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Autore: Kingdommarco    18/07/2012    1 recensioni
“Sei pronto per il gioco più epico dell’ultimo decennio?”
“Avventure di Cavalieri e Gargoyle…”
“… Alla corte di Land of Camelot…”
“Dungeons and Gargoyles!” Urlando all’unisono quest’ultima frase si alzarono e strinsero ognuno il braccio dell’altro, incrociandoli. Sembrava quasi una stretta di mano segreta.
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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“George, vieni qui!”
“Perché?”
“L’ho trovato!” Udite queste parole, il ragazzo non potette fare a meno che correre al piano di sotto. Superata la scala di mogano, eccolo nell’ingresso, dinnanzi all’amico. In mano stringeva proprio quello che lui desiderava vedere: quello scatolo, rosso e marrone, con la scritta in caratteri gotici.

Non potette far a meno che trattenere un gridolino di gioia e lanciarsi tra le braccia del fratello maggiore, che per poco non fece cadere lo scatolo a terra. Anche se aveva solo due anni in più, George lo vedeva come se fosse un anziano saggio. D’altronde, per via della sua completa assenza di autostima, vedeva così tutti, anche i coetanei. Nonostante ciò era un ragazzo esuberante e socievole, magro e alto sul metro e settanta, con i capelli color biondo platino e lunghi fino al collo, carnagione rosea, quasi candida, e un volto aggraziato. L’unica pecca del suo volto erano gli occhiali con le lenti doppie, molto doppie, per correggere la sua grave miopia.
“Spot, ci giochiamo subito?”
“Certo…” Spot aveva l’aria di non esserne entusiasta, ma d’altronde sembrava non esserlo era mai. Era un ragazzo cinico e dava l’idea di essere sempre depresso, ma in fondo era un ragazzo buono. Voleva bene a solo pochi dei suoi amici, e più di tutti a suo fratello. Era alto un metro e ottanta, alto per avere quattordici anni, e robusto, aveva i capelli castani (strano, considerando che nessuno dei genitori li aveva di quella tonalità), carnagione olivastra, resa ancora più scusa dall’abbronzatura, e un volto dai tratti caucasici. Non assomigliava molto al fratello, ma guardandoli la parentela che li univa era evidente.

I due corsero di sopra, così di fretta che George rischiò di inciampare per le scale, tirarono la fune per aprire la botola che conduce in soffitta e ci si arrampicarono. Arrivarono nella sala, ampia ma polverosa, al centro della quale era situato un tavolo di legno con tre sedie. Si sedettero e appoggiarono lo scatolo sul tavolo: sia questo che le sedie scricchiolavano sinistramente. George aprì la scatola, ma, mentre stava per sollevare il coperchio, si fermò: “Sei pronto per il gioco più epico dell’ultimo decennio?”
“Avventure di Cavalieri e Gargoyle…”
“… Alla corte di Land of Camelot…”
“Dungeons and Gargoyles!” Urlando all’unisono quest’ultima frase si alzarono e strinsero ognuno il braccio dell’altro, incrociandoli. Sembrava quasi una stretta di mano segreta. Concluso questo slogan, tornarono a sedere e aprirono la scatola. Ne estrassero un tabellone verde, ripiegato, della misura di un metro per lato, con delle caselle disegnate. Erano milioni, formavano sentieri che si incrociavano più volte. Al centro un cerchio grigio, con all’interno la scritta in caratteri gotici “Land of Camelot”. Nello scatolo c’erano anche un mazzo di carte alto dieci centimetri e dei pupazzetti. Milioni di pupazzetti. Draghi, cavalieri, re… c’era di tutto. Persino case e castelli! Ecco perché lo scatolone era così grosso.

Sembrava un gioco di ruolo ripescato da qualche robivecchi risalente agli anni ’80, ma era completamente diverso. Odorava di nuovo, i pupazzi erano lucidi. Da quando era uscito, l’hanno ritirato subito dal mercato. E i ragazzi ne ignoravano il motivo, in quanto era ben fatto e molto divertente… forse per via di un difetto di fabbricazione. Anche se sembrava tutto a posto…
“Spot, ma dove l’hai trovato?” Chiese George, ancora incredulo, immergendo le mani in quel mare di pupazzetti.
“Al Timewarp, il negozietto di giochi nel vicolo vicino alla piazza… pensa che non me lo voleva dare!”
“E come mai?”
“Ha detto che era pericoloso, pensa un po’!” George non potette far a meno che scoppiare a ridere.
“Hahahah, ridicolo!”
Afferrò un pupazzetto che aveva appoggiato sul tavolo, ma si tagliò. Lo lasciò cadere e lo osservò. Il personaggio, un cavaliere, che prima aveva la mano con la spada alzata, ora l’aveva abbassata, e la spada che impugnava era vera. La cosa strana, oltre questa, era che i pupazzi non avevano articolazioni.

L’omino si era mosso da solo.
   
 
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