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Autore: Klarolineisfantastic    16/07/2012    4 recensioni
La storia è ambientata dopo la 3x22 insomma una specie di episodi Klaroline della 4° stagione. Spero vi piaccia.
Questa scena è tratta dal capitolo 7.
‘’-Come farò a tenerlo se fra due mesi tornerò vampira?- Dissi piangendo.
- Il tuo bambino ha un gene licantropo e uno vampiro il che significa che la tua gravidanza durerà molto di meno di una gravidanza normale. All’incirca 3 mesi.-
-Non sono comunque sufficienti.- Dissi.
Non volevo perderlo avere un bambino era l’unica cosa che desideravo tanto da quando ero bambina in fondo è il sogno di tutte.
-Rallenterò la tua ri-trasformazione in vampiro per un altro mese e mezzo se dovesse tardare a venire almeno avrai altri 15 giorni a disposizione. -
Se vi ho incuriosito continuate a leggere.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caroline Forbes, Klaus
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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‘’Mi ero svegliata.
I ricordi di quattro anni fa assalivano ancora la mia mente.
Klaus non era andato via dalla mia testa. Solo dalla mia vita.
Aveva protetto sua figlia e lei ora era viva.
Fu lei infatti a svegliarmi.
Mi saltò sul letto.
-Mamma- Sapeva dire poche cose. Ma mamma detto da lei era la cosa più bella che potessi sentire.
Il corpo di Klaus non lo avuto neanche più indietro. Il suo cuore e la sua anima.
La madre sicuramente ora starà dall’altra parte insieme a lui.
Avranno tempo per chiarirsi.
Intanto la mia bambina mi guardava ai piedi del letto.
La presi in braccio e le baciai la fronte.
Aveva i capelli uguali a suo padre. Arruffati così belli.
Gli occhi così dolci e così puri.
-Allora vuoi mangiare?-
-Sì- Disse abbracciandomi.
La presi in braccio e assaporai il sapore dei baci che mi dava sul collo.
Quella bambina era stata un miracolo.
Viveva in un modo di pura follia ovviamente non avrei scelto questo mondo per lei. Ma ormai era così.
Andammo in cucina e  trovammo il fogliettino di mia madre.
‘’Sto lavorando. Buongiorno. Ha chiamato Bonnie. Era urgente’’
Cosa voleva ora Bonnie?
Lei era stata l’ultima a prendere il corpo di Klaus.
Avrei deciso di presentarmi a casa sua dopo la colazione.
Preparai del latte per la piccola e del caffè per me.
Quella bambina cresceva a vista d’occhio.
Si sedette sul tavolo e mi guardò con quegli occhi dolci.
Poi però si fecero pensierosi e mi chiese una cosa.
-Papà?- Non sapeva formulare la domanda corretta ma sapevo cosa aveva detto : Dov’era mio padre?
Un brivido mi percosse la schiena. Suo padre.
Un assassino che alla fine si era trasformato in un uomo completamente diverso.
Aveva sacrificato la sua vita per proteggere la sua bambina e fosse stato prima non lo avrebbe mai fatto.
-Tuo padre?- Gli dissi balbettando con una tazza di caffè in mano. Non volevo nascondergli che suo padre era morto per salvarla e quindi , anche se non avrebbe capito , glielo dissi.
-Sai piccola mia.- Gli andai dietro e gli toccai le spalle. – Tuo padre ha fatto tanti errori. Ma credimi ti ha protetto a costo della sua vita. Ed è morto per te. -
-Eroe- Disse sorridendo e girandosi verso di me.
-Si piccola mia.- Le baciai la fronte.
Le porsi una tazza di latte con dei biscotti. Bonnie gli aveva tolto o perlomeno gli aveva nascosto il gene vampiro e il gene licantropo così da non dargli sangue  e quando sarebbe diventata grande si sarebbe di sicuro nutrita di sangue.
Il fatto di avere quattro anni ed essere un ibrido la rendevano intelligente come una di sette.
-Dopo vieni in camera. Ti devo vestire andiamo da zia Bonnie.-
Sorrise e con un biscotto in bocca mi fece cenno di si.
Sorrisi e andai in camera mia.
Presi un   vestitino bianco per la bambina con delle scarpette bianche e le poggiai sul letto.
Poi mi girai di nuovo verso l’armadio e fu lì che lo vidi. Il vestito di quando avevamo fatto l’amore.
Incredibile benché fossero passati quattro anni  il suo  profumo  era ancora su quel vestito.
Ripercorsi i movimenti delle sue mani sul mio corpo.
Ricordai ancora che mi toccò le coscie e poi salì sui fianchi fino ad arrivare al mio seno.
Una dolce carezze da un uomo che prima ripudiavo soltanto.
Adesso invece lo amavo.
L’ho amato. Lo amo.
-Mamma- Mi fece girare di scatto la bimba che si era già vestita da sola tranne per le scarpe.
-Scarpe- Disse guardandomi infelice poiché non era riuscita a mettersi le scarpe.
-Tranquilla tesoro.- Le dissi sorridendole. –Siediti sul letto.-
Le misi le scarpe e le diedi un bacio sulla guancia.
-Aspettami  in salone.-
Poi tornai a lui. I ricordi che mi procurava non si toglievano facilmente dalla mia mente.
E’ difficile dimenticare qualcuno che ti ha dato così tanto da ricordare.
Chiusi gli occhi e lo vidi.
Occhi colore del mare profondi e labbra rosee che avevano baciato il suo corpo così tante volte.
Quei capelli arruffati e biondi.
E poi le sue parole.. le sue ultime parole.
‘’Tu mi hai cambiato’’
No era lui che aveva cambiato me.
Aveva cambiato la Caroline che era sotto le aspettative di qualcuno.
La Caroline sotto le regole di Elena.
Lui mi aveva stravolta quanto io avevo stravolto lui.
Ci completavamo.
Lui è .. anzi era.
Non c’era più.

POV BONNIE.
-Quando arriverà quella barbie?- Disse Damon – Devo vedere la sua bimba. Mi sono innamorato di lei.- Aggiunse con tono sarcastico.
- Devo dirgli tutta la verità.- Mi ripetevo camminando su e giù per il corridoio.
-La bambina non se lo merita- Ripetevo come una cantilena.
Poi qualcuno mi fermò. Elena.
-Ehy- Mi disse scuotendomi dalle spalle. – Bonnie tranquilla tu hai fatto tutto il possibile e ora faremo tutto il possibile per farlo tornare. Per quanto ci ha fatto male quel ragazzo è cambiato. La bambina deve avere qualcuno al suo fianco non può avere solo la madre.- Disse Elena e poi abbassò la testa. – So cosa si prova.- Disse triste.
-Elena. Non so se ci riuscirò.-
-Sei forte Bonnie.-
Mi disse rassicurandomi.
Le sorrisi e poi sentimmo la porta bussare.
Stefan aprì la porta e una bambina con un vestito bianco corse incontro a Damon che la prese in braccio abbracciandola.
-Dam- Lo chiamava sempre così.
-Elizabeth- Disse Damon alzandola in aria.

POV DAMON.
Quella bambina mi ricordava quanto ne volessi una anch’io.
Il sogno di avere una piccola Damon Salvatore o un piccolo mi riempiva il cuore che ormai non batteva più.
Elena aveva colmato quel vuoto.
La guardai stava abbracciando l’amica.
Poi riguardai la piccola.
-Sai che forse vedrai il tuo papà?- Le dissi sorridendo.
-Papa- Balbetto per due volte circa.
Che sorriso che aveva.
Un sorriso misto.
Tra il sorriso pieno di felicità di Caroline e il sorriso sghembo di Klaus.
Per quanto possa essere strano dopo la sua morte mio fratello fu più strano del solito.
Qualche volta avevo letto il suo diario e mi ricordo una frase che forse non cancellerò mai più dalla mia mente.
‘’ Se solo avessi capito prima quanto tenevo a Klaus. Forse adesso non ero dalla parte dei buoni.
  E’ stato come un fratello prima quando mio fratello carnale  non c’era lui invece era sempre lì.
  Ricordo ancora le sue parole : ‘’Grazie non ricordavo cosa volesse dire avere un fratello’’ Avrei tanto voluto rispondergli : ‘’Non me lo ricordavo neanche io’’
Quelle parole mi fecero pensare  a quanto tempo avevo sprecato senza mia fratello e con quanto tempo potevo recuperare.
-Dam- Mi interruppe dai miei pensieri con una voce dolce.
-Sì piccola?-
Mi indicò la guancia. Le diedi un bacio.
-Vai scendi e vai dalla tua mamma. -
Le dissi facendola scendere.
Mi saluto con la manina e andò incontro alla madre che la prese in braccio e mi sorrise.
Lì vidi quanto erano uguali quelle due ragazze.
Quanto si assomigliavano.
Poi andai nel salotto di casa Bennet e lì prendemmo a parlare.

POV ELIZABETH.
Non capivo bene ma riuscivo a sentire quello che dicevano.
-Proverò a riportarlo qui.-
Di chi stavano parlando?
- Davvero? – Disse mia madre prendendomi in braccio e dedicandomi un sorriso.
Una goccia delle sue lacrime scese sulla mia testa facendomi sobbalzare.
-Scusa tesoro- Mi disse.
Le sorrisi non sapendo come rispondergli.

POV CAROLINE.
Bonnie mi aveva detto tutto.
Aveva tenuto il corpo di Klaus poiché la strega originaria aveva bloccato la sua vita dall’altra parte quindi teoricamente era ancora ‘’vivo’’ solo che la sua ‘’ANIMA’’ vagava dall’altra parte.
-Una strega può fare incantesimi di blocco ma sono solo temporanei. Questo qui è durato quattro anni. Così adesso proverò a farlo. -

Eccolo lì il suo corpo.
Adagiato in mezzo ad un gruppo di candele.
Quel dolce viso così delicato anche da morto.
Avrei dato la mia vita per vederlo.
Bonnie si mise a pronunciare delle parole in una lingua sconosciuta a tutti.
Elizabeth si era messa inginocchio vicino alle candele e di tanto in tanto la dovevo riprendere a voce bassa perché si sporgeva per guardare meglio quella persona che era suo padre.
Non lo aveva mai visto bene. Solo la prima volta quando era nata e adesso non se lo ricordava minimamente.
Ad un tratto il fuoco vampò e Elizabeth si tirò indietro.
La presi e guardai gli occhi di Klaus aprirsi.
Poi vidi la sua pelle tornare come una volta.
Quella pelle da venticinquenne.
Poi le candele si spensero e Bonnie felice si alzò.
-Gli serve del sangue.-
Misi la bambina sul divano e presi un coltello.
Alzai Klaus e poggiai la sua testa sul mio ginocchio.
-Ehy.-
Mi tagliai il polso e gli diedi un po’ di sangue.
Poi si attacco al mio polso e mi concentrai sulla favolosa scossa di adrenalina e di eccitazione che avevo sentendomi scorrere il sangue nelle vene.
-Caroline- Disse guardandomi negli occhi.
-Ehy.- Dissi con poche lacrime sul volto.
Intanto una bambina mi tirava la maglietta da dietro e impaurita si sporgeva con la testa verso quell’uomo a lei sconosciuto.
-Mi sei mancato.-
Dette queste parole mi baciò sulle labbra.
Dopo quel lungo e intenso baciò guardo dietro di me.
-Ma – mma- Balbettò la piccola.
-Ehy non devi avere paura.- Dissi guardandola.
Klaus la guarda con dolcezza e con stupore.
-Vieni qui , Elizabeth.- Gli disse.
Elizabeth si mosse piano e sorpasso le candele.
Klaus la prese in braccio.
-Sono tuo padre.- Disse sorridendo.
La alzò per guardarla meglio e gli baciò la fronte.
La bambina lo abbracciò e poi sorrise a Bonnie come per dirgli grazie.
Damon la guardava sorridendole. 
-Papà- Disse.

POV KLAUS.
Quella bambina.
Lo stesso sorriso radioso della mamma.
Gli occhi profondi e intensi.
Uno sguardo un po’ furbo e sghembo.
Forte , coraggiosa.
Ecco mia figlia.
-Mi sei mancata- Le sussurrai all’orecchio accarezzandole i capelli.
-Rimedierò per questi quattro anni.- Dissi chiudendo gli occhi e assaporando il calore di quel abbraccio.
Poi presi la bambina in braccio e la alzai.
-Grazie veramente.- Dissi poi presi Caroline per la mano.
-Grazie a tutti.- Disse Caroline.
Così andammo verso casa Mikelson. Da mia sorella.
-Mi sei mancata così tanto , sweetheart.- Le dissi tenendola per mano.
Lei mise la testa sulla mia spalle.
-Anche tu ,Klaus.Anche tu.-
Aprii la porta di quella casa.
Certo di trovare Bekah.
Ma non trovai solo lei.
Elijah correva verso di me.
-Fratello- Mi disse.
E mi abbracciò dandomi ripetutamente una pacca sulla spalla.
-Elijah.-
-Allora dov’è mia nipote?- Disse Kol.
Caroline gli porse la bambina.
-Elizabeth- Disse Caroline prima che glielo chiedesse.
-Ha ripreso tutto da me. Il suo fascino.-
-Credici ancora fratello. – Disse Rebekah scendendo le scale.
-Nik- Disse sorridendo.
-Bekah.-
La presi e l’abbracciai.
Poi la bambina passò ad Elijah.

POV ELIJAH.
Avevo sempre sognato di avere un bambino con Tatia.
Ma sapevo che avrei fatto male a mio fratello che l’amava perdutamente.
Ora aveva veramente trovato la felicità e capito cosa significasse non rimanere solo ed essere amato.
Qualcuno che gli avrebbe imparato ad amare.
Quella bambina e quella ragazza erano la nuova vita di mio fratello.
Il fratello che veniva picchiato quasi a morte. Il fratello rimasto da solo.
Era per questo che era diventato così. Ma quelle due lo avevano cambiato.
-Sono tuo zio , sai? – Sussurrai dolcemente alla bambina che rise e si mise a giocare con la cravatta che indossavo.
Risi.
- Sono contento di riavervi qui- Aveva annunciato Klaus.
-E’ un buon modo per dirci che devi trascorrere del tempo con le biondine?- Disse Kol ridendo.
-Intuitivo il mio fratellino- Così dicendo sparimmo tutti.

POV CAROLINE.
Quanto mi erano mancati i suoi occhi.
I suoi capelli i suoi sorrisi sghembi.
Quel suo modo di fare.
Ci eravamo cambiati a vicenda.
Ci amavamo e quella bambina era la prova di tutto quello che stavamo sentendo dentro.
-Ti amo così tanto , Klaus.- Gli dissi poggiando la mia fronte alla sua e la bambina in mezzo ci guardava.
Mi baciò e mi persi nella passione di quel lungo bacio.
Mi mancava la passione che davano le sue labbra sulle mie e le sue mani che mi esploravano i fianchi.
Poi si distaccò.
-Sei sempre bellissima- Mi disse.
Prese la bambina e mostrò una cosa che Rebekah aveva fatto per lei.
Era  una camera dipinta di verde speranza con un lettino dalle lenzuola blu e dei mobili blu e verdi.
-E’ la tua camera- Disse Klaus guardandola sorridere.
Poi si inginocchiò al modo di arrivare alla sua altezza.
-Avanti entra.- Gli disse in modo dolce.
La bambina si guardava attorno stupefatta dalla ricchezza di quella camera.
-Ed ora la nostra sorpresa.- Mi disse Klaus.
Mi porto in un’altra camera.
La nostra camera.
Ci stendemmo sul letto e ci abbracciamo poi arrivò la piccola che si intromise tra le nostre braccia.
Ridemmo.
-Vi amo. – Aveva detto Klaus.
Io sorrisi e mi sentii protetta.
Non esistevamo solo noi due. Ora c’era anche il nostro frutto.
Quello che avremmo voluto fin da piccoli.
Una bambina.
Non saremmo più stati soli.
Saremmo stati vicini. Per sempre. Ed il nostro per sempre non è un modo di dire.’’


-Ecco la storia dei miei genitori.- Disse Elizabeth ad un certo James.
Il figlio di Damon e Elena.
Bonnie li aveva fatti diventare umani per un mese.
E fortunatamente il bimbo non tardò a venire.
-Wow. Mio padre c’era.- Disse il diciannovenne.
-Già – Disse Elizabeth ormai era grande. Aveva vent’anni  da ormai due anni da quando era iniziata la sua vita da vampira.
Poi si riunirono al tavolo dove sedevano Damon , Elena  , Klaus  , Caroline , Bonnie e Jeremy.
-Possiamo iniziare la cena se i due garzoncelli c’è lo permettono- Disse Damon guardando i ragazzi.
-Sì papà.- Disse James.

In fondo cos’era la vita?
Un mezzo per vedere il mondo e poi ritornare da dove si era prima di nascere. 

End of the story. 
Chiara. 
  
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