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Autore: The girl who was on fire    16/07/2012    1 recensioni
Avete mai pensato alla storia della signora Everdeen? La madre della ragazza in fiamme. Cosa avrà passato realmente questa donna durante la sua vita? Questa è la sua storia. E' la storia di Jane Seppler.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Bene, e anche la mia prima mietitura è andata.
Non sono stata scelta, non siamo state scelte. Nè io, nè Maysilee nè sua sorella Kate.
Jasmin ha già portato via i due tributi e ora la piazza si sta svuotando.
Vedo famigliari e amici dei tributi che si disperano, vedo altri genitori che abbracciano i loro figli e nel frattemo tirano un sospiro di sollievo.
Come se questo potesse salvarli, come se siano davvero così felici di poter trascorrere un altro anno con i loro amati figli, avendo sempre la paura che quello sia davvero l'ultimo. Come si può vivere così? Come si può avere dei figli per poi avere sempre il terrore di perderli ogni anno?.
Penso a mio padre, me lo immagino seduto dietro al bancone della sua farmacia mentre involontariamente dal viso gli scendono lacrime di gioia.
- Siamo salve, siamo salve! - Urla Kate abbracciando sua sorella.
Maysilee si volta verso di me e mi sorride, ha gli occhi lucidi.
- Torniamo a casa Jane.-
-  Ma se invece andassimo a farci un giro per il distretto? Non sono pronta a rivedere mio padre, sono ancora troppo agitata.- 
In effetti è vero, mi accorgo solo ora che sto tremando, probabilmente è la tensione che pian piano sta scivolando via dal mio corpo.
- Va bene, hai ragione così abbiamo tempo di riprenderci- Mi risponde Maysilee.
- Io vado a casa, May ricordati che la mamma vuole che tu sia a casa per cena, non farla arrabbiare anche oggi per favore. - Ci interrompe Kate.
Maysilee annuisce, mi prende per mano e veloci usciamo dalla piazza.

Solo a quel punto lo vedo. Quel ragazzino della mia età che ieri a scuola mi urtò accidentalmente facendomi cadere tutti i libri.
La mia amica capisce a cosa, anzi, a chi è rivolto il mio sguardo e mi dà un colpetto sul gomito.
La vedo dirigersi veloce verso di lui, non dandomi neanche il tempo di tentare di fermarla.
- Tu non hai ancora chiesto scusa alla mia amica per ieri a scuola, le hai fatto cadere tutti i libri e poi te ne sei andato come se niente fosse, ricordi?- Gli dice Maysilee in tono aggressivo.
Il ragazzino biondo sembra quasi spaventato.
- Si ehm, si hai ragione, mi dispiace molto è che in quel momento avevo la testa altrove -
- Non devi dirlo a me, devi dirlo a lei. -
Ribatte la mia amica indicandomi.
Che faccio ora? Li raggiungo? O aspetto che siano loro a venire verso di me? Certo però se rimango qui immobile farei la figura dell'idiota, quindi decido di incamminarmi verso di loro in modo disinvolto.
Il ragazzo mi fissa mentre mi dirigo verso di lui, ha degli occhi azzurrissimi. Più azzurri del cielo, più azzurri del mare, più azzurri di qualsiasi altra cosa io abbia mai visto.
La mia amica si limita a sorridermi compiaciuta.
- Ciaao, scusa la mia amica, è sempre un po'.. come dire..aggressiva-
- Ma che aggressiva e aggressiva! Il signorino qui ti deve delle scuse-
Mi interrompe bruscamente Maysilee.
- Ha ragione la tua amica- Il ragazzo si rivolge a me - io ti devo delle scuse, mi dispiace davvero per ieri mi sarei dovuto fermare ad aiutarti a raccogliere i libri, sono stato uno stupido- .
Okay io non lo sto ascoltando, sono troppo occupata a perdermi nei suoi occhi, meravigliosi occhi che fissano i miei, che ci entrano dentro e mi lasciano nuda, vulnerabile.
Probabilmente ho la faccia da pesce lesso, Jane reagisci! Accidenti non vorrai farti prendere per stupida vero?
- Oh no non ti preoccupare, fa niente-
Lui non distoglie lo sguardo da me, io non distolgo lo sguardo da lui. Rimaniamo lì impalati in silenzio a fissarci negli occhi.
Due ragazzini di dodici anni che senza mai essersi parlati in un solo sguardo riescono a capire tutto l'uno dell'altro, senza bisogno di parole.
Sento che Maysilee ci sta fissando stupita, dopo qualche secondo si rivolege al ragazzo.
- Beh almeno dicci come ti chiami-
Lui senza voltarsi verso la mia amica per rispondere alla sua domanda, ma mantenendo sempre lo sguardo fisso su di me, mi porge la mano.
- Thomas Mellark-
Gliela stringo  - Jane Seppler- .


  
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