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Autore: LaCla    18/07/2012    15 recensioni
Raccolta di ministorie demenziali, con tentativi di comicità ed ironia su Marco, un povero personaggio con poteri fantastici, ma brutalizzato da tutte le fan con soprannomi improbabili! Premetto che adoro Marco, che appare tra i miei personaggi preferiti, ma ispira demenzialità, quindi ecco a voi le mie sciocchezze! xD Dalla chirurgia alla cucina, dalla Disney alle fanart, dal cannibalismo ai tentativi di conquista! Insomma, di tutto un po'! (povero Marco xD)
1. Extreme Makeover
2. Sinonimi vari, ipotetici e casuali per definirlo "Uccello"
3. Cento modi per cucinare una fenice
4. La fame fa brutti scherzi!!!
5. La patata di Marco
6-9. Marcunzel
7. La sirenetta e il gabbiano (+ Extra "Les poissons")
8. Bird or Fruit?
Dedicata ai lettori di Fire of Love, Grazie di cuore!
Genere: Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Marco
Note: OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il pirata iniziava a scendere dalla torre, ficcando delle frecce della pietra e calandosi lentamente, mentre la biondina lo guardava impaurita. Era un svolta nella storia, e cosa fare per descriverla, se non cantare?
«♪Ora che ho il mondo intero a disposizione, ora che finalmente sto andando via... Guardami! Sono qui! È la mia occasione! Dovrei..? No! Io ci andrò♪» Iniziò Marcunzel, scaraventandosi giù dalla finestra con un camaleonte legato ai capelli, guardando il mondo e frenando a tre, e dico TRE centimetri da terra.
La ragazza posa un piede nell’erba, e si sdraia felice sul prato.
«♪La terra, l'erba, i fiori sono davvero qua; Il vento che mi sfiora dove mi condurrà, eh? Oggi farò davvero quello che mi va’… Voglio saltare, danzare, cantare, gridare, sfrecciare, sognare, volare, guardare, scappare, fin quando saprò finalmente cos'è la libertà!♪» Cantò a squarcia gola la ragazza, facendo scappare una miriade di uccelli, finendo in un fiume, girando, saltando e piroettando su se stessa (il tutto senza che nei suoi capelli si faccia un nodo ovviamente) ignorando il povero pirata che sta ancora scendendo dalla torre e catapultandosi fuori dal passaggio segreto. A questo punto sono a favore della sua reclusione nella torre.
Dopo aver annunciato al mondo il suo atto di ribellione, inizia la fase alterna di felicità e sensi di colpa, seguita con sguardo sconcertato dal pirata.
«Non posso credere di averlo fatto! Non posso credere di averlo fatto! Non posso credere di averlo fatto!» iniziò a urlare, giusto perché non si era fatta sentire abbastanza, la ragazza.
«Mamma sarebbe furiosa… Ma non fa niente, perché se non lo saprà, non soffrirà, giusto?» Affermò, conversando con una ninfea.
«Ma cosa ho fatto? Questo potrebbe ucciderla! » singhiozzò in una grotta, sempre sotto lo sguardo del pirata silenzioso.
«È troppo divertente! Sono una pessima figlia, torno indietro! » Gridò felice correndo per i prati, accasciandosi poi depressa su un tronco.
«Non tornerò più indietro! Sono un essere spregevole!» Gridò di nuovo, deprimendosi nuovamente.
«Il giorno più bello della mia vita!» Urlò facendo Tarzan con i capelli, per poi tornare in un angolino a piangere disperatamente.
Il pirata allora si avvicinò, tentando, con doppi fini ovviamente, di consolarla.
«Lo sai, non riesco a fare a meno di notare che sembri leggermente in lotta con te stessa… Ho capito solo per grandi linee naturalmente, madre iperprotettiva, vitatissimo uscire, insomma ragazzi è roba seria… Ma vorrei alleggerirti la coscienza, fa parte del crescere! Un po’ di ribellione, qualche avventura, è giusto così! È salutare addirittura! » Affermò, sicuro di se e scacciando malamente Satch dalla sua spalla, il bellissimo pirata.
«Tu credi?» chiese dubbiosa e ancora bagnata di lacrime la ragazza.
«Ne sono certo! Ci rimugini troppo sopra, dammi retta! Tua madre se lo merita? No… Le spezzerai il cuore e ne sarà schiacciata? Ma è chiaro, però tu devi farlo lo stesso!» Concluse sorridente il moro, soddisfatto del suo discorso articolato in modo da far sentire la ragazza maledettamente in colpa.
«Le spezzerà il cuore?» Chiese terrorizzata la ragazza.
«A metà.» Rispose catartico il ragazzo, raccogliendo una bacca.
«Ne sarà, schiacciata?» singhiozza la ragazza.
«Un chicco d’uva.» Affermò sicuro il moro, schiacciando sadicamente la bacca.
La ragazza ormai era nel panico, i sensi di colpa per le sofferenze atroci che avrebbe fatto patire alla madre la opprimevano, ed il pirata ne approfittò, dicendole con fare affranto e galante, che era libera dal loro patto e che l’avrebbe riportata immediatamente a casa. Ma Marcunzel non si fece ingannare, e minacciò Ace con la temibile padella, sostenuta dal supporto morale della rana, cioè volevo dire, camaleonte.
Ma tutto d’un tratto un cespuglio iniziò a tremare vistosamente, terrorizzando Marcunzel che si arrampicò sulle spalle del pirata.
«Sono furfanti? Criminali? Sono qui per me?» Pigolava la ragazza, brandendo minacciosa la padella ed arpionandosi al corpo dell’impassibile pirata. Dal cespuglio saltò fuori un piccolo e tenero batuffolo di pelo,con un buffo cappello rosa. Sembrava un procione, anzi, era decisamente un procione, solo con le corna, e di minaccioso aveva ben poco.
«Sta calma. Potrebbe fiutare la tua paura.» Disse sarcastico Ace, mentre la ragazza imbarazzata scendeva dalla sua schiena. Dopo aver appurato che briganti e criminali erano da evitare, un ghigno poco rassicurante si disegnò sul viso del filibustiere, che propose alla ragazza di andare a pranzo in un posticino, a suo dire riconoscibile dall’odore. Questa cosa avrebbe allarmato chiunque, ma Marcunzel la fessa, ci cascò.

Nel frattempo nella foresta, non molto lontano da lì, uno stupido cavallo fiutava disperatamente il terreno, ancora alla ricerca del pirata. Per caso si imbatté in un manifesto con la sua taglia, ma il naso era sbagliato, sembrava quello di un porcellino. Nulla però poteva ingannare il fine intuito equino, ed infatti il cancavallo riconobbe Ace in quella foto, e tritò immediatamente con i denti il manifesto. Degli scricchiolii però lo insospettirono e decise di nascondersi, mimetizzandosi dietro ad una roccia a forma di cavallo e nascondendo la testa in un cespuglio a forma di… Muso di cavallo. Alla faccia della mimetizzazione.
Quando poi l’intruso fu abbastanza vicino, balzò fuori nitrendo all’impazzata, terrorizzando… la vecchia Kureha! La decrepita befana botox-dipendente, impiegò poco a capire che il fatto che ci fosse un cavallo solo nella foresta, non era un buon presagio, e corse verso al torre, lasciando il fiero destriero con un grosso punto di domanda sulla testa. Chiamò più volte Marcunzel, senza ottenere risposta. Allora decise… di usare la scala! Sì, perché quella scala c’era, solo che quella vecchia stronza non la usava mai! Perché il suo flaccido sedere non aveva voglia di fare tre gradini, no: era meglio farsi issare da una chioma fluente di biondi capelli! Che poi pensate alle doppie punte che aveva Marcunzel per colpa di questa vecchia pigrona!
Una volta arrivata in cima, non accende la luce, ma strappa con violenza i tendaggi, ribalta i letti, fa l’isterica ecc ecc… Ma nota una cosa strana… Dal primo gradino spunta un piccolo lembo di tessuto arancione, e sollevando le mattonelle scopre il nascondiglio del preziosissimo cappello, prezioso tesoro molto caro a Barbabianca, che avrebbe sicuramente distrutto l’isola pur di ritrovarlo. E solo una persona poteva averlo rubato, il ragazzo ritratto sugli avvisi di taglia, ricercato da tutto il regno, Portuguese D. Ace Ryder.
La vendetta della vecchia Kureha, stava per abbattersi sull’inconsapevole pirata.

Ma torniamo ai nostri piccoli eroi, ormai arrivati all’entrata del mitico locale: “Il bell’anatroccolo”.
Dopo che Marcunzel ebbe affermato di amare gli anatroccoli (evito di commentare, è meglio) facendo entusiasmare Ace, entrarono.
Marcunzel si trovò davanti un’accozzaglia di energumeni raccapricciante, da gente con una mano ad uncino a brutti ceffi squamosi; sembrava che tutti i criminali più scellerati si fossero radunati in quella topaia.
Marcunzel era terrorizzata e, raccolta tra le braccia la sua folta e fluente chioma, sguainò la fedele padella, tentando di evitare il contatto con uno qualsiasi di quei cosi puzzolenti che si trovavano nella locanda. Il furbo Ace Ryder aveva giocato un tiro mancino alla biondina, proprio per scoraggiarla ed indurla ad abbandonare la malsana idea di girovagare per il mondo. Stavano per uscire quando la porta si chiuse, intrappolandoli. Il manifesto di cattura di Ace era inchiodato in bella mostra nel macilento legno della porta, indicato brutalmente da un enorme pirata, ma che dico enorme? Mastodontico, ecco la parola giusta!
Il mezzo gigante, dalla carnagione leggermente scura, i capelli pettinati a strisce ed uno sguardo truce, bloccava la porta, e con tono laconico disse ad Ace:
«Sei tu!» Con voce grave e mettendo un dito sul manifesto, andando a coprire il naso.
Ace di tutta risposta spostò leggermente quell’enorme falange, vedendosi disegnato con un nasone lungo e vagamente fallico.
«Tsk, questa è cattiveria!» Affermò il ladruncolo, sempre più offeso.
«Ahh, è lui! Come no? Mr 1, chiama le guardie presto! Con la ricompensa mi comprerò un nuovo uncino!» Ringhiò un alto pirata, con un uncino al posto della mano sinistra ed un sigaro in bocca. Lungo la sua faccia scorreva una stranissima cicatrice, ed i capelli neri erano tirati ordinatamente all’indietro. Il pirata afferrò Ace per il bavero della camicia, ringhiandogli a pochi centimetri dalla faccia e mandando il suo fido scagnozzo ad avvisare le guardie imperiali. Era Sir Crocodile, in persona!
Ma presto il piratuncolo gli fu strappato dall’uncino, ed i manigoldi iniziarono a contenderselo, sbatacchiandolo a destra e a sinistra, contendendosi la sua ricompensa.
Marcunzel disperata gracchiava e tentava di fermare i pirati, che avevano ormai immobilizzato Ace, mentre Crocodile si preparava a dargli un portentoso pugno in faccia. Intanto Ace Ryder si dimenava, implorando i banditi di non colpirgli il suo bellissimo nasino, ma la folta chioma di Marcunzel fu fondamentale; la ragazza lanciò una ciocca in aria, afferrando con precisione il corno di uno strano animale impagliato, e colpendo brutalmente sulla testa Crocodile.
Tutto si fermò per qualche secondo, poi la ragazza urlò di lasciare andare Ace, guadagnandosi l’attenzione di tutti. Brava Marcunzel, brava.
«Sentite, io non so dove mi trovo, io ho bisogno che lui mi accompagni a vedere le lanterne, perché è il sogno più grande della mia vita, ritrovate un po’ di umanità, eh! Nessuno di voi ha mai avuto un sogno, eh?» Piagnucolò disperata la “bella” fanciulla.
Crocodile le si avvicinò, impugnando un’enorme ascia, mentre Jaws, il gigante di prima, appendeva Ace al famoso animale impagliato. Capitan uncino.. Hem, volevo dire, Sir Crocodile… Avanzava minaccioso e con una musica di sottofondo particolarmente intensa. Arrivò a pochi centimetri dal viso di Marcunzel, poi sembrò addolcirsi.
«Io avevo un sogno, una volta…» Affermò nostalgico, scagliando l’ascia addosso ad un povero scheletro, che iniziò a suonare tremante. Ebbene sì, signori e signore, cantano ancora; preparate i tappi, i pomodori da tirargli addosso e tanti insulti, perché stavolta la situazione degenererà.
«♪È un piacere spaventare, sbraitare e ghignare, e sono più crudele di un dentista! Metto tutti KO, con la mano che non ho! Ma in fondo vorrei essere un pianista!! ♪» Iniziò Crocodile, sì, Crocodile, facendo strane facce e dirigendosi verso un piccolo palco, dove si trovava un magnifico pianoforte. Il suo uncino iniziò a saltellare sui tasti, motivando ancora di più il pirata di sabbia a cantare.
«♪Sogno sempre di esibirmi come Mozart, Rubinstein, Beethoven, Debussy… Sì la rissa mi rilassa, ma la gioia poi mi passa! Ti ringrazio perché il mio vero sogno è questo qui! ♪» Continuò Uncino, demolendo i tasti del pianoforte, che nonostante ciò continua imperterrito a suonare, ed invogliando gli altri a cantare “è questo qui” in coro. Il tutto avveniva sotto lo sguardo scioccato e perplesso di Ace, sempre appeso al muro.
«♪È da quando ero piccolo così! Mi fratturo braccio e gamba, ma al ritmo della samba! Perché il mio vero sogno è questo qui! ♪» Continuò, ancora, mentre il povero Satch osservava perplesso due ratti che ballavano, e Marcunzel serena ascoltava la canzone, inconsapevole che sua madre stava arrivando.
Un pirata biondo, brutto come la fame, si avvicinò alla ragazza, iniziando a cantare. Ma perché devono cantare tutti, mi chiedo?
«♪Ho l’occhio che strabuzza, l’alito che mi puzza, non sono un esemplare di bellezza! Questo sopracciglio a ricciolo che ho, è un orrore, sì, lo so, ma sogno un abbraccio e una carezza! Cerco sempre una bella signorina, che sia pronta a dirmi il grande sì! Sono tutte fuorché bello, ma ho un gran cuore, sai fratello? E il sogno che ho per me è questo qui!♪» Cantò il biondino dalle sopracciglia strane, indicando i propri difetti e regalando una margherita a Marcunzel. Ovviamente mentre cantava stava remando sul legno con una scialuppa, presa non si sa dove, con un clown ubriaco impegnato nel ruolo della fanciulla, che apriva graziosamente un ombrellino di pizzo. Non contenti però, verso le strofe finali legarono il povero capitano Buggy ad una corda, mentre il suddetto ammiccava schifosamente, e lo lanciarono vestito da cupido, con tanto di arco e frecce, per tutta la locanda.
Intanto l’allegro coretto di pirati cantava il ritornello idiota “è questo qui”, ondeggiando e danzando brutalmente. Un’immagine ripugnante.
«♪E vorrei chiamarla tanto, Ma Cherie! Questa faccia repellente, sa amare, perdutamente! Il sogno che conservo è questo qui!♪» Continuava Duval, sì, perché era Duval ovviamente a cantare, abbracciando a destra e a manca pirati e anche Marcunzel. Pensavate fosse Sanji? Non fatevi sentire, sappiate solo che state peggiorando sempre di più, siete proprio cattive persone.
Intanto le voci fuori campo cantavano, inneggiando i sogni ed i passatempi di tutti i filibustieri presenti nella locanda, ed erano hobby alquanto… Insoliti.
«♪Usopp’n vuole essere un fioraio!  Franky ha la fissa del design! Bon-chan sa mimare! Sanji adora cucinare! Choppy sferruzza, Law usa l’ago! Jango ti incanta, come un mago, e Moria collezionando ombre ha un grosso svago! ♪» Cantavano, mostrando a Marcunzel le loro peculiarità.
«E invece tu?» Ringhiò Crocodile ad Ace.
«Io cosa prego?» Rispose educato il moro.
«Qual è il tuo sogno?» Insistette Duval, tirandolo giù dalle corna impagliate e posandolo a terra.
«No, no, no, no, scusatemi. Io non canto.» Affermò sicuro di se Ace, incrociando le braccia e trovandosi cento spade alla gola.
«♪Ho dei sogni anch’io davvero! Ne vado poco fiero, perché sono un po’ meno complicati! Quindi senza alcun orgoglio vi confesso quel che voglio! Avere bei soldoni profumati!♪» Cantò il pirata con le lentiggini, saltellando goffamente sul bancone della locanda. Immagine patetica.
Intanto anche Marcunzel cantava, danzando su un tavolo della locanda, mentre sua madre, minacciosa, spiava dalla finestra. Il clima della locanda era allegro, e tra capre, cerchi di fuoco, fiaccole, tiro al segno, acrobazie e defenestra menti (il tutto senza che nessuno pestasse, strappasse, tagliasse o incendiasse i capelli di Marcunzel ovviamente), la canzone finalmente finì!
Proprio in quel momento nella locanda piombò Mr 1, contento di aver svolto il suo compito chiamando le guardie, subito seguito da un alteratissimo Garp.
Intanto Ace e Marcunzel si erano nascosti dietro al bancone, spaventati, e nella locanda entravano, ammanettati, anche i malvagi gemelli Declavan. Ace rabbrividì, era nella cacca fino al collo, decisamente.
Garp sguinzagliò le guardie, mentre Crocodile aiutava Marcunzel a fuggire, aprendo a lei ed Ace un passaggio segreto e guadagnandosi un tenero bacino (da Marcunzel ovviamente).
Mentre i nostri eroi fuggivano, la porta della locanda fu sfondata dal cancavallo Sengoku, tra lo stupore della folla e di Garp. Lo strano cancavallo si diresse sicuro verso il bancone, nitrendo verso Garp, che lo guardava, non capendo. L’espressione del cancavallo fu eloquente, e significava “cretino”, mentre con zoccolo sicuro abbassava una leva, rivelando il passaggio segreto.
Tutte le guardie si fiondarono all’inseguimento, lasciando Kobi a controllare che i gemelli non fuggissero. Inutile dire che con una testata era fuori gioco, ed i due bestioni si stavano già appropinquando all’inseguimento del ladro di cappelli.
Intanto, la vecchia Kureha assisteva alla scena dall’esterno del locale, arrabbiata e preoccupata. Il Buggy Clown  uscì dalla locanda canticchiando, e quando la vide, vittima dei fumi dell’alcool, non poté non lodare la sua bellezza!
«Oooohhh, portatemi subito un bicchiere, perché ho di fronte a me, un sorso lungo lungo d’acqua fresca!» Sbiascicò, tentando di avere un’espressione “sexy”. Raccapricciante è l’unico aggettivo che mi viene in mente per descriverlo.
«Ma smettila, omaccione… Dove sbuca il passaggio segreto?» Civettò Kureha, per poi piantare la punta di un enorme pugnale, che tutti si chiedono dove tenesse, sul naso del regino ubriaco.
«Coltello!» Squittì lui, incrociando gli occhi.

Intanto, nell’entroterra dell’isola, Ace e Marcunzel passeggiavano alla luce di una lanterna, e lei tentava di scoprire qualcosa sulla vita del ragazzo, che però negava ogni spiegazione, rivelandosi però curioso del passato della fanciulla.
«Allora, non parliamo di capelli ne di madri, e sinceramente ho paura a chiedere della rana.» Iniziò sospettoso Ace.
«Camaleonte» Puntualizzò Marcunzel.
«Dettagli! La mia domanda quindi è questa, se il tuo desiderio di andare a vedere le lanterne è così forte, perché non ci sei andata prima?» Chiese infine con tono dolce il bel pirata.
Ma Marcunzel non fece a tempo a rispondere, che la terra iniziò a tremare e le guardie erano già alle loro calcagna. I due iniziarono a correre, raccogliendo svelti i capelli della ragazza, per spuntare in un’enorme diga. Erano braccati dalle guardie alle spalle, e da un altro passaggio spuntarono i gemelli Declavan.
«Chi sono quelli?» chiese Marcunzel.
«Gente a cui non piaccio!» rispose frettoloso Ace.
«E quelli?» chiese ancora la biondina, riferendosi alle guardie.
«Altri a cui non piaccio!» rispose ancora il moro.
«Chi è?» chiese ancora lei, osservando il cancavallo nitrente che era appena arrivato.
«Diciamo che per il momento qui non sono esattamente popolare!» Affermò esasperato il pirata, afferrando l’ananasina per le spalle.
Marcunzel lanciò violentemente la padella ad Ace, e usando i suoi capelli come liana saltò sull’altro spuntone di roccia.
«Ho aspettato tanto questo momento, Portuguese D. Ace Ryder!» Affermò minaccioso Garp, avvicinandosi al pirata armato di padella.
Ma le guardie avevano sottovalutato la potenza delle padelle Mondial Casa, fatte in puto acciaio inossidabile, resistentissime e letali!
Ace con poche mosse stese tutte le guardie, e si innamorò di quell’arma micidiale!
Ma non era ancora finita, il rumore di un’ultima spada sguainata lo fece mettere i guardia, e si trovò davanti… Il cancavallo, che imboccava (non so come altro definirlo) una spada, minaccioso.
Ace era perplesso, il pubblico in sala sbigottito, e la narratrice allibita. Il combattimento ebbe inizio.
«Sappi che è la cosa più strana che io abbia mai fatto in tutta la mia vita!» Disse Ace, mentre contrastava gli affondi del prode equino. Ma la distrazione dovuta alla situazione surreale, gli fu fatale, e perse la padella nel vuoto.
Quando il tonfo della padella sul terreno sottostante riecheggiò, Ace guardò Sengoku il cavallo, chiedendo amichevolmente la rivincita. Il cancavallo però gli puntò la spada (che se la padella era Mondial Casa, marcava sicuramente Miracle Blade) nitrendo selvaggiamente il suo rifiuto.
La bella (ribadisco, siete cattive persone) Marcunzel però, si decise a smetterla di fare la spettatrice, e con un abile lancio, degno di un mandriano professionista, catturò l amano alzata del bel pirata, strappandolo dalle grinfie del canide equino, che rimase a bocca aperta.
Peccato che sul fondo c’erano i gemelli Declavan ad aspettare, con spade sguainate, l’arrivo di Ace che li schivò per un pelo, grazie anche, mi duole ammetterlo, all’aiuto di Marcunzel.
«Ah, dovreste vedere le vostre facce, perché siete » Gridò Ace, spalmandosi lo stomaco contro un’asse sporgente, «ridicoli.» Gemette concludendo il pirata.
Mentre Ace agonizzava, lo stupido cavallo, (sì, perché diciamoglielo, sei uno stupido cavallo, non un cane!) prese a calciare uno dei pilastri portanti della diga, per crearsi un ponte e poter raggiungere i due fuggiaschi. L’immagine di quell’animale con le orecchie basse che trotterella su un’asse di legno è talmente orrenda che mi astengo dal descriverla.
Marcunzel salta a rallentatore verso Ace, il cancavallo le arriva a tre millimetri dalla folta chioma con i denti, attimo di suspense e di panico… È scappata!
La diga cede (stupido cavallo), tutti vengono sommersi, l’acqua colpisce un enorme pilastro di pietra che inizia  a cadere verso i nostri eroi, che corrono disperatamente verso il passaggio. Ovviamente trovano il tempo di raccattare la padella prima di essere imprigionati dal pilastro di roccia, che cade tra le onde tra effetti speciali e soundtrack epiche.
Intanto i nostri eroi sono bloccati, con l’acqua che continua a salire, e niente, nemmeno le possenti padellate di Marcunzel e le potenti braccia di Ace smuovevano le rocce. Il bel pirata arrivò perfino a tagliarsi il palmo della mano, tentando di forzare i massi. Alla stupida biondina ovviamente non venne in mente di avere dei capelli magici che risplendono quando canta, fino a quando l’acqua le è arrivata alla gola, impedendole quasi di intonare la melodia. Fortunatamente ei capelli della ragazza sono più intelligenti della ragazza stessa e, pur rischiando di far collassare Ace, si illuminarono, rivelando la via di fuga e permettendo ai due beoti di sopravvivere (da notare che in tutto questo tempo i capelli di Marcunzel non si sono ancora annodati una volta).
Sull’argine del fiumiciattolo in cui erano finiti, i due fuggiaschi e la rana camaleontica riprendevano fiato.
«Ce l’abbiamo fatta..» ansimò Marcunzel sfinita, come se avesse fatto tutto lei, roba che se le veniva in mente prima di avere l’Enel nel capelli forse evitavano di rischiare l’affogamento.
«I capelli risplendono!» Affermò stupito Ace, sgranando gli occhi e fissando il vuoto, ovviamente scioccato dalla cosa.
«Siamo vivi! Io sono viva!» Gracchiò l’ananasina, correndo via dall’argine con la sua fedele padella e lasciando soli Ace e Satch.
«Non me l’aspettavo!» Disse sconvolto.
«Ace..» chiamò Marcunzel.
« Risplendono veramente!» Sbottò il moro, rivolto al camaleonte.
«Ace?» chiamò ancora l’ananas bionda.
« Perché i suoi capelli risplendono?» Chiese isterico, sempre al camaleonte, il pirata.
«Ace!» Urlò la ragazza cessa e rompiscatole, ottenendo la meritata risposta.
«Che c’è?» Stridette il moro, digrignando i denti.
«Non risplendono soltanto» Alluse sensuale Marcunzel, raccogliendo la sua folta chioma dal rigagnolo.
Satch allora fissò con fare lascivo il pirata, alludendo a cose improponibili.
«Perché mi fissa in quel modo?» Squittì il bel pirata terrorizzato da quel ciuffo in stile pompadour che sembrava avere volontà a se stante.
Il trio ignorava che non lontano da lì, nella foresta, una malsana alleanza era appena stata stretta, tra la vecchie malefica Kureha e i temibili fratelli Declavan, pronta ad ostacolare i nostri eroi.



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Scusatemi, lo so, sono in ritardo tremendo ma tra esami e altri impegni è stato un inferno per la scrittura!! ora sarò più puntuale, giuro!
(sì, anche con l'altra storia, prometto!) Quindi, che dire?
grazie a tutti voi che leggete, scusate ancora l'attesa e fatemi sapere che ne pensate dei miei banditi xD
Baci baci

Immagini e personaggi non sono di mia proprietà e non sono a scopo di lucro

   
 
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