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Autore: GleeAndFinchelSavedMe    19/07/2012    0 recensioni
Caro lettore, Sei seduto e ben comodo? Ok, sei pronto? Preparati, perchè stai entrando nel contorto labirinto che è la mente di un'adolescente improvvisatasi scrittrice. Bene, adesso che ti ho avvertito, vorrei darti il benvenuto nel mio mondo... In un mondo dove ogni cosa è perfettamente imperfetta e platealmente realistica; dove anche le risposte sbagliate sono quelle giuste. Ho scritto questo libro con la speranza di poter suscitare qualcosa, di poter accuratamente estrarre con le pinze qualche emozione rubata dal cuore, che la mente tradisce, nel lettore. Hai presente quando si dice ironicamente "Si, mo' questa stamattina s'è svegliata e ha pensato di scrivere un libro...!"? E bene sì, nel mio caso è stato proprio così. Amo leggere come amo scrivere. E' così bello immergersi nei romanzi, poter comprendere i sentimenti dei personaggi, commuoversi, emozionarsi leggendo magari qualche frase romantica... Vivere la storia e coglierne l'essenza. Così, mi è venuta la voglia per una volta di non essere il lettore, bensì l'autore.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Whenever I feel your memory is breaking my heart,
I'll pretend I'm okay with it all act like there's nothing wrong

Cry, by Kelly Clarkson



Canada 2012.

Mi affaccio leggermente al finestrino gelato dell'aereo: montagne spruzzate di bianco e immense distese verde scuro si nascondono tra minacciose nuvole grigie. Oggi, ho lasciato la mia cara Australia per trasferirmi negli Stati Uniti d'America. Sarà tutto completamente diverso... Niente biciclettate per il lungomare, niente passeggiate sulla riva della spiaggia, niente gelati presi ad ogni stagione dell'anno. Niente più mare. Niente più sole. Niente più Australia. Per fortuna, ad avventurarsi con me in questa nuova vita americana ci saranno le mie due ancore: Bridgette e Cece. La prossima settimana inizierà l'università e la pioggia ed il freddo, d'ora in poi, accompagneranno le nostre giornate.
Appena scendiamo dall'aereo, una ventata gelida ci travolge, facendoci già rimpiangere il tepore australiano. La solita routine da aeroporto: check-in, controppo passaporti, ritiro valigie, taxi, autostrada, casa. Già, la nuova casa... Due piani, parquet, camino, piccolo giardino esterno, annaffiato quotidianamente dalla pioggia. Mi abituerò mai? Forse. Un'immenso ed intrigante bosco circonda questa cittadina selvatica: Mystic Falls. Curioso nome, non è vero? Antiche leggende sussurrano che un tempo vi abitavano sovrannaturali creature del male che scatenavano terrore e paura tra gli abitanti: streghe, lupi mannari, vampiri. Il verde della flora era sempre sporcato dal sangue che spargevano, finchè abili cacciatori riuscirono a ucciderli. Ovviamente, non credo a sciocche storie del genere... Sono solo superstizioni raccontate per attirare turisti o per creare un po' di mistero e movimento in questa noiosa cittadina. In effetti, mi diverte pensare che un tempo, malvagie streghe passavano le notti a creare pozioni letali ed a lanciare maledizioni contro chi le ostacolava, che feroci lupimannari correvano rapidamente per i boschi ululando verso la luna, che crudeli vampiri si aggiravano per le desolate strade in cerca di qualche corpo da dissanguare, di qualche collo da addentare.
Involontariamente, la mano si dirige verso il collo e lo tocca quasi sfiorando... Sono passati ormai tre lunghi anni da quell'incidente in mare e ancora una cicatrice percorre l'osso del collo fino a raggiungere la spalla. Probabilmente qualcosa di molto tagliente mi ha sgarrato, ma ciò che proprio non capisco è perchè Stefan fosse scomparso. Non lo vedo da quel giorno... Aveva davvero lasciato la città e se ne era andato senza dire niente a nessuno. Mi è dispiaciuto, ma non posso negare il mio fastidio: mi aveva lasciata lì da sola, sulla spiaggia, sanguinante. Perchè? Molto probabilmente non avrò mai un perchè, ma ormai fa parte del passato, ed il passato non diventerà mai il futuro.
Le mie prime giornate a Mystic Falls si dimostrano peggiori di quanto potessi immaginare. Mi piazzo sulla poltrona in velluto viola della mia nuova camera e fisso la televisione... In sottofondo, vedo la luce del sole che illumina la parete, che poi pian piano s'affioca fino a scomparire, mentre il buio penetra e la luna sale, chiara e limpida, nel cielo. Le migliaia di stelle luccicano indisturbate dalle luci della città che pian piano si spengono, lasciando a loro il compito di illuminare le tenebre che vegliano gli oscuri boschi. Prendo la macchina fotografica per immortalare il cielo: Flash, click.
Flash, click.
Flash, click.
Sento le risate di Cece e Bridgette dal piano di sotto... E forse, le invidio. Sì, le invidio. Cavolo quanto le invidio. Loro ridono spensierate, non curanti della persistente pioggia che continua a battere sul vetro della finestra appannata. Io invece la odio, come odio questo freddo e tetro posto. Mi manca il picchiettare del sole sulla mia pelle, mi mancano gli schizzi delle onde, il fuoco che si agita tra la legna dei falò sulla spiaggia e mi manca Damon. Che cosa stupida, penserete... Ma non m'importa dei tre lunghi e dolorosi anni che ci hanno crudelmente diviso, mi manca ancora, mi manca esattamente come allora. Mi manca il suo affascinante viso, il suo imprevedibile sorriso, la sua immancabile vitalità... E in momenti come questi, mi manca quel migliore amico che qualche volta usciva e mi apriva il cuore che era in lui. Mi manca, mi manca e basta.
"Eleeena!! Dai, Elena, scendi!" grida allegramente Cece.
Sento i suoi appuntiti tacchi a spillo e i rumorosi stivali di Bridgette salire le scale, quando questa le bisbiglia qualcosa e sale solo lei.
"Elena, sono Bree... Posso entrare?" chiede da fuori la porta.
"Ss, si..." dico distratta io, continuando a scattare foto.
"Che succede Ell? Perchè sei così assente?" dice, sedendosi sul letto.
"Niente, cosa vuoi che succeda..."le rispondo immotivamente seccata.
"Elena, ti conosco bene ed i tuoi occhi spenti trasmettono che qualcosa non va. So quanto ti manca l'Australia e quanto odi il Canada, ma sono sicura che stasera c'è altro sotto la tua malinconia. O meglio, qualcuno... Non dirmi che è ancora lui!".
In risposta, chiudo gli occhi e appoggio la testa al muro.
"Ti manca ancora così tanto?".
"Sì, ma non moltissimo. Ormai è passato tanto tempo e pian piano me lo sto scordando" mento io.
"Forse, stavolta è meglio che tu non te lo scorda... Dimenticalo. Credimi, è meglio!".
"Dimenticarlo? Come potrei dimenticare tutti gli anni di amicizia che insieme abbiamo condiviso? Tutto il bene che ci siamo voluti?" sbotto io, mentre la voce mi si blocca e due lacrime salate mi percorrono lentamente la guancia.
Bridgette mi prende e mi stringe tra le sue braccia, mentre le lacrime si posano sulla sua spalla, bagnando la sua maglietta.
"Ehi, Ell, non piangere... Ci sono io." dice, cercando di tranquillizzarmi.
"Ed io" aggiunge Cece con voce dolce, abbracciandoci entrambe.
Questo fanno le migliori amiche: ci sono nei momenti di gioia, di dolore e di bisogno; ti aiutano anche quando non glielo chiedi e ti fanno sentire bene con la pura e semplice forza di un abbraccio.

   
 
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