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Autore: WinterStarr    18/07/2012    1 recensioni
Il destino mi trovò e la tua voce fu quello che sentì per ultimo.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I dottori mi lasciarono andare, dissero che la ferita si stava rimarginando e anche se non ricordavo molto, potevo tranquillamente tornare a casa, ma si sbagliavano. Mia madre era fuori città per qualche mese, e nessuno l'aveva avvisato del mio incidente, senò avrei ricevuto chiamate su chiamate, quindi mi chiesi 'chi si sarebbe preso cura di me? Ovviamente io stessa. Non vedevo mio padre da 3 anni, e non avevo voglia di chiedergli aiuto in questo momento, me la serei cavata da sola, ancora una volta... Non ricordavo di aver lasciato la casa in disordine, ma dopo aver visto l'armadio aperto capì che qualcuno era venuto per prendermi i cambi. Il campanello suonò e aprendo la porta, non vidi nessuno, ma non ebbi neanche il tempo di richiudere che suonò di nuovo. Iniziai a sentirimi in uno di quei film horror dove la protagonista viene uccisa in casa o forse era solo uno scherzo, ma sbirciando leggermente guori, qualcuno posò la mano sulla mia spalla e il grido che uscì dalla mia bocca penso che lo sentì anche la vicina di due villini più avanti. X:"Mi dispiace, non volevo farti spaventare, credevo che fosse il vento ad aprire la porta e che tu fossi ancora in ospedale" Io:"Ma di certo non c'è bisogno di spaventare le persone così! Mi hai fatto prendere un bel spavento" - Se avrei messo la mano sul petto, avrei sicuramente sentito il cuore battere ancora a una velocità assurda. - "Miseriaccia, poteva venirmi anche un infarto!" X:"Ma cosa dici, ti conosco bene, a te non succedono queste cose" Io:"Meglio per te. Ti inviterei ad entrare, ma dato che ho perso la memoria, non ricordo molto i volti delle persone, quindi....chi sei tu?" X:"Beh....io sono..." - Sembrava che gli avessi chiesto il numero di telefono dopo avergli detto 'ciao' al primo appuntamento, ma dal suo sguaardo si vedeva che era incerto sulla risposta da dare, ma dopo essersi guardato intorno rispose - "Lucian" Pensavo di potermi fidare di lui, ma ricordai il suo sguardo nel rispondere, così uscii sul portico chiudendo la porta. Io:"La casa è tutta in disordine, meglio parlare fuori" Lucian:"Si certo...parlare.....No ok, non fare quella faccia, stavo scherzando! Allora, tornando alla realtà...volevo parlarti di Gabriel, ma penso che giù tu sai chi sia" Io:"Si certo, l'ho visto in ospedale il giorno prima che lui tornasse a casa" Lucian:"Quanto tempo sei stata in ospedale?" Io:"Da quanto ho capito, quasi un mese" Lucian:"Quanto tempo c'è stato lui?" Io:"Una settimana. Perché queste domande?" Lucian:"Dopo quel giorno, è mai venuto a farti visita?" Io:"No.." - Perché faceva tutte quelle domande? L'ultima volta che vidi Gabriel, avevamo litigato per chi era la colpa dell'incidente, quindi erra ovvio che non mi volesse parlare, oppure...è possibilie che lui sapeva qualcosa? - "Di la verità, tu sai perché non è più venuto?" Lucian:"Si, senò non sarei qui, ma è meglio parlarne dentro"
  
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