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Autore: Daisy Potter    01/02/2007    10 recensioni
Sono passati cinque anni...cinque anni da quando un malinteso ha distrutto le loro vite...o almeno la sua, quella di Akito; Sana sembra essere andata avanti. E dopo tutto questo tempo, è giunto il momento di un confronto...
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Naozumi Kamura/Charles Lones, Sana Kurata/Rossana Smith
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 8

 

Capitolo 8.

 

Akito rimase immobile in mezzo al marciapiede. Si era aspettato di poter andare via indisturbato, di lasciarsi di nuovo alle spalle Sana, almeno per altri cinque minuti prima che il suo ricordo tornasse a perseguitarlo, e invece questa volta non era così: Sana cercava lo scontro diretto. Lo lesse nei suoi occhi: basta fuggire, è il momento di affrontarci. Ma lui era pronto? No. Forse. Non lo sapeva. Dopotutto, pronto per cosa? Per dirle che odiava non averla più? Sì, per quello era pronto. Ma sentire cosa aveva da dire lei? Sentire magari dalle sue labbra che amava un altro? Per quello no …

Ma Sana stava lì, di fronte a lui, l’espressione sicura. Sapeva di non avere scampo, questa volta. Era davvero giunto il momento di mettere la parola fine a quell’agonia, a quella fuga dalla realtà.

Sana si voltò, facendo un breve cenno di saluto ad Aya e Fuka, e Akito la seguì in silenzio. Camminarono fianco a fianco, ben attenti a non sfiorarsi, timorosi di ciò che avrebbe potuto provocare un improvviso contatto. Quando giunsero in un parco, Sana lasciò le borse della spesa sul prato e andò a sedersi su un’altalena. Akito rimase poco distante da lei, appoggiandosi ad uno dei pali che sorreggevano la struttura, troppo agitato per riuscire a stare seduto.

Quando il silenzio aleggiava ormai da qualche istante, in quanto nessuno dei due sapeva da dove iniziare, o forse aveva così tante idee per farlo che non sapeva quale scegliere, Akito estrasse dalla tasca un pacco di sigarette e ne accese una, mettendoci quanto più tempo poteva, inspirando lentamente la prima boccata.

Sana alzò lo sguardo su di lui e un’espressione irritata comparve sul suo viso.

«Puoi smetterla di fumare, almeno quando sei con me?!» sbottò.

«Mi rilassa.» fu la sua unica replica.

«Sarà … ma ti fa male! Si può sapere perché hai iniziato?»

Akito stava per sputarle in faccia la verità, ma si trattenne.

«Non credo ti piacerebbe saperlo.» disse soltanto.

«Perché?»

«Perché è così.»

«Ah, certo, e tu sai cosa mi farebbe piacere e cosa no, vero?»

«Fidati, lo so.»

«Allora sapevi anche che mi avrebbe fatto piacere avere un ragazzo che mi amasse davvero, e non che mi tradisse con la prima che capitava?!»

Akito le lanciò un’occhiata di fuoco.

«Non ti ho tradita.» sibilò.

«Ah no?! E allora come lo chiami fare sesso con un’altra donna, quando la tua ragazza è a casa ad aspettarti preoccupata?!?»

«Ero ubriaco, dannazione! Non so perché l’ho fatto!»

«Ti sembra una scusa? Dovrei perdonarti perché avevi bevuto?! Quella notte sono stata alzata fino a tardi, preoccupata perché non tornavi, perché non riuscivo a rintracciarti, perché non sapevo cosa diavolo ti fosse successo!! Ma tu non ti sei degnato di chiamarmi! Mi hai lasciata lì, a telefonare ad ogni persona che conoscevo per sapere se ti aveva visto, a comporre il tuo numero più volte, solo per venire a sapere che stavi con un’altra! Secondo te questo mi ha fatto piacere??»

Qualche lacrima già bagnava i suoi occhi, ma Sana era decisa a non farle scendere.

«Non è andata così …» disse Akito.

«Ma davvero? E come è andata, allora?» chiese lei incredula ed esasperata.

«Io non ce la facevo più, Sana.»

A sentire pronunciare di nuovo il suo nome, il cuore della ragazza mancò un battito.

«Non ne potevo più di aspettarti! Ogni straccio di giorno che stavamo finalmente bene insieme, che magari preparavo qualcosa per noi due, per passare una bella serata in qualche cavolo di posto, o che speravo di poterti avere per una notte senza preoccupazioni, tu dovevi rovinare tutto! Dovevi venirmi a dire che c’era un dannato aereo che ti aspettava, che mi dovevi lasciare qui ad aspettarti come un cane per giorni, settimane, mesi!! Non ti sfiorava nemmeno il pensiero che io potessi non essere d‘accordo!» alzò la voce anche Akito.

«Secondo te non ci pensavo?! Certo che ci pensavo, ogni volta!! Ho sempre chiesto il tuo parere proprio per questo! Non dovevi far altro che dirmi di restare e non sarei partita! Anche quella sera, ti ho detto chiaramente che se solo avessi voluto sarei rimasta qui con te, ma sei stato tu a dirmi di andare!» esclamò Sana disperata.

«Ma cosa ti aspettavi che facessi, che ti dicessi di no? Che ti proibissi di realizzare un tuo sogno?»

Ormai la sigaretta giaceva spenta a terra, consumata solo per metà.

«Sana, io ho sempre saputo che per te il tuo lavoro era una delle cose più importanti, forse la più importante di tutte. Chi ero io per dirti di rinunciarci? Forse ti avrei avuto accanto ancora per qualche giorno, ma a che prezzo? Per vederti ogni volta fingere che tutto andasse bene, quando invece ti sarebbe dispiaciuto non aver partecipato a quel film o a quella presentazione? E poi? Subito dopo si sarebbe presentata un’altra offerta, e di nuovo daccapo. Dovevo vietarti di lavorare per sempre?»

«Sì, se serviva a salvare il nostro rapporto!»

«Non potevo pensare solo a me, Sana. Se per te il tuo lavoro di attrice era importante, non avevo alcun diritto di interferire.»

«Ma tu eri più importante per me!»

«Non mentire a te stessa.» disse Akito a voce più bassa.

«No, Akito, questo non me lo merito.» Sana si alzò, avvicinandosi al ragazzo. «Non pensare che tu per me non contassi, neanche per un istante. Tu sei stato il centro della mia vita per anni! Quando eravamo alle elementari il mio obiettivo era farti scendere dal piedistallo su cui credevo ti fossi posto. Quando ti ho conosciuto meglio era aiutarti. Quando siamo cresciuti era stare con te. Non sai quante offerte di lavoro ho rifiutato perché temevo ti avrebbero potuto offendere, perché contenevano battute che sapevo ti avrebbero ferito! Credi ancora che il lavoro fosse più importante di te?!»

Il silenzio seguì le sue parole. Akito aveva abbassato lo sguardo, ascoltando il suo discorso e volendo fuggire. Davvero teneva così tanto a lui? Cosa aveva fatto per meritarselo?

«Allora perché sei subito scappata da Kamura? Perché non mi hai detto cinque anni fa queste cose?» le chiese infine.

«Io … in quel momento avevo bisogno di Nao! Avevo bisogno di potermi appoggiare a qualcuno, di avere accanto qualcuno che sapevo mi avrebbe amata in qualunque momento.»

«Vorresti dire che io non ti amavo??» esclamò incredulo lui.

«Be’, non è che quella sera me lo avessi proprio dimostrato …! Ma non è solo questo, cerca di capire … lui ci sarebbe sempre stato, anche nel mio lavoro … in quel momento avevo bisogno di quella sicurezza …»

«E ora?» chiese Akito a voce più bassa, fissando gli occhi mielati in quelli di Sana. «Ora di cosa hai bisogno?»

La ragazza rimase in silenzio. Fissando quegli occhi, le sembrò di essere tornata a quando era una ragazzina, a quando riusciva a leggere l’anima di Akito con uno sguardo. Vedeva di nuovo tutte le sue emozioni brillare nell’oro delle sue iridi. Capì la sofferenza, e l’amore che ancora provava per lei.

Ma ora aveva Nao

«Adesso … voglio continuare a vivere la mia vita così com’è» sospirò. Akito distolse lo sguardo. Ora aveva la conferma che non c’era davvero più spazio per un noi tra lui e Sana.

«Ma voglio che tu ne faccia ancora parte! Ti prego, Akito … smettiamola di farci la guerra. Io ti voglio ancora bene.»

Sana tacque, attendendo con timore e ansia la risposta del ragazzo. Lui cosa voleva? Voleva continuare ad ignorare Sana? Voleva continuare a vivere in quel modo, rinchiudendosi nel suo guscio, annegandosi nel rimorso? O voleva ricominciare daccapo?

«Anch’io ti voglio bene.» le disse infine, e abbozzò un sorriso. Una leggera smorfia, come quelle che faceva da bambino quando Sana gli aveva insegnato cosa voleva dire sorridere. Ma per lei fu più che sufficiente. Gli saltò al collo, lo abbracciò come non aveva fatto da anni. E lui ricambiò. In quel momento erano di nuovo Sana e Akito, i due eterni nemici-amici, quasi fratelli, le due anime indivisibili, ed entrambi ne erano felici.

Eppure … in un angolo del loro cuore, sembrava mancasse ancora qualcosa …

 

 

 

Finalmente tutti i chiarimenti sono stati fatti! Ora sono tornati amici, ma le cose saranno davvero così semplici d’ora in poi? Uhm, io non ne sarei così sicura…^^

Ringraziamenti a:

Coco Lee

Gin_95

isachan

miki90

seed

giulia_88

Lady Anderson

per i meravigliosi commenti! Non sapete quanto mi facciano piacere e quanto mi spronino a continuare!!! vvtb

Al prossimo capitolo!

- Daisy -

  
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