LE SCHIAVE DIVENTANO AMANTI?
Alberto
si trovava nell’aula abbandonata della sua facoltà, dove era solito nascondersi
per suonare, il suo amico Luca, il figlio del rettore.
-
Signor Trevino… - gli disse improvvisamente il ragazzo mentre continuava a strimpellare
con la chitarra. – Come va la tua schiava? – gli domandò.
-
Va bene. – rispose Alberto distratto appoggiandosi alla tastiera elettrica
dell’amico.
-
State durando più del previsto. – aggiunse sarcastico Luca. – Avete
appuntamento? – continuò con tono malizioso.
-
Ma sei fuori? – replicò Alberto guardandolo sdegnoso. – Perché dovrei uscire
con una così? – aggiunse arrogante.
-
Le schiave diventano amanti… - fu la risposta di Luca. – Le amanti diventano
mogli… è la vita! – continuò solenne.
-
Taci! – rispose Alberto minaccioso. – Uno schiavo è uno schiavo per sempre, ok?
– concluse.
-
Come vuoi, signor Trevino. – replicò allora Luca sorridente. – Comunque ci
vieni al mio concerto? – chiese cambiando totalmente discorso.
-
Pensi di essere una rock star degli anni ottanta? – chiese allora Alberto
alzandosi e andando via.
-
So che ci sarai. – urlò allora Luca mentre l’amico si allontanava. – Facciamo
rock-roll! – aggiunse raggiante e riprendendo a suonare con grinta la sua
chitarra.
Il
piccolo pub vicino all’università che Alberto era solito frequentare con gli
amici, era stato decorato con striscioni e cartelloni i primi riportanti in
lettere rosso fuoco il nome del gruppo di Luca, Geco, i secondi con i cinque
componenti del gruppo in bella mostra.
Quel
giorno la clientela del locale non era composta per la maggior parte da giovani
studenti universitari, ma soprattutto da liceali urlanti.
Luca
accompagnato dai suoi quattro colleghi si esibiva soddisfatto sul piccolo palco
del locale, credendosi per davvero una grande rock star. E a smontare la sua
convinzione non aiutava certo il branco di ragazzine che sbraitavano ai suoi
piedi e che continuavano a cantare le sue canzoni a tutta voce.
“Sei entrata nella mia vita
come una luce
Non potrò dimenticare i tuoi occhi
blu
i tuoi begli occhi
Riempiamo la nostra vita di sorrisi
e belle storie
Non essere triste quando
la solitudine si avvicina
Il mio cuore sta male
a vederti soffrire
Sei tu quella che mi ha portato
il più grande amore della mia vita.”
Cantava
Luca mentre un incredulo Alberto si guardava intorno non riuscendo a credere al
successo che il gruppo dell’amico riscuoteva. Le liceali che lo circondavano
urlavano così tanto che il ragazzo era costretto a tapparsi le orecchie dal
fastidio. Non ordinò però la sua schiava, Erika, di smettere di urlare come le
altre. Anche se non voleva darlo a vedere era fiero del successo di Luca.
-
Tu mi guardi, ma io non provo niente per
te. Io non so… - cantava più tardi a squarciagola Erika nel pub dove, dopo
l’esibizione dei Geco, era stato montato un piccolo karaoke. - Non so cosa provo. Non chiedermi troppo.
Potrei stancarmi di te. – continuava la ragazza convinta.
-
Fammi posto! – le disse Alberto interrompendola e strappandole il microfono
dalle mani. Non sopportava più di
sentirla cantare, era terribilmente stonata.
Seduta
in uno dei tavoli del pub più vicino al palco Erika fissava incantata Alberto
mentre cantava. Stava eseguendo la canzone dei Geco che più le era piaciuta,
solo che invece di cantarla come l’aveva eseguita Luca, lui l’aveva
“trasformata” intonandola con una melodia soft.
Mentre
il ragazzo cantava Erika non poteva fare a meno di sospirare udendo la sua voce
seducente e accorgendosi che in effetti Sara e Carla avevano ragione, Alberto
era decisamente un “figo da paura”!
-
Ti sei divertita? – le chiese più tardi il ragazzo in macchina.
“
Ma che cos’ha? Perché è gentile con me” – si chiese la ragazza prima di
rispondere.
-
Certo moltissimo! – rispose Erika, ma si senti un po’ in colpa perché si accorse
che pur non volendo, la sua risposta uscì con uno sgradevole tono sarcastico.
-
Accidenti! – disse subito dopo il ragazzo guardando il quadrante della sua
auto. La macchina era rimasta completamente a secco, infatti Alberto si accorse
che da lì a poco si sarebbe spenta.
All’uomo
che poco più avanti aspettava tranquillo un autobus, dovette sembrare
decisamente strano vedere un ragazzo al volante di una macchina, mentre una
ragazzina la spingeva completamente sfinita.
Totalmente
distrutta Erika, mentre si asciugava la fronte, guardò con odio Alberto.
Dopodiché alzò lo sguardo e con terrore
vide l’indicazione che il prossimo benzinaio era distante dieci chilometri.
-
Scendi. – le ordinò Alberto più tardi quando arrivarono davanti casa.
-
Ok! – rispose Erika scendendo dalla macchina.
Anche
Alberto era già sceso dall’auto e aspettava che Erika chiudesse il suo
sportello per poter chiudere la macchina. Non appena la giovane sbatte lo
sportello cominciò a piovere pesantemente.
Mentre
il ragazzo guardava il cielo cercando di capire da dove venisse quel
acquazzone, Erika cercava velocemente il suo ombrello dentro la borsa. Dopo
averlo trovato e aperto si indirizzò verso il ragazzo.
-
La pioggia ti fa diventare calvo! – disse ad Alberto mentre lo riparava sotto
l’ombrello.
-
Davvero? – chiese lui guardandola incredulo. – Puoi andare adesso. – aggiunse
strappandole l’oggetto dalle mani e lasciandola come una sciocca sotto la
pioggia.
Erika
rimase a guardarlo incredula, era così stupita che non riusciva nemmeno ad arrabbiarsi.
Si ritrovò infatti a sorridere ad Alberto come una sciocca, quando lo vide
voltarsi e guardarla, convinta che dispiaciuto sarebbe tornato a prenderla.
Scoprì invece che il ragazzo si era voltato solo perché aveva dimenticato di
chiudere l’auto.
Sdraiata
sul letto dopo un lungo bagno caldo Erika era intenta ad armeggiare con il
cellulare. Dopo un po’ di dubbi rileggeva soddisfatta il suo messaggio.
Circondata da una serie di cuoricini, una frase riempiva lo schermo del
cellulare: Padrone grazie per la serata ^^ Buonanotte.
Ancora
una volta la giovane rielesse la frase, ma colta da nuovi dubbi cancellò i
cuoricini e si sforzò di inviare il messaggio solo con la frase.
Dopo
pochi istanti il ragazzo, disteso sul divano e circondato da svariati oggetti e
intento a guardare la televisione, sentì il cellulare squillare. Con fastidio
cercò di allungare la mano per prenderlo, ma non riuscendoci non avendo nessuna
intenzione di alzarsi, tentò con il piede. Dopo un po’ di sforzo riuscì ad
afferrarlo stringendo la cornicina tra le dita dei piedi.
Con
un sorriso lesse il messaggio di Erika e rispose senza esitare: Anche io mi
sono divertito. Sogni d’oro.
Pronto
ad inviare il messaggio lo rilesse ma sembrò poco convinto.
Alcuni
minuti dopo, sempre sdraiata sul letto, in trepida attesa Erika ricevette la
risposta. Con un lungo respiro premette sul pulsante che le permetteva di
leggere il messaggio.
Sul
cellulare spiccavano due semplici lettere: OK. La ragazza rimase un po’
a fissare con rabbia e delusione l’apparecchio.
-
Ehi… - disse improvvisamente Alberto pochi giorni dopo. Il ragazzo era sdraiato
sul letto di Erika intento a sfogliare uno dei suoi manga, mentre lei era
seduta alla scrivania studiando a malincuore. – Questa settimana iniziano le
vacanze estive? – continuò il ragazzo scuotendola con il piede.
-
No la prossima! – rispose Erika senza voltarsi e continuando a leggere il libro
davanti a se.
-
Davvero? – domandò lui cercando un calendario nella stanza. – Andiamo a fare un
viaggetto? – aggiunse poi come se nulla fosse.
-
Viaggetto? – domandò la giovane perplessa, voltandosi
a guardare Alberto incredula e lasciando cadere la matita sul libro.
-
Ci prendiamo qualche giorno di pausa. – disse lui sorridendole. – Così quando
torni studierai di più per gli esami. – aggiunse severo, forse per non sembrare
troppo gentile.
-
Mi piacerebbe, ma… - rispose Erika sognante. - …i miei non mi fanno mai passare
la notte fuori. – spiego subito tristemente, voltandosi di nuovo a studiare.
-
Nessun problema. – replicò Alberto. – C’è una soluzione a tutto! – aggiunse
misterioso mettendosi di nuovo sdraiato.
La
soluzione infatti Albero la trovò. Dopo aver prenotato una vacanza per due
persone e stampato la prenotazione, inserì il foglio in una busta, fatta
precedentemente da lui, con il logo di una nota marca di biscotti. Dopo di che
mise la lettera nella cassetta della posta di Erika e si premurò di mandare un
MMS alla madre della ragazza in cui le annunciava che aveva vinto una vacanza
per due persone e che presto le sarebbero arrivati i biglietti omaggi per
posta.
-
Sono così eccitata ! – urlò la madre di Erika al marito, mentre usciva dal
portone di casa, carica di valige.
-
Su… fai presto! – rispose l’uomo uscendo dietro alla moglie e guardando il
cielo. – Tempo perfetto! – sentenziò felice.
Erika,
che uscì dopo il padre chiudendosi il portone alle spalle,guardava i genitori
incredula. Sembrava quasi un sogno, quello era il suo ultimo giorno di scuola e
presto avrebbe passato un incredibile fine settimana con il suo padrone
preferito.
-
L'ultimo anno delle superiori è... il momento più importante della vita ! –
cominciò a dire il professore di matematica all’ultima ora di scuola. -
Significa che, dovete saggiamente spendere il vostro prezioso tempo! –
continuava senza accorgersi che nessuno lo stava ascoltando.
Infatti
tutta la classe sembrava immersa in un sonno profondo, tranne Sara che si
pettinava i capelli fissandosi in un piccolo specchio giallo.
-
E inoltre, dovete decidere... – insistette l’uomo ma tacque per guardare la
classe. - Dormite tutti ? – disse aspramente accorgendosi che nessuno lo stava
ascoltando.
Nessuno
rispose, anzi non si scomodarono nemmeno ad alzare la testa e fingere di essere
svegli.
-
Va bene ! – disse allora l’uomo con tono sconfitto. - Od ogni modo… spero
passiate una buona vacanza ! – aggiunse allegro indossando i suoi occhiali da
sole e uscendo dalla classe.
Appena
l’uomo uscì dalla stanza tutta la classe si risvegliò dal sonno e cominciò ad
urlare di gioia festeggiando per la fine della scuola e l’inizio delle vacanze
estive!
Piccola osservazione… forse non ci avete fatto caso
perché non vi ho avvisato, ma ho messo la foto di Erika e Alberto sul mio
profilo! Date un’occhiata e ditemi cosa ne pensate.
Ciao Kirby!!!
Come mai non ti ho risposto l’altra volta? Se è perché me ne sono dimenticata
PERDONAMI… mi spiace, prometto di non ripetere più uno sbaglio simile! Ok se lo
faccio sappi che è solo perché sono sbadata non è cattiveria ;o)! Comunque sì è
la stessa cosa che ho pensato io guardando il film… e per farmi perdonare ti
anticipo che sì, sarà più dolce! Ma farti venire subito l’acquolina eheh!
Mi sa che ci ho messo
più dell’altra volta vero Machi? E poi ammetto
che sono stata anche cattivella… volevo mettere in questo capitolo anche
l’atteso viaggio! Ma proprio perché so quanto sarà atteso sono stata cattiva e
ho deciso di farvi aspettare il prossimo capitolo :o)… però ti assicuro che ti
piacerà!
BENVENUTA juju…
perché non fate già il tifo per Erika? Povera schiavetta… invece di essere
solidali con lei tifate tutte per quel “mostro di Alberto” ahah! Beh senti chi
parla, guardando il film ho pensato più volte: perché non trovo anche io un
“padrone” così?
BENVENUTA anche a te Valentina78!
Grazie per il complimento :o)… oddio se continuate così finirò per crederci hehe!!! Comunque ti assicuro che non potrei mai eguagliare
la comicità del film, l’attrice coreana che fa “Erika” fa dell’espressioni
davvero uniche. Sono però felice di riuscire a trasmettere un po’ di quella
comicità.
Lo so… mi ripeto
ma:BENVENUTA anche a te zoa! Come ho detto su
non posso competere con il film quanto a comicità, ma sono contenta di riuscire
a trascriverne un po’ nella fic. Di come ho visto il film preferirei parlarne
in privato… comunque sì l’ho visto in Italiano, ahimè non so il coreano! Ah ho
scoperto che se lo cercate su YouTube c’è, ma al
massimo sottotitolato in inglese. Però potreste dare un occhiata per farvi
un’idea dei due protagonisti… non rovinatevi il finale però ;o)!
Anche tu nuova vero Salumi?
Beh allora il BENVENUTA è d’obbligo!!! Beh visto che sei stata sintetica, due
sole parole: DAVVERO GRAZIE!!!
Bye
bye alla prossima!!!