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Conclusa
la giornata trascorsa con suo
figlio, appena tornato a casa, Booth si indirizzò verso la
doccia, in cerca di
riposo e tranquillità. Cercò di distogliere la
mente dai pensieri, e per poco
ci riuscì anche. Poi cominciò a pensare al
piacevole pomeriggio che aveva
passato, e a quanto gli era mancato vedere Parker. Ultimamente, non era
riuscito a sentirlo molto, ma quel giorno aveva finalmente riparato il
danno.
Tra le altre cose, gli aveva comprato una bicicletta nuova, rendendo
felice il
bambino più che mai.
Ad
un tratto, chiuse gli occhi, e sentì
solo l'acqua scorrergli in viso. Proprio nel momento in cui cominciava
a
rilassarsi completamente, ascoltò un rumore provenire dalla
cucina. Giusto il
tempo di aprire le ante, e scoprì che era il cellulare a
suonare. Era indeciso
se rispondere o meno. Dopo pochi secondi, decise di scoprire chi fosse.
Magari
qualcuno di importante lo cercava.
Uscì
dalla doccia ancora bagnato, e
velocemente arrivò in cucina.
Prese
il telefonino e guardò sul display,
che lampeggiava in continuazione. Fu così sorpreso nello
scoprire che era Tempe
a chiamarlo… quasi non ci credeva.
Fissò
a lungo lo schermo, non sapendo
cosa fare. In realtà sapeva bene di dover rispondere, ma
qualcosa lo bloccava.
Improvvisamente, una tempesta di ricordi invase la sua testa, momenti
belli e
brutti. Pigiò il tasto verde, accettando la telefonata.
“Parla
Booth”.
Proprio
quando si decise a rispondere, la
telefonata si staccò, interrompendo la comunicazione.
Riprovò invano diverse
volte, ma ormai dall'altro capo del telefono non c'era più
nessuno.
"Maledizione!"
urlò da solo, in preda al nervosismo. Ancora non voleva
crederci, ma era andata
proprio così. Tornò nuovamente in bagno, cercando
di riprendere la sua doccia
calda. Che disdetta… se lei lo avesse cercato per qualcosa
di veramente
importante?
L’acqua
lo bagnò
di nuovo e di nuovo… il cellulare emise un suono. Questa
volta si apprestò a
rispondere, e velocemente andò verso la fonte del suono.
Non
poteva assolutamente
fallire anche la seconda volta.
Per
rispondere in
fretta, non si accorse dello spigolo del tavolo, al centro della
cucina. Con un
movimento brusco, si avvicinò troppo e finì per
colpirsi proprio nei gioielli
di famiglia! E visto che era ancora nudo dalla doccia, non
poté fare a meno che
emettere un grugnito di dolore.
Si
piegò a terra,
portandosi le mani agli organi genitali. Sembrava di trovarsi in uno di
quei
film anni 80, quando al protagonista capitava di tutto, e una pallonata
nell’inguine provocava comune divertimento.
In
quel momento,
però, non stava ridendo per nulla! Il dolore era intenso, e
in tutto ciò il
cellulare non smetteva di suonare.
Tragicomico,
non
avrebbe potuto trovare altro aggettivo. Trovò la forza di
rialzarsi, e allungò
la mano destra verso l’aggeggio elettronico, mentre la
sinistra restava
sull’amplesso. Con un sospiro si riprese ma… fu
ancora più arrabbiato quando
scoprì che gli era arrivato un messaggio, non una
telefonata!
In
un modo o
nell’altro, avrebbe potuto risparmiarsi
“l’incidente” e tanta preoccupazione.
Come
un agente dell’FBI così esperto potesse ritrovarsi
in simili situazioni…
proprio vero, l’amore rincoglioniva tutti.
Una
cosa
positiva, però, c’era: l’sms
l’aveva inviato Brennan.
Lesse,
impaziente
e incuriosito.
“Ho
bisogno di vederti. Tra un’ora, a casa tua”.
Alla
fine, rise
con un piccolo sorriso: non solo perché laggiù
era ancora tutto a posto, ma perché sperava
proprio in quel tipo di parole
da parte della collega.
*
* *
Finalmente,
Hodgins decise di fare il
grande passo… o meglio, un piccolo passo, ma pur sempre un
passo… avanti.
“Non
sono bravo
con le parole, praticamente passo quasi tutti i giorni della mia vita a
parlare
con gli insetti, ma… posso spararla comunque lì,
sperando che mi vada bene: ti
va di uscire con me?”.
La
donna col camice blu si trovava di
spalle, con una cartellina gialla in mano. Dopo aver sentito quelle
parole, si
girò di colpo. Con un sorriso estremamente largo e felice,
sgranò gli occhi ed
emise un gridolino di gioia.
“Certo,
amore!”.
Solo
quando sentì quella stridula voce,
l’uomo si accorse che quella non era Angela… ma,
aiuto! Aveva appena proposto
ad un’altra di uscire con
lui!
Lo
scienziato non riuscì a dire parola
visto l’evidente imbarazzo della situazione. Ancora peggio,
quando si accorse
di chi aveva davanti: nessuno, e ripeto, nessuno avrebbe voluto uscire
con… la persona che aveva davanti.
La
prossima volta avrebbe dovuto guardare
le donne in faccia! Il punto era che i capelli delle due erano tanto
simili… e
adesso come poteva rimediare al danno?
“Ho
aspettato tutta la vita che un uomo
mi facesse una proposta così romantica!
Ho fatto danza per tanti anni, e adesso il mio imene è
diventato completamente
largo… come se non fossi vergine!”.
Hodgins
rimase tramortito. Aveva
combinato un casino terribile. Orribile.
Anche
perché… quale donna si sarebbe
messa a parlare del proprio imene in un’occasione del genere?