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Autore: TheOnlyWay    16/07/2012    10 recensioni
Il matrimonio. Terribile, vero? Già, ma non ditelo a Leighton, costretta a fare da damigella d’onore a sua sorella Giselle. Potreste parlarne con Niall, invece, che è assolutamente entusiasta di essere il testimone dello sposo. Aggiungeteci un Harry Styles posato e affascinante, un Louis dedito più che mai alle sue bretelle e una migliore amica non troppo intelligente ma sincera. Il risultato? Tra discorsi, lancio del bouquet e balli è ancora tutto da vedere.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4

“Un po’ di colore, please.”
 



Ieri Giselle è partita per la luna di miele. Lei e Greg se ne vanno a New York per tre settimane. Che culo, vero? Io e Niall, di comune accordo, abbiamo deciso di prenderci il compito di sistemare la casa affinché sia pronta al loro ritorno.
Perciò, questa mattina mi sono svegliata più o meno presto – le dieci può essere considerato “presto”, no? – e mi sono incamminata verso casa O’Connell-Horan, che dista solo due isolati da casa mia.
C’è fresco, questa mattina, e sembra anche che voglia mettersi a piovere. Ottimo, almeno sono certa che non morirò di caldo mentre ci diamo da fare.
Bridget ha declinato l’invito, adducendo una scusa tanto stupida come “devo fare la ceretta dall’estetista.” Andiamo, non avrà davvero creduto che ci sarei cascata? Lo so che deve vedersi con Louis.
La sera stessa del matrimonio, lei lo ha invitato ad uscire.
Lei! Bridget! Che invita un ragazzo! Non è mai successa una cosa del genere, da quando la conosco. Insomma, di solito gli uomini le gravitano intorno come le api col miele. Tutti tranne Louis, che non si è dimostrato per niente interessato a lei. Così, non potendo accettare una simile mancanza di attenzione, Bridget ha provveduto.
La casa di Giselle e Greg è una deliziosa villetta a schiera, con le pareti bianche e il tetto grigio antracite. Prima di raggiungere il portico, c’è un piccolo vialetto, circondato da un po’ di prato verde e da qualche fiore.
Cammino con calma, incurante di essere in ritardo e, soprattutto, fregandomene altamente di essere l’unica in possesso delle chiavi. Perciò Niall mi scocca un’occhiata in tralice – molto in tralice, credo che voglia uccidermi – e si alza dal gradino sopra il quale si era stravaccato in compagnia di – indovinate un po’? Esatto, proprio lui – Harry. Ma dico, io, non poteva starsene a casa a studiare legge o quel cavolo che gli pare? No, lui deve venire qui a piantarmi quegli occhi addosso. Odio i suoi occhi.
«Eravamo d’accordo che ci saremmo visti di mattina presto!» protesta Niall. Inarco un sopracciglio e do un’occhiata allo schermo del telefono, che segna appena le undici e trentacinque.
«È mattina presto.» ribatto, tranquilla. Poi mi faccio strada tra lui ed Harry, senza guardare quest’ultimo neanche di striscio, ed infilo la chiave nella toppa.
Harry tossicchia.
«Problemi?» domando, con tutta la freddezza di cui sono a disposizione.
«Non si usa salutare, a Mullingar?»
Ridacchio. «Sono per metà italiana.»
Niall ride, mi dà una leggera spinta sulla spalla e mi costringe ad entrare. Immediatamente, risulta evidente che questa casa ha bisogno di una bella riverniciata. Chi mai sceglierebbe il grigio per tutte le pareti? Io no.
Perciò faccio rapidamente un giro di tutte le stanze, osservando con scrupolo i mobili e il poco arredamento presente.
I ragazzi mi seguono in silenzio. E rimangono zitti fino a che la voce squillante di Bridget irrompe dall’ingresso.
«Leighton! Sei qui?» urla.
«In cucina.» le rispondo, un po’ infastidita. Insomma, non aveva mica detto che non poteva venire?
«E dove minchia è?»
«Hai l’orientamento di un piccione in calore, Bridget.» ribatto.
«Potremmo seguire la voce.» propone qualcuno. Louis. Ecco cosa ci fa, qui. Il suo principe azzurro con i pantaloni a mezz’asta e le bretelle deve averla convinta.
«Ma certo! Sei un genio, Lou.»
Harry, seduto al tavolo della cucina, ridacchia, mentre sfoglia il mio campionario di colori. Be’, che c’è? Questa casa ha bisogno di molto, molto colore. E i colori sono tanti ed io voglio vederli tutti. Voglio che Giselle abiti in una casa colorata.
«Eccovi. Finalmente.» mormora Bridget. Mi corre incontro e mi abbraccia stretto. Se non la conoscessi, direi che mi vuole stritolare. Fortunatamente, si stacca un attimo prima che io diventi cianotica e mi rivolge un sorriso radioso.
«Sei tornata a quelle cavolo di Superga?» domanda, adocchiando divertita le mie scarpe.
«Certo. Pensavi che avrei imbiancato con i tacchi quindici?»
«No… però saresti stata più sexy, ed Harry ti sarebbe saltato addosso.» proclama, facendo un occhiolino al diretto interessato, che scoppia a ridere. Lo guardo male. Possibile che nessuno si renda conto che queste insinuazioni mi mettono in imbarazzo? Santo cielo, ne parlano come se dovesse prendermi sul tavolo da un momento all’altro.
«Che carina, sei diventata rossa.» mi prende in giro Niall, prima di strizzarmi una guancia come se fossi una stupida bambina di tre anni.
«Cos’ho fatto di male, per meritarmi tutto questo?» domando, rivolta a non so chi. Anche perché penso che Dio abbia di meglio da fare, piuttosto che ascoltare le mie cagate.
Comunque, sottraggo il campionario ad Harry e me la filo al piano superiore, lasciandomi alle spalle le risatine di Bridget e Niall e le occhiate perplesse di Louis.
Sono qui per lavorare, io. Non per giocare a fare la fidanzatina del ragazzo con le bretelle.
La camera da letto è spaziosa, con un grosso armadio in legno scuro e un letto a baldacchino. La moquette è color sabbia e sembra così morbida che non resisto alla tentazione di sfilarmi le scarpe e camminarci a piedi nudi. Ecco, proprio come pensavo.
«Sai, credo che l’azzurro ci starebbe bene.» mormora una voce roca, a pochi passi dietro di me. mi volto di scatto, spaventata. Harry è appoggiato allo stipite della porta con le braccia incrociate. Si guarda intorno per un attimo, poi il suo sguardo torna su di me.
«Non ti salterò addosso.» sorride e per un attimo sento un brivido percorrermi la spina dorsale e salire fino al cervello.
Se ci fosse stata Bridget, probabilmente avrebbe colto l’occasione per testare il nuovo letto. Ma si dà il caso che io non sia Bridget e che quel letto rimarrà immacolato fino al ritorno di Giselle e Greg.
«Ci mancherebbe altro.» rispondo, con un sorriso un po’ teso.
«Azzurro, dici?» chiedo poi, tanto per cambiare argomento. Mi siedo per terra con la gambe incrociate e il campionario spalancato davanti a me. Harry si allontana dalla porta e mi si siede accanto. Come al solito – e da quando c’è un solito? – non sta né troppo vicino, né troppo lontano. Tuttavia, riesco a sentire il suo calore. E mi piace in una maniera che non credevo possibile. Provo delle sensazioni così contrastanti, quando Harry è vicino a me: da una parte vorrei tanto picchiarlo – la maggior parte delle volte – e dall’altra, invece… non lo so, credo che mi piaccia.
Oddio, non può piacermi Harry! Non lo conosco neanche. Non so neanche se è possibile farsi piacere qualcuno dopo qualche ora di conoscenza.
«Questo, ad esempio.» si sporge in avanti, sfiorandomi con apparente casualità il ginocchio, e indica un turchese brillante che, in effetti, starebbe davvero bene sulle pareti. Annuisco, concorde, e gli sorrido. Per la prima volta, non sono né sarcastica né acida, solo serena.
«Vada per questo, allora.» confermo.
«Perfetto.» Harry si alza, mi porge la mano per fare altrettanto e mi tira su con uno strattone delicato. Lo guardo confusa. «Cambiamo stanza, no?»
«Certo.» balbetto, un po’ in difficoltà sotto il suo sguardo. «Dove sono Niall, Louis e Bridget?» domando. Cielo, non riesco a stare zitta, quando c’è lui. Da quando in qua un ragazzo mi mette così in agitazione?
«Sono andati a fare la spesa.»
E mi hanno lasciata da sola con lui? Scommetto che l’idea è stata di quella fedifraga, traditrice di Bridget. La impiccherò con le bretelle del suo amato, lo giuro.
«E perché non sei andato anche tu?» farfuglio, imbarazzata.
Cazzo, Leighton, ripigliati! Non vorrai passare per una deficiente? È solo un ragazzo. Certo, è bellissimo, ed ha quelle fossette e quegli occhi che Dio solo sa cosa gli farei e NO!
«Volevo stare un da solo con te…» mormora Harry, con quella voce roca e incredibilmente sexy.
«Non ci casco, sai? Con me non attacca tutta questa cosa.»
«Questa cosa, cosa?» domanda, confuso.
«Questa cosa che fai con la voce! Non funziona, sai?»
«Non faccio un bel niente, con la voce! È la mia voce, Leighton.»
«Ah, lascia stare.» sbuffo, nervosa. Gli do le spalle ed entro nel bagno. È abbastanza spazioso ed ha le piastrelle di un viola scuro e un po’ strano che non mi convince troppo.
«Non è che ti piaccio?» insinua Harry, dopo qualche secondo di silenzio.
«Zitto, mi sto concentrando.»
«Ti piaccio, allora?»
«Zitto!»
«Ti piaccio.» conclude, ignorando i miei tentativi di tenerlo alla larga. Mi strappa il campionario di mano e mi intrappola tra il lavandino e il suo corpo. Arrossisco violentemente e cerco un modo di svincolarmi, ma non mi ha lasciato scampo. Posso sentire i suoi polsi contro i miei fianchi.
«Ma che ti prende?»
«Sei mai stata innamorata, Leighton?» domanda, fissandomi negli occhi. Prendo un respiro profondo, poi rispondo.
«No.»
«Perché no?»
«E che ne so? Probabilmente è colpa del carattere di merda che mi ritrovo.» carattere che mi permette di non saltare addosso ad Harry come avrebbe fatto Bridget, perdendo così tutta la mia dignità e blablabla. Capito, no? Non mi piace agire senza riflettere.
«A me piace, il tuo carattere.» mormora, portandomi una ciocca di capelli dietro le orecchie.
«Certo, perché non mi conosci.» ribatto, sincera. Lo so che ho un caratteraccio. D’altronde nessuno è perfetto e, tra le altre cose, meglio stronze che fesse. O no? Almeno, è quello che mi ripeto di continuo. Funziona, la maggior parte delle volte.
Ma con Harry è diverso. Perché poi? Cos’ha lui, che mi attira così? Non è normale. No. Proprio per niente. Poi, presa da un impeto di totale sfacciataggine, lo fisso direttamente, senza abbassare lo sguardo neppure un secondo. Non vorrei che si convincesse di avere tutte le carte in mano. Perché non sarebbe così.
Ci fissiamo per alcuni interminabili secondi, ognuno senza la minima intenzione di cedere. Fino a che Harry sospira e si china su di me per lasciarmi un bacio all’angolo della bocca. Arrossisco ancora una volta, come la perfetta idiota che sono. E dire che credevo di poter reggere il gioco.
«Potrei farti innamorare di me, sai?» domanda, con un sorriso volutamente provocatorio. Ecco, sono questi i casi in cui vorrei prenderlo a pugni. 
«Impossibile. Non potrei mai innamorarmi di te.»
«Non si decide di chi innamorarsi, Leighton.»
«Questo lo dici tu.»
«Vogliamo scommettere?» propone.
«Andiamo, non mi reputerai davvero tanto stupida da cadere in un tranello del genere?» ma per chi mi ha preso, per un’idiota?
«No, ma a quanto pare sei piuttosto codarda.»
«Codarda, io? Tu sei un’idiota!» gli punto il dito indice contro il petto, scandendo ogni parola con cura e attenzione. Deve capire che non sono come tutte quelle a cui, probabilmente, è abituato. Io non abbocco alle provocazioni così facilmente. Non basta darmi della codarda per convincermi ad imbarcarmi in un’avventura che sicuramente mi vedrà sconfitta.
Perché potete dire ciò che vi pare, ma io lo so, che potrei innamorarmi di Harry. Lo so. Lo sento. E non ne ho la minima intenzione. Perciò, meglio che mi stia alla larga.
«Smettila.»
«Perché se no? Cosa fai?» lo provoco, continuando a picchiettare sul suo petto.
«Questo.» ringhia, prima di afferrarmi il viso con entrambe le mani e baciarmi. Resto completamente attonita, immobile e pietrificata, fino a che la sua presa si fa meno brusca e le sue labbra un po’ più morbide. Quando si separa, mi guarda, in attesa di una mia reazione.
«Ti concedo tre secondi. Poi ti massacro.»
«Quante storie, per un bacio. Non c’era nemmeno la lingua.» protesta, passandosi una mano tra i capelli già scompigliati.
«UNO.» sollevo il dito indice, certa di essere il ritratto dell’incazzatura coi fiocchi. Lui ridacchia.
«Andiamo, lo so che ti è piaciuto.»
«DUE.» sollevo il dito medio, sempre più rossa in viso e sempre più incazzata.
«Hai solo paura di ammettere che ti piaccio.» sorride ed è il ritratto della calma e della compostezza. Non ha proprio idea del rischio che sta correndo.
«TRE. Sei mor» non faccio in tempo a finire, che Harry alza gli occhi al cielo e mi bacia un’altra volta. Mi passa una mano dietro la schiena e una tra i capelli. Tuttavia, le sue labbra sono leggere e la presa è delicata.
Ed io, come la perfetta deficiente che sono, mi ritrovo a ricambiare il suo bacio. Come se fosse normale baciare un quasi sconosciuto in un bagno. Oh, cazzo. Mi piace davvero!
Cazzo. Come faccio adesso? Niente. Sapete che faccio? Un bel niente, esatto. Devo solo evitarlo per il resto delle tre settimane che rimarrà a Mullingar, per non correre il rischio di cadere nel suo tranello. Non posso permettere che Harry sconvolga la mia vita. Non voglio innamorarmi di qualcuno, e rischiare di soffrire. Non voglio soffrire ancora. So cosa significa essere abbandonati. Lo so. E non mi piace affatto.
È con questa consapevolezza che mi stacco improvvisamente. Harry mi guarda e nei suoi occhi balena un lampo di comprensione. Dovevo immaginare che avrebbe capito subito: sembra avermi inquadrato alla perfezione.
«Leighton…»
«No.»
«Senti…»
«Non mi interessa, Harry. D’accordo? È meglio se mi stai lontano. Per favore.» lo supplico, con gli occhi lucidi. Ma perché devo essere così psicolabile? Cos’ha il mio cervello, che non funziona?
«Come vuoi. Ma non puoi impedirti di provare qualcosa per me.»
«Non ti conosco neanche, Harry.» sospiro, passandomi una mano tra i capelli. Non è tardi, per farmi passare questa sottospecie di cotta. È una cosa passeggera. Svanirà presto, immediatamente, è quello che mi ripeto.
«Tutte scuse. E lo sai benissimo.»
«Piantala di psicoanalizzarmi.»
«E tu piantala di sparare minchiate.» borbotta infine, spazientito. «Tanto lo so che ti piaccio.»



***



Questo capitolo è il mio preferito, fino ad ora. Almeno credo. Probabilmente starete pensando che è troppo presto per essere già arrivati al bacio o cose di questo genere, ma nella mia testa tutta la storia si svolge molto velocemente.
Ve l'ho detto, no? Non credo che sarà molto lunga. Anche perchè ho già altre due storie - no, tre - in corso e sto portando avanti tutte quante.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, davvero.
Mi piacerebbe ricevere qualche vostra opinione in merito, tanto per farmi un'idea... Perciò non siate timide e commentate! ^^
Grazie mille.

Con affetto,
Fede.

P.s. Per chi volesse, su Twitter sono @FTheOnlyWay
   
 
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