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Autore: N F LEYDEN    22/05/2004    2 recensioni
Cosa succederebbe se un brillante scienziato scoprisse il segreto biologico della magia, se ora Silente, Harry e tutti i babanofili si sentissero profondamente minacciati da coloro che hanno sempre protetto. Storia del primo conflitto Mago-Babbano.
Genere: Azione, Fantasy, Romantico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Harry Potter, Nuovo personaggio
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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VERIFICHE

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“…Si definisce genoma il completo assetto genetico di un organismo o di un virus. Per gli organismi composti di cellule, il gruppo completo di differenti molecole di DNA …”

 

                                                                                                      T. Strachan “Human Molecular Genetics”

 

 

 

Tutt’attorno i palazzi erano grigi e fatiscenti, la strada piccola e fiocamente illuminata portava all’entrata della vecchia stazione della metropolitana, dove decine di barboni dividevano il letto con ratti e cani randagi.

Era un tipico quartiere della zona industriale di Londra, e tutto sommato l’incessante alluvione rendeva un favore al quel luogo, nascondendone in parte lo squallore.

L ‘uomo sedeva spalle al muro, i capelli completamente fradici di pioggia erano attaccati al viso, era palesemente esausto, ma gli occhi azzurrissimi si levavano ancora fieri a squarciare l’oscurità incalzante. A pochi passi giaceva abbandonata una pistola scarica, l’uomo gli lanciò una triste occhiata.

Dalla cortina di pioggia una figura incappucciata avanzò verso di lui.

<< Alla fine mi hai raggiunto, Potter >>.

Harry teneva la bacchetta puntata dritta sull’uomo.

<< Lo facciamo solo per proteggerci >> rispose Harry, l’espressione piena di rammarico.

<< Palle! >> ringhiò l’uomo << voi dite di esservi battuti contro il male, dite di essere buoni, col potere che vi ritrovate avreste potuto evitare immani tragedie, ma non l’avete fatto, mai >>.

Harry non rispose, non sapeva cosa rispondere, alla fine disse: << Non ho l’ordine di ucciderti, nonostante quello che hai fatto, ma ti dovrò cancellare la memoria, tutto quello che sai su di noi >>.

<< La vita di un uomo >> rispose lo sconosciuto, << è fatta di ricordi, brutti o cattivi che siano, essi sono la testimonianza di ciò che siamo. Se mi cancellerai la memoria sarà come uccidermi, e il Signore sa se voi “buoni” non avete il diritto di uccidermi. Non sono stato io a scatenare questo inferno >>.

<< Mi dispiace >> disse Harry sollevando un po’ di più la bacchetta.

<< Sei un fottuto ipocrita Potter >>.

 

Lentamente la visione del pensatoio si dissolse.

<< Quindi questo è quello che hai sognato, vero Harry? >>

<< Si professore >> rispose il ragazzo.

Si trovavano nell’ufficio di Silente.

Harry vide riflessa nella stanza la stessa cupezza che si leggeva ai tempi di Voldemort, o forse era solo il suo particolare stato d’animo a fargliela vedere così.

<< Non lo so Harry, ho una bruttissima sensazione…Dimmi, cosa provavi durante il sogno? >>

Harry guardò un attimo il vecchio preside prima di rispondere, ormai Silente era da tempo confinato nella sua stanza, e sempre più spesso a letto. Dopo la caduta di Voldemort, infatti, la incredibile vigoria che aveva accompagnato Silente nel corso della sua lunga vita, si era improvvisamente dissolta.

Silente era il nemico di Voldemort, e dopo che questi era scomparso, sembrava che anche il primo avesse esaurito la sua missione nel mondo.

C’era chi come Ron, che credeva fosse solo un malessere passeggero, ma Harry più semplicemente, nonostante tutto l’affetto che provava per il vecchio, riteneva che la natura si stesse apprestando a compiere il suo corso.

<< Ecco professore >> rispose infine, << sentivo chiaramente che il futuro del nostro mondo sarebbe dipeso da come avessi agito >>.

<< Bene Harry, fammi un favore, chiamami il ministro e riunisci l’ordine >>.

<< Allora lei non crede che sia un semplice sogno, vero? >> chiese il ragazzo.

<< Non l’ ho mai creduto >> rispose il vecchio.

 

 

 

Università Isac Newton, 7,30 AM

 

 

 

Fabian era stanchissimo, aveva trascorso tutta la notte a raccogliere dati sulla sua misteriosa e anomala sequenza nucleotidica presente sul braccio lungo del cromosoma 22, come se non bastasse, aveva dovuto reinserire negli analizzatori il campione originale, non quello arbitrariamente sostituito da lui, e rieseguire tutte le analisi per dimostrare che si era trattato di un errore della macchina, ma ora finalmente credeva di avere qualcosa. Tuttavia da buon scienziato aveva bisogno di verificare le sue conclusioni.

In quel momento la porta del laboratorio si aprì.

<< Buongiorno capo, svelato i segreti dell’universo? >> era Gloria, la sua assistente.

<< Haimè >> Fabian tentò di assumere l’aria più delusa possibile, << credo che la macchina abbia preso un abbaglio, ho rieseguito personalmente tutte le analisi, e non rilevano niente di anomalo >>.

La ragazza stava quasi per scoppiare in lacrime.

Fabian si sentì un verme, ma continuò << Ho persino fatto eseguire una spettrometria di massa dal laboratorio di fisica…e niente, tutti i dati confermano che il primo risultato era sbagliato >>.

<< Posso darci un’occhiata? >> chiese la ragazza delusissima.

<< Certo >> rispose l’uomo, << se vai in camera 11, troverai il campione in fase di PCR >>.

La ragazza si avviò.

<< Non credo proprio che troverai qualcosa >> mormorò Fabian…

 

 

 

Intermezzo due

<< Allora Bob, cosa farai ora che hai finito la scuola? >>

Era l’ultimo giorno di vacanza per i Wise. I ragazzi stavano seduti sul dondolo in veranda, mentre il sole calava dietro le colline.

<< Farò lo spezzaincantesimi Fabian, mi mandano in Transilvania per l’addestramento e poi chissà dove. Forse non ci vedremo per molto tempo >>.

I due fratelli si abbracciarono.

<< Ehi Bob, mi presteresti il tuo rasoio per stasera? >>

<< Certo >> rispose il minore. << Fabian, posso sapere una cosa? >>

<< Sicuro >>.

<< Perché hai scelto biologia molecolare? >>

Fabian fece un sorriso triste. << Ma come Bob, non lo sai? >>

Il fratello scosse la testa.

<< E’ per fare magie senza bacchetta >>.

 

 

 

Dieci anni dopo Fabian guardo con tenerezza la provetta che nascondeva in tasca.

E’ proprio un bene pensò, che Robert si taglia sempre quando si fa la barba.

Uscì dal complesso universitario e chiamò un taxi.

<< Qual è l’ospedale più vicino >> chiese al conducente.

<< Il St James >> rispose questo.

<< Mi porti lì >>.

 

 

 

 

 

 

St James Hospital, 9,00 AM

Elizabeth si trovava nel suo minuscolo ufficio, nello stanzino 2B aveva preso le cartelle mancati dal suo archivio e le stava esaminando avidamente.

Tutti i pazienti di quelle cartelle erano miracolosamente guariti da una serie di malattie più o meno gravi, ma comunque incurabili.

Sentì un rumore nel corridoio alle sue spalle, ma non vi fece caso.

Si mise a cercare possibili correlazioni tra i pazienti, tre o quattro di loro erano parenti, ma per il resto non c’era nulla che li collegava.

Avrebbe dovuto vederci chiaro, forse c’era qualche farmaco sperimentale non autorizzato che…, ma le sue congetture finirono lì, il quel momento infatti, due braccia mostruosamente forti l’acchiapparono da dietro premendogli una pezza sulla bocca.

Elizabeth  si dibatte come una furia, ma l’intruso era troppo forte, poi il cloroformio iniziò a fare effetto e tutto divenne buio.

 

 

  
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