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Autore: alex96ander    18/07/2012    4 recensioni
Questo è un mondo parallelo a PKNA e Pk2.
Un mondo in cui Paperino non è mai diventato Paperinik.
Un mondo sporco, corrotto e buio. Non vi basta?
Un mondo conquistato dagli Evroniani.
Una Paperopoli invasa dal terrore e con un esercito di evronz guidati nientemeno che da... Everett Ducklair!?
Come si è arrivati a tutto questo? Lo scoprirete seguendo le avventure di un piccolo, povero papero che lotta per la sopravvivenza!
Sempre qui, su 00Channel!
Genere: Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cosa succederà ora? Chi leggerà saprà!

(NdA: questo capitolo è quasi negli standard, a parte per qualche parola censurata a metà e una piccola scena di violenza contro gli evronz. Ah, ovviamente c’è una scena abbastanza drammatica).

Finito di scrivere alle 23.21 del 18.07.’12.

 

 

 

 

L’aveva… seminato?

Incredibile. Quel Verificatore  non era molto veloce, indubbiamente. Forse lo seguiva ancora, ma era distante.

 

Adesso però il problema era un altro… dove si era cacciato? Non si vedeva a un palmo dal becco…

 

 

-Se solo ci fosse un po’ di luce…-

 

In risposta sentì la pistola che teneva in mano divenire come… liquida…

 

e prima che potesse capire cos’era successo venne inondato da un enorme fascio luminoso, e allora si accorse che questa si era trasformata in una torcia.

 

-Però!-

 

Continuò a proseguire nella galleria, fino a raggiungere una svolta a sinistra, dove si scorgeva la luce fioca di una candela.

 

A quel punto dovette però ritirarsi all’indietro.

Avvertiva dei rumori. E non erano versi di ratti.

 

 

-No. Vi prego! Non vi ho fatto niente! Non fatemi questo! No! Nooo!-

 

-Ah, la paura, che emozione potente… Assorbitelo!-

 

-NOOOOOO!!! Non ho fatto nulla di male! Vi prego…!-

 

-L’ora delle ultime preghiere è quella che preferisco. Così… intensa…-

 

 

Allora comprese. Gli Evroniani stavano prelevando un vecchio vagabondo.

 

Aveva già visto una scena del genere. Era straziante...

Gli Evroniani ricorrevano a ogni mezzo pur di far produrre alla vittima forti emozioni.

E quando il climax raggiungeva il culmine… glab!

 

Sentiva le loro minacce, e in quel momento rivide la terribile scena che aveva vissuto molto da vicino, in passato. Si sentiva impotente di fronte a quello che era successo.

 

Ma forse questa volta avrebbe potuto evitare che qualcosa di simile si ripetesse.

Perché questa volta aveva una pistola.

Concentrò tutta la rabbia che aveva. Il suo sguardo si posò rapido sulla torcia che stava nuovamente cambiando forma.

 

L’aveva già fatto, neanche dodici ore prima. E ora l’avrebbe fatto di nuovo, sì.

 

 

Un flash gli illuminò gli occhi mentre balzava un’altra volta in scena, puntando la pistola in aria e sparando un colpo di avvertimento, mentre si avvicinava sempre più agli Evroniani.

 

Non doveva accadere un’altra volta. Non di nuovo.

 

Vide il primo alieno puntargli contro la sua arma, ma fu più veloce e subito dopo lo vide stramazzare al suolo bello cotto e con tanto di condimento giallo ocra.

 

-Perché non dite anche voi le vostre ultime preghiere? Eh? Eh!? EEH!?-

Aveva lo sguardo iniettato di sangue, rabbia e odio. Perché in quel momento a ciò che vedeva si sovrapponeva la terribile scena di qualche anno prima.

 

Era il momento del riscatto. Finalmente.

 

Anche il secondo era fuori gioco, con gli occhi che lo guardavano a qualche metro di distanza dal corpo.

 

“E ora tocca al terzo. Dove ca[volo] è finito?”

 

Quando lo vide era troppo tardi. Inginocchiato dietro un condotto, aveva appena premuto il grilletto.

Il raggio stava già partendo, con un bagliore azzurro.

 

 

Era sfuggito alla morte per finire come “fiamma fredda”? Che misera fine. Se solo avesse avuto uno…

 

FTOW-BZZZZZZZZZAPP!!

 

 

 

 

-…scudo??!-

 

Ebbene sì, la pistola aveva assunto quella forma e aveva riflettuto il raggio.

 

Anche l’evroniano era rimasto sorpreso.

-Porco Evron! M-ma quello è…-

 

 

Pur meravigliato, senza pensarci troppo Paperino premette il pulsante che gli sembrava il più adatto e distrusse inavvertitamente con un solo colpo tutte le condutture, generando una nuova super-ondata la quale andò a spazzare via tutto.

 

- La mia solita fortuna! E adesso che ca[volo] faccio?-

 

Guardando bene lo scudo che gli copriva il braccio destro, notò che incorporato c’era qualcosa di simile a un tubo di scappamento, nero, e poi un timone… Aveva già visto qualcosa del genere in TV…

 

-Ma certo! Questo… coso può volare!-

 

Si trattava solo di premere il pulsante giusto, quindi. E nel frattempo la marea s’alzava…

 

 

-Spero solo che non sia quello dell’autodistruzione…-

 

 

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Tlack.

 

Tanta luce. Bianca. Fastidiosa.

 

 

 

“Ancora nessun risultato. E’ inconcepibile!!”

Era piuttosto corrucciato. Non gli era mai capitato d’osservare un caso così complicato.

 

L’unico suo esperimento che ancora non aveva dato frutti.

Eppure prima o poi avrebbe raggiunto l’obiettivo. Meglio se prima, ovviamente.

 

Da troppo tempo stava lavorando a quel progetto e non poteva permettersi di tornare su Evron senza aver combinato niente.

 

Perché cercava potere e potenza, e li avrebbe trovati. Anche a costo di dover sacrificare tutto il resto.

Parola di…

 

-Ti vedo preoccupato, Zoster. Qualcosa non funziona come dovrebbe?-

 

-Devi avere qualche potere telepatico sconosciuto al mondo scientifico, Gorthan. Non ti facevo così perspicace.- rispose questi con ironia ma al contempo con freddezza e forse anche un po’ di disprezzo, senza distaccare lo sguardo dallo schermo.

 

-E’ per via dei valori del grafico. Sembrano perfettamente nella norma, eppure, visto il soggetto…-

 

-Capisco. Lasciatelo dire, Zoster, ti stai facendo prendere troppo da questo progetto. Se non ti conoscessi bene penserei che tu lo stia facendo per fini personali.-

“Invece ti conosco bene, quindi ne sono certo…

 

Zoster toccò con la mano il “vetro” che lo separava dal centro di tutte le sue attenzioni.

 

-Eccola qui. Non capisci? Questo è il futuro di Evron, Gorthan!! Quando riuscirò a trovare la chiave di lettura tutto il nostro mondo ne trarrà un enorme vantaggio! Non posso abbandonare proprio adesso, a un passo dalla scoperta del secolo.-

 

Gorthan dietro quel vetro vedeva solo una bella ragazza nuda, sola e triste, spaventata.

 

-Tu vuoi afferrare una stella, Zoster. E finirai per bruciarti le mani.

   Ti saluto.-

 

 

-[MavaffancuBo, tu e le tue frasi senza logica…] Potere e Potenza, Gorthan.-

 

 

-Gloria… a Evron.-

 

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Era esausto. Ancora una volta salvo per una piuma.

 

Volse un’ultima volta lo sguardo al corpo vecchio che aveva messo in salvo, portandolo nel cunicolo sovrastante –a cui aveva accesso tramite una botola di metallo che era stata aperta dagli evronz per scendere, e che aveva prontamente richiuso per evitare di essere raggiunto dalle acque-.

Doveva andarsene prima che questi si risvegliasse –era svenuto-, o avrebbe potuto rivelare agli Evroniani la sua presenza.

 

 

Ma prima doveva riprendere fiato. Si spostò di un centinaio di metri in volo per allontanarsi da quell’individuo e poi si inginocchiò a terra con i palmi a terra. Vide solo allora che la destra era come avvolta in uno spesso guanto nero, ma non ci fece tanto caso.

 

Aveva agito d’impulso. Aveva “ucciso” altri Evroniani. “Ucciso” per modo di dire, poiché sapeva, a quanto aveva visto e sentito, che questi mostri potevano sopravvivere alle mutilazioni più terribili assumendo forma vegetale.

Ma lo stesso quello che aveva fatto gli faceva schifo.

 

 

Poi, però, si ricordò un’altra volta quello che loro gli avevano fatto.

Avevano distrutto gran parte della sua vita.

E sentì, nel profondo del cuore, che aveva agito bene.

 

 

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Paperopoli, 1996

 

Una serata come tante altre.

Paolino Paperino guidava allegramente la sua amata 313 verso una casa a lui molto cara.

Era una delle rare volte in cui non partiva in ritardo per andare a prendere Paperina e portarla al club.

 

Quella sera era particolarmente felice: era pronto per il grande passo.

 

Accostò davanti alla casa di Paperina e si mise in tasca un pacchetto che teneva sul cruscotto.

 

Stava per suonare il campanello, quando si accorse di qualcosa di strano: una finestra sfondata! Cosa diavolo…

 

-Ma cosa…? AAAAH! AIUTO!!-

 

Era la voce di Paperina.

 

-AAAAAAAAAH!-

-Shh… silenzio… taci e non sentirai alcun male…-

 

-C-chi –s-s-siete? C-cosa volete?!-

 

-Semplice. Noi siamo Evroniani, e quello che vogliamo è l’energia emozionale di voi terrestri, di cui ci nutriamo.-

 

L’evroniano vedeva il terrore nei suoi occhi, mentre continuava a spiegarle senza batter ciglio la filosofia e la natura di Evron, e ad un tratto, mentre la preda cercava in tutte le maniere di divincolarsi, estrasse senza preavviso una pistola e le sparò.

 

Paperino avrebbe voluto far qualcosa, dire qualcosa, ma era rimasto pietrificato e le parole gli erano morte in becco. Vide con i suoi stessi occhi la sua amata cadere a terra in preda alle convulsioni, per poi rialzarsi lentamente con una fiamma azzurra attorno al capo.

 

Poggiò poi le mani sul davanzale della finestra. Era intenzionato a balzare dentro e affrontare quei maledetti a mani nude.

Voleva farla finita.

 

Poi, però, gli venne in mente qualcuno che aveva bisogno di lui.

Qualcuno che aveva bisogno di uno zio Paperino.

 

E allora, lentamente, staccò le mani dal davanzale e cominciò a correre oltre quel maledetto giardino.

 

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Aveva pianto tanto che ora poteva riflettersi nel lago di lacrime.

 

Gli Evroniani e Ducklair gli avevano tolto una sorella, un cugino, uno zio, una futura moglie… e ora lo avevano anche separato da Qui, Quo e Qua, che rappresentavano ormai la sua unica ragione di vita.

 

 

 

Ma li avrebbe ritrovati. Sì.

 Aveva uno scudo che gli permetteva di volare, distruggere muri, ma, soprattutto, di affrontare gli Evroniani. Doveva solo imparare a usarlo.

 

Altri flash del passato gli scorrevano davanti, ferite sempre pronte a riaprirsi nei momenti difficili.

Una forza che lo avrebbe schiacciato, se avesse continuato a reprimerla negli abissi più oscuri.

Una forza che invece stava diventando la sua forza.

 

 

 

Si piegò su sé stesso, nel buio, poi con un gesto fulmineo si strappò il pezzo squarciato della blusa e si creò una specie di fascia nera da indossare in testa –al posto del basco, che oramai aveva perso da tempo-.

 

Nella notte eterna dei sotterranei di Paperopoli, una meravigliosa metamorfosi stava avvenendo.

 

 

-Per troppo tempo ho sofferto… ma ora, finalmente, il momento del riscatto è giunto. Un attimo solo può cambiare per sempre la vita di un papero. E oggi…-

 

Fece un profondo respiro. Non avrebbe avuto modo di tornare indietro.

 

 

 

-Oggi Paperino l’oppresso muore… e nasce Paperinik, il Diabolico Vendicatore!-

 

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A dir poco patetico.

 

Gorthan, dall’incrociatore, osservava l’enorme flotta in orbita attorno alla Terra.

Fin troppo grande.

Con quel gran numero di astronavi avrebbero potuto conquistare un altro pianeta ancora. E invece, a causa di un piano cambiato all’ultimo istante, erano dovute tutte convergere su quel pianetucolo azzurro per l’assalto in gran forze.

 

E poi si lamentano che stiamo ancora a stringere trattative con Xerba…

 

E, mostrando chiaramente con l’espressione di disapprovare gli ordini dei 111, si fermò a rimirare quella distesa d’acqua che aveva imparato a chiamare Oceano Pacifico.

 

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BZZZZZZ…

 

 

-Olocom attivato, signor Ducklair. Mi cercavate?-

 

-Sì, Agron. Altrimenti non ti avrei chiamato.

 Ti ho inviato il segnale del papero sul tuo dispositivo. Ora sai cosa fare e dove.-

 

-E’ sempre un piacere lavorare per voi, signore.-

 

-Non ho altro da dirti. Spengo.

  Potere e Potenza!-

 

-Sempre gloria a BZZZZZZZZZ…-

 

 

Ducklair materializzò davanti a sé, come dal nulla, una mappa digitale di Paperopoli. In un’area periferica, un piccolo pallino azzurro lampeggiava intermittente.

 

“Ora non mi occorrono droidi per sapere dove sei… grazie all’Extransformer!”

 

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Due guardava con attenzione quello schermo virtuale che indicava la presenza del ribelle.

Nessuno l’aveva autorizzato a farlo, ma ne sentiva l’esigenza. Sapeva che padron Ducklair non avrebbe approvato, ma l’impulso era irrefrenabile.

Era stanco. Stanco di ricevere sempre ordini senza mai poter fare nulla di testa sua.

 

Non voleva assomigliare agli Evroniani. Non voleva vivere solo per i suoi superiori.

 

 

Era curioso, affamato di nuove esperienze.

E il fatto di spiare di nascosto il proprio padrone e il mondo esterno aggiungeva qualcosa alla sua grigia esistenza.

 

 

 

 

Ma gli mancava ancora una cosa. Non gli bastava scrutare.

Voleva interagire.

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-Quindi…-

 

Guardava lo scudo.

 

-Se clicco questo…-

 

Raggio azzurro che taglia il metallo come burro. Ok.

 

-Quest’altro non capisco che utilità abbia…-

 

Doppio raggio giallo senza effetti sulla materia. Boh?!

 

-Altro pulsante inutile è quello con su scritto “87-bis”. Passiamo agli altri.-

Quello premuto poi aumentava l’estensione dello scudo.

 

-Sì, questo è utile. L’altro serve per volare, questo qui invece…-

 

Ma prima che potesse terminare udì una fracassina pazzesca e subito dopo si ritrovò due evronz davanti.

 

Istintivamente puntò l’arma contro i nemici, stringendo il pugno, e scoprì un altro sensazionale optional dello scudo: il pugno nero era partito stordendo sul colpo tutti e due gli evroniani, come gli si fosse allungato di colpo il braccio, per un istante.

 

-Fico!-

 

Altri quattro alieni erano sbucati alle sue spalle. Tre di loro messi al tappeto con lo stesso dispositivo.

 

-Urgh… Krapon a squadra 3, venite a darci una mano!-

 

-Non preoccuparti, caro Krapon… te ne do io una!-

 

Ma invece di lanciare il pugno com’era sua idea, attivò per errore il doppio raggio giallo, quello inutile.

 

Con grande sorpresa vide che si era creata una specie di bolla attorno al nemico che gli impediva ogni movimento.

 

-Ha… ha pietrificato Krapon!-

-Grande Evron…-

 

Ma quanti erano? Sembravano non finire più. Giungevano da ogni dove.

Tanti evroniani. Tutti per lui.

 

-Finalmente qualcuno che comprende il mio valore…-

 

-Terminatelo!-

 

-Siete a corto di fantasia, eh?-

 

Utilizzò lo stesso raggio su tutti gli evronz che gli balzavano addosso. Non voleva commettere altre atrocità.

 

-Attivate la procedura di congelamento, ora!-

 

-Ah, ecco cosa fate quando il nemico avanza: lo mettete in frigo!-

 

A quanto pare gli evroniani non apprezzavano molto le sue battute, visto che il numero di raggi parati dallo scudo era sensibilmente aumentato in sfavore di quelli che andavano a infrangersi sui muri.

 

Cominciavano a essere troppi anche per lui.

 

Trovato un varco, cercò di scappare a quella furia coolflamizzante, con lo scudo attivo al 100%, tra i bagliori azzurri sempre più forti.

All’improvviso vide un enorme cannone spuntare dal nulla.

 

-Dì addio, amico!-

 

 

 

SKATASBRENGRRR-KA-BOOM!

 

 

Pensò di essere morto; poi, però, vide che ad essere caduto a terra era colui che manovrava l’arma, ridotta a un cumulo di macerie ferrose.

 

-Ma che…-

-Presto, seguimi! Vieni!-           

 

E, nel buio più assoluto, una mano molto forte afferrò la sua sinistra e lo trascinò con sé.

L’altra mano dell’uomo lanciò in mezzo al campo qualcosa che subito cominciò a liberare un gran polverone bianco.

 

-Gas devolutore. Riporta gli evroniani al loro primo stadio vitale.-

 

Poi l’individuo strinse ancora la mano e si mosse all’indietro.

 

-Seguimi. Conosco un luogo sicuro.-

 

-Chi… chi sei?-

 

-Seguimi. Fidati di me.-

 

-Ok, ma…-

 

-Hai la tua torcia. A me non serve.-

 

Paperino –anzi, Paperinik- fece luce, illuminando la faccia dell’oscuro individuo.

 

Un brivido gli percorse tutto il dorso.

L’uomo che lo aveva salvato… era Everett Ducklair!!?

 

 

No, in realta lo ricordava solo vagamente. Aveva le sopracciglia più sottili, i capelli moooolto più lunghi e scuri, il pizzetto, ed era anche più alto.

E poi la sua mano sinistra era di metallo.

 

-C-chi sei? Cosa vuoi?-

 

-Chiamami Odin Eidolon. E sono qui per aiutarti, Paperinik.-

-EEEEH? Come fai a conoscere il mio nome?? Parla!-

 

-Beh… ti seguivo… da quando ho visto quello scudo…-

-Cos’hai contro il mio scudo?? Eh?!-

 

-E’ un Extransformer. Tecnologia Ducklair. So come si usa, una volta ne ho visto uno simile…-

 

-Quindi tu lavori per Ducklair?! E’ così?!-

 

-Conclusione alquanto affrettata. Calmati, Paperinik. Io odio Ducklair almeno quanto lo odi tu. E’ per questo che ti ho salvato.

  Ma ora dovresti farmi controllare il tuo scudo…-

 

Certo, non fidarsi è sempre meglio, ma quell’uomo, pur se ricordava in parte Everett, in quel momento gli ispirava fiducia più di chiunque altro avesse incontrato nel suo viaggio sotterraneo.

Gli porse il Trans…quel-che-è, tenendolo comunque ben stretto fra le mani.

 

-Come temevo. Un segnalatore di Ducklair. Non so come tu sia entrato in possesso di questo scudo, ma una cosa è certa: quell’uomo lo sapeva in anticipo. E ha cercato di fregarti.-

 

Detto ciò, prese il segnalatore e lo schiacciò tra le dita della sua mano di metallo.

 

-Ecco come hanno fatto gli evronz a trovarmi…-

 

-E qui non ci piove. Ora stammi dietro, ti porto in un posto dove non potranno seguirti.-

 

Prima, però, si voltò, estrasse una pistola e distrusse l’evron-eye nascosto lì accanto, che aveva appena rilevato.

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Evron-eye 2462746772746- videosorveglianza reti fognarie- - - riproduci video - - -

 

“Gas devolutore. Riporta gli evroniani al loro primo stadio vitale.”

 

Quella voce. L’aveva già sentita.

No. Non ci poteva credere. Era lui.

 

Una scintilla rossa percorse la sua sfera grigia.

 

“Il corpo artificiale ospitante il tuo gemello Uno è stato distrutto tre minuti fa, Due.”

Queste le parole di padron Ducklair.

 

Mi ha sempre mentito…

 

Un intenso odio cominciò a pervaderlo e a corroderne i circuiti. Un odio verso Everett Ducklair…

E verso Odin Eidolon.

 

 

Ti troverò, caro gemello. Con qualsiasi mezzo.

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Everett Ducklair visualizzava le ultime immagini del combattimento, riprese dall’evron-eye 2462746772746.

“Ottimo lavoro, ragazzo.”

 

Poi si avvicinò all’olocom, che segnalava una chiamata importante.

 

BZZZZZZZ…

 

-Potere e Potenza, Everett!-

 

 

“Morte a Evron.”

 

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E anche il terzo capitolo termina, lasciando aperti interrogativi e offrendo nuovi scenari per il futuro.

Come andrà a finire la storia? Non lo scoprirete nel prossimo capitolo (perché ce ne saranno altri)!!

  
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