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Autore: Sunrise2    18/07/2012    4 recensioni
Amelia era una bellissima principessa dai capelli lunghi e biondissimi, i suoi occhi rispecchiavano la sua anima pura e romantica. Sarebbe dovuta essere felice perché vivere nella bella Firenze, in un palazzo maestoso, era il sogno di tante ragazze. Ma dentro quel corpo bianco perla, nonostante avesse Luna che le teneva compagnia ogni ora del giorno e della notte, l'anima si faceva sempre più triste e buia a causa della solitudine.
Il giorno del suo diciottesimo compleanno, Amelia scoprì che avrebbe dovuto sposare un principe, non sapeva chi fosse o da dove venisse, ma non le importava perché sarebbe scappata via dal suo incubo. Proprio in Inghilterra sarebbe iniziata una vita che non avrebbe mai immaginato. Lui l'aspettava da sempre ...
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario, Storico
Capitoli:
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DUE


<< Signorina, posso entrare? >> Priscilla, la governante, bussò con tocco leggero alla porta della lussuosa stanza di Amelia. Lei, con il vestito di lino bianco perla che dava alla pelle un tocco di luminosità e aderiva perfettamente alle sue esili forme, stava seduta su una poltroncina rosa impegnata a leggere per la quarta volta “Cime tempestose”. 
Tra quelle righe aveva lo sguardo perduto e sognante, adorava gli amori impossibili, ma non desiderava soffrire così tanto per un ragazzo. Posò il libro sul piccolo tavolino rotondo affianco a lei e si alzò per andare ad aprire la porta. 
<< Oh sei tu Priscilla >> le disse Amelia con uno dei suoi sorrisi migliori. Adorava mostrarsi sempre felice ed educata, come le aveva insegnato sua madre. Era dolce con tutti e amava Priscilla perché le fece da tata fin dalla nascita, ma da un po' di tempo non si vedevano spesso perché era sempre troppo occupata a bacchettare ogni persona e costatare che a palazzo tutto fosse perfetto. 
<< Mio piccolo fiore, sei bellissima – le prese le mani e le baciò - avrei voluto dartelo prima, ma ci è voluto un po' di tempo >> Priscilla, quell'affettuosissima donna di sessantadue anni, sorrideva mentre porgeva ad Amelia una busta blu lucida con sopra un fiocco bianco. 
<< Tesoro questo è il mio regalo per i tuoi diciotto splendidi anni. Sei diventata così grande, ma rimarrai per sempre il mio piccolo bocciolo >> le disse Priscilla con una lacrima che le rigava il volto rotondo e ormai invecchiato.
Da giovane era stata una donna intraprendente, con occhi color miele e capelli castano scuri ricci, aveva un portamento sicuro, era testarda e molto spacciata. Adesso, invece, trascurava totalmente l'aspetto fisico, pensava solo al lavoro, aveva sempre qualcosa da fare, ma sapeva ancora tener testa a chiunque. Aveva i capelli, ormai, quasi tutti bianchi, raccolti in uno chignon e dei riccioli ribelli le ricadevo sulle spalle. Gli occhi, circondati da rughe, erano spenti e sembrava si fossero rimpiccioliti. Mostrava molti più anni di quanti ne avesse. Era più bassa di lei e Amelia dovette chinarsi per asciugarle la lacrima calda e darle un bacio sulla sua guancia rugosa. Alla principessa venne un tuffo al cuore ripensando a ciò che avrebbe dovuto fare proprio quella notte. Avrebbe fatto star male anche la sua seconda mamma. 
Trattenne il respirò e cerco di mandar via quei pensieri.  
<< Tesoro aprilo >> Priscilla ricambiò il bacio e guardò negli occhi la principessa fino al momento in cui lei, con la sua finezza e delicatezza, aprì il regalo. Amelia rimase un attimo senza respiro alla vista di quell'abito straordinario, era verde acqua, come i suoi occhi. Aveva un corpetto a cuore rigido con striature, ricoperto di piccolissimi swarovski, sembrava che brillassero anche senza aver bisogno di luce. Al punto vita c'era un cinturino di orchidee rosa e da lì l'abito si gonfiava. Come il corpetto, anche la gonna era ricoperta di quei bellissimi gioielli, con un particolare in più: era una stoffa ricamata di fiori ed essi risaltavano, perché erano di un verde più scuro. Era il vestito più elegante e bello che avesse mai visto. 
<< Da come lo guardi sembra che ti piaccia >> le disse Priscilla con aria ancora interrogativa. 
<< Mi piace? Ma è l'abito più bello, straordinario e meraviglioso che io ... Ma quanto avrai speso? >> Amelia guardò Priscilla e lei le sorrise felice che il regalo le fosse piaciuto. 
<< Tua madre mi ha procurato la stoffa e il necessario ed io l'ho solo cucito. Ovviamente con un po' di aiuto >> 
<< Tu sei bravissima, hai creato una meraviglia >> Amelia era ancora incantata a studiare ogni particolare dell'abito, si sentì avvampare e gli occhi si riempirono di lacrime, finalmente si sfogò e pianse. 
<< Tesoro, vieni qui che ti abbracci >> Amelia adagiò il vestito sulla poltroncina e corse ad abbracciarla. 
Singhiozzava sulla spalla fragile di Priscilla. 
In quell'istante ripercorse tutti i momenti passati con lei, tutte le sue attenzioni e tenerezze che la rendevano unica tanto quanto la  vera madre. Rivide il momento in cui la portò al lago smeraldo in Trentino diceva che quel luogo era l'immagine riflessa della sua anima. Quell'acqua brillava a contatto con i raggi del sole ed era circondato da verde e da infiniti colori. Era rimasto intatto nella sua mente come una fotografia. 
<< Smettila di piangere tesoro, tu sei la mia principessa dei fiori e come tale devi sorridere sempre perché la bellezza di un tuo sorriso fa rinascere tutti i fiori tristi e appassiti >>
Quelle parole le aveva già sentite, ma non si ricordò dove o chi le avesse dette. 
<< Non la principessa, con questo vestito sarò la regina dei fiori, è veramente bellissimo. Grazie Priscilla >> le disse Amelia con un pizzico di superbia nella voce, sapeva che con quel abito sarebbe stata molto bella. << Lo potresti indossare oggi visto che tra un paio d'ore arriverà il principe >> Già il principe pensò Amelia, se non fosse stato per Priscilla non si sarebbe neanche preparata. 
<< Ottima idea, ma non sarà un po' troppo elegante? >> le chiese. 
<< Per niente >> le rispose Priscilla.
 << Ameliaaaaaa, ho preparato le … >> improvvisamente dalla porta spuntò Luna con in mano due valige rosse. 
<< Hai preparato le valigie di vestiti che vorrai donare alla chiesa? Anche io, le porteremo domani >> Priscilla si voltò verso l' amica e Amelia le fece segno di stare zitta 
<< Uhmm … certo >> le rispose Luna guardando sbalordita Amelia. 
<< Che amori che siete, vi meritate il meglio. Vi lascio sole, e tu Amelia preparati tra poco lui sarà qui >> le disse Priscilla. Le mandò un bacio con la mano, Amelia lo prese al volo e se lo mise sul cuore sorridendole. 
<< E' davvero tenera quella donna >> Luna posò le valigie e si buttò sul letto di Amelia.
<< E tu sei un odio, stavi quasi per mandare tutto all'aria >> le puntò il dito contro con aria arrabbiata.
 << Ma non è vero … Da dove viene quel vestito? >> La rabbia svanì quando ripensò a Priscilla e a ciò che le stava per fare, non si meritava affatto quell'abito, ma per farla felice un'ultima volta lo avrebbe indossato. 
<< Regalo di Priscilla >> Luna si alzò di scattò dal letto e lo prese, lo guardò e spalancò anche lei gli occhi 
<< Ma … ma non ho mai visto una roba del genere >> Amelia le sorrise 
<< Si e adesso dammelo, lo devo mettere per il principe >> 
<< Bene io ti aiuto principessa >> .
Amelia si svestì e lasciò solo la canotta di seta ricamata come sottoveste, si infilò senza indugiare l'abito e l'amica gli agganciò il corpetto. Finalmente si voltò verso l'enorme specchio appoggiato sulla parete color panna della sua stanza. 
Le stava benissimo, le linee erano esatte e quel colore si intonava perfettamente ai suoi occhi. Il taglio dell'abito era cosi perfetto da rendere il suo corpo ancora più elegante e aggraziato. 
Si girò verso Luna e lei rimase a bocca aperta.
 << Se fossi il principe ti rapirei e non ti lascerei più andare, ma per fortuna mi piacciono gli uomini >> rise della sua ironia 
<< Bel complimento Luna. Beh come sto? >> le chiese facendole un inchino aggraziato. 
<< Sei quasi perfetta >> Luna prese dalla tasca una margherita, stranamente non si era rovinata, gliela mise dietro all'orecchio con una pinza rosa a farfalla. << Guardati - la girò verso lo specchio – perfetta. Sei sicura di volertene andare? >> quella domanda la colpì proprio dentro l'anima, dovette riflettere per un secondo. 
<< Più sicura che mai >> 
 
 
<< Lei e il principe parlerete un po' per conoscervi. E' arrivato, sta salutando i tuoi genitori, sei pronta? >> le chiese Amir. Amelia non sapeva se la domanda era più riferita al principe o alla sua fuga. 
<< Prontissima, fatelo venire >> rispose sia per l'una che per l'altra domanda. Ormai il suo piano era completo, le valige pronte, aspettava solo l'ora propizia. 
<< La principessa è lì >> Amelia si sentì sfiorare il braccio, si voltò ed il principe fece un inchino per baciarle la mano, ma guardandola dritta negli occhi. Appena sentì sfiorare le sue labbra calde sulla mano fredda, ebbe un fremito.
<< Devis Roux piacere. Siete stupenda. Avete freddo? Le vostre mani sono gelate >> le disse.
 Amelia lo scrutò per bene, aveva la carnagione pallida, non come la sua, candida e luminosa, sembrava spenta e triste. I capelli neri, come l'onice, gli ricadevano sulla fronte, e gli occhi, dello stesso colore dei capelli, sembravano una notte priva di stelle. Le fecero un po' paura, ma erano profondi e misteriosi. 
Non era molto più alto di lei, ma aveva un aspetto dominante, forte e imponente per via delle spalle larghe. I lineamenti del suo viso erano ben definiti e aveva un naso perfetto.
Si perse nel buio dei suoi occhi. 
<< Sta bene principessa? >> Lui la guardò con aria interrogativa, aveva una voce calda e suadente. Tutto di quel ragazzo era una contraddizione, il bianco della pelle e il nero dei suoi capelli e degli occhi. Pensava che anche lui avesse freddo, ma emanava uno strano calore, quasi ipnotico.
Era veramente bello e molto elegante anche solo con quella camicia grigia e i pantaloni di velluto neri. 
<< Mi scusi, io sono Amelia Melinda Floris, lieta di conoscevi >> le fece un inchino un po' impacciato, non era affatto una ragazza maldestra, ma il suo sguardo l'aveva distratta troppo. Solo dopo si accorse che Davis stava ridendo.
<< Mia dolcissima Amelia, sembrate una dea con questo vestito >> Indovinò quale dei due nomi usasse, forse aveva sentito qualcuno chiamarla così. 
<< Quindi siete voi che volete sposarmi. Quanti anni avete? >> gli chiese.
<< Mmm … inizia l'interrogatorio – guardò la principessa negli occhi e le sorrise – ho vent'anni e voi siete proprio come nei miei sogni … >> Davis prese la mano di Amelia e la strinse forte, lei lo guardò con aria sospetta, ma si sorprese quando non volle lasciare la sua mano calda e rassicurante. 
<< Nei suoi sogni? >> le venne naturale sorridergli. Lui tolse la sua mano e si girò. Si mise le mani alle tempie. Amelia non riuscì a capire quel gesto e rimase immobile, sentiva il suo profumo, leggermente dolce, ma non troppo invadente. 
<< E' complicato, ma siete proprio voi, vi ho trovata mia dolce Amelia >> 
Mi ha trovata? Pensò lei. Improvvisamente il cuore di Amelia accelerò, appena si distolse dal suo sguardo, dentro di lei si scaturì un'improvvisa rabbia. 
<< Mio padre vi ha trovato, voi sei colui che dovrò amare fino alla fine dei miei giorni, colui che dovrà assaporare ogni mio modo di fare, ogni mio capriccio e... rendermi felice. Voi non sapete niente di me e dite di avermi trovata? Pensate che sia una stupida a cui interessa solo il titolo di regina? Non mi conoscete affatto ed io sono costretta a vivere e chinare il capo pur essendo una principessa!>> 
Amelia non aveva mai parlato a nessuno in quel modo. Guardò dritto negli occhi il principe e lui non smise di studiarla. Erano a pochi metri di distanza e Davis si avvicinò e le sorrise quasi divertito a vederla parlare in quel modo. L'attenzione della principessa venne attirata da una cicatrice a forma di spirale sul lato destro del collo del principe. Non aveva mai visto un segno simile. Lui se ne accorse, smise di sorridere e la toccò per nasconderla. 
<< Non mi avevano detto che la principessa di Firenze fosse così mmm … diretta? >> 
<< E tu così mmm … odioso! >> gli disse Amelia guardandolo negli occhi e scuotendo la testa per non perdersi di nuovo. Nonostante Davis l'attirasse molto, qualcosa dentro di lei le diceva di non fidarsi pienamente di lui. 
<< La nostra prima litigata. Mi avevano detto che eravate bella, che sarei dovuto stare attento a non perdermi nel vostro dolce profumo, di non guardarla troppo negli occhi e di non cercare di farvi arrabbiare. - lui si avvicinò sempre di più – su di me avete un'influenza così forte, non posso starvi troppo lontano, mi servite >> il principe chiuse gli occhi e fece un grosso respiro, come se gli mancasse l'aria. A quelle parole Amelia si allontanò impaurita. Nessuno, oltre agli abitanti di quel palazzo, aveva idea di chi fosse la principessa e questo le fece pensare solo ad una cosa: qualcuno la spiava.
 << Chi vi ha detto queste cose su di me? >> la voce di Amelia tremò per poco e quando lui se ne accorse si avvicinò e le sfiorò la guancia. A quel tocco docile lei arrossì, non aveva mai parlato così direttamente ad un ragazzo.
 << Oh quanto siete luminosa, quest'energia è tutta qui dentro – Davis le tocco il petto e Amelia non riuscì a staccarsi, avrebbe voluto prendergli la mano. Lui si avvicinò all'orecchio della principessa, le loro guance si toccavano, le scostò le onde bionde, annusò dolcemente i capelli e dopo chiuse gli occhi – siete la nostra regina e non scapperete a lungo >>.




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Spero vi sia piaciuto! Se avete consigli o volete esprimere ciò che pensate, non indugiate a dirmelo. 
Baci ...
  
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