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Autore: Puffola_pigmea    17/07/2012    3 recensioni
Quando ti innamori della sorella del tuo migliore amico succedono tante cose in poco tempo. Prima è tutto rosa e fiori, ma dopo inizi a litigare con la tua ragazza, non puoi dire niente al tuo migliore amico perché è il fratello...un casino, ecco la verità. Ma non è mai detta l'ultima parola. (storia raccontata dal punto di vista di Harry. )
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ero sdraiato nel mio caldo e comodo letto.
Ero ancora in ospedale, anche se stavo più o meno meglio degl’altri ma non avevo intenzione di andarmene. Un’infermiera mi aveva messo qualche punto e mi aveva fasciato la mano. Ma il dolore era acuto e non passava, così mi diede un po’ di morfina. Ecco, la morfina. Oramai ne ero diventato dipendente. A volte mi capitava di rubarne dai carrelli degl’infermieri. Mi faceva stare bene. Ma oramai anche quella era diventata solo un’ancora dove mi potevo aggrappare per non pensare a quello che stava succedendo.
Allison era caduta in coma e con lei il mio animo. Ero caduto in depressione, oramai scendevo dal letto solo per andare in bagno. Non mangiavo, sembravano essere passati secoli dalla mia ultima risata.
I medici mi tenevano in osservazione, sperando un miglioramento. Ma io non avevo nessuna intenzione di reagire. La mia famiglia mi era sempre accanto. Non mi lasciavano mai solo. Facevano i turni la sera per farmi compagnia.
<< Sai, oggi Louis è andato a trovarla. >> mi disse una sera mia sorella, riferendosi ad Allison.
<< Le si è seduto accanto e le ha stretto la mano…le ha iniziato a parlare. >> mi continuò a dire Gemma.
<< Di cosa? >> chiesi. Era un po’ che non parlavo con qualcuno quindi mia sorella rimase un po’ sorpresa.
<< D-di tutto, della famiglia, della band…di te. >> mi disse sorridendo.
 << E dopo, è successo qualcosa? >> chiesi di nuovo.
<< Bhe…dopo che Louis ha detto il tuo nome lei gli ha stretto un po’ la mano, il medico ha detto che è normale e che è solo un riflesso… >> mi iniziò a dire.
<< Perché mi dici tutto questo, per farmi stare peggio? >> le chiesi arrabbiato girando la testa di scatto verso di lei.
<< No, perché sono sicura che sentendo la tua voce Allison si potrebbe riprendere. >> mi disse stringendomi la mano.
<< Non dire cazzate Gemma, Allison è in coma e non si risveglierà ed io con lei. >> dissi facendo venire le lacrime aglio occhi.
<< Come puoi dire una cosa del genere?! Tu hai sempre amato Allison, non puoi lasciarla andare così facilmente, sei un debole, non hai neanche il coraggio di andarla a trovare e starle vicino. >> mi urlò contro mia sorella.
<< Non puoi dire che sono un debole, non puoi sapere cos’ho passato… >> dissi alzandomi dal letto e iniziando ad urlare. Ma all’improvviso mi parve tutto chiaro. Mia sorella aveva ragione, ero solo un debole. Non dovevo fare così, le dovevo stare accanto. Glielo avevo promesso. La sera dell’incidente le avevo promesso che le sarei stato sempre vicino. E invece che cosa stavo facendo? Mi stavo comportando da debole.
<< Hai ragione. >> dissi a bassa voce.
Mi misi le scarpe, staccai la flebo dal mio braccio e uscii dalla stanza.
<< Dove stai andando? >> mi chiese mia sorella, fermandomi sulla soglia della porta.
<< Sto andando da lei. >> dissi muovendo il braccio, staccandomi dalla presa di mia sorella.
Davanti alla sua stanza, c’era tutta la sua famiglia. Chi piangeva, chi guardava il nulla in silenzio e poi c’erano i genitori abbracciato l’uno all’altra.
<< Harry. >> mi disse abbracciandomi la madre.
<< Salve signora Tomlinson. >> dissi cercando di sorridere.
<< Come stai caro? >> mi chiese premurosamente.
<< Non tanto bene in verità. >> dissi sincero girandomi per guardare la finestra di Allison, che in quel momento era chiusa dalle serrande.
<< Neanche noi se è per questo. >> disse il padre di Louis mettendo una mano sulla spalla della moglie.
<< Salve signor Tomlinson. >> dissi cercando di nuovo di sorridere.
<< Sai ragazzo, abbiamo saputo la storia del bambino e non siamo molto contenti…>> iniziò a dire il signor Tomlinson per poi beccarsi una gomitata nello stomaco dalla moglie.
<< Almeno io non lo sono, per mia moglie sei un bravo ragazzo. >> disse guardandola.
Intanto la signora Tomlinson mi sorrideva sincera.
<< Anche se non mi piaci …va da lei ragazzo. >> mi disse il signor Tomlinson mettendo una mano anche sulla mia spalla.
Salutai i coniugi Tomlinson ed entri nella stanza. Lì c’era Louis che, seduto su una sedia, le cantava una canzone a bassa voce.
<< Hey. >> mi disse salutandomi.
<< È un po’ che non ci vediamo. >> mi disse sorridendo.
<< È vero, scusa… >> iniziai a dire per poi ritrovarmi  Louis al collo che mi stringeva in un forte abbraccio.
<< Mi sei mancato amico. >> mi disse dopo essersi staccato.
<< Ma sono sicuro che sei mancato di più a lei. >> mi disse indicando la sorella.
<< Vi lascio soli. >> disse uscendo dalla stanza.
Mi girai verso Allison e la guardai per la prima volta da prima che entrasse in coma.
Aveva la faccia bianca come un lenzuolo e le labbra rosse e i capelli marroncini sistemati da un lato. Vederla mi faceva stare male, ma dovevo essere forte non solo per me, ma per entrambi.
Mi sedetti sulla sedia accanto al suo letto e le strinsi una mano.
Rimasi così immobile a guardarla per un po’ di tempo. Ore, che sembravano secoli.
Erano circa le due del mattino, quando mi alzai e le baciai la fronte.
<< Ti amo. >> le sussurrai all’orecchio prima di uscire dalla stanza.
Andai nella mia stanza e mi sdraiai comodamente sul letto. Caddi tra le bracci di Morfeo pensando ancora a lei.
Era mattina inoltrata, quando Louis mi svegliò scrollando con forza le braccia.
<< Si è svegliata. >> mi disse raggiante.
Io mi alzai velocemente dal letto e schizzai davanti alla porta di camera sua.
Le serrande erano alzate, quindi riuscii a vederla mentre mangiava sorridente.
<< Aspetti. >> mi disse un’infermiera, mentre stavo per abbassare la maniglia ed entrare.
<< Lei deve essere Harry, il fidanzato. >> mi disse avvicinandosi.
Io annuii sorridendo.
<< Bhe…la signorina Tomlinson si è svegliata questa mattina sul presto, dicendo il suo nome, ma non ricorda nulla. >> mi disse amareggiata.
Io spalancai la bocca incredulo.
<< In che senso non ricorda nulla? >> chiesi incredulo.
<< Veramente, alcune cose se le ricorda…ricorda la famiglia, il fratello, ricorda che il fratello fa parte di una band e che è famoso. >> mi disse l’infermiera.
<< E di me? Si ricorda di me? >> le chiesi speranzoso.
<< No, non ricorda niente di lei, mi dispiace. >> mi disse per poi allontanarsi.
Mi sentii subito male. Come se stessi sprofondando in un pozzo senza fondo. Ma io dovevo essere forte. Le dovevo far ricordare di me e farla rinnamorare di me.
<< Ciao, io sono Harry. >> dissi entrando dalla porta e facendo un gran, finto, sorriso.
Lei alzò gli occhi dalla zuppa, mi guardò con i suoi enormi occhi grigi e mi sorrise.
 
 
SPAZIO AUTRICE:
 

Ecco il capitolo!!!
Mi sono emozionata scrivendolo.
Comunque, continuo la mia
protesta silenziosa, ma questa volta voglio almeno 5 recensioni.
Bwahahahahaha, lo so sono crudele.
Il prossimo capitolo è già nella mia testa,
aspetto solo le vostre recensioni…

  
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