Serie TV > Una mamma per amica
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Autore: Sophie Hatter    02/02/2007    2 recensioni
Jess la guarda per un po', serio in volto. La guarda e riesce solo a pensare a quanto sia stupenda in quel momento. Ha ritrovato qualcosa che aveva perso tanto tempo fa: la sua Rory. La Rory diciassettenne che era riuscito, forse, a far innamorare, e che aveva fatto seriamente innamorare lui di lei. Una Rory che non aveva più creduto possibile ritrovare: ormai usciva con i miliardari, spassandosela con ragazzi che guidano le porsche. Viveva un'altra vita in un altro mondo. E ora è lì, seduta di fronte a lui, è sparito tutto, l'aria altezzosa, quella da ricca ragazzina viziata, quella da adulta distante. E' soltanto la sua Rory. Quella che non credeva più di poter riavere. E per un attimo non gliene frega di capire che cosa sono lì a fare, se sono amici o meno, se potranno ritornare ad esserlo o meno.
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jess Mariano, Lane Kim, Lorelai Gilmore, Luke Danes, Rory Gilmore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il film è finito. Per l'ultima parte sono rimasti entrambi in silenzio. Di colpo Jess si riscuote e, con un gesto automatico, guarda fuori dalla finestra: è buio pesto.
Bel lavoro. E adesso? Doveva riportare Rory a Stars Hollow, e invece hanno trascorso tutto il giorno nel suo appartamento di New York in compagnia di cibo cinese e videocassette.
Luke sarà infuriato. Lorelai avrà già affilato i coltelli. Eppure sa che deve tornare a Stars Hollow, e deve tornarci con Rory. Deve solo riuscire a dirglielo, e cercare di minimizzare il danno dell'altra notte.
"Rory, senti..."
"Rimani qui." Si volta a guardarla spiazzato.
"Come?!"
"Jess, non vivo in un ripostiglio, c'è spazio per tutti e due."
"E tu credi che io abbia fatto tutta questa strada per aumentare l'odio di tua madre contro di me?"
"Non ti odierà."
"Non ci giurerei."
"Lo sai che non fa sul serio."
"Ah sì? Potevi avvertirmi allora, così avrei evitato di spaventarmi stamattina davanti alle sue minacce..."
Rory si lascia cadere sul divano, svuotata di ogni energia. Non ne può più di litigare in continuazione. Sa soltanto che non ha ancora la forza per tornare a Stars Hollow e affrontare la situazione. Si sente una vigliacca, ma sa di non farcela.
"Jess, per favore, io non me la sento."
"Di fare cosa?"
"Di tornare a casa, adesso."
"Date le circostanze forse dovrei averne paura più io di te."
"Può darsi, ma me ne sono andata perché avevo bisogno di stare un po' da sola e chiarirmi le idee, e ora..."
"La tua idea di solitudine implica che ci sia anch'io a dormire in casa tua?"
"Preferisci tornare a Stars Hollow a mani vuote? Equivarrebbe a firmare la tua condanna a morte."
La situazione è altamente compromettente. In ogni caso, è lui a perdere. Fuori è buio, e lui è stanco per aver passato la notte precedente quasi completamente insonne. Forse sarebbe meglio non rimettersi al volante, ottenendo anche di rimandare la sua condanna di un giorno.
Guarda Rory, incerto. Lei non fa niente per incoraggiarlo o smentirlo. Non riesce a dire altro. Sa soltanto che vuole che rimanga. Ne ha bisogno in quel momento più che mai.
Jess sospira, rassegnato. Si tratta solo di dormire lì. Non dovranno affrontare discorsi imbarazzanti, né altro. Lei in camera, lui sul divano... in qualche modo poi se la sbrigherà con Luke e Lorelai.
"Passami il telefono."
Compone il numero, rassicurato dal fatto che dopotutto non dovrà subito affrontarli faccia a faccia.
"Pronto?"
"Zio, rimango a New York stasera."
"Cosa... come?"
"Non torno a Stars Hollow, tutto qui."
"No, scusami, chiami ora, dopo aver fatto stare me e Lorelai in pena per un'intera giornata, non ci dici niente di come sta Rory né tantomeno se l'hai trovata o se la stai ancora cercando, e tutto quello che sai dire è che stanotte ti fermi a New York?!"
"Mi fa piacere sentire che hai recepito il messaggio."
"Vuoi davvero farmi arrabbiare?"
"Zio, secondo te dove potrei mai fermarmi a dormire?"
"Ci vivevi tu a New York, io non voglio nemmeno provare a immaginare..."
"Se ti dicessi che sono a casa di Rory ti risparmierei qualche incubo stanotte?"
"Bene, grazie per avermi informato del fatto che almeno uno di voi due è sano e salvo."
"Ah, sì? E sentiamo, Rory dove pensi che sia?"
"Trovarla era compito tuo."
"E secondo te se non l'avessi trovata me ne starei qui tranquillo a casa sua?"
"Allora l'hai trovata."
"Deduzione impeccabile."
"Potevi dirlo subito."
"Diciamo che volevo divertirmi un po'."
"Beh, per me non è stato affatto divertente."
"Lo immaginavo. Bene, allora adesso che vi ho messo il cuore in pace andrei a dormire..."
"No, no, aspetta." Sospira, preparandosi alla predica.
"Cosa c'è?"
"C'è che ho visto casa di Rory, e non riesco proprio a immaginare dove tu possa dormire."
"Forse nel corso del tuo esame ti è sfuggito il divano."
"Mi sembrava un po' troppo piccolo per te."
"Allora farò in modo di rimpicciolirmi."
"Perché non ti sei messo in macchina qualche ora fa?"
"Ero troppo impegnato a studiare un modo per riuscire a dormire sul divano."
"Da chi è partita questa proposta?"
"Suona tanto come una domanda retorica la tua."
"Jess, spero tu non abbia intenzione di..."
"Ecco, se credi di sapere già la risposta risparmiati di chiedermelo."
"Ti avverto, non fare sciocchezze."
"Accidenti, avevo già in mente di organizzare un festino..."
"Jess."
"Zio, come devo fartelo capire che sono perfettamente in grado di non farvi preoccupare?"
"Trattandosi di Rory, non lo sei mai stato."
"Bene, allora se preferisci non credermi sulla parola e passare una notte insonne insieme a Lorelai, tanto piacere. Salutami Emily."
"Jess..."
"Buonanotte."
Rimette il telefono al suo posto mentre una sgradevole sensazione di fastidio continua a pesargli addosso.
Al diavolo, non ha intenzione di farle niente. Eppure ogni volta è così... ogni volta lui è il colpevole e lei la povera innocente. Lui è quello che è capace di plagiarla mentalmente, di traviarla, di farla essere quello che non è. Come se Rory con lui non fosse mai stata sé stessa. Assurdo, perché anni fa l'aveva osservata spesso mentre stava in mezzo agli altri, circondata dalla gente, soprattutto con Dean, e gli era quasi sembrato che davanti alla gente Rory recitasse un ruolo, quello della ragazza perfetta, che le calzava perfettamente, e che lei interpretava in modo eccezionale, ma pur sempre un ruolo. Sempre così controllata, posata, tranquilla, gentile. Lui era riuscito a tirare fuori la parte meno perfetta di lei. L'imbarazzo di fronte alle sue affermazioni spudorate, il senso di colpa quando Dean li sorprendeva insieme anche se di fatto non stavano facendo niente di male, l'indecisione quando si era trattato di scegliere fra il ragazzo perfetto e il teppista ribelle, la rabbia di fronte a certi suoi atteggiamenti poco rispettosi nei suoi confronti, la passione che aveva iniziato a tirare fuori con lui quando stavano da soli... tutte cose che l'intera città di Stars Hollow non aveva mai conosciuto, nonostante avesse seguito la sua crescita di anno in anno da quando lei e Lorelai erano arrivate lì. E questo, secondo l'opinione comune aveva il significato di averla traviata.
Certe volte la gente è proprio superficiale.
Si volta verso Rory. Ora deve preoccuparsi soltanto di loro due.
"Tutto sistemato, almeno fino a domani." Lei gli sorride timidamente.
"Potevi dirglielo che era stata una mia idea."
"E togliergli il loro divertimento principale? Fidati, passeranno la notte a studiare i modi migliori per darmi una morte lenta e dolorosa."
Lei sorride ancora, mentre il dolce sospetto che abbia tentato implicitamente di proteggerla si fa strada in lei e le fa allargare il cuore.
"Ti faciliterò la fuga, nel caso decidano di attuarne qualcuno."
"Grazie." Anche lui le sorride lievemente. Prima che possa sopraggiungere l'imbarazzo, ha già pensato a un modo per salvare entrambi.
"Per caso hai qualche altro cuscino?"
"Oh... sì, certo."
Rory sparisce di corsa nell'altra stanza, e lui può finalmente rilassarsi un attimo e tentare di sciogliere la tensione. La stanchezza sarebbe capace di farlo crollare addormentato in pochi istanti, ma in realtà dubita che ci riuscirà veramente. I troppi pensieri contribuiscono sempre a tener sveglio il cervello, in casi come questi, e nemmeno il sonno è in grado di sopraffarli.

Rory continua a rigirarsi da una parte all'altra.
Non si è mai trovata in una situazione così. Con Jess che dorme in casa sua, di là, sul divano. Ed era stata lei a chiedergli di restare.
Continua a ripensare alla telefonata tra lui e Luke. Dalla metà di conversazione che aveva potuto ascoltare, ne aveva dedotto che erano volati degli avvertimenti volti a mettere le mani avanti per loro due, nonostante nessuno sapesse che cosa era successo tra loro.
Non stanno neanche insieme, e sono ancora capaci di spaventarli come una volta.
Ricorda bene le visite di Luke al piano di sopra ogni dieci minuti, l'espressione infastidita di Jess ogni volta che venivano interrotti e l'imbarazzo che le colorava le guance, e ricorda bene anche la faccia che ha fatto sua madre quando le aveva detto che pensava di avere la sua prima volta con Jess. Se avesse potuto escludere da quella conversazione qualsiasi imbarazzo, paura o reticenza che aveva provato, avrebbe anche potuto farsi delle sane risate. Loro due insieme, da soli nella stessa stanza, erano capaci di mettere in allarme l'intera città.
Eppure, la questione è tornata a scottare. E' grande, adulta. Questo genere di cose sono ormai normale prassi per la gente della sua età. Ma con Jess è sempre stato complicato. Non ha dimenticato tutta la passione che la infervorava, che spesso era costretta a reprimere con l'aiuto del buonsenso. Era giovane, all'epoca, le era già costato uno sforzo non indifferente ammettere con sua madre che ci aveva pensato. Tutte le volte che ci pensava si sentiva sconvolgere. Avrebbe potuto farlo con Jess, perdere la sua verginità con lui. Aveva paura, un'immensa paura di compiere quel passo, ma non aveva mai dubitato di quel pensiero, di quel desiderio. Se avesse deciso di concretizzare quell'ipotesi, era certa che Jess l'avrebbe fatta sentire come nessun altro avrebbe potuto fare. Lo sentiva, quando si baciavano, quando i loro corpi si incontravano in un abbraccio. Quello che lui non diceva a parole, spesso lo percepiva dal comportamento che aveva verso di lei. Era ovvio che aveva avuto altre storie, ed era ovvio che probabilmente sentiva il desiderio di farlo anche con lei, ma non gliel'aveva mai espressamente chiesto, niente forzature, niente moti di stizza quando lei decideva di fermarsi. Era qualcosa che andava al di là del semplice rispetto, o del legame che aveva con lei. Per qualche strana e assurda ragione, sentiva che se fosse successo con Jess sarebbe stato tutto splendido, anche se magari non perfetto. Jess non avrebbe mai programmato la serata portandola a cena fuori in un ristorante di lusso e poi in una camera da letto illuminata da mille candele. La decisione l'aveva tacitamente lasciata tutta a lei.
Quella sera alla festa di Kyle tutto era andato storto, però. Si era sentita tradita, tutto quello che aveva immaginato riguardo alla sua prima volta con lui era stato demolito in pochi secondi. Non poteva credere di essersi così clamorosamente sbagliata su di lui. Poi però, con la lucidità successiva, aveva capito. Aveva capito che c'era qualcosa che non andava, qualcosa di serio che non andava. Jess non era solo taciturno e scontroso quella sera. Era frustrato, triste. Avrebbe dovuto andare via da quella festa, portarlo lontano, cercare di stargli più vicino. In ogni caso, tutto era andato a rotoli. La magia si era rotta, e poco dopo lui se n'era andato. Il sogno della sua prima volta si era perso in un baratro di disillusione, e la fine di quella bella favola era stata tutt'altro che prevedibile. Aveva deluso sua madre, sfasciato un matrimonio, distrutto l'immagine che tutta Stars Hollow aveva di lei, quella della ragazza perfetta, giudiziosa, riflessiva. Non era così che immaginava che sarebbe andata.
Lentamente, il sonno prende il sopravvento, le palpebre iniziano a diventare pesanti. L'inquietudine e l'inadeguatezza che prova per aver chiesto a Jess di dormire in casa sua mentre non stanno nemmeno insieme vengono soffocate lentamente dal dormiveglia, mentre inizia a perdere coscienza dei propri pensieri senza rendersene conto.

Jess rimane per un po' a fissare la stanza immersa nella penombra, circondato dai cuscini. Dopo un po', decide di darsi pace, e sposta lo sguardo sul soffitto, pensando a quanto sia stato idiota a perderla anni fa. Se n'è andato perché era necessario farlo, era per il suo bene che voleva tenerla lontana dal lato peggiore del suo carattere, per paura di farle ancora del male come aveva già fatto, e nello stesso tempo, senza avere il coraggio di dirglielo. Lui era cambiato. Si era sforzato di migliorare per lei. Andarsene gli aveva giovato. Ma non era andata come sperava. Lei non ci aveva creduto. Non era riuscito nell'unico scopo vero che aveva mai avuto nella sua vita, stare con lei. Era stata dura da mandare giù-- probabilmente non ci era mai riuscito.
Ovvio che non ci è mai riuscito, si corregge. Altrimenti ora non starebbe qui a dormire in casa sua senza sapere che decisione prenderanno domani mattina. A pensarci bene, l'avrebbe direttamente mandata a quel paese di fronte alle sue crisi di gelosia, e poi non ci sarebbe stato certo un bacio.
Quel bacio. L'aveva proprio sconvolto emotivamente, si disse con ironia. L'agitazione e l'adrenalina l'avevano assalito talmente tanto che non era più stato bene in grado di mantenere il pieno controllo delle sue facoltà mentali. Non riusciva più a pensare con coerenza, non riusciva nemmeno a concentrarsi su qualche pensiero, tutto quello che ricordava era il vuoto mentale, l'invasione del suo cervello da parte di una serie di scariche elettriche.
Rivivere mentalmente quella scena gli dà la possibilità di ricostuire un quadro in cui molte parti sono confuse nell'emozione. Ricorda il gusto delle sue labbra. La consistenza del suo corpo premuto contro il suo. Le sue mani intorno al collo, fra i capelli, lo scivolare in profondità sulla sua bocca...

Rory si sveglia di soprassalto, si sente mancare il respiro. Rimane immobile per qualche secondo a fissare il buio, poi di scatto di solleva a sedere sul letto. Si passa le mani tra i capelli sciolti sulle spalle, chiudendo gli occhi e tentando di calmarsi.
Un sogno, era solo un sogno. Qualcosa in cui si era sentita intrappolata fino all'ultimo, finché la sua forza di volontà non era stata capace di farla ritornare cosciente e di farle aprire gli occhi.
Ha soltanto sognato, la paura incredibile che ha provato di fronte a quelle immagini non ha motivo di esistere veramente. Eppure, continua ad essere scossa da tutto questo, e le ci vogliono diversi secondi per fare il punto della situazione, e ricordarsi che si trova a casa sua a New York, e che di là c'è Jess... sì, è di là, è stato solo un sogno. Deve riuscire a farselo entrare in testa.
La situazione è davvero ironica. Gli ha chiesto di restare perché aveva paura di rimanere da sola, di sentirsi persa, vuota, di perderlo di nuovo, a causa della sua stupidità... ed è riuscita a terrorizzarsi da sola con un incubo insensato.
Non sa perché si sta alzando. Forse vuole solo assicurarsi che sia davvero lì, che abbia solo sognato. Deve assicurarsene, deve tranquillizzarsi o non riuscirà più ad uscire da quel circolo vizioso.
Stringendo le braccia intorno al corpo si avvia come in trance fuori dalla sua camera.

Jess si sveglia di colpo, allarmato da un movimento. Apre gli occhi. Rory è in piedi di fronte a lui, e lo guarda attraverso la penombra. Che ci fa lì? Da quanto si è addormentato?
"Tutto bene?" sussurra, accorgendosi che lei rimane lì immobile.
"Ho... credo di aver avuto un incubo."
Evidentemente la sua presenza lì non è bastata a farla sentire più tranquilla.
Si solleva a sedere sul divano, non sapendo che fare.
"Mi sento una stupida." dice lei, e forse sono entrambi a sentirsi così. Jess si alza in piedi, incerto.
"Era tanto spaventoso?" chiede. Lei riesce solo ad annuire, sentendosi cogliere dalle vertigini. Barcolla leggermente.
Jess si avvicina a lei, senza pensarci. Le passa un braccio sulla schiena, avvicinandola a sé. La sente tremare, scossa da un brivido. La sua pelle è calda, e il contatto con le sue mani fredde gli dà un senso di straniante sollievo...
La guarda, inclinando leggermente la testa di lato. Sembra davvero scossa.
"C'era per caso tua madre con un cappuccio in testa e una falce in mano?" prova ad insinuare. Rory sembra avvicinarsi leggermente. "No perché se è così credo che la tua sia stata soltanto una premonizione..."
Non riesce a continuare oltre. La distanza fra loro si è ormai chiusa del tutto, Rory ora ha le mani sulla sua schiena, la testa reclinata sul suo petto. Il suo cuore inizia a battere molto più velocemente, e l'idea che Rory possa sentirlo non contribuisce certo a farlo calmare. Viene scosso da un lieve brivido mentre lentamente la stringe di più a sé, e la sensazione che prova riesce quasi a farlo andare fuori di testa.
La sua mano scivola sulla schiena di Rory. Indossa soltanto quel pigiama minuto con cui gli si è trovata davanti la mattina. Lei sembra avvicinarsi di più a lui, cercare un contatto pericoloso ma essenziale per entrambi in quel momento. Jess non riesce a dire niente, non sa più cosa pensare ormai. Tutto quello che riesce a fare è poggiare la fronte contro la sua e tenerla stretta a sé cercando di farla stare meglio.
"Jess..."
"Sì?"
"Io..."
Sente mancarle le forze. Vorrebbe dirgli che ora sa, che ora è cosciente di tutto, che è pronta, pronta come lo era lui quando era venuto da lei a Yale per portarla via con sé, che ha capito tutto quanto, che non ha più paura, e che vorrebbe che per lui fosse lo stesso...
Jess le sfiora le labbra con le dita. Solo questo, poi il buio lo invade mentre in un attimo cerca la sua bocca e la bacia. Si maledice per la sua impulsività, rendendosi conto che così sta offrendo su un piatto d'argento a Luke e a Lorelai l'occasione per vantarsi di aver avuto ragione su di lui...
Eppure, lei risponde al bacio. Si stringe di più a lui, aggrappandosi alle sue spalle, e basta un attimo perché ritorni tutto quanto: la complicità, la voglia di stare sempre attaccati, il desiderio di chiudere soltanto gli occhi e lasciarsi trascinare via senza pensare.
Si rende conto di amarla ancora. Non è mai svanito il suo ricordo dentro di lui. Si è soltanto assopito. E ora, lei è cambiata, ma è cambiato anche lui, e nonostante questo i loro momenti ora coincidono, e loro sono ancora lì a baciarsi, come tanti anni fa...
Lei si solleva in punta di piedi e gli cinge il collo con le braccia, continuando un bacio più profondo, più intenso.
Forse ora è il momento. Forse è proprio da lì che devono riprendere, da dove sono stati interrotti l'ultima volta. Solo che ora molte cose sono cambiate... lui non la sta cercando solo per scaricare la sua frustrazione, e lei forse non lo respingerà sentendosi tradita...
Inizia a girargli la testa quando lei gli prende il volto fra le mani, lo bacia con passione e poi gli afferra una mano, trascinandolo lentamente verso la camera.
Sente che lo vuole davvero. In quel momento non ha paura. Non ha paura di tradire nessuna immagine di lei, nessun'idea che gli altri si sono fatti. Non vuole farlo per sentirsi matura, non vuole farlo perché questo significherà essere di nuovo al sicuro dal resto del mondo...
Lo vuole soltanto perché è Jess che la sta baciando in quel momento. Lo vuole solo per lui, per loro.
Jess la solleva e la appoggia sul letto, senza mai staccare la bocca dalla sua, quasi nell'intento di esorcizzare tutte le paure e i dubbi che potrebbero sorgere se si fermassero un attimo a riflettere...
Non gli importa di quello che diranno gli altri. Non gli è mai importato, a maggior ragione quando si trattava di lei.
Le braccia di Rory cingono il suo torace, in un attimo si ritrova disteso sopra di lei, premendo sul suo corpo, mentre la bacia con ardore sempre crescente.
Le vertigini lo colgono in un attimo. Si rende conto che non può andare avanti se non è sicuro che per lei sia lo stesso. Se il mattino dopo dovesse svegliarsi e scoprire che è stato solo un passatempo, qualcosa di cui non era convinta...
Sfila le mani da sotto di lei e si stacca dalla sua bocca, appoggiandosi sul suo fianco, tentando di riprendere fiato.
"Scusami." riesce solo a dire. Si sente un idiota, ma poi lo sguardo di Rory si fissa su di lui.
Dopo un secondo lei si scioglie dal suo abbraccio.
"Ok." dice, in tono sommesso. Jess la guarda, spiazzato.
"Ok cosa?"
"Se non ti va..."
"No, no, aspetta."
"Sono una stupida, non avrei mai dovuto."
"Rory guarda che io..."
"Lo capisco, se non vuoi." Le esce fuori in tono disperato, sull'orlo delle lacrime, e in quel momento si sente morire. E' destino che tutto vada storto. "Io mi sono comportata da perfetta idiota con te..."
Tutto ritorna sempre alla radice del problema. Jess sospira, poi le accarezza una guancia.
"Anch'io mi sono comportato da perfetto idiota con te."
"Allora siamo pari."
"Già."
Rory trattiene il fiato, osservandolo attraverso la penombra della camera, mentre è ancora così vicino a lei.
Poi capisce perché si è femato. I dubbi che assalgono lei, hanno assalito anche lui...
"Però vogliamo le stesse cose." dice, in un sussurro. Sente lo sguardo di Jess su di sé, i loro occhi incatenati di nuovo...
"Al diavolo le scuse, allora." dice, e in un attimo le loro bocche sono di nuovo l'una sull'altra, e Jess capisce. La sente. Sente che lei lo vuole. Che ne è consapevole. Che non è tutto dettato da un momento di follia.
Sorride lievemente mentre le bacia il collo e si dedica a sfilarle via il pigiama.
Ora sente solo la sua pelle bollente, e capisce che la ama. Non si tratta di averla come non l'ha mai avuta. E' soltanto un completamento, un atto che in quel momento li unisce al di là di tutti i problemi ancora irrisolti, qualcosa che gli fa ritrovare speranze che aveva perso tanto tempo fa.
Mentre le bacia la guancia arrossata e le accarezza i capelli si rende conto di non avere mai fatto l'amore così.

 

 

Nota: la citazione del titolo viene da "I Am Trying To Brake Your Heart" dei Wilco.

   
 
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