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Autore: zeromar    03/02/2007    5 recensioni
E' una ff Cotton Candy che descrive come ho sempre immaginato la presa di coscienza dei propri sentimenti da parte di questi due personaggi. In realtà avevo scritto solo il primo capitolo, poi per esaudire il desiderio di una cotton accanita ho scritto anche il secondo. Comunque i due brani possono essere letti anche separatamente, perchè non c'è un vero collegamento tra di essi.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Allison Cameron, Greg House
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La giornata volgeva al termine e l
(sequel to "questione di filosofia")

questa ff è nata per caso, per esaudire il desiderio di una CC molto accanita;
potete leggerne la parte precedente, ma potete anche non farlo:
la storia regge comunque.


"Questione di sguardi"

E poi fu solo un lungo, lunghissimo bacio.

Le loro labbra si avvicinarono quasi con timore...non erano preparati a quella situazione, nè ci avevano mai effettivamente pensato. Ma ora era lì, erano lì: potevano finalmente aggiungere l’ultimo pezzo di quel puzzle che avevano costruito, l’uno per l’altra, in tanti anni; la parte più intima e nascosta di ciascuno stava per rompere gli ultimi indugi.
Improvvisamente Greg spalancò gli occhi, e Allison lo percepì distintamente, tanto da fare lo stesso: si guardarono per una lunghissima manciata di secondi: fissi, immobili, come magnetici.
Non una parola, non un battito di ciglia, neanche un respiro.
Ma si compresero perfettamente, come avevano sempre fatto:
“sicura?” chiedevano gli occhi di lui, consapevoli che dopo quel momento tutto sarebbe stato diverso nelle loro vite, “sicura” rispondevano fermi quelli di lei.
Richiusero gli occhi, per perdersi in quel bacio che li rendeva inesorabilmente legati fin nel più profondo del loro corpo, della loro mente, del loro sentimento.
Greg le sfiorò le braccia, dalle spalle fino alle mani, vibrando le dita per seguire il profilo della sua pelle: poteva sentirne il calore e i brividi che improvvisamente l’attraversavano.
Quandò le toccò le dita, queste si chiusero in una morsa che non lasciava più spazio a dubbi: “finalmente...sei qui...siamo qui...”, questo volevano dire. E lui rispose con altrettanta passione.
Poi le sollevò le braccia, fino a cingersene il collo, lasciando di nuovo scivolare le sue lungo il loro profilo, per andare poi a sfiorarle i fianchi.
Allison strinse la morsa, lo stesso fece lui: erano alla continua ricerca di conferme, l’uno da parte dell’altra.
Si guardarono di nuovo.
Stavolta furono gli occhi di lei a cercare un dubbio in quelli di lui. Non ne trovarono alcuno.
Lasciò la stretta al collo, e seguendo la linea del suo torace, gli prese una mano: non si erano mai tenuti per mano..”che strano” pensavano entrambi mentre fissavano quelle dita incrociate, un gesto così semplice, così comune, che in quel momento acquistava un significato che solo loro due potevano comprendere.
Allison cominciò a camminare piano, misurando con attenzione i propri passi, e tirandosi dietro Greg, come fa una mamma premurosa col suo bambino.
Attraversarono tutto il salotto, in silenzio, fino alla porta della stanza da letto.
Lì lei si fermò, si girò e lo guardò ancora: lui accennò un sorriso, uno diverso da quelli che era abituata a ricevere, uno che le aveva riservato per un momento come quello.
Lei rispose con un sorriso altrettanto prezioso, abbassando un pò lo sguardo per la luce che le colpiva gli zigomi: era stupenda e di lì a poco, sarebbe stata sua definitivamente, e per sempre.
Varcarono la soglia e rimasero per un pò a fissare quel letto: i loro cuori cominciarono a battere forte, sempre più forte, e c’era una punta d’imbarazzo che teneva ancora a freno la passione che spingeva prepotentemente dal loro stomaco.
Erano ancora mano nella mano, stringendo forte, tanto forte da farsi quasi male.
Lui prese l’iniziativa e con un movimento del braccio la tirò verso di sè e, sempre con lo stesso braccio, le cinse i fianchi, da parte a parte, premendola sul suo corpo: percepiva l’armonica forma dei suoi seni e le oscillazioni del respiro.
Si guardarono ancora, e si sorrisero di nuovo.
Lei cominciò a sbottonargli con calma, uno alla volta, i bottoni della camicia, mentre lui le accarezzava i capelli, spostando le ciocche dal suo viso, sin dietro le orecchie.
Poi fu il turno di Greg che, con altrettanta calma, fece scendere la cerniera della felpa che indossava Allison, seguendone con lo sguardo il movimento.
Arrivato in basso, si fermò e trattenne a stento una risata
“per fortuna è solo una cerniera”
“per fortuna non indossi una delle tue t-shirt” disse rispondendo alla risata.
Si guardarono ancora, come a volersi dare un segnale, e si lasciarono cadere sul letto, senza mai interrompere il contatto visivo.
Poi fu solo passione: tutta quella che s’erano tenuti dentro per anni, che avevano in vari modi tentato di reprimere, contro la quale avevano lottato in nome della razionalità, alla quale alla fine si erano arresi.
Mai resa fu più piacevole.
Allison gli si avvinghiò con desiderio,cingendogli i fianchi con le gambe e il collo con le braccia, lui le accarezzò con forza le cosce e la baciò con foga.
I loro corpi si unirono in una danza sensuale e selvatica che durò un tempo indefinito e indefinibile, ma che alla fine sembrò comunque troppo breve.
Ci fu, quindi, un’altra danza. E un’altra ancora.

***********************************************************

Quel fascio di luce che entrava dalla finestra non voleva proprio saperne di spostarsi, e allora Greg aprì gli occhi e si spostò un pò più in là.
Solo allora si rese conto, effettivamente, di quello che era successo.
Allison era lì, accanto a lui, nello stesso letto.
Ne seguì con gli occhi il profilo del corpo, dal collo ai piedi, passando per la linea delle scapole e, nascosti dalle lenzuola, dei glutei.
Era quello che voleva. E quello di cui aveva bisogno.
Ed era sempre stata lì, accanto a lui, ad aspettare, con pazienza e con dedizione.
“che scemo” pensò, e sorrise.
“che c’è?” chiese lei guardandolo con quei grandi occhi blu.
“niente...pensavo a quanto..”
“ssshhh...”, lo fermò con un delicato tocco dell’indice.
Si guardarono, di nuovo fissi, immobili, come magnetici.
“ti amo” dicevano gli occhi di lui.
“lo so” rispondevano quelli di lei.

THE END


 

  
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