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Autore: truelena    30/01/2007    6 recensioni
“Ah e lo sai un’altra cosa? Se solo tu non fossi così presuntuoso e così preso da te stesso forse potresti avere una persona vicino, una ragazza che ti tenga la mano nei corridoi e che ti faccia sospirare per un bacio. Una ragazza a cui porteresti un mazzo di margherite colte di nascosto nel parco, una ragazza per cui metteresti la testa apposto e una ragazza con cui fare passeggiate notturne a cavallo della scopa. Una ragazza con cui guardare la prima neve e festeggiare la coppa di Quiddich. Una ragazza il cui pensiero di andarci a letto è così maledettamente lontano da avere paura come se fosse la prima volta. Una ragazza che ti faccia battere il cuore e avere le farfalle nello stomaco.”
La storia è ferma ormai da qualche mese e visto che non riesco ad andare avanti, proverò a tornare indietro. La sto riscrivendo interamente e non so quanto ci impiegherò, perciò vi chiedo di avere pazienza e anche un pò di fiducia, perchè prima o poi la finirò - la trama di base sarà sempre la stessa, anche se cambieranno un pò di cose. Ci rileggeremo presto, sperando che la nuova versione vi piacerà come la precedente, se non di più.
Genere: Romantico, Commedia, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Mille e una notte più una

Mille e una notte più una

-Eroe a tutti i costi-


Erano passate poco più di due settimane, nelle quali le EV (Esercitazioni di Volo) si erano intensificate notevolmente in preparazione dell’esame finale che si sarebbe tenuto a giorni. Il professor Rudulphus fu molto più esigente del dovuto, e per ben due volte fece scoppiare a piangere una ragazza di Corvonero, che non riusciva a fare il giro del campo di Quidditch nel tempo stabilito. Con grande stupore di Alice (e anche di James, anche se non l’avrebbe mai ammesso), Lily riuscì a montare sopra la scopa e restare in aria per più di due minuti, per poi scivolare rovinosamente a terra, quando aveva provato a scendere. Suo malgrado fu molto soddisfatta del risultato, ma il professor Rodulphus non era della sua stessa idea, infatti la richiamò alla fine della lezione per comunicarle nuovamente che il suo livello era ancora troppo basso per rientrare all’esame. Quando invece fu il turno di James, tutti trattennero il fiato, sapendo bene della competizione che si era instaurata tra i due, e al via lo videro slanciarsi in avanti con la scopa e diventare sempre più piccolo in prossimità della fine del campo. Aveva la testa premuta contro le mani, che erano a loro volta agganciate al manico, per tagliare con più velocità il vento, e i capelli erano tirati indietro con una fascia per non disturbare la visuale. Quando tornò al punto di partenza tutti aspettarono silenziosi il risultato, che arrivò nel modo meno previsto: il professore si limitò a segnare il tempo su un block-notes e chiamò il successivo. Allo sguardo interrogatorio di Sirius, James inarcò un sopracciglio riflettendo sul fatto che non era semplice coincidenza, e si tenne stretto il suo pensiero, finchè alla fine della lezione si avvicinò al professore.

“Mi scusi”, non sapeva bene come comportarsi, perché oltre le ore di lezioni, non aveva mai avuto una conversazione con quell’uomo.

“Dimmi”, il professore si girò sfogliando il block-notes, finchè non alzò gli occhi verso di lui, “Potter, giusto?”

“Sì, senta vol-”

“Immagino che tu sia qui per sapere il tuo tempo.”

James si sorprese di tanta audacia, visto che la strada necessaria per arrivare dal professore l’aveva impiegata per mettere su un discorso che non fosse troppo arrogante, e ringraziandolo mentalmente annuì funesto.

“Non voglio che gli altri si montino la testa nel sapere che qualcuno è riuscito a battere il tempo stabilito da me, e cosa ancora più ovvia, non voglio che tu pensi di esserci riuscito.”

“Vuole dire ch-”

“Non stiamo qui per giocare, e non è una semplice gara a chi è più bravo, e il fatto che sia solo una preparazione, non implica il fatto che dobbiate prenderlo alla leggera.”

“Preparazione a che cosa? E comunque credo di averlo preso anche troppo sul serio”, se c’era una cosa in cui si era impegnato con tutto se stesso, era proprio in questo, e gli dispiaceva che non fosse materia di valutazione. Avrebbe potuto vantarsi delle sue E per tutto l’anno scolastico, facendo morire d’invidia Remus, quando si sarebbe rifiutato eventualmente di fargli copiare i compiti.

“Dimmi la verità, ti saresti impegnato con la stessa costanza e audacia, se io non te ne avessi dato la possibilità?” James lo guardò perplesso, e prima che potesse formulare un’altra domanda, il professore riprese il suo discorso, “se io ti avessi rivelato le tue capacità, ti saresti dato così tanto da penare per convincermi di ciò che sapevo già?”

E tutti quei giorni passati a piangersi addosso immaginandosi la scena che avrebbe visto come protagonisti lui e suo padre, mentre gli rivelava la triste verità che non avrebbe mai giocato come Cercatore nella nazionale Irlandese, gli sembrarono solo tante futilità. Si era crogiolato in uno stato di assoluto pessimismo, dettato più dalla sua convinzione nei riguardi di quell’uomo, che dalla pura realtà. Improvvisamente si sentì tanto stupido, quanto egoista, per aver solo pensato che per impegnarsi in un obbiettivo, doveva avere bisogno di un pretesto e di un motivo per concentrare tutte le sue capacità, per poi scoprire che era tutta una montatura.

“E perché me lo dice adesso? Proprio a una settimana dagli esami?”

“Perché spero tu ne abbia preso coscienza”, il professore distolse lo sguardo da James, e lo riportò sui fogli, che cominciarono a sfogliarsi da soli.

Nonostante i vari rimproveri, molti studenti presero l’impegno alla leggera, sostenendo che se malauguratamente non avessero superato l’esame, non avrebbero perso un certificato (come invece accadeva per l’esame di Smaterializzazione) e il voto non avrebbe influenzato la media. Queste voci giunsero a Silente, che alzatosi una sera a cena, smontò in pochi minuti le teorie infondate, sottolineando anche che per tutte quelle persone che non si fossero impegnate per il superamento della prova finale, avrebbero avuto altre lezioni aggiuntive, e si sarebbe occupato personalmente di farle cadere in concomitanza delle uscite ad Hogsmeade. Dopo di che si era seduto con il suo solito vestito ingombrante, sorridendo amabilmente ai quattro tavoli, che al suo cenno si riempirono di cibarie.

La mattina seguente furono attaccate alla bacheca i seguenti avvisi:


L’esame dell’Esercitazione di Volo

Si terrà secondo questo calendario:

Sesto anno – 30 novembre dalle 10.00 a.m. alle 12.30 a.m.;

Settimo anno – 30 novembre pomeriggio dalle 04.00 p.m. alle 06.30 p.m.


La prossima uscita ad Hogsmeade è prevista per

Sabato 1 dicembre.


Remus fece il suo ingresso nella Sala Comune a capo di una piccola folla di primini, che entusiasti si dispersero nell’ambiente. Alla fine della lunga fila sbucò Lily Evans, che si era trattenuta a parlare con la Signora Grassa circa le novità che circolavano tra le mura di Hogwarts.

“Lily ci sono io, non ti preoccupare”, il ragazzo dall’aria perennemente malaticcia gli sbucò da dietro, facendola sobbalzare.

“Non devo fare niente di meglio”, sorrise lei accondiscendente, sapendo bene che il tema di Trasfigurazione - ancora da iniziare - l’avrebbe aspettata la sera stessa.

“Siamo amici, no?”

“Non devi preoccup-”

“Lily pensi che sia stupido? Queste lezioni di volo ti hanno coinvolto più di quanto credi e non puoi passare tutte le sere in bibloteca”, Lily rimase interdetta alle parole del Prefetto, ma non potè non ammettere che aveva ragione, ma non per questo avrebbe tenuto meno ai suoi impegni.

“Non essere melodrammatico, Remus. Non è successo nulla, veramente.”

“Sei incredibile”, Remus scosse la testa divertito, conoscendo l’orgoglio di Lily, che non le avrebbe mai permesso di andarsene in biblioteca, sapendo di aver tradito la spilletta che portava.

“Vado a prendere il secondo gruppo”, concluse infine lei sorridendogli riconoscente, e prima di chiudersi alle spalle il quadro, salutò con la mano James, il quale riprese a parlare animatamente con Sirius davanti al fuoco.

“… e tu scagli il Bolide con tutta la tua forza contro il Battitore avversario, mentre…”

“… hai intenzione di chiederle di uscire entro la fine del millennio?”

“… Tylor Phillings, che a quel punt- COME?”

“Vuoi chiederle di uscire prima che lo faccia qualcun altro?”

James scese dal suo mondo fatto di tattiche e di scope, e il suo sguardo catturò la chioma rossa di Lily, che scomparì attraverso il passaggio.

“Non credo che lo farò.”

“Perché?” Sirius stentava a credere alle sue orecchie, e lasciò cadere le figurine che aveva in mano, che servivano per ricostruire teatralmente una partita di Quidditch.

“Santo Godric, Sirius! Ora dovremo ricominciare tutto da capo”, James si alzò per raccogliere le figurine, mormorando fra sé e sé i nomi dei giocatori di Grifondoro.

“Dall’euforia del tuo tono, devo dedurre che la Evans ha nuovamente declinato il tuo invito?”

“Non ha avuto modo di rifiutarmi, visto che questa volta non le ho dato la possibilità di farlo”, ripetè James visibilmente scocciato.

“A chi non hai dato la possibilità di farlo?” si intromise Remus, che si sedette sul tappeto ai piedi della poltrona di Sirius, “hai nuovamente vietato a Peter di toccare la tua scopa?”

“Peggio ancora”, ghignò Sirius.

“Hai vietato a Sirius di fare i tuoi compiti?”

“No”, Sirius arricciò il naso, “per la prima volta nella storia del Malandrini, James non chiederà alla Evans di uscire.”

“Per la prima volta nella storia di Hogwarts, Ramoso ha dato prova che nel suo cervello non ci sono solo Boccini d’Oro che si rincorrono.”

“Hai ragione, ci sono anche i Bolidi”, Sirius cominciò a ridere della sua battuta, che probabilmente non fu afferrata dai suoi due amici, “cos’è il circolo dei cuori infranti?”

“Hai il tatto di un Troll in gonnella”, rispose pronto Remus facendo azzittire di colpo Sirius, che incrociò le mani al petto con fare offeso, “secondo me, è stata un’ottima idea.”

“Non credo che un’idea presa su due piedi possa ritenersi ottima, ma accetto lo sforzo”, lo canzonò James.

“Mi sembra che la tua presunta ottima idea prima ti abbia salutato.”

Il fatto che l’aveva salutata non vuol dire che era pazzamente innamorata di lui, come ripeteva ogni giorno Peter; il fatto che a Storia della Magia Lily gli aveva suggerito una data, non vuol dire che aveva a cuore la sua media scolastica; il fatto che a cena gli aveva rivolto per prima la parola, non vuol dire che ogni volta che si incrociavano nei corridoi, dovevano instaurare un discorso sulla lezione di Pozioni della stessa mattina. Quello che stava facendo la Evans, era limitarsi ad avere con lui un rapporto strettamente professionale come d’accordo.

“Vado in Dormitorio”, Sirius si alzò di scatto e a lunghe falcate attraversò la stanza.

“Ma cosa gli è preso?”

“Fa sempre così quando non è compreso”, disse in tono sentimentale Remus, “comunque, anche se so benissimo che non ti interessa, se stasera ti capita di passare casualmente vicino alla biblioteca, ti consiglierei di approfondire il tema per domani. Ora vado, se Lily scopre che ho lasciato da soli quei marmocchi, sono un uomo morto.”

James lo vide avvicinarsi al gruppetto dei bambini, e si domandò quanto potesse rischiare, se quella sera avesse avuto la cattiva idea di seguire il consiglio di Remus.

Eppure non era mai morto nessuno facendo i compiti.

***

Se qualcuno avesse mai chiesto a James “quante sono le crepe nel muro del corridoio che porta alla biblioteca?” lui sarebbe stato in grado di rispondere senza indugiare. E lo saprebbe qualsiasi persona che abbia passato le ultime ore a fare avanti e indietro in prossimità della biblioteca. Ma visto che nessuno potrebbe formulare una domanda del genere, e comunque le gambe stavamo cominciando a lamentarsi, si issò sulla spalla la tracolla, e varcò l’ingresso. Non era la prima volta che entrava in quell’enorme stanza, ma il fatto che fosse pressoché vuota, gli diede l’impressione di essere ancora più grande. Ignorò di proposito l’occhiataccia di Madame Pince, e prima di essere buttato fuori si inoltrò nel primo scaffale: Incantesimi. Finse di controllare i titoli e maneggiò alcuni volumi, sfogliandoli velocemente, poi li sistemò ordinatamente, mentre un paio a caso li infilò nella borsa. Percorse il corridoio diviso dai libri, svoltando negli angoli che gli permettevano una buona visuale dei tavoli, finchè non trovò la ragazza che stava cercando.

Che cosa aveva detto Remus?

Di approfondire il tema per domani, se non sbagliava. E sempre procedendo su questa linea, domani avrebbero dovuto svolgere il tema di trentacinque centimetri su Trasfigurazione.

Si tolse la tracolla e controllò se aveva preso tutto il necessario: piuma, pergamene, calamaio…

“Ti sei perso?”

La voce femminile fece saltare il ragazzo, che non riuscì a mantenere salda la presa sul calamaio, che cadde rumorosamente a terra.

Reparo!”, i frammenti dell’oggetto si ricongiunsero e Lily si abbassò per prenderlo.

“Grazie”, afferrò l’oggetto dalle mani di lei e lo infilò velocemente in borsa, e quando si girò la ragazza non c’era più. Si guardò in giro, e notò che al tavolo non era tornata, ma poi udì dei passi alla sua sinistra e la rivide comparire con in braccio un enorme tomo diretta verso le sue cose.

“Hai intenzione di studiare quel coso?”

“E’ per una ricerca supplementare di Erbologia”, mentì lei, mentre sistemava le pergamene sparse sul piano.

“Hai già fatto il tema di Trasfigurazione? Perché io ancora no, e mi chied-”

“Ascolta questo non è posto per conversare”, tagliò corto lei.

James si morse il labbro mortificato, e si sedette davanti a lei silenzioso: rovistò nella tracolla e prese tutto il materiale cercando di fare il meno rumore possibile, sapendo bene di avere gli occhi della ragazza puntati addosso. Istintivamente aprì la bocca per chiederle un parere sul compito, ma poi provvidente la richiuse e cominciò a scrivere di buona lena.

***

La mattina seguente James si era svegliato presto a causa di Remus, che accidentalmente aveva rovesciato il baule e tutto il suo contenuto (non del tutto legale) sul pavimento.

“Merlino!”

“Lunastorta, hai intenzione di buttare giù dal letto tutto il castello?”

“Mi dispiace se ti ho svegliato”, rispose soave il ragazzo, “ma il mio calzino per non so quale motivo era dentro il tuo baule, e quando ho provato a prenderlo, si è portato dietro tutta una serie di oggetti, che hanno contribuito alla riuscita di questo casino!”

James si massaggiò le tempie, non ancora abituato al torpore del mattino, e dopo aver inforcato gli occhiali, saltò giù dal letto per controllare i danni.

“Non ti preoccupare, non c’è nulla di rotto, anche se dal fracasso deve essersi sicuramente spaccato qualcosa”, scherzò James, “no, no, niente magia!”

“Perché? E’ il minimo e poi ci metto un secondo”, Remus abbassò la bacchetta aspettando una spiegazione dall’amico.

“Mi sembra una buona occasione per fare ordine nelle mie cose… in tutti i sensi.”

“A proposito, com’è andata ieri sera la tua patetica scenetta del ragazzo studioso?”

“Bene”, James si sedette sul pavimento, incrociando le gambe e incominciò a sparpagliare gli oggetti intorno a lui, “non ci crederai ma ho fatto tutto il tema da solo.”

“Non ti ha aiutato la Evans?” Remus si era avviato in bagno.

“No, sai la biblioteca non è un luogo in cui si può parlare”, tra la montagna che si era formata, trovò un paio di carte di caramelle, e le accantonò in un angolo.

“Mi sembra naturale”, il rumore dell’acqua coprì la voce di Remus, e finchè non rispuntò dalla porta, la camera rimase avvolta nel silenzio, interrotto solo dal maneggiare di James, “e mentre scrivevi, Lily che faceva?”

“Ha parlato di una ricerca di Erbologia, ma non ho capito bene. Sai, non mi sembrava in vena di chiacchiere ieri sera, come sempre d’altronde”, ammise lui a malincuore.

“Ti ha permesso di stare con lei, no?”

“Beh, se vogliamo proprio dirla tutta, mi sono semplicemente seduto di mia iniziativa, di certo sarebbe stato più carino un suo invito, ma adesso mi sembra di chiedere troppo”, si sporse in avanti e notò tra i vari colori, quelli sgargianti della sua sciarpa Grifondoro, che cercava da parecchio tempo. Se la strinse al petto, sentendo quella sensazione famigliare. Ricordava ancora quando suo padre gliela aveva regalata in una di quelle tipiche giornate soleggiate di fine estate, mentre stavano raggiungendo il campo dove si sarebbe tenuta la finale Nazionale di Irlanda contro Scozia. James saltellava accanto a suo padre eccitato, finchè egli non premette una mano sulla sua spalla, per incitarlo a calmarsi e a dargli attenzione.

“Non va bene così”, il suo sguardo era fisso su quello del figlio, che deviò imbarazzato.

“Mi dispiace, è solo che…”

“… è solo che ti manca questa”, il suo tono cambiò radicalmente, assumendone uno più gioviale e comprensivo, per poi far spuntare da dietro la schiena quella stessa sciarpa che ora teneva stretta a se. Sorrise.

“Senti ora devo andare”, la voce di Remus lo riportò con i piedi per terra.

“Andare? Dove?”

“Ho un incontro dei Prefetti, ecco il motivo per cui mi sono svegliato così presto.”

“Visto che sono sveglio anch’io, potrei venire con te”, propose James sornione.

“Sono ammessi solo i Prefetti, lo sai.”

“Lo so, Lunastorta, era per dire. Salutami la Evans”, tornò a concentrarsi sugli oggetti, quando si girò di scatto, “ma su che cos’era questa ricerca di Erbologia?”

“Non lo so”, poi Remus richiuse la porta pensieroso, “aspetta, ma lei ha fatto solo quello?”

“Quando c’ero io, sì. Ha sfogliato quell’enorme libro per tutto il tempo.”

“Vuoi dire che non ha fatto il tema di Trasfigurazione?”

“Ma che domande: certo che sì, l’avrà svolto una settimana fa”, disse in tono canzonatorio James.

“Non ne sarei così sicuro.”

“E’ della Evans che stiamo parlando, di quella ragazza che fa addirittura delle ricerche supplementari…”

Ma Remus non lo stava ascoltando più, perché aveva realizzato una cosa a cui ieri sera non aveva pensato, quando aveva proposto a James di passare in biblioteca: conoscendola, Lily non avrebbe mai permesso a nessuno di farsi vedere in ritardo con i compiti, ancora peggio da James. Era sempre più sicuro che lei avesse inventato su due piedi quella ricerca, come scusante per trovarsi a quell’ora in biblioteca.

“Fino a che ora sei stato con lei?”

“Siamo andati via insieme quando ha chiuso la biblioteca. Remus, è tutto apposto?”

Il ragazzo sbiancò, e senza rispondere uscì di corsa dalla stanza.

***

“Lily, meno male che sei qui”, Remus Lupin arrivò con il fiatone davanti alla ragazza, che scorgendolo da lontano lo aveva aspettato.

“Dove dovrei essere? Non c’è l’incontro con i Prefetti ora?”

“Sì infatti” poggiò le mani sulle ginocchia, cercando di prendere fiato, “il compito… il compito di Erbologia… anche quello di Trasfigurazione…”

“Calmati Remus, cosa stai dicendo?”

“Perché non hai fatto il compito della McGranitt?”

“Ma cosa dici?” Lily si sistemò una ciocca ramata dietro l’orecchio visibilmente nervosa.

“Dico che non lo hai fatto, per il semplice motivo che James era lì con te.”

“Non essere sciocco.”

“Che fate entrate?” una ragazzo di Tassorosso sbucò dalla porta davanti, e i due ragazzi Grifondoro convennero che ne avrebbero discusso dopo.

***

“James, hai visto Remus?” Sirius entrò nell’aula di Trasfigurazione, ravvivandosi i capelli dispettosi.

“Aveva un’incontro con i Prefetti, avrà fatto tardi”, non fece in tempo a sedersi, che il loro amico comparì dalla porta e si avvicinò a loro.

“James, devo parlarti”, posò nervoso la borsa sul banco, e si sedette vicino a lui, “è tutta colpa mia.”

“Cosa?”

“Il compito di Trasfigurazione, mi dispiace, non potevo immaginarlo.”

“Adesso sì che è tutto chiaro”, borbottò ironico.

“La Evans non ha fatto il compito, perc-”

“Buongiorno ragazzi”, la professoressa McGranitt fece il suo ingresso nell’aula, e in un secondo si ammutolirono tutti, tranne James che esclamò “COSA?” facendo voltare tutti. “Signor Potter, può evitare?”

“Sì, mi scusi”, il suo sguardo saettò tra i suoi compagni, finchè non trovò una famigliare testa rossa nei primi bianchi.

“Pss”, Remus diede una gomitata a James, il quale si voltò nervoso, “non ha fatto il compito, perché c’eri tu.”

“Io? Ma avremmo potuto farlo insieme.”

“Cosa avresti pensato, se la Evans avesse ammesso che non aveva fatto i compiti?”

Il Cercatore non potè rispondere, perché la professoressa lo azzittì con uno sguardo: cosa avrebbe pensato? Beh, che era una cosa strana, ma non più di tanto. Si era sempre chiesto se lei fosse una ragazza normale, e ora ne aveva la certezza.

“Siete riusciti tutti quanti a fare il compito? Bene, dal vostro silenzio immagino di sì, quindi… Accio compiti!

Tanti fogli quante le persone presenti volarono verso la cattedra, fino alla mano tesa della professoressa che si preoccupò di contarli.

“Ne manca uno”, ammise alla fine.

James notò che la Evans si era appena alzata, e stava per prendere parola, quando un’idea gli saettò per la testa.

“Il mio!”

“James, ma che ca…”

La donna lo guardò con cipiglio severo, e sfogliò velocemente i fogli, finchè non ne tirò fuori uno.

“Sono sorpresa quanto lei di vedere un suo compito, ma qui c’è scritto ‘James Potter’ e se non c’è un altro ‘James Potter’, e non c’è, sono sicura che converrà con me, che questo è proprio il suo.”

“C’è, perché l’ho scritto io. Ma in realtà è della Evans.”

“COSA?!” Lily si girò di scatto.

“Vede, per sbaglio ho smarrito quello di Lily Evans, che aveva accuratamente svolto una settimana fa, e per punizione mi aveva detto di rifarlo… solo che ho sbagliato a scrivere il nome.”

“E così?” la professoressa si rivolse alla ragazza.

“Beh… io…” si girò verso il ragazzo, che con il labiale gli disse “Dì di sì!”, e per un momento decise di non seguire quella falsa, e che non avrebbe mai retto il gioco a James Potter; poi convenne che se avesse detto di no, la professoressa avrebbe creduto a lei, e lui ci avrebbe fatto la figura di un Troll. Ben gli sta, si ostinò a pensare, ma dopotutto lui non aveva esitato a prendersi la colpa, anche se il motivo lo ignorava totalmente. “Sì.”

“Benissimo. Ora signor Potter, se fosse così gentile da dirmi dov’è il suo…” la McGranitt lo fissava con un cipiglio severo.

“Emh…”

***

“Mi sa che la tua scusa non l’ha bevuta la McGranitt”, Sirius appoggiò affettuosamente una mano sulla spalla di James, che si limitò ad alzare gli occhi al cielo.

“Non è stata un’ottima trovata quella del compito invisibile”, convenne Remus.

“Certo però che è stata veramente sadica, assegnarti ben due temi in più…” continuò Peter.

“Gli è andata bene, cosa gli è saltato in mente di prendersi tutta la colpa?”

James camminava nei corridoi al fianco dei suoi amici, quando all’entrata della Sala Comune non trovò ad aspettarli quella stessa ragazza che animava i suoi sogni più sconci e non.

“COME TI E’ SALTATO IN MENTE?” Lily aveva i libri stretti al petto, i capelli che scendevano liberi sulle spalle e le gambe appena divaricate.

“Ti posso spiegare, io…” James disse la frase con un tono calmo, cercando di sciogliere la tensione, ma la ragazza le fu subito addosso.

“IO, COSA POTTER? CHE SENSO HA QUESTA COMMEDIA?”

“Vorrei farti notare, che hai partecipato anche tu alla cosiddetta commedia”, si intromise Sirius rabbioso.

“Non ti immischiare, tu”, Lily si avvicinò verso di loro, e per un momento James prese in considerazione l’idea di darsela a gambe, ma poi si sentì afferrare per il braccio e trascinato fuori. Inutile dire, che opporre resistenza era inutile.

“Posso spiegarti.”

“Cosa?! Che ti sei permesso di dire che il TUO compito, era il MIO?”

“L’ho fatto solo per te…” ormai erano arrivati nel parco, e i loro piedi affondarono nella neve, [“… l’unica cosa che mi dispiace è che la prima cosa che mi hai chiesto è stato il motivo del mio gesto. Eri così sicura che dietro al mio comportamento ci fosse qualcos’altro che non hai valutato neanche per un secondo l’idea che io abbia solo seguito il mio istinto, senza crogiolarmi in ragionamenti contorti.”]

“Ma io non te l’ho chiesto, lo vuoi capire?” ormai la ragazza era sull’orlo di una crisi isterica, e la voce sulle ultime parole si era incrinata.

“Oh scusa se ho pensato di salvare la tua reputazione.”

“Quale reputazione? Quella della saputella so-tutto-io? Ma per favore…”

“No, quella che mi reputa meno di nulla, da dover fingere di fare un compito di Erbologia in mia presenza, perché non riesce ad ammettere i suoi limiti!” si rese conto del significato delle sue parole, quando lei lo guardò con cattiveria, facendo un passo indietro.

“Ma tu cosa ne sai…”

“Beh, per quanto tu mi puoi ritenere imbecille, le noto certe cose”, il suo viso era contratto dalla rabbia, che lottava per uscire, “e so che rischi per l’Esercitazione.”

“Sono problemi miei, va bene? Non ti immischiare”, Lily diede le spalle a James, che con uno scatto gli afferrò il braccio costringendola a voltarsi.

“Tu lo supererai, d’accordo?” il suo sguardo fissò quello smeraldino di lei, “non permetto a nessuno di farmi fallire.”

Lily trasalì alle sue parole.

Non sapeva come, ma quella testa di rapa era riuscito a trovare un modo per non farla sentire in colpa; aveva messo su un piano diverso tutta la faccenda.

“Mister eroe, cosa ti fa credere che io accetterò il tuo aiuto?”

“Saresti veramente capace di dire di no a un ragazzo bello come me?” si era arrischiato ad ostentare così tanta presunzione, solo perché era l’unico modo per sdrammatizzare: Lily si limitò a rivolgergli uno sguardo meno omicida, e nel suo piccolo si ritenne orgoglioso.

“Cosa vuoi in cambio?”

“Mi sembra che era chiaro il concetto, lo faccio solo per una vittoria personale, non lascio mai a metà quello che inizio, dovresti saperlo”, rispose mantenendo un tono arrogante, ma il sospiro di Lily gli fece intendere che senza uno scambio equo, non avrebbe mai accettato, “ma visto che ci tieni, ora che mi ci fai pensare, ci sarebbe una cosa…”

“Prima che la tua mente perversa partorisca qualcosa di illegale, io non accetterò la tua richiesta d’uscire sabato prossimo con te”, compiaciuta aspettò la sua prossima mossa, stringendo a se i libri.

“Va bene”, si limitò a rispondere pacato lui.

“Come sarebbe a dire va bene?!”

“Perché non sarò io a chiederti di uscire”, mormorò, cercando di nascondere un sorriso di vittoria, che premeva per uscire.

“E chi lo farà, allora?”

“Lo farai tu.”


Note di fine capitolo:

*il titolo l’ho preso da una puntata di Dawson’s creek.

Prima di tutto mi voglio scusare per l’enorme ritardo, non ho scusanti, perché in fin dei conti non è vero che ci sono state forze maggiori che mi hanno impedito di scrivere, ma era solo la voglia a scarseggiare. E l’ispirazione. Spero mi perdonerete, anche se il capitolo in se non ha portato grandi novità.

Le novità però arriveranno con i prossimi, nei quali nel dettaglio vedremo:

- l’esame finale

- l’uscita ad Hogsmeade

Questi due capitoli li ho già ben scritti in mente, soprattutto una scena del secondo che è stata una delle prime a nascere, e spero che vi piaceranno come sono piaciute a me nel pensarle. Ma torniamo al presente: avevamo lasciato James e Lily in rapporti abbastanza amichevoli, con la promessa di comportarsi come persone normali, e nella prima parte di questo capitolo questo viene mantenuto. Però come al solito il rapporto poi si incrina, e si ritrovano a fronteggiarsi nuovamente, finchè James non cambia strategia, riuscendo a convincere Lily che ha bisogno d’aiuto per queste dannate lezioni di volo; il fatto che non lo fa direttamente, secondo me è da lodare, perché se una volta si sarebbe vantato, ora cerca di non fargliela pesare. Invece voi, come l’avete trovato questo escamotage?

Per concludere, questo periodo non sono stata con le mani in mano, ma ho scritto una one-shot (per chi la volesse leggere, è nel mio account) e sto tutt’ora finendo di scrivere una storia a capitoli sempre su questi due testoni, ma che pubblicherò una volta finita di scrivere (già mi basta questa da aggiornare per adesso XD); e poi ho aperto un blog a questo indirizzo www.beyondreality.splinder.com dove scriverò di volta in volta gli aggiornamenti, e presto mi piacerebbe stilare dei consigli di lettura, sempre tempo permettendo. Fateci un giro se vi va.

Un ringraziamento speciale va a Taya e Kyoko che mi hanno sostenuto tanto: grazie mille ragazze per tutto.
Juls:
ti ringrazio mille, la storia procede lentamente purtroppo, ma sono sempre onorata di averti fra le mie recensitrici. Per il fatto di cedere, e mi sa che dovrai aspettare ancora un pò, anche se da questo capitolo potrebbe sembrare tutto il contrario. Preparatevi perché se va come credo che vada, tempo uno o due capitoli, Lily darà del vero filo da torcere a James. Ma non dico altro, un bacione.

PrinceLily: addirittura senza parole? Lily e James provocano sempre questo effetto XD grazie!

Sery black: la scena della scopa è stata una delle poche scene che non avevo programmato alla stesura iniziale (e mentale) della storia. Prima era tutta un’altra cosa, e devo dire che mi sono molto divertita ad immaginarmi la scena. Vedrai che si ripeterà, e spero di renderla di nuovo bene. Grazie per tutti i complimenti, così mi viziate! A presto.

Zarka: grazie, spero che ti piaccia anche questo.

Stellina250: sì, sto pubblicando in contemporanea anche su accio, e sono contenta che tu abbia recensito^^ ti ringrazio!

Venus: Sere ma ti è arrivata l’e-mail? Come al solito (rischio di diventare ripetitiva anch’io XD) ti ringrazio tanto per il sostegno che sempre mi dai, e anche se non ci stiamo sentendo in questi giorni ti penso sempre. Ti abbraccio forte forte, e entro stasera mi metto in pari con la tua fic!

Jane Gallagher: e arrivo qui e sono senza parole: non perché non le abbia, ma perché sono troppe. E’ la prima recensione “chilometrica” che ricevo, e mi sento da una parte elettrizzata e orgogliosa, ma dall’altra ho paura di non riuscire a ringraziarti abbastanza. Beh, proviamoci.

Prologo: questo è stato un capitolo abbastanza non capito, da quanto ho visto dalle recensioni, e ne sono stata contenta ad allora, perché era il mio scopo. Ma l’hai descritto così bene, che presumo tu l’abbia capito, se non tutto (ci sono ancora dei dettagli che non ho messo nella storia, quindi sarebbe impossibile capirlo tutto), ma in buona parte. Non sai quanto mi faccia piacere sentire che ti è piaciuto lo scambio di battute con James e Sirius, e immaginerai anche il perché. Mentre per il significato di quel “mi dispiace” e l’identità di quella persona, lo capirai più in là, non preoccuparti.

Capitolo 1: lietissima che ti sia piaciuto! Il fatto che mi dici che anche Sirius sia uscito bene in questa scena, non può essere che motivo di orgoglio da parte mia, visto che sai bene che mi fa penare abbastanza XD per l’ultima frase fai benissimo a vederci qualcosa, perché in quel capitolo l’impressione che volevo dare era di assoluta indifferenza, per poi lasciare il lettore interdetto sull’ultima frase. Poi con il capitolo seguente si capiva il perché, visto che senza rendersi conto James è veramente preso da Lily, quindi questi riguardi sono più che leciti.

Capitolo 2: uno dei pochi capitoli in cui mi sono ricordata anche di Sirius e ho approfondito la sua impressione: la mia idea era proprio di far introdurre il mio Sirius, tratteggiando il suo modo ostile nei riguardi di Lily e cominciando a delinearne il motivo. Per lui è proprio un gioco, o almeno lo è stato finchè non si rende conto sul serio che la parte del gioco è finita già da tempo. Io lo immagino abbastanza infantile, di quella ingenuità che poi purtroppo perde in parte ad Azkaban, fatta di marachelle con il suo migliore amico e delle prime relazioni con le ragazze. Il fatto che apostrofa Lily con “Dumbo” ci avevo pensato anch’io al fatto che non lo conoscesse, ma se così veramente fosse è veramente triste che i maghi non crescano con le favole. Sono degli oggetti importanti per la maturazione dei bambini (la mia professoressa di psicologia mi ha fatto una testa quadra!), senza contare che aiutano a sviluppare il linguaggio. Se invece ti riferivi al fatto che non lo poteva conoscere, perché erano negli anni ‘70, mi sono documentata e il libro esce abbastanza prima, perché possa arrivare anche in Inghilterra. La scena finale è una delle mie preferite, adoro l’idea di James che contempla Lily addormentata *.*

Capitolo 3: descrivere i sentimenti di James è stato veramente complicato, perché spesso ciò che provo si ritrova in ciò che scrivo, ma non essendo mai stata veramente innamorata di qualcuno, ho dovuto veramente ricorrere a delle “ipotesi”, cioè alla mia idea di amore. Ho cercato di scrivere ciò che penso si provi, anche se so benissimo che certe cose schematizzarle in due righe è veramente impossibile. Contrapporre frasi ironiche con argomenti più o meno seri è la mia specialità, cerco di dare un tono più o meno melodrammatico, per poi spezzare il filo di pensieri con frasi buffe, per non far pesare troppo la lettura, e il fatto che tu l’abbia apprezzato mi rendi ancora più felice. Poi mi aggiungi anche che adori la mia Lily, non posso fare altro che dirti grazie, le tue parole sono B E L L I S S I M E e le adoro dalla prima all’ultima. E’ vero, avvolte Lily passa per una persona senza cuore e sentimenti, e scrivere questi sprazzi di compassione è segno che lei non è altro che una ragazza orgogliosa, che preferirebbe buttarsi dalla Torre di Astronomia, pur di non ammettere che qualche volta James può dimostrarsi piacevole. Perché alla fine, anche se si accanisce così tanto su James, ne spreca di energie per una persona che afferma di detestare, bingo! Questo è il punto: perché lo fa? Forse da parte sua un minimo di interesse c’è, solo che oltre a mascherarlo volutamente, ha bisogno di conferme.

Capitolo 4: io continuerò a vedere Remus e Tonks insieme, ma con Sirius… con Sirius… beh, sto cominciando anch’io ad apprezzarli insieme, ma sarà che le poche fanfiction che ho letto sono veramente stupende, per non amarle. Di misteri ne ho messi sparsi parecchi, l’unica mia paura è di dimenticarne qualcuno per strada XD per esempio il ruolo di Matt, o chi è quella persona che ha incontrato Silente, il perché Sirius corra a rifugiarsi nella Stanza delle Necessità e tanti altri che appunto ora non mi vengono in mente XD per il resto del capitolo continuare a dirti grazie ti sembra ripetitivo? E io allora ti dico che hai colto tantissime cose, hai sottolineato dettagli che sinceramente per me non sarebbero stati neanche degni di nota, questo per dirti con che minuzia di particolari hai recensito. Sono onorata. Per il “tappo, tappones” ti informo che purtroppo anch’io devo sorbirmi il latino, questa voleva essere una mia piccola rivincita e Sirius mi ha aiutato molto. E poi James, mi ha fatto una tenerezza infinita. E' così dolce. Cioè, non dolce nel senso di sdolcinato, ecco, è proprio questo che mi piace di lui, che è spontaneo, che prova dei sentimenti così limpidi, come l'infinito dispiacere di quel momento... anch’io la penso così, James mi da l’idea di una persona spontanea, che i gesti che fa non sono programmati o predefiniti, ma li fa con naturalezza lì sul momento. E mentre te continui a vedere segnali, io provo una sensazione di leggerezza nel leggere le tue frasi che non ti puoi immaginare. Mi dici cose che io non posso che quotare, come il fatto che James sia orgoglioso e il fatto che abbia rifiutato, non vuol dire che non può pentirsene, oppure che Lily riesce a chiedere aiuto a James adottando uno stratagemma.

Ma dove ti vedi a mettere da parte i Malandrini?

Leggere questa frase, puoi benissimo ipotizzare la mia felicità, non credo che io debba aggiungere altro.

Capitolo 7: ottimo, hai notato un dettaglio importante: non butta il foglietto. Chissà, potrebbe rivelarsi utile. E non sei per niente noiosa, vuoi che io ti ripeta quanto invece io abbia adorato la tua recensione? E se continui a dirmi che Sirius è riuscito ad arrivare, rischi che ci creda XD

Capitolo 8: vero che si sente? Anche a me capita di emettere quello strano suono quando ho le scarpe bagnate, ma descriverlo è stato folle. Mi immagino la scena con questo suono che rimbomba nei corridoi XD avvolte mi sorprendo della mia instabilità mentale u.u”

Il motivo per cui James sale sulla scopa è presto detto: sa quanto possa essere pericoloso volare per una persona leggermente fuori forma come Lily, e per quanto possa essere orgoglioso non può rischiare che si faccia male. E poi, naturalmente va anche a suo vantaggio XD su Lily hai ragione, per quanto poco si sappia a me da l’idea di una persona molto razionale, ed è forse questo che le impedisce di provare certe cose.

Sono costernata, anche se è la settantesima volta che leggo la tua recensione, di quanto mi abbia potuto trasmettere il tuo commento e sono felicissima che la fatica sia stata ripagata. So bene che di strada ne ho ancora da fare (e parecchia direi) ma le tue parole mi hanno fatto lo strano effetto di calmante. Altro non saprei che dire, sono stata fortunata a leggere la tua fanfiction perché mi sarei persa qualcosa di unico, grazie alla quale sto veramente crescendo. Grazie per le meravigliose parole, ti posso dire che ti adoro?

E anch’io ho concluso, ma mi resta un po’ di amaro in bocca: hai presente quelle storie che sono così belle, così particolari, che non vorresti mai che finissero? Ecco la tua recensione per me è stata così, e non ti potrò mai dirti grazie abbastanza.

*6 febbraio 2007*
Ho aggiunto una piccola frase, e per la facile individuazione di essa, l'ho inserita tra due parentesi quadre in grassetto.

  
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