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Autore: Sere_Horan    17/07/2012    11 recensioni
A volte si arriva ad un punto della vita in cui tutto ti crolla addosso.
Non senti niente, ma capisci che tutto quello che hai costruito ed imparato non serve, non è utile.
Ti guardi intorno spesso, pregando di poter essere come tutti gli altri, pregando di poterti nascondere tra le persone comuni, ma è impossibile perché hai così tanti tatuaggi, così tante piaghe e così tante voci a tuoi riguardo che tutti possono permettersi di indicarti e di ridere di te.
E questo fa male perché, tutto ad un tratto, diventi nessuno, diventi niente.
Ti trasformi in un essere tanto invisibile quanto visibile e l’unica persona che potrebbe salvarti… è la prima a deriderti, a farti piangere e non lo vede.
Piacere, io sono Amanda Cooper e questa è la mia storia.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter 20

I should have known.

 
«Bè, è stato un piacere Amanda.» disse Louis, pronto per uscire di casa. «Vienici a trovare ogni tanto.» concluse, per poi sorridere ed abbracciarmi.
«Ci proverò, Lou.» lo rassicurai, anche se ero sicura che non lo avrei fatto.
Insomma… non ci sarei riuscita.
Guardare in faccia la persona che amavo dopo avergli fatto del male avrebbe riaperto tante, troppe ferite che sarebbero potute divenire perenni.
Oh, no. Perenni lo erano già.
«A presto, Amy.» mi salutò poi, uscendo e richiudendosi la porta alle spalle.
Sospirai e mi guardai intorno: di colpo tutto era diventato più vuoto, più buio.
Era come se una parte della mia vita se ne fosse appena andata.
Ecco, non so se ci hai fatto caso, cara Amanda, ma una parte indelebile della tua vita è appena uscita da quella porta.
Sparecchiai, misi un po’ in ordine il soggiorno e mi infilai sotto la doccia, iniziando a pensare.
Vidi tutta la mia vita passarmi davanti, senza tralasciare nulla.
Ero diventata spettatrice di un film su di me.
Non potevo giurare di non aver ripensato a lui, di non aver pianto per lui o di non essermi pentita per averlo respinto, in quei due anni, né avevo intenzione di farlo.
Ma se solo ci fosse stato un modo per ritornare indietro e rivivere quella maledetta vita così imperfetta, bè lo avrei sicuramente fatto.
Non per correggere gli errori, sia chiaro, ma magari anche per rifarli con la consapevolezza che avrebbero fatto male, che avrebbero bruciato come carboni ardenti impossibili da spegnere.
E tutte le lacrime, le urla, gli ‘scioperi della fame’, i dolori… sarei stata capace di rivivere tutto per rivederlo sorridere, per ricordare quei momenti felici, nonostante fossero pochi.
Ma almeno erano stati momenti sinceri.
 
Uscii dalla doccia e mi vestii, per poi fermarmi a guardare il mio riflesso nello specchio.
Ricordai quando, per la prima volta nella mia vita, presi consapevolezza di essere diventata una donna, presi consapevolezza di avere delle responsabilità e capii che più niente sarebbe stato facile.
Fu il giorno in cui Jake se ne andò che capii questo.
Mi resi conto che sarebbe cambiato qualcosa, che una parte di me sarebbe stata oscurata per sempre dall’ombra dei ricordi, del passato.
Ed era quella la mia paura più grande: il passato. Mi aveva sempre intimorita.
Eppure mi ritrovai a voler tornare indietro per riprendermi quello che mio non era mai stato: Liam.
Mi asciugai le lacrime e mi buttai sul letto, chiudendo gli occhi, concentrandomi sul silenzio.
Era rumoroso, urlava e faceva quasi paura.
Iniziai a girarmi a destra e a sinistra, sperando di addormentarmi, ma era ovvio che, per quanto fossi stanca, quella notte sarebbe stata la più lunga in assoluto.
 
 
«Buongiorno Amanda, caffè?» mi chiese Beatriz, la ragazza spagnola che lavorava nel bar sotto casa mia. Le sorrisi, com’ero solita fare tutti i giorni ed annuii, sedendomi sullo sgabello vicino al bancone.
«Hai dormito male? Sembri stranamente di cattivo umore stamattina.» mi chiese, accennando alla mia brutta cera e a quelle che dovevano essere due enormi occhiaie sotto ai miei occhi.
«Credo che sia stata la notte peggiore della mia vita.» ammisi, gesticolando con la mano.
Lei sorrise e mi posò il caffè sopra al tavolo, con una pasta.
«Tieni. La brioche la offre la casa.» disse ed io sorrisi, sorseggiando il mio caffè.
«Grazie!» dissi infine, lasciando i soldi del caffè sopra al bancone.
«Scappi all’università?» mi chiese, prima che me ne andassi.
Mi voltai ed abbozzai un sorriso, per poi spostare i miei occhi su quelli neri di lei.
«A dire la verità no…» risposi vaga, sorridendole un’ultima volta ed uscendo dal bar.
Aprii la portiera della mia macchina ed entrai, misi in moto e mi infilai nel traffico caotico di New York.
Al primo semaforo tirai fuori un foglietto dal portafogli:
West 64th street – New York City
Sorrisi tra me e me e tornai a guidare.
Sì, era l’indirizzo di Louis e sì, gli altri vivevano con lui.
 
 
Mi ritrovai in una via piena di piccole villette, la maggior parte sicuramente abitate da studenti della Julliard.
Parcheggiai l’auto e scesi, iniziando a cercare.
«Noi viviamo nella seconda villetta gialla che da sulla scuola.» mi disse Louis la sera prima.
Non fu facile interpretare quell’informazione perché Louis non era poi bravissimo a dare indicazioni stradali, ma cercai di arrangiarmi.
Camminai per un po’ lungo il marciapiede e finalmente la trovai.
Sorrisi tra me e me e salii i cinque gradini del portico. Allungai la mano e suonai il campanello.
«Arrivo subito!» si distinse una voce dall’interno della casa: probabilmente Louis.
Dopo un po’ la porta si aprì davanti a me. No, non era Louis.
Rimasi a bocca aperta e piombai nell’imbarazzo più totale.
«Amanda?!?» chiese Harry, sbalordito.
Abbozzai un sorriso e lo guardai negli occhi.
Che poi cosa mi aspettavo? Erano due anni che non mi vedevano, che reazione avrebbero dovuto avere?
«Ehi Harry, chi… Amanda?» disse un’altra voce.
Mi spostai leggermente ed intravidi i capelli biondi di Niall.
Si avvicinò a me e al riccio e sorrise: non portava più l’apparecchio e rabbrividii nel vedere quella dentatura perfetta al posto di quel sorriso dolcissimo, anche se pieno di difetti.
«Dai, entra!» m’invitò l’irlandese, ma esitai.
«Ehm, non lo so… ero passata a salutare Louis.» dissi, timidamente.
«Okay, te lo chiamo?» chiese cortesemente Harry ed io annuii, arrossendo appena.
Il riccio sorrise a sua volta e se ne andò, lasciandomi davanti a Niall.
«Bè, è passato un po’ di tempo, eh?» disse, forzando un sorriso.
Ero come sicura che non fossero felici di vedermi.
«Già…» sospirai, pregando di non peggiorare la situazione.
«Ehilà!» urlò felicemente qualcuno da dietro.
La mia salvezza!
Sorrisi e vidi Louis avvicinarsi e poi correre ad abbracciarmi.
«Che bello! Sei venuta alla fine!» esclamò, stringendomi tanto forte da farmi male.
«Sì… Lou… Louis mi stai facendo male!» esclamai, alzando la voce.
Si staccò da me, continuando a sorridere e solo in quel preciso istante mi resi conto di quanto fosse stata una pessima idea urlare per farlo staccare da me.
Erano tutti lì, a guardarmi come se fossi una venditrice ambulante di sigarette. Fece male.
«Ragazzi! La riconoscete? È Amanda!» esclamò Louis tutto felice.
Abbassai lo sguardo.
Ma perché lo avevo fatto?
«Bene.» ringhiò qualcuno dietro. Liam, chi altri sennò?
Alzai lo sguardo ed incrociai i suoi occhi. Sembrava cambiato. Scosse la testa e se ne andò, lasciandomi lì, con un rimorso che bruciava più di prima.
Grazie Payne.
«Che fai ancora lì? Non entri?» chiese Harry, sembrando il più sciolto possibile.
Mi stampai un sorrisetto falso sul viso e scossi la testa, anche se poco convinta.
«No, grazie. Io… non dovevo venire, scusate.» dissi, cercando di far capire loro che volessi andarmene.
«No, dai, resta.» disse qualcun altro. Non era Niall, non era Harry, non era Louis, non era Liam.
Zayn? Zayn Jawaad Malik mi stava chiedendo di rimanere?
Mi voltai e lo guardai. Sorrideva. Bah, contento lui.
«Seriamente Amanda: rimani.» concluse, incrociando le braccia al petto.
Mi strinsi nelle spalle ed annuii.
Tutti sorrisero e mi abbracciarono, per poi accogliermi in casa.
 
 
«Allora stai studiando per diventare avvocato, giusto?» chiese Niall, sporgendosi dal divano.
Sorrisi ed annuii, guardandoli uno ad uno.
Tutti sembravano ‘interessati’, tranne Liam. Lui se ne stava in piedi davanti alla finestra, fissando la strada. Non sembrava nemmeno il Liam che ricordavo.
Ma poi bloccai i miei pensieri con quella stupida domanda: cosa ti aspettavi, Amanda?
«In quanto a voi?» chiesi dopo un po’, per rompere il silenzio.
«Studiamo qui alla Julliard e speriamo di sfondare, un giorno.» rispose Zayn, scrollando le spalle e spostando il suo sguardo su Liam. «Payne, cosa c’è di bello là fuori?» disse poi, attirando l’attenzione dell’amico, il quale si voltò verso di noi e ci guardò.
Rimase un secondo fermo a pensare, poi scosse la testa e sbuffò.
«Scusate.» disse, dileguandosi. Salì le scale e sparì sul piano superiore.
L’unico rumore che si sentì fu una porta richiudersi.
I ragazzi si guardarono, fino a quando Zayn non parlò.
«Ho capito: vado io.» e salì anche lui.
Calò il silenzio.
Era una situazione imbarazzante perché, oltre a non vederci da due anni, era come se a nessuno importasse nulla di quell’incontro.
«Non sarei dovuta venire, scusate.» dissi, affondando la testa tra le mie mani.
«No Amy, non dire così.» mi consolò Harry, posandomi una mano sulla spalla come per incoraggiarmi.
«Sì invece! Se non fossi venuta non sarebbe successo tutto questo!»
Trattenni le lacrime, di nuovo.
Louis buffò e si inginocchiò davanti a me, alzandomi il viso.
«Amanda, forse tu non sai perché lui fa così ma noi sì e, dato il fatto che riguarda anche te, è giusto che tu lo sappia.» disse, seguito da Niall e Harry che annuirono.
«Gli manchi.» affermò Niall, di punto in bianco.
«Oh no, non è solo questo.» lo corresse Louis. «Lui ti ama troppo e, non riuscendo a negarlo a se stesso, scappa.» concluse, per poi alzarsi e tornare seduto sul divano, di fianco a me.
Rimasi spiazzata.
No, non è vero.
«State scherzando, vero? No perché se fosse così: non è divertente!» esclamai, quasi irritata.
Prima che potessero dire qualcosa, sentimmo qualcuno scendere le scale.
«Amanda…» mi voltai di scatto e vidi Zayn. Sospirai. «Vuole parlarti.» concluse e in quel preciso istante il mio cuore si fermò.
Guardai Louis, che annuì e mi sussurrò di andare, così annuii a mia volta e salii le scale.
Vidi una porta socchiusa e vi entrai, richiudendola dentro di me.
Liam era seduto sul letto e mi guardava, mentre io me ne stavo appoggiata alla porta, continuando a pregare di non crollare.
Non davanti a lui, almeno.
Sospirò e si alzò, avvicinandosi a me.
«Bene… Ora sei qui e… non so da dove iniziare ma…» disse, balbettando appena. «Ma se c’è una cosa che posso assicurarti è che mi dispiace e che se potessi, ritornerei indietro e non ti lascerei andare.» disse tutto d’un fiato, togliendone abbastanza a me da farmi quasi morire.
«A volte mi guardo intorno a scuola e vedo delle coppiette felici che camminano mano nella mano. Fuori non lo do a vedere, ma dentro muoio perché mi immagino me e te in quella situazione. E questo è un male, sai? È un male perché c’è qualcosa che mi dice che tu mi hai dimenticato.» continuò, come se avesse avuto intenzione di parlare solo lui. Ma, quando cercò di ricominciare, lo fermai.
«No, basta. Sono io quella che ha sbagliato. Io sbaglio sempre, non ne azzecco mai una. È colpa mia se sei stato male, è colpa mia se ancora soffri e sarà colpa mia in futuro. Quindi posso capirti: se mi odi, va bene. Se non vorrai più vedermi, va bene lo stesso. Se vorrai dimenticarmi, andrà…»
«NO!» mi interruppe lui, avvicinandosi ancora di più a me. «Non è colpa tua, non ho mai detto questo e mai lo dirò! Non soffro per ciò che hai fatto tu, ma soffro perché sono consapevole di quanto male ho fatto io a te! E non ti dimenticherò, non lo farò! E questa è una promessa! Non ti odierò, non voglio farlo! E se solo potessi, ti vedrei tutti i giorni e ti ricorderei che sei bellissima e che non meriti di soffrire per nessuno, tantomeno per me!» disse, quasi urlando.
Si fermò un attimo e riprese fiato, per poi prendermi le mani.
Il cuore batteva forte, faceva male. Ma era un male che – per quanto doloroso fosse – mi faceva sentire viva, mi dava la sicurezza e la conferma che io potessi ancora amare, dopotutto.
«Amanda, io ti amo. Non mi importa di cosa è successo: sono pronto a dimenticare. Ma che dico? L’ho già fatto. Ti chiedo solo di perdonarmi. Non di amarmi: sarebbe troppo, sarebbe da egoisti. Ma almeno dammi una sicurezza: oggi, quando uscirai da questa casa non dovrai più avercela con me, né con te perché io ho sbagliato. Ti prego: solo questo.»
Sorrisi tra me e me e lo guardai dritto negli occhi, prendendo il suo volto tra le mie mani.
«Ti ho perdonato tanto tempo fa e non ho mai smesso di amarti.» sussurrai.
Un sorriso si aprì sul suo viso e sentii le sue mani posarsi sui miei fianchi.
«Non ti giuro che sarò perfetto, ma cercherò in tutti i modi di essere il massimo per te.»
«Ti amo così come sei, non devi cambiare mai. Promettimelo questo.» dissi, sorridendo.
«Promesso.» soffiò lui sulle mie labbra, per poi baciarmi.
Intrecciai le mie dita con le sue e sentii il suo cuore battere sopra al mio, il suo respiro sul mio viso e capii che quello era tutto ciò di cui avevo bisogno, nient’altro.
Solo lui.
 
 
Some years later.
 
 
«Mamma, papà: io esco!» esclamò Audrey, scendendo le scale.
«Con chi vai, piccola?» le chiese Liam, leggermente scettico.
Lei sorrise e lo abbracciò, stampandogli un bacio sulla guancia.
«Con Alex, papà.» ammise, arrossendo e sorridendo.
Si leggeva nei suoi occhi che era innamorata di quel ragazzo.
Liam mugugnò qualcosa di incomprensibile, mentre io scoppiai a ridere e Audrey con me.
«Vai e divertiti, tesoro.» le dissi, posandole un bacio sulla fronte.
«Grazie mamma! Ciao papà! E non aspettarmi sveglia!» disse, uscendo di casa.
Liam si voltò verso di me e mi lanciò uno sguardo nero. Io gli scompigliai i capelli, come se fossimo stati ancora giovani.
«Non capisco perché le hai detto di sì!» mi rimproverò, mettendo il broncio.
Scoppiai a ridere e lo abbracciai.
«Tesoro, sorridi! Ti ricordi me e te?»
Abbozzò un sorriso e mi guardò.
I suoi occhi erano gli stessi, il suo sorriso non era cambiato. Come il nostro amore, d’altronde.
«Sì, amore mio.» rispose, sorridendo.
«Lasciala vivere, come abbiamo fatto noi. Un giorno ne vedremo il frutto!»
«Sì, da dei marmocchi che ci chiamano nonni!» sbottò ed io scoppiai a ridere.
«Sarà l’ultimo, grande traguardo.»
«E lo compiremo insieme, come sempre.» concluse lui.
Sorrisi e lo abbracciai, lasciando che una lacrima scendesse libera sul mio volto.
Quella non riaprì il solco profondo lasciato da mille altre in tutta la mia vita. Fu solo la testimonianza che io vissi, e lo feci per amare.
 
 
 

The End.


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Trallallero Trallallà!

Parto dal presupposto che sto piangendo.
Non che sia un finale triste, anzi!
E' solo che ero talmente affezionata a questa storia che premere il pulsantino 'completa' è stato... strano.
Fino a tre giorni fa non avevo neanche calcolato che ci fosse ed ora... più lo guardo e più sto male.
E' come se con la fine di una storia finiscano anche delle vite, e qui quelle in ballo sono moltissime.
Ma questa non è la fine, no?
Amanda è sempre stata pronta ad andare avanti, e così farò io.
Non posso dirvi di non aver avuto delusioni per quanto riguarda questa fan fiction.
Ad alcuni è sembrata banale, ad altri difficile da capire e devo confessarvi che questi sono degli ostacoli duri da superare per un autore.
Insomma, quando è così ti chiedi: 'E adesso? Come la continuo? Come faccio per non renderla banale? Come faccio per renderla comprensibile quando per me già lo è?'
Sono domande che uno inizia a farsi e poi non sa mai se troverà una risposta.
Insomma: la vita è fatta di domanda... e questa storia mi ha consumato il bonus per rispondere alla prima metà! (?)
Ahahahahah, no seriamente!
Mi dispiace che sia finita e spero che vi sia piaciuta.
Su questo capitolo ho aperto il mio cuore. E' frutto dei filmetti mentali che mi faccio tutti i giorni è.é

Io ringrazio tutti voi per esserci stati, fin dall'inizio.
Ringrazio chi l'ha messa nei preferiti, chi nelle seguite, chi nelle ricordate.
Ringrazio in ginocchio i 96 angeli che l'hanno puntualmente recensita, e allo stesso modo quelli che non l'hanno fatto, o che magari aspettavano proprio l'ultimo capitolo.
Mi avete fatta crescere, mi avete aiutata a migliorare e l'unica cosa che posso dirvi è GRAZIE.
Vi voglio bene, solo questo.
E spero che continuerete a seguirmi qui su EFP perché... ho appena pubblicato la nuova storia!
Oh yeah!
Trovate il link alla fine e niente, grazie ancora!

Un bacio, Serena xx

Link: 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1164043

  
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