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Autore: Forge    19/07/2012    2 recensioni
Beh dunque, questa è una storia che sto scrivendo. Aiutatemi a migliorarla con le recensioni, mi raccomando!
Per Ealy è la vigilia del suo compleanno. Presto conoscerà la sua natura e ciò la spaventa. Fortunatamente ha accanto a sè Max e Altair i suoi migliori amici. Ma il male sta arrivando...
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Allora… Dove dormiremo stanotte?- chiese William titubante.
Al gli mostro un sorriso enigmatico e strizzò un occhio ai suoi amici. –C’è un posto molto speciale in questa casa. Coraggio, prendi la tua borsa e seguimi.-

Percorsero tutto il secondo piano della casa, ovvero un umile corridoio a cui si affacciavano svariate stanze; mentre ci passavano davanti Ealy apriva la porta e proclamava ‘Ecco il talamo dei miei genitori’, ‘Qui abbiamo il bagno comune’, ‘Lo studio’, ‘La mia stanza’, ‘La vecchia camera di mia sorella’. Alla fine del corridoio si fermò e mostrò una porta piuttosto curiosa. Assomigliava più a un portone che a una porta, aveva un battente di ferro e una serratura.
-Vedi, questa porta conduce alla torre. L’hai vista da fuori? Probabilmente no, perché se non sai che c’è non ci fai molto caso, ed è pure coperta dal noce. Questa è stata la prima parte della casa ad essere costruita. Beh, in realtà quando hanno costruito la casa c’era già. La chiave è quella antica, la trovarono i miei antenati mentre piantavano il noce. Da allora l’originale viene tramandato al capo famiglia, che ne fa una copia per ogni componente. Anzi, in realtà per ogni abitante della casa, perché mia sorella ha dovuto riconsegnare la propria quando si è trasferita… La mia mi è stata donata a cinque anni. Ero precoce, ma non avrei potuto vivere senza questa parte della casa. Contiene le due cose che amo di più al mondo.-
Prese dalla tasca l’enorme chiave di ferro e la girò tre volte nella toppa. Spinse la porta e lasciò che Will entrasse per primo.

Lo spettacolo che gli apparve davanti agli occhi fu strabiliante.
Libri su libri occupavano le pareti, sorretti da scaffali. Al centro un cilindro di legno ospitava altri tomi. E tra le due librerie una scala a chiocciola che si incastrava perfettamente tra le due strutture.
Mentre saliva strabiliato la scala osservava le pareti di libri e l’odore del legno che col tempo si era unito a quello della carta. Quando arrivarono in cima quasi si stupì di trovarsi davanti una porta. Con un semplice tocco Al la aprì e rivelò una vera e propria stanza con un tavolo, un divano di pelle e un cassettone. Will avrebbe voluto sbirciare e scoprire se nel cassettone c’erano altri libri, ma si trattenne.
Al, Max e Altair cominciarono a sistemare la stanza. Posarono le loro borse sul divano che fecero scivolare contro la parete, così come il tavolo. Si avvicinarono a un angolo e tolsero il lenzuolo che copriva sei materassi. Ne presero quattro e li posarono al centro, coprendoli con delle federe.

Finito il lavoro Altair si lasciò cadere sul morbido e guardò Ealy intensamente.
-Cosa c’è?- chiese Al, che non sapeva reggere gli sguardi dell’amica.
-Pensavo.- concluse –Cosa mangiamo per cena?- nessuno poteva cambiare discorso con la rapidità di Altair.
-Sai che non ho controllato? Coraggio, portiamo giù le borse e cominciamo ad apparecchiare.-
-Perché dobbiamo riportarci le borse giù?- chiese Will stupito.
-Beh, non tutto. Lascia qua il resto e porta solo il pigiama. Se non ti vuoi cambiare tra un libro di storia e uno di chimica avrai bisogno di un bagno!- scherzò Maximus.

-Sono piena come un uovo.- commentò Altair alla fine di una sostanziosa cena.
-Secondo me è un modo di dire stupido. Insomma un uovo non è mica pieno. Magari c’è dentro un pulcino.- commentò Will, lasciandosi andare.
-Già ma sarebbe triste dire ‘sono pieno come un pulcino’- commentò Maximus.
-O ‘sono pieno come un uovo che contiene un pulcino’- lo sostenne Al.
-Si, ma effettivamente,- si introdusse Altair- le uova sono piccole. Se sei pieno come un uovo allora non sei molto sazio.-
-A meno che non siano uova di struzzo!- disse Will
-Gli struzzi mi hanno sempre affascinato. Sono più stupidi dei bradipi, hanno le ali ma si alzano in volo solo per pochi metri, fanno le uova come le galline ma le loro hanno le dimensioni di un pallone e mettono la testa sotto terra. Poi perché sotto terra?- commentò Max.
-Vorrei avere uno struzzo.- decise Al.
-Lo terrò presente per il tuo prossimo regalo- disse Will tra le risate generali.
Dopo una cena più che considerevole si erano ritirati in soggiorno a chiacchierare, cercando di recuperare le forze per poi affrontare tutti quei gradini. Will si era rilassato a tavola e adesso scherzava come se fosse nel gruppo da secoli.
-Posso chiederti una cosa?- domandò Mason.
-Si, potrei costruire una stalla per struzzi e ospitarne più di uno.- rise Ealy.
-Volevo sapere… Che fine a fatto tua sorella?- chiese Will dopo essersi ripreso dalle risate.
-Houf… Beh, ecco, mia sorella ha 23 anni. Ed è andata a vivere con il suo…ragazzo.-
-Fidanzato- la corressero Max e Altair in coro.
-Fino a quando non si sposano lui è ancora il suo ragazzo, d’accordo?!- sbuffò l’amica.
-Ah si? Non lo sapevo. E a te questo tipo non piace?-
-Già senti il nome e capisci che è un idiota. Quale essere umano si chiamerebbe mai ‘Pit’? Sembra l’abbreviazione di pitone. Ed è viscido come un serpente, quel ragazzo.-
-Diciamo che lei non l’ha ancora preso in simpatia- concluse Max.
-Diciamo che non lo prenderà mai in simpatia.- aggiunse Altair.
-Ma perché?-
-Perché. Beh, lei è mia sorella. L’unica sorella che ho e io per lei desidero solo il meglio! E quel viscido ragazzo non è il meglio. L’ha trascinata a vivere con lui, ormai non la vediamo mai e il villaggio non è grande. Chissà poi che fine farà. Probabilmente la lascerà in mezzo alla strada a marcire. E tutto solo perché lui è piuttosto attraente.- sputò Ealy.
-Piuttosto?- puntualizzò l’amica.
-Non è affatto il mio tipo.- commentò l’altra di rimando.
-Solo perché non è il tuo tipo non vuol dire che non possa esserlo per tua sorella.- dopo un’occhiataccia di Al, Maximus si zittì.
-E tu Will, hai fratelli o sorelle?- chiese Altair per cambiare discorso.
-No, sono figlio unico. Vivo con i miei genitori e mia nonna nella fattoria al limitare del bosco. L’unico contatto che ho con la civiltà è la scuola.-
-Oh. E cosa fai quando torni a casa? Hai qualche amico nelle vicinanze?- chiese Max, curioso.
William scosse la testa –No, la nostra è l’unica fattoria. Quando torno a casa studio o aiuto nei lavori.-
-Sai giocare a pallone? Perché sai, a volte io e un po’ di gente ci fermiamo dopo la scuola per una partita… Adesso no perché è pieno di neve, ma magari quando sgela puoi unirti a noi.- propose il ragazzo.
William annuì contento, sperando di non diventare color pomodoro come dopo l’invito di Ealy, e proprio lei sorrise soddisfatta di quell’offerta.

-E’ due giorni che non riusciamo a palare di quello che ti sta succedendo, Al.- disse Altair mentre si cambiavano nel bagno.
-Non succede proprio nulla.-
-Hai paura? Sei angosciata?-
-Altair, aspetto questo momento da quando avevo cinque anni.-
-E’ giusto avere paura. Io ne avevo.- disse l’amica mordendosi il labbro –E’ per questo che stamane eri così strana?-
-No. E’ che… Stamattina ho fatto un sogno strano. E non penso che sia un sogno, questo è il problema.- ammise Ealy.
-Cosa vorresti dire?-
-Ho sognato un uomo che nel cuore della notte mi spiava dal balcone. Stava per entrare quando… Qualcuno ha starnutito. Forse io, o forse nonno Noce, non ricordo. Mi sono svegliata e girata dall’altra parte.- ricordò Al- Senza curarmene troppo. Ma al mattino mi sono ricordata tutto. E quando sono uscita sul balcone, impressa nella neve c’era un’impronta.-
-Lo sconosciuto avvistato vicino alle mura…- sussurrò Altair. Ealy annuì seria. –Ma non devi curartene adesso. Pensa a divertirti. Pensa che tra poche ore avrai sedici anni.- si sforzò di sorridere.
-Non mentire a te stessa, Altair. Sappiamo bene che cosa accadrà stasera. E le conseguenza che porterà.-
Altair si avvicinò all’amica e la strinse forte. –Qualunque cosa accada, io sarò sempre la tua migliore amica.- le sussurrò tra i capelli.

  
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