<< Parla! Cos’hai fatto a Matsuri?
>> Una coppia i ninja, sotto il controllo di Baki, stavano torchiando la
kunoichi.
La ragazza coi capelli smeraldei
sputò un grumo di sangue.
<< Non… non parlerò mai >>.
<< Maledetta >>.
Gaara
osservava impassibile la scena da alcuni minuti.
Finora l’unica cosa certa era che quel gruppo di
ninja aveva scambiato il team 3 per il team Temari a
causa del notevole anticipo del primo gruppo.
<< Basta >>.
Baki si voltò verso il ragazzo << Come? Ma kazekage…? >>.
<< Non vuole parlare? Va bene, preparate la
sedia per il suo capo, domani toccherà a lui >>.
<< No! Lasciatelo stare! >> disse
improvvisamente agitata la ragazza.
A quelle parole i due ninja si illuminarono.
<< Allora parla, maledetta! >>.
Gaara
tornò nel suo ufficio per completare gli ultimi lavori della giornata.
Vide sulla sua scrivania il rapporto di Temari: ancora niente.
Si affacciò alla finestra, un piccolo caracal
sfrecciava veloce per le strade buie e silenziose del villaggio.
Il ragazzo sorrise.
Matsuri
trovò non pochi problemi quella notte: non poteva presentarsi in dormitorio,
probabilmente il suo numero di matricola non esisteva, o era assegnato a
qualcun altro.
Decise di passare la notte fuori, in una piccola
oasi non lontana dal villaggio.
<< /Chissà se tornerò mai a casa?/ >>.
Stava quasi per addormentarsi, le palpebre si
chiudevano lentamente, sfocando pian
piano l’immagine cristallina del lago.
Quando sentì dei singhiozzi.
Piccoli, ovattati, ma pur sempre percepibili nella
notte.
La ragazza si alzò seguendo quel flebile rumore.
Vide Gaara raggomitolato vicino ad una parete
rocciosa. Istintivamente lo strinse a sé.
Appena lo fece una piccola porzione di sabbia si
alzò minacciosa a causa del gesto improvviso, il bimbo seppe controllarla;
poveretto aveva le guanciotte rigate da grandi lacrimoni e il visetto rosso.
<< Cos’è successo? >>.
Singhiozzava << M… mi, mi fa male la testa, Temari dorme, Kankuro non vuole
giocare >> altro singhiozzo << non vuole giocare con me, papà è
arrabbiato… >> Gaara premette il faccino contro
il petto della ragazza scoppiando in lacrime.
Lei non sapeva che fare: lo strinse a sé prendendo ad accarezzargli la chioma rossa.
<< Va tutto bene, tutto bene >>.
<< Perché… perché nessuno mi vuole? >>.
Matsuri rivolse un’occhiata al laghetto poco lontano.
Quel piccolo bimbo non poteva certo sapere che di lì
a poco sarebbe diventato la persona più amata dal villaggio, la persona più
amata dal suo cuore.
<< Io ti voglio bene >>.
Il bambino cessò i suoi singhiozzi.
<< Anzi… ti voglio molto bene >>.
Alzò lo sguardo, Matsuri
ne approfittò per asciugargli il visino.
<< Proviamo a dormire? >>.
Il piccolo abbassò lo sguardo << Io… io non so
dormire >>.
Matsuri
fece un lievissimo sospiro, certo, lo sapeva.
Ma sapeva anche che, magari, tenendo distaccati i
due chakra…
Poggiò delicatamente la mano che poco prima
accarezzava la testolina rossa e, ricordando gli ultimi insegnamenti sui ninjutsu medici, sprigionò una piccola dose di chakra.
<< Che fai? >>.
<< Ti insegno a dormire >>.
Il bambino la guardò confuso.
<< Chiudi gli occhi e rilassati >>.
Per i primi minuti non ci furono particolari
problemi, ma quando il bambino entrò nella fase rem Matsuri
dovette sforzarsi parecchio per controllare i due chakra.
<< Kazekage, state
bene? >>.
<< Si Baki, solo un po’ di mal di testa
>>.
<< Andate a riposare, se ci sono novità vi
avviserò personalmente >>.
<< Grazie >>.
Gaara
percepiva che quell’inquietudine non aveva nulla a che fare con la lontananza
di Temari e Kankuro.