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Autore: Marti Lestrange    18/07/2012    10 recensioni
[STORIA SOSPESA]
- Ricordati di sfidarmi più spesso, Finnigan – disse James.
- Sarà fatto, James Potter – rispose lei sorridendogli.
Ecco una citazione dal prologo. Premessa: questa è la mia prima fan fiction su Harry Potter. Ho cominciato a scriverla subito dopo l'uscita dell'ultimo film. Spero che perdonerete eventuali errori o inesattezze nel testo. Protagonista è un personaggio inventato: Cornelia Finnigan, figlia di Seamus. Che ne dite del nuovo titolo??? Spero che la seguirete =) -Martina-
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, James Sirius Potter, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Nuova generazione
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Capitolo 10 – parte seconda
“Che cosa non dovrei vedere?”.

 
 
 
Più tardi, la compostezza della prima parte della serata lasciò il posto al caos della seconda. La musica soffusa e lenta venne sostituita dalle canzoni decisamente più rock delle “Bitch Witches”, che diedero davvero il meglio di loro stesse. I vestiti cominciarono a spiegazzarsi e le pettinature perfette a sciogliersi. Tutti persero quell’aria sognante e da fiaba per tirare fuori una certa grinta, che riversarono nei festeggiamenti e nei balli. Gli insegnanti e gli adulti sparirono molto discretamente, lasciando il compito di vigilare ai Caposcuola e ai Prefetti.
La serata si animò notevolmente. La musica era alta e penetrante. Le luci erano basse e coinvolgevano tutti nella danza. I bicchieri erano pieni, tutti brindavano insieme, senza pensare alle rivalità tra dormitori, che sembravano dimenticate, almeno per una sera. Parecchie coppie di studenti vennero viste abbandonare la Sala Grande alla ricerca di angoli più intimi e appartati. Rose e il bell’italiano Matteo sparirono per una buona mezz’ora, per poi riemergere tutti spettinati e arruffati. Rose era più rossa del solito e Matteo sfoggiava un sorriso fin troppo aperto. Victoria e Cornelia si scambiarono un’occhiata e una mezza risatina. Edward tentò parecchie volte di coinvolgere Cornelia nel ballo, ma poi perse ogni speranza. Lei si divertiva troppo a ballare con le sue amiche per badare a lui. Si lanciò anche in un ballo scatenato con Michael, sulle note di una canzone vagamente anni ’60. Rise come una matta, senza pensare assolutamente a nulla per buona parte del tempo. Così sembravano fare tutti, a dire il vero. Cornelia non vide James da nessuna parte, e per una volta non si preoccupò di dove fosse e con chi. Voleva solo godersi quel momento. Vide però suo fratello ballare con due ragazze Serpeverde del quinto anno parecchio sveglie. Sarah, la sua accompagnatrice, venne vista lasciare la Sala Grande subito dopo. Tom non sembrò accorgersene. Aveva bevuto più del solito e si vedeva. Di rado si lasciava andare così in pubblico. Prese una delle due e la baciò, sotto gli occhi dell’altra, che li guardava divertita. Cornelia si fermò di botto e diede una pacca a Rose.
- Vic non deve vederlo – le disse.
- Che cosa non dovrei vedere?
Victoria stava in piedi dietro di loro, il respiro corto. Le guardava, in attesa di una riposta.
- Albus? – le chiese Rose.
- E’ andato a prendere da bere – rispose – Allora? Che cosa non dovrei vedere?
Poi, il suo sguardo cadde sulla scena che un po’ tutti stavano osservando da un po’ di tempo. Tom era decisamente avvinghiato alle due ragazze, senza mostrare il minimo ritegno. Victoria rimase in silenzio, osservando la scena. Cornelia e Rose la guardarono. Sul suo viso si leggeva tutta la sua delusione e la sua amarezza.
- Lascialo perdere, Vic – intervenne Cornelia cercando di portare via Victoria da lì – E’ ubriaco.
Victoria sembrava di marmo.
- Non l’ho mai visto comportarsi così – disse solo.
- Cornelia te l’ha detto, è ubriaco – aggiunse Rose.
In quel momento, James sbucò in pista e si avvicinò a Tom. Gli disse qualcosa, ma quello non sembrava volerlo ascoltare.
- Io vado a parlargli – disse Cornelia – Voi uscite da questo casino. Direi che possiamo decisamente andare a letto. Basta balli per stasera.
- Sono d’accordo – disse Rose – Ci vediamo in Sala d’Ingresso.
Cornelia si avvicinò a Tom, che stava parlando con James. Quest’ultimo cercava di portarlo via dalla pista, sotto lo sguardo inviperito delle due Serpeverde.
- Smammate, oche – sibilò loro Cornelia.
Quelle si guardarono e poi girarono i tacchi, sparendo velocemente dalla loro vista.
- Oh, è arrivata la mammina – sbottò Tom quando la vide.
James le rivolse un’occhiata parecchio eloquente e, in silenzio, riuscirono a trascinare via Tom dalla sala Grande, sotto lo sguardo stupito di molti studenti.
- Forza, Tom, sei ubriaco fradicio – disse Cornelia – E’ ora che tu te ne vada a letto. Per stasera può bastare.
- Ancora un pochino, Corny, dai… - biascicò lui ridendo.
- Non lo hai mai retto l’alcol, Tom – intervenne James – ma stasera hai superato te stesso.
Tom scoppiò a ridere e poi i tre si ritrovarono nella sala d’ingresso dove, poco lontano, Rose e Victoria li stavano aspettando. Tom si fermò quando vide Victoria.
- Proprio te stavo cercando – esclamò Tom rivolto alla ragazza.
Cornelia e James si lanciarono uno sguardo.
- Che cosa devo fare, eh?! – continuò Tom – Dimmelo tu, Victoria. Dimmelo, perché io non lo so più…
Victoria stava in silenzio, non sapeva cosa dire e nemmeno cosa fare. Rose la teneva per un braccio, anche lei in silenzio. Sembravano due statue di pietra. Solo gli occhi tradivano le loro emozioni.
- Non hai niente da dire, come al solito – esclamò Tom con tono sprezzante.
Cornelia non riconosceva suo fratello nel ragazzo ubriaco e prepotente che aveva davanti. All’improvviso, capì però tutta la sua disperazione, tutto il dolore che lo aveva tormentato, tutta l’amarezza.
Tom si scrollò di dosso le mani di James, che cercavano di trattenerlo, e si avvicinò a Victoria. Lei lo fronteggiò a testa alta, guardandolo negli occhi. Gli altri guardavano Tom, in attesa.
Tom continuava a guardare Victoria, lo sguardo perso, gli occhi appannati, le mani tremanti. La sua mano si alzò ad accarezzarle una guancia, un gesto infinitamente lento e dolce. Victoria lo guardava, in silenzio. Una lacrima impercettibile le colò lungo la guancia arrossata. Tom scosse la testa e lasciò cadere la mano.
- Io ti amo, Victoria Baston! – esclamò lui all’improvviso – Lo devo gridare per fartelo capire? TI AMO!
Molte teste si girarono, sorprese. Guardavano la scena, increduli di sentire il Caposcuola Grifondoro gridare nel bel mezzo della Sala d’Ingresso.
All’improvviso, Tom fece un gesto allo stesso tempo spiazzante e sorprendente: prese il viso di Victoria fra le mani e la baciò. Cornelia trattenne il fiato, e Rose fece lo stesso, portandosi una mano davanti alla bocca. Molti presenti applaudirono. Victoria rimase per un attimo ferma e inerme, le sue mani su quelle di lui. Le sue labbra su quelle di lui.
Poi, l’incanto si spezzò, Victoria riprese possesso delle sue facoltà e allontanò Tom da lei. Qualche secondo dopo, uno schiaffo riecheggiò nella Sala d’ingresso, forte e rumoroso.
- Come hai potuto? – esclamò Victoria, ritrovando la voce.
Il viso di Tom rifletteva tutta l’amarezza di giorni interi passati a pensare a ciò che sarebbe potuto accadere, se solo… già, se solo lui non avesse agito in quel modo, se solo lui avesse capito, se solo lui avesse guardato oltre una storia che sembrava una storia come tante altre, ma che come tante altre non era affatto. Se solo lui avesse guardato oltre, avrebbe visto “lei”. Victoria. Sempre e solo Victoria.
Cornelia distolse lo sguardo da suo fratello in tempo per vedere Albus, in piedi di fronte alle porte aperte della Sala Grande ancora in fermento, sul viso una strana espressione di collera mista a rassegnazione, le braccia inerti lungo i fianchi, i pugni serrati, la mascella contrita. Da quanto tempo era lì? Abbastanza da assistere a tutta la scena? Abbastanza da vedere il bacio che Tom aveva rubato a Victoria? Abbastanza da vedere lo schiaffo che la sua ragazza aveva depositato con veemenza sulla guancia di Tom? “Abbastanza da capire tutto ciò che c’era da capire”, si rispose Cornelia.
- Albus – mormorò Victoria, spaesata, gli occhi sbarrati, le labbra tremanti. Albus scosse la testa e si affrettò velocemente verso lo scalone in marmo, desideroso solo di mettere quanta più distanza possibile tra lui e Victoria.
- Albus! – sentirono la voce agitata della ragazza riecheggiare dalla cima delle scale e perdersi poi nel buio di un corridoio.
Cornelia volse lo sguardo verso Rose, che però teneva il suo insistentemente puntato su una crepa nel pavimento di pietra. Tom era come imbambolato: fissava il punto in cui prima c’era Victoria, sperando quasi di vederla ricomparire. James invece la stava guardando, come in attesa di ricevere istruzioni che lei nemmeno sapeva di dover impartire. Né a lui né a nessun altro lì presente.
- Torniamo in Sala Comune – disse James, riscuotendosi e decidendo di prendere lui l’iniziativa.
Cornelia si girò e se lo ritrovò molto vicino. Troppo vicino. Stava parlando con lei, visto che l’unico essere umano presente ad esclusione di Tom – cioè Rose – non dava segno di aver capito alcunché. Come se la ragazza avesse intercettato i pensieri dell’amica, si ridestò dal suo torpore e si avvicinò.
- Non ci posso credere – disse solo, rivolgendo a Tom uno sguardo carico di risentimento – Come ha potuto fare questo a Victoria?
Cornelia avrebbe voluto dirle: “e chi sei tu per sputare sentenze?”, ma non se la sentiva di prendere così apertamente e pericolosamente le difese di suo fratello, non dopo quello che aveva fatto, non dopo quella sera. 
James e Cornelia si avvicinarono a Tom, che ancora fissava il punto in cui un lembo del vestito di Victoria era scomparso dietro un angolo. I due ragazzi presero Tom sottobraccio, uno per lato, e lo condussero fino allo scalone di marmo.
- Andiamo, Tom – disse Cornelia – Torniamo in Sala Comune, forza.
Tom boccheggiò un momento, poi lo sentirono biascicare sempre la stessa frase per tutto il tempo: “che cosa ho fatto…?”.
Rose li precedeva lungo lo scalone e poi nei corridoi, fino a quando non arrivarono davanti al ritratto della Signora Grassa, che a quell’ora indossava una cuffia bianca sui capelli scuri e una vestaglia rosa, sotto la quale si intravedeva il bordo in pizzo della camicia da notte. Aveva gli occhi chiusi, ma si ridestò non appena i ragazzi giunsero lì davanti.
- Oh-oh, siamo messi proprio male, eh?! – ridacchiò alla vista di Tom, ancora sorretto da Cornelia e James.
- “Expecto Patronum” – recitò Rose, impaziente di andarsene a letto.
Il ritratto si scostò e tutti loro sbucarono nella Sala Comune circolare giusto in tempo per sentire Albus che diceva: - Finiscila di giustificarti, Victoria. Ho capito come stanno le cose già da parecchio tempo.
- Al… - cercava di parlare lei, ma il ragazzo non le lasciava nemmeno il tempo di mettere insieme due parole.
- E’ finita, Victoria – concluse Albus, le braccia lungo i fianchi e l’espressione avvilita di chi sa di aver esaurito le possibilità e di doversi arrendere all’evidenza. Sul suo volto si leggeva solo tanta amarezza e una certa rassegnazione.
- Ti prego, Albus… - disse Victoria.
- E’ finita, è meglio così per tutti – continuò lui stancamente, avviandosi verso il dormitorio maschile – Sappiamo tutti e due che quello che c’è tra te e Tom non finirà mai. E’ inutile continuare questa farsa. Ci faremmo solo del male.
Victoria rimase in silenzio. Cornelia e James ancora sorreggevano Tom, immobili. Rose stava in piedi a pochi passi da loro, una mano sulla bocca, senza parole.
Albus lanciò loro uno sguardo, soffermandosi su Tom, che fissava un punto imprecisato del soffitto, inebetito. Si girò e salì le scale del suo dormitorio senza aggiungere altro.
Lacrime silenziose rigavano le guance di Victoria, che fissava il punto in cui Albus era sparito su per le scale. Lo guardava, ma non lo vedeva davvero.
Poi, come se si fosse all’improvviso ridestata da un sogno, si precipitò verso il dormitorio femminile e sparì su per le scale. Rose la seguì senza dire niente, lasciando Cornelia e James in compagnia di un sempre più svanito Tom. Cornelia si girò verso James e gli rivolse uno sguardo interrogativo.
- Io direi di portarlo a letto, che ne dici? – propose lui, ricambiando lo sguardo della ragazza.
- Direi di sì, perché comincia a pesare.
I due ragazzi accompagnarono Tom su per le scale del dormitorio maschile, fino all’ultima porta: la stanza da letto circolare che Tom divideva con James e Marcus. Quest’ultimo non era ancora tornato: Cornelia lo immaginò imboscato da qualche parte con Daisy o a scatenarsi sulla pista da ballo.
Fecero cadere Tom sul suo letto, le cui molle cigolarono per protesta. James gli sollevò le gambe per farlo distendere e Cornelia gli tolse la giacca e le scarpe. Tom ronfava già della grossa. Il suo russare cupo creava una specie di eco tra le pareti curve e spoglie della stanza semibuia.
Cornelia rivolse un ultimo sguardo a suo fratello e poi scese in Sala Comune. Il fuoco ancora scoppiettava nel caminetto, allegro. La notte stellata e luminosa la guardava attraverso i vetri della finestra accanto alla poltrona, la stessa finestra davanti alla quale, parecchie settimane prima, James le aveva posto una semplice domanda, che però l’aveva turbata e segnata nel profondo: “se qualcuno ti facesse una strana richiesta, una richiesta che rovinerebbe tutto, ma che tu sei costretta ad accettare, cosa faresti?”. La mattina dopo l’aveva visto con Rebecca Mallory e, da quel giorno, molte cose erano cambiate. Anche lei era cambiata.
- Che serata, eh?
Cornelia si voltò. James la guardava dall’altra parte della Sala Comune silenziosa. Stava appoggiato alla porta del dormitorio maschile, le mani affondate nelle tasche con quel modo che solo lui aveva. Era serio.
- Già… - commentò Cornelia.
Si andò a sedere sul divano mezzo sfondato davanti al camino, sospirando. Si perse a fissare le fiamme e ripensò a suo fratello, a Victoria e Albus. E pensò a lei, a Edward che non aveva più visto, a James poco distante. La sua presenza proiettava una luce strana tutto intorno, rilasciava una forza magnetica che l’attirava. L’attirava giù nel profondo di un baratro, al fondo del quale però c’era soltanto luce.
Si girò verso James, come per accertarsi della sua costante presenza. Il viso di James si aprì in un timido sorriso, come se le avesse letto nel pensiero. Davvero il sorriso di James poteva definirsi “timido”? Forse, per una volta, sul suo viso era dipinta l’incertezza.
Cornelia indicò il posto vuoto accanto a lei sul divano e, silenziosamente, invitò James a sedersi. Lui sorrise più apertamente e si accomodò sul divano. Cornelia tirò su le gambe e si strinse le ginocchia al petto, continuando a fissare le fiamme.
La presenza di James accanto a lei la fece rilassare e tranquillizzare. Poté finalmente abbassare la guardia per la prima volta in quella caotica serata.
Il rumore delle fiamme e la tranquillità che li circondavano rendevano le sue palpebre pesanti, cariche com’erano di eventi, emozioni, visi e sensazioni, tutto centrifugato insieme in un vortice caotico. Cornelia si sentiva stanca, davvero stanca. Senza nemmeno rendersene conto, Morfeo l’accolse nel suo regno ovattato e di sogno. Le ultime cose che vide del mondo intorno a sé furono il viso di James, il suo sorriso e la sua mano tra i capelli.
 
 
 
 
CONTINUA…

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Marti’s Corner
Miei cari e intrepidi lettori, buongiorno! Eccoci qui con la seconda parte del capitolo, che tutti voi stavate aspettando [sì, sì, come no…].
Che ne dite?
Tom ne combina una grossa… inconsciamente dichiara i suoi sentimenti a Victoria, Albus sente tutto e questo provoca la rottura tra il più giovane dei due Potter e la bella Cacciatrice. Vi state chiedendo che cosa succederà il giorno dopo? Bene, dovrete pazientare…
E dovrete pazientare anche per leggere del risveglio di Cornelia, che si è addormentata tra le braccia di James… mica male, eh?!
E Rose? Michael? Edward? Scorpius?
So che molto probabilmente mi odierete profondamente, ma vi devo annunciare che “Cornelia Finnigan – Magic is something you make” entra ufficialmente in vacanza… ma solo per poco, tranquilli! Sarò a Roma dal 23 al 28 luglio e mi troverò impossibilitata ad aggiornare, e non so nemmeno quanto potrò essere “produttiva” a livello creativo. Inoltre, preparatevi: sono in atto dei profondi cambiamenti. Nel prossimo capitolo, niente sarà più lo stesso……….. Vi ho incuriosito?!

Se volete, qui [https://www.facebook.com/media/set/?set=a.155405707922946.32839.100003605526140&type=3] troverete tanti nuovi prestavolto e qui [https://www.facebook.com/media/set/?set=a.187188714744645.41210.100003605526140&type=3] la mia Old Generation: vi aspetto!
 
 
Colgo l’occasione per ringraziare tutti voi, splendidi lettori, che mi fate felice con le vostre stupende recensioni, che leggete silenziosamente, che vi divertite con Cornelia e i suoi amici e che continuante a seguirmi. GRAZIE DI CUORE.
 



A presto, Marti.
 

 
 
 

   
 
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