Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
Segui la storia  |       
Autore: Verobelieber    16/07/2012    8 recensioni
STORIA MOMENTANEAMENTE SOSPESA.
"Vedi Leen, il figlio di un mio amico è rimasto orfano e ha bisogno di protezione" sbuffai, voleva veramente mettermi a riposo?
"E tu sei la migliore"
"Proprio per questo motivo non dovresti affidiare a me un novellino!" sbraitai nuovamente. "Tu lo addestrerai a fare il tuo lavoro"
"Nessuno può farlo" dissi accendendomi un altra sigaretta e facendo girare la rivoltella.
Hei ragazze! Sono sempre io, che mi cimento in una FF completamente diversa dall'altra, spero che vogliate fare un salto :)
Veronica.
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 
 
Capitolo 1
La vita, è il giocattolo dei potenti.
 
 Justin.
 
L'odore nauseante che mi saliva nelle narici in quel momento era qualcosa di assolutamente ripugnante. Un misto di sudore, muffa, gas e morte.
Si morte. Non so ancora spiegarmi il motivo ma in quel pub schifoso io avvertivo quell'odore di cadavere imputridito causato dai vermi.
Se qualcuno pensa che una persona una volta sistemata accuratamente dentro bare di legno raffinato rimanga uguale e diventi all'improvviso polvere...
Bè devo dargli una brutta notizia...*
E ora, scendendo le scale di questo locale assolutamente sconosciuto, mentre decine di brutte faccie sfregiate mi fissano storte, non posso fare a meno di pensare che anche il corpo di mio padre sta avendo questo lento e schifoso processo. E inoltre non riesco a non pensare a quanto sia stato fottutamente egoista nei miei confronti, iniziando un brutto giro e finendo ucciso, lasciandomi così anch'esso solo.
Completamente solo e alla deriva.
Troppo tragico? Sono un quasi diciottenne orfano, senza parenti a cui rivolgersi, con alle calcagna assassini che vogliono farmi fuori per conti in sospeso con mio padre, che ora si ritrova a seguire un omone enorme senza un sopracciglio per una specie di prigione sul retro di un pub pieno di altrettanti assassini.
Ci manca solo che cada dalle scale.
"Hei biondino, ti vuoi muovere?" un ringhio da parte dell'omone davanti a me mi arrivò chiaro e conciso alle orecchie, facendomi uscire dalla mia valanga di pensieri, e portandomi a guardarmi meglio intorno.
Le scale erano finite ed ai loro piedi si estendeva un lunghissimo corridoio, pieno di porte su ambo i lati, da cui proveniva un forte parlottare e se non mi sbaglio, a volte anche qualche sparo. Girando la testa notai che più che porte erano delle sbarre da prigione, graffiate ed incise con lime, unghie e coltelli, con ad ogni quattro, un tizio non molto raccomandabile seduto su una sedia che si guardava intorno annoiato, giocando con la rivoltella di una pistola. Deglutì rumorosamente, stringendo di più la scatola contenente i miei effetti personali al petto.
Il piano di questo amico di mio padre per proteggermi era rinchiudermi in mezzo a loschi tipi? Sarei morto entro un ora.
Ci fermammo davanti a uno degli uomini seduti a guardia delle "stanze", che non era interessato a rivolgerci la sua attenzione.
"Edgar" disse velocemente e ad alta voce l'omone infianco a me. "Che vuoi Bill, sono in pausa porca troia, devi venirmi a scassare i coglioni anche nei miei dieci minuti liberi? Eh che cazzo!" urlò Edgar, facendo scattare la rivoltella e riponendola nella cinta dei pantaloni.
Non so, vuoi anche bestemmiare?
Il tizio di nome Bill gli afferrò velocemente il polso, alzandolo di peso e portandolo davanti al proprio viso. Trattenni il respiro.
"James mi ha chiesto di portare il ragazzino nella sua stanza, per fargli riporre la roba, poi dovrà andare in sala comune dove lo preleverà Siller, e il tuo compito in questo percorso è far si che non ne esca già ucciso. Ci siamo intesi, o devo chiamare Siller stessa, così puoi spiegargli il motivo per cui non vuoi obbedire?" gli disse calmo e pacato, continuando a stringere però il polso dell'altro, il cui viso si era piegato in una smorfia di dolore.
"M-m-ma adesso S-siller sta dormendo, s-se la svegli per colpa m-mia mi manda s-sotto terra" balbettò l'altro, deglutendo piano.
"Vedi che ci siamo capiti? Non c'è bisogno di essere così cattivi allora" rispose Bill, emettendo un ghigno malefico sul viso.
Detto ciò senza rivolgermi neanche uno sguardo, tornò indietro per le scale, scomparendo fra il buio della scalinata e uno sbuffo di fumo.
Tornai con lo sguardo verso Edgar, che stava ancora riprendendo la normale respirazione, e mi autoconvinsi a stare più tranquillo.
L'ha detto l'omone, non possono toccarti Justin, smetti di fare il pisciasotto e respira!
"Hei tu, mezza calzetta, seguimi altrimenti ti impianto una pallottola nel cranio." la serietà con cui Edgar pronunciò questa frase mi fece muovere le gambe da sole nella sua direzione. "Allora tu qui vali meno di zero, ma per motivi a me ignoti sarai sotto l'ala di Siller, quindi nessuno può toccarti, a parte Siller naturalmente." ascoltando il discorso mi calmai un poco.
Meglio venire preso a schiaffi da una persona che da venti, no?
"Qui nel retro ci sono le stanze,la mensa, la sala comune e diverse stanze per l'addestramento, il reclutamento ecc. Senza un accompagnamento tu non, e ripeto NON puoi salire di sopra fino al pub, perchè moriresti ancor prima di dire 'bà', ci siamo intesi?" Annuì velocemente, continuando a seguirlo per i corridoi di quel seminterrato cementato. Ci fermammo di fronte a una stanza sbarrata, più in ordine rispetto alle altre, che Edgar si affrettò ad aprire, per poi lanciarmici dentro. "Io sono qui fuori, mettiti a posto e quando sei pronto fammi un fischio, ok?" disse velocemente, per poi riavvicinare la porta a sbarre alla chiusura. "Si... ma... emh... chi è Siller?" chiesi piano, facendo sentire per la prima volta la mia voce.
L'uomo si bloccò un attimo a guardarmi leggermente sorpreso, per poi sorridermi e guardarmi con occhi dispiciuti quasi.
"Il tuo peggior incubo" pronunciò, per poi chiudere con un forte schiocco la porta.
 
Dopo aver sistemato le cose nel mio buco provvisto di una branda, un lavandino e un gabinetto credo di essere pronto a fare la conoscenza di questo Siller. Ho provato ad immaginare che razza di uomo dev'essere per mettere paura a tutti quei tizi che ci sono qua fuori.
Me lo sono immaginato calvo, pieno di tatuaggi e piercing, magari con qualche mutilazione non grave, come un dito o un orecchio, o semplicemente con una montagna di muscoli spaventosamente alti, altro che braccio di ferro.
Mentre diverse immagini mi si formavano per la testa picchiettai sulla porta, per far capire ad Edgar di essere pronto. Questo mi aprì velocemente e con un cenno m'invitò a seguirlo nuovamente. Percorsimo un pezzo di tragitto a retroso per poi girare a destra in un altro corridoio. In fondo ad esso s'intravedeva una luce e proveniva un forte vociare e ridere, segno che doveva essere la sala comune.
Presi dei bei respiri prima di addentrarmici dentro con il tizio. Non appena varcai la soglia tutti gli occhi si posarono su di me.
La stanza brulicava di uomini muscolosi, tutti con una faccia poco raccomandabile che emetevano ghigni al mio passaggio. Tutti avevano in mano un coltello o una pistola e tutti stavano parlottando di me. Edgar mi spinse a fare un passo avanti ed entrai completamente nella sala.
"Senti io devo andare ho una chiamata urgente, Siller sarà qui a minuti..." mi prese per il colletto della maglia e mi attirò a se, facendomi rimanere ad una spanna dal suo viso. Madonna se puzzava. "Cerca di non farti uccidere ok?" annuì e sospirai sollevato non appena mi lasciò andare. Lo guardai allontanarsi da dove eravamo entrati e poi caricandomi di coraggio tornai con lo sguardo sulla sala. Intravisi una panchina in fondo e decisi che avrei aspettato lì. Iniziai a camminare lentamente in quella direzione, passando fra i corpi di quegli uomini che mi guardavano con ribrezzo e rabbia. Ad un certo punto qualcuno mi fece uno sgambetto e mi mise a terra dalle spalle. 
"Oh la principessina è caduta, ti sei fatta male?" mi chiese uno, mentre tutta la sala iniziò a ridere. Trattenni un urlo non appena un calcio ben piazzato mi colpì lo stomaco, facendomi rantolare. Mi morsi la lingua e mi misi in posizione fetale, per cercare di proteggere gli organi più importanti nel caso avessero voluto iniziare una scazzottata di gruppo. Sentì qualcuno prendermi per la maglia e sollevarmi, fino a non farmi toccare più terra. "Non so chi tu ti creda di essere, ma non sarà di certo Edgar a proteggerti da noi." non appena l'uomo pronunciò questa frase sentì la mia schiena sbattere contro il muro freddo della stanza, facendomi dolere tutta la spina dorsale. "Sai, Bill ha detto che nessuno deve osare toccarti, ma io e i miei amici non siamo sotto i suoi ordini, quindi perchè non divertirci un pò?" un altro colpo mi spezzò il respiro, ed iniziai a tossire forte. "Sei solo e a quanto pare non sai neanche difenderti" l'ennesimo pugno mi bloccò per qualche secondo il respiro, ed iniziai ad annaspare alla ricerca dell'aria.
Chiusi gli occhi in attesa della fine, sperando solo che arrivasse presto.
1... Quanti pugni potevo ancora reggere?
2... Avrei sentito dolore o avrei semplicemente visto solo nero?
3... Riuscirò a contare fino a cinque?
4... Ok, un secondo di vita, sono pronto.
5... Ciao Justin, stai andando a trovare tua mamma!
6... Sono già morto?
Sentì un boato che portò al silenzio, e all'improvviso mi ritrovai con il sedere a terra.
Riaprì piano gli occhi, e notai che tutti erano girati verso l'entrata, cioè da dove era partito il boato.
Misi a fuoco una figura bassa ed esile, con un braccio puntato verso l'alto che finiva in una pistola. Sbattei un paio di volte gli occhi e riuscì a distinguerla pienamente. Era una ragazza, con dei lunghi capelli neri raccolti in due treccine, vestita con un giacchino di pelle, dei collant neri e come scarpe degli orrendi anfibi. Tutti la guardavano con occhi serrati, spaventati a morte, oserei dire. La ragazza abbassò il braccio ed iniziò a camminare verso di me.
"Ma che cazzo state facendo?" urlò, per poi fermarsi davanti al tizio che mi aveva tenuto incollato al muro.
Abbassò lo sguardo su di me, notando la mia posizione e i lividi ed emise uno sguardo di disprezzo. "Kam, sai che quando io dormo non dovete disturbarmi vero?" disse vicino alla faccia del tizio la ragazza. Egli annuì velocemente, mentre vidi il suo pomo d'adamo salire e scendere più volte.
La ragazza sorrise muovendo velocemente la mano sui suoi pantaloni per poi portarla sul petto del uomo. Spalancò gli occhi, 
mentre il suo viso si piegò in una smorfia di dolore, e lo vidi piegare le gambe. "Questo significa che non devi mai fare delle fottute risse per divertimento nella mezz'ora in cui voglio riposarmi, e assolutamente non devi farle con il novellino! Ci siamo capiti?"disse velocemente per poi togliere la mano dal suo petto.
Mi si mozzò il respiro non appena quel Kam cadde per terra tenendosi la pancia. La ragazza aveva in mano un 
coltellino ricoperto di sangue, che era stato infilato nel petto dell'uomo così velocemente da non essere percepito da nessuno.
"Bene e curati quella ferita. Tutti gli altri mi ascoltino bene. Se vengo a sapere che avete in qualche modo fatto del male o infastidito il novellino ve la vedrete personalmente con me!" detto questo m'indicò assumendo una faccia incazzata. "Tu, con me, e non provare a lamentarti per il dolore, sei un maschio accidenti!" iniziò a camminare verso l'uscita, mentre io a fatica provai a tirarmi su.
Il male che mi stava salendo dallo stomaco era qualcosa di invivibile, stavo per implorare a uno di quei tizi di uccidermi a seduta stante.
Mi alzai barcollando, e mi trascinai per la stanza tenendo lo sguardo basso, seguendo quella strana e violenta ragazza.
Presi un bel respiro e mi convinsi a parlarle, malgrado tutto mi aveva salvato la vita. "Hei, senti... Volevo ringraziarti, se non fosse stato per te a quest'ora sarei ridotto male... Anche se il coltellino mi è sembrato esagerato, ma mi potresti dire se sai dove si trova questo Siller?" mi avvicinai a lei e le toccai il braccio, per farla fermare. "Vedi, devo essere affidato a lui ma non si è ancor" non feci in tempo a finire la frase che mi ritrovai contro il muro. La ragazza in un quarto di secondo si era girata e mi aveva sbattuto sul cemento, tenendomi per il colletto della maglia, mentre con l'altra mano esibiva il coltellino ancora intriso di sangue.
"Senti cicci, io non dovevo pararti il culo proprio da nessuno, anzi, avrei goduto come una cagna in calore se avessi ritardato ancora qualche fottuto minuto in modo che tu non potessi camminare più su questa terra, invece no, sono arrivata in tempo e ho dovuto salvarti, perchè quel caga cazzo del mio capo vuole che ti protegga. Quindi ora abbassa le ali e stai zitto, e non provare mai più a toccarmi capito?!? Nessuno può toccare Siller, NESSUNO!" detto ciò mi lasciò andare e ripose il coltellino, per poi ricominciare a camminare per il corridoio del seminterrato.
Dio che occhi che aveva. Sotto tutto quello strato di matita ci sono due iridi blu come il mare, che brillano ogni qualvolta lei parli.
Aspetta, lei è Siller? La persona di cui tutti hanno paura è una ragazza con un coltello? Minchia sono più violento io di lei!!
"Tu sei la persona che dovrebbe difendermi? Una ragazzina di circa quindici anni?" chiesi sorpreso, facendola fermare immediatamente.
Tornò velocemente indietro, fermandosi a mezzo passo da me, mentre qualche curioso si sporgeva dalle camere.
"Intanto ne ho 19 pivello, ma stai insinuando che potresti cavartela da solo?" chiese a tono di sfida. "Di sicuro sono meglio di una ragazza con le treccie, che spaventa solo perchè ha in mano un coltello!" mi girai verso Edgar, che era arrivato dietro di me. "Ma dico la vedi? E' la creatura più innocente che ci possa essere al mondo, basterebbe un pugno a stenderla, e tu hai paura di lei?" lui abbassò lo sguardo, e la stanza venne riempita di una risata, la sua risata. "Tu non sai chi so no io, e soprattutto non sai di cosa sono capace" dichiarò la ragazza, avanzando di un passo verso di me. "Io posso ucciderti adesso, subito, senza darti il tempo di prendere un altro respiro" mentre continuavo a guardarla in viso sentì un bruciore al braccio sinistro, e un qualcosa di caldo che ci colava sopra. Abbassai lo sguardo e ci trovai un taglio orizzontale, non troppo profondo, da cui gocciolava del sangue. Spalancai gli occhi e li portai su Siller, che aveva le labbra aperte in un sorrisetto.
"C-come hai..." pronunciai notevolmente scosso, arretrando di qualche passo.
"Da domani iniziamo l'addestramento, oggi ti farò solo fare un giro e ti spiegherò le regole. La più importante e cruciale è che non mi devi toccare, neanche per sbaglio. Se tu dovessi farlo al diavolo le mie promesse con James ti ritroverai mutilato e in mezzo a una sparatoria."
Detto ciò m'invitò a seguirla, sorpassando le faccie curiose dei presenti.
Io ancora scosso mi iniziai a muovere lentamente nella sua direzione, tenendomi con una mano la ferita.
Ma dove diavolo sono finito?
 
 
 Siller.
 
Stupido novellino del cazzo. Ma chi si crede?
Io lascio il mio rispettabile lavoro per fargli da balia, e lui inizia già a scassare la minchia i primi cinque minuti. Ma vaffanculo va!
Deve capire chi comanda, e come si comanda! Per questo ho deciso di fare un salto da Mark, e dalle sue reclute.
Scalciai una lattina di birra lasciata per terra, ed inboccai l'ultimo corridoio di quella merda di posto, scostando delle tendine ed entrando nella stanza per le prove reclutamenti. Ci sono ragazzi di tutti i tipi, chi vuole mostrare il proprio talento dei pugni, chi è veloce di pistola, chi sa il punto migliore dove colpire con un coltello, chi ha la mira da falco e altre cose. Mark li toglie dalla strada, li cattura inseguito a delle rapine o delle scazzottane nei nostri territori e li porta qui per addestrarli. A mio parere dovrebbe essere più rigido sulla selezione, un pò come faccio io.
Sorrisi non appena le facce dei ragazzi smisero di lavorare e si posarono su di me. "Siller!" Mark si avvicinò a me aprendo le braccia, io velocemente mi scansai e gli diedi una mano, per fargli capire che una stretta era più che necessaria. Alla pronuncia del mio nome i ragazzi spalancarono la bocca, ed iniziarono a guardarsi intorno impauriti. "A cosa devo la visita?" Mark mi scrutava con i suoi occhi scuri, così neri da fungere da specchio. Una volta io e Mark abbiamo avuto una specie di storia, ma roba da poco, giusto un mesetto di sesso, ma i suoi occhi mi erano rimasti impressi. "Devo mostrare al novellino cosa dovrà fare a partire da domani, non ti dispiace se prendo il tuo posto per un pò vero? Più che una domanda, era un ordine.
Lui annuì velocemente, andandosi a sedere in un angolo, per osservare il mio lavoro.
"Tutti in fila!" urlai, e subito una grande massa di ragazzi si mosse velocemente, andandosi a posizionare parallelamente al muro.
"Tu, pivello, vieni infianco a me e osserva bene." il ragazzo mi raggiunse ed iniziò a guardare i ragazzi in faccia uno per uno. Sussultò quando arrivò a un tizio della sua età forse, con i capelli biondissimi e gli occhi scuri. Si guardava intorno spaesato, molto probabilmente l'essere qui non era una sua scelta. Sorrisi e mi avvicinai lentamente a lui, sentendo gli occhi di Justin constantemente su di me. "Tu biondino, come ti chiami?" chiesi indicandolo, facendogli spalancare gli occhi. "F-f-fred" disse balbettando, abbassando gli occhi. Bingo.
"Che nome di merda, a che cazzo pensava tua madre quando te l'ha dato, ai Flinstone's?" chiesi, mentre sentì una risata provenire dal fondo della fila. "Che hai da ridere tu?" chiesi ad un ragazzo alto, più grande di me probabilmente, con un piercing al labbro e una frase sulla spalle.
'I'm invincible' Patetico.
"Pensavo fosse una battuta, scusi" disse velocemente, reggendo il mio sguardo. "Sai usare la pistola ragazzo?" chiesi di nuovo, avvicinandomi con lo sguardo a lui. "No signora, ma sono qui per imparare, se però vuole posso mostrarle come combatto" disse fiero di se.
Mi piace sto tipo, è tosto.
Riportai lo sguardo sul biondino e lo indicai nuovamente. "Voi due. Combattimento. Ora." dissi velocemente, allontanandomi di un poco.
Il biondino sbarrò gli occhi spaventato, mentre l'altro sorrise compiaciuto. "Con piacere" esclamò il tatuato.
Andai contro il muro seguita dal pivello, e mi accesi una sigaretta, portandola poi alle labbra. Inspirai velocemente e ributtai fuori, per poi riportare lo sguardo al centro della stanza. "Iniziate su!" ordinai, mentre feci un altro tiro.
Il ragazzo tatuato partì subito all'attacco, sferrando un destro abbastanza potente alla mandibola del biondino, che barcollò all'indietro.
Dopo un altro pugno allo stomaco e un calcio sulla caviglia era già a terra. Pappamolla.
Continuò a ricevere calci mentre notai il pivello a fianco a me coprirsi gli occhi dispiaciuto. Pappamolla 2.
Presi un ultimo tiro e spensi la sigaretta sui jeans del novellino, il quale emise un piccolo suono, che scomparì all'istante.
"Stop!" urlai, spezzando il rumore sordo dei calci. Il tatuato si allontanò e tornò nella fila, lasciando il biondino agonizzante sul pavimento.
"Mark, assumi il tatuato ed inizia a farlo andare a lavorare da Guy!" lui annuì e disse al ragazzo di raggiungerlo.
"In quanto a te, perchè sei qui?" chiesi velocemente al ragazzo a terra, guardandolo con ribrezzo. "M-mi han-no p-portato qui a c-causa di una r-ris-sa" disse affannando l'aria. "E non blaterare porca troia, sembri una femminuccia!" tirai un calcio al suolo, sollevando la terra e lanciandola su di lui.
"Quindi che ne dovremmo fare di te?" chiesi continuando a girargli attorno. "V-voglio s-solo tornare a c-casa" disse velocemente.
Casa.
Quella parola così lontana dalla mia realtà, mi fece imbestialire.
"Questa è una prigione, è un giro da cui non ci puoi uscire una volta dentro. appartieni a noi!" urlai, facendo sobbalzare tutti i ragazzi in fila.
Mi colpì da sola dalla verità delle mie parole.
Noi eravamo schiavi, schiavi di un fottuto lavoro di merda, che ti consumava l'anima.
Tirai fuori la mia semiautomatica, e la caricai, per poi fare chiudere con uno schiocco la canna.
"Ed ho una brutta notizia per te, non hai passato la prova." pronunciai prima di lasciare che un colpo veloce, avvolga nel silenzio la stanza e la sua vita.
 


 
*In questa parte da persona realista quale io sia avevo descritto in maniera abbastanza ripugnante cosa succede dopo la sepoltura.
Sicuramente almeno il 95% delle lettrici lo saprà già ma rileggendo mi sono resa conto che quel pezzo era decisamente non consono al mio modo di scrivere e alle aspettative che voi, credo, abbiate di questa storia. Quindi spero che comprenderete il motivo per cui io l'abbia tolto e se leggendo la frase vi sembri che manca qualcosa, prendetela come se fosse in senso ironico. Grazie e scusate ancora.
 
C'è ditemi se non è rincoglionito ahahah

 
 
Look me!
 
Hei ragazze, rieccoci qui!
Io credo di essere svenuta quando ho letto le recensioni. Cioè 10 solo per il prologo? Io vi amo giuro!
Spero che non mi ammazzerete per la volgarità che si sta sviluppando in questa storia, ma è proprio una caratteristica del personaggio.
Come potete infatti vedere Aileen Cooper, meglio conosciuta come Siller, è una ragazza con un oscuro passato alle spalle, che verrà divulgato nel corso della storia. La sua infanzia l'ha portata ad essere com'è ora. Stronza, senza paura e violenta.
Non si fa molti problemi ad uccidere un minorenne.
Bieber invece è assolutamente insicuro e pappamolla, non sa destreggiarsi in questo ambiente, e questo lo caccierà molte volte nei guai.
Lei è assolutamente una ragazza chiusa in se stessa, e come potete vedere fra i due non c'è molto feeling.
Come potranno innamorarsi? Cos'è che rende Siller così rispettata e temuta?
Lo scoprirete solo continuando a seguirmi :)
...Ditemi se non sembrava come il pezzetto che c'è dopo i telefilm dove uno narra il "Nella prossima puntata" ahahahha
Anyway grazie a tutte quelle che hanno recensito, o l'hanno inserita fra i preferiti, spero che ci possiamo rivedere nel prossimo capitolo.
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=948484&i=1
Per chi ancora non l'avesse capito "Freshman" vuol dire letteralmente uomo fresco, nuovo. Novellino appunto.
Ah e per favore non dimenticatevi dell'altra!! Che spero di aggiornare a giorni :)

Much love, 
Vero.

Twitter: @veronicaprevide
Tutti i link nella mia bio :)
   
 
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber / Vai alla pagina dell'autore: Verobelieber