Non sapevo se ciò fosse un bene o un male sinceramente. Fatto sta, che tutte queste pazze nevrotiche stavano aspettando l’arrivo degli One Direction con equipaggiamenti degni di un fotografo professionista. Con la differenza che un fotografo professionista non urla dimenandosi. Quando quei cinque individui varcarono la porta dell’aeroporto, tutte le ragazzine strepitarono spingendosi. Io avevo il posto d’onore, vicino ad una ragazza che mi ruppe un timpano urlando: -Ommioddio! Ommioddio! Harry!- secondo me aveva appena perso conoscenza ed era andata in iperventilazione. Aveva le guance cianotiche.

Sinceramente, provai a spremere le meningi, provai a pensare almeno una, una dannata ragione per la quale io, ragazza di 16 anni, sarei dovuta impazzire e perdere la mia dignità morale per quei cinque stupidi. Ma non la trovai. Anzi successe che vedendoli di persona passarmi davanti, trovai un miliardo di ragioni per non voler sapere nulla né di loro, né della loro musica. Insomma : tutte le ragazze perdevano la testa per i riccioli di Harry, ma io vedevo solo una matassa informe sulla sua testa. Che dire del biondo? Era talmente magro che credevo fosse trasparente. Poi, scorsi appena la testa di un ragazzo con i capelli scuri e la pelle olivastra. Ciò che riuscii a vedere fu abbastanza per capire che lui saltò tutto il processo evolutivo, e che discendeva direttamente da una scimmia. Era talmente peloso. Quando invece vidi un tipo con una maglia a righe e i pantaloni arricciati, mi guardai in giro, credendo che l’aeroporto si fosse allagato, e per finire in bellezza, mi passò davanti un ragazzo castano, con una camicia a scacchi, degna di essere usata come tovaglia per un pic-nic.
Notai poi una bionda, che con movenze goffe si accingeva a baciare Harry in bocca. Tutte le fans urlarono, scattando foto all’impazzata, sembrava l’alba lì dentro. Solo quando vidi arrivare Liz vicino a me, avvinghiata a Harry, capii che era lei quella bionda -Ma guarda chi c’è! Ciao Tua!- mi disse Harry facendomi un frugoletto, come ai cani. -Ah sei tornato-gli dissi noncurante. -Non sei felice?- mi chiese lui guardandomi, mentre stringeva la mano di Liz. Stavo per aprire la bocca, quando Liz mi diede una gomitata nelle costole, bloccandomi il respiro. –Sii gentile!- mi sussurrò all’orecchio minacciosamente -Sono…senza parole, davvero, in tutti i sensi- risposi ad Harry cercando di riprendere fiato -Benissimo, adesso che vi siete salutati, tu puoi anche camminare dietro di noi, sai dobbiamo recuperare il tempo perso- mi disse Liz allontanandomi da Harry, con l’ aria di una che ha cose più importanti da fare che tirare gomitate in giro per zittire la gente.
I due piccioncini cominciarono a farsi strada tra la gente, per dirigersi verso casa di lui. Harry si trascinava dietro un trolley e una borsa a tracolla, che Liz, educatamente, non si offrì neanche di portare per lui. -Stasera andiamo a cena fuori?-chiese Harry accarezzando sdolcinatamente la guancia di Liz. -Oh ma certo!- rispose Liz spalancando la bocca . -Beh sono arrivato. - disse suonando il campanello di casa sua. -A dopo Harry!- strillò sgraziatamente Liz -Ci vediamo dopo Liz! Passo a prenderti alle 20,00.- disse lui- ah e ciao anche a te Tua!- mi strillò salendo le scale. Io non me lo filai minimamente. Già mi ero avviata verso casa, e nulla mi avrebbe distolto dal percorrere senza alcun intralcio la strada fino a casa mia. –Non ti hanno insegnato le buone maniere, eh? Ah dimenticavo che qui nel Cheshire siete tutti dei rustici popolani.- mi disse Liz dall’alto della sua finezza, che le fece puntualmente calpestare una cacca di cane. Ma decisi di non dirle nulla. L’odore che emanava parlava chiaro.

Finalmente, dopo un’interminabile giornata, ero a casa. 
Mi spalmai prontamente sul divano dopo averlo scavalcato con un salto degno di un atleta. Accesi la tv per guardare la mia sit-com preferita, che andava in onda ogni sera. Distesi le gambe sul tavolino davanti a me. Dio che pace. Non sentivo neanche la voce di quella stupida. Era sotto la doccia. Mi tolsi le scarpe, e alzai il volume della tv, perché finalmente Eric, protagonista della sit-com, scopriva che il suo amico era mutante. Aspettavo questo momento da una vita. Il mio cervello era pronto. Anche Liz era pronta. Per accendere il phon e asciugarsi i capelli, però. Così puntualmente non capì nulla del film, che tra l’altro finì dopo poco.
Decisi così di andarmene in camera a leggere un libro che avevo comprato il giorno prima. D’un tratto la porta della mia camera si aprì, lasciando entrare Liz.
-Ti serve qualcosa?-dissi fissandola -Sì, cercavo il tuo cerchietto rosa- disse passandosi una mano sul mento -Non ho nulla di rosa. Né tantomeno un cerchietto. Mi dispiace infinitamente.-le dissi aspettando che uscisse dalla porta. Ma nulla. Anzi, si avvicinò alla mia cassettiera, e cominciò a rovistare tra le mie cose. -Ehi, giù le mani dalle mie cose! Se ti serve qualcosa, me lo chiedi- gli dissi incastrandole le dita nel cassetto. -E se ti chiedo qualcosa, devi darmelo!-mi ordinò lei -Tutto quello che ti darò, è un calcio in culo se non te ne vai dalla mia stanza. - le dissi scandendo le parole aggressivamente. -Gradirei che tu fossi più gentile con me. In fondo, non mi costa nulla dire ad Harry che tu hai una cotta per lui, o per uno dei suoi amichetti.- mi minacciò inarcando il sopracciglio. -Gradirei non rivedere mai più la tua schifosissima faccia. In fondo, non mi costa nulla farti una foto mentre sei struccata e mandarla ad Harry e i suoi amichetti.- le dissi sfottendola. Evidentemente la mia minaccia l’aveva spaventata sul serio. Evidentemente si rese conto che la sua faccia struccata poteva spaventare chiunque. -Sono tornata!- urlò mamma dal piano di sotto, posando le chiavi sul tavolinetto all’entrata. Io non mi sforzai neanche di salutarla, tanto non mi avrebbe sentita.
Mancava un quarto d’ora alle 20.00, e l’agitazione regnava sovrana in casa. Sentivo i passi pesanti di Liz per tutta casa, era così aggraziata che il pavimento tremava. Poi sentivo sbattere i cassetti e sbuffare. Suonò il campanello.
–Vai tu Mia!- gridarono in coro mamma e Liz. Solo all’idea di dover aprire la porta a quell’energumeno, mi infastidiva tremendamente. Mi ritrovai davanti la sua faccia pallida e quei capelli che per la specialissima occasione avevano assunto le sembianze di un furetto morto. Aveva in mano un papavero bianco. Si direbbe appena strappato dal campo dietro casa sua. Era famoso in tutta Holmes Chapel per conquistare una ragazza con i papaveri. Regalava sempre e solo quelli, chi sa perché -Oh Tua!- mi disse ridendo Harry - Ma che bella sorpresa!- gli dissi sarcastica -Stavo aspettando Liz, ma se non c’è posso accontentarmi di te.- mi disse squadrandomi dalla testa ai piedi con aria ironica -Mi dispiace, sono io che non mi accontento di te. E comunque, l’attesa sarà ancora lunga, sai si stava depilando…- gli dissi tradendo una risata, dirigendomi al piano di sopra per bussarle alla porta del bagno. -Arrivo! Eccomi!- si precipitò verso di lui lasciando una scia stucchevole di profumo allo zucchero filato. Che si insinuava in ogni angolo della casa. Ora aveva impregnato anche la mia camera. Lo odiavo, me lo sentivo anche in bocca. Questa volta non sprecai neanche le mie preghiere. Tanto non sarebbe mai caduta dalle scale. Ma decisi di seguirla lo stesso con lo sguardo fino all’ultimo scalino, giusto per essere sicura di non perdermi un’eventuale caduta.
Lui le porse quel papavero spelacchiato e lei lo ringraziò baciandolo maldestramente -Oh ma che carino, grazie !-disse guardandolo schifita. -Ciao ciao. Divertiti stasera!- mi urlò Liz. Io non ci feci caso, e mi infilai le cuffiette. -Ciao ragazzi!- urlò mamma dalla cucina. La porta si chiuse dietro di loro, facendoli scomparire. Tirai un sospiro di sollievo. 

Improvvisamente il mio cellulare si illuminò e sul display lessi il nome di mio cugino, non che mio migliore amico. Decisi di rispondere. -Pronto?- dissi sorpresa. -Mia! Stasera sono solo a casa, e non ho nulla da mangiare, ti va di venire da me, e magari, mentre vieni, ti fermi a prendere un po’ di pizza. Che ne dici? – mi chiese Alan, al di là del telefono. -Perfetto direi!- dissi convinta. Ero felice di poter scappare da questa noiosa serata che mi si prospettava in compagnia di mamma e George.
Infilai le mie Coq: -Mamma, vado da Alan !- non aspettarmi alzata. Ciao!- gli feci prima di sbattere la porta.

Io amavo mio cugino. Non in quel senso. Lui per me era come quel fratello che non avevo mai avuto, aveva la stessa età di Harry, infatti era un suo compagno di classe, ed erano amici. Ma non avevano nulla in comune. Alan era il ragazzo più disponibile, sincero, leale, altruista e divertente che abbia mai conosciuto. Eravamo soliti trascorrere molto tempo insieme e visto che lui era figlio unico e che i suoi genitori erano morti in un incidente stradale appena due anni fa, eravamo molto uniti e avevamo un rapporto unico. 
Bussai tre volte velocemente e due piano, era il nostro segnale segreto. -Mia! Entra!- mi accolse Alan -Ciao cuginetto!- gli dissi scompigliandogli i capelli, alzandomi sulle punte. -Ho saputo che non hai perso tempo a rivedere Harry!- mi disse aprendo le scatole della pizza. -Ti riferisci a Liz!- gli dissi acida, cercando con lo sguardo la pizza ai peperoni -Dimenticavo quanto odiassi entrambi. E’ più forte di te, vero Mia?- mi fece scoppiando a ridere -Mh, sai, comincio a capire come mai si trovino così bene insieme! Entrambi sono fidanzati solo perché uno è famoso, e l’altra troppo stupida per capire. E poi, non puoi negare il fatto che lui sia un Dongiovanni. In un anno sarà uscito con 30 ragazze almeno.- ribattei sedendomi. -Invece io non capisco cosa ci trovi Harry in una ragazza come lei! Sembra una barbie.- disse masticando a bocca aperta -Sì, una barbie riuscita male!- lo ripresi indicandolo col dito.-E lui sarà il suo Ken.- continuai -Oh andiamo!- mi disse Alan spingendomi- Harry non è poi così male come ragazzo! Magari non sarà il tuo principe azzurro-disse prendendomi in giro- ma ti assicuro ti sei fatta un’impressione sbagliata di lui- continuò -Forse stiamo parlando di due Harry diversi!- gli dissi scrollando la testa. -Dai, non giocare sempre! Fa così solo per dimostrarsi misterioso ed affascinante, ma in realtà, è una persona semplice, fidati.- mi rassicurò ridendo -Guarda che non devi convincere me!-gli dissi scocciata. -E va bene. Uno di questi giorni lo inviterò qua, e te lo farò conoscere meglio, fuori dagli sguardi indiscreti di Liz.- disse facendomi l’occhiolino, accarezzandomi il braccio. -Ma per piacere!- gli gridai sbattendo il piede per terra- non ho bisogno di uno speed-date, né tantomeno con lui!- gli dissi aggrottando la fronte, togliendomi la sua mano dal braccio. -Ok, ok. Non ti scaldare. Forse è meglio cambiare argomento.- disse sorseggiando la sua Sprite.



Ecco che entra in scena il cugino di Mia, Alan, uno dei personaggi chiave della nostra storia. In quanto a Liz, immaginatevela come Ashley Tisdale, Alan immaginatevelo come il vostro migliore amico o vostro cugino ahah. Scusate se il capitolo e soprattutto i dialoghi sono tutti storti, ma oggi EFP fa i capricci, è quasi da due ore che ci combatto e ora non ne posso più. Scusate.
Non so che dire se non grazie a voi che avete letto, recensito, che seguite e preferite questa FF, per me significa molto, quindi grazie davvero.
Ditemi se trovate che i capitoli siano troppo lunghi o corti o non lo so, così mi organizzo per il futuro.
Ora vi lascio, grazie ancora, vi voglio bene,

old yellow bricks
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: o donnell