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Autore: GWatcher    20/07/2012    1 recensioni
La mia prima fic nella sezione di Bones.
Ambientata dopo la 1x21, questa storia ha l'intento di raccontare una personale continuazione della prima stagione.
Dopo aver visto quest'episodio, ho assimilato senza più dubbi che Bones non è un telefilm qualsiasi, e che rientra senz'altro tra i miei preferiti.
Da qui l'ispirazione mi ha folgorato.
Questa fic parla di Booth, il mio preferito, e del suo burrascoso passato da soldato, che si ritrova nuovamente ad affrontare. Se Tempe fosse stata vicina a lui in questo particolare momento della sua vita? E se questo avvicinamento avesse confermato l'attrazione che entrambi provano l'uno per l'altra?
In tutto ciò, si avverte una certa attrazione anche tra Angela e Hodgins... Buona lettura!
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Angela Montenegro, Jack Hodgins, Seeley Booth, Temperance Brennan
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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10

 

Conclusa la giornata trascorsa con suo figlio, appena tornato a casa, Booth si indirizzò verso la doccia, in cerca di riposo e tranquillità. Cercò di distogliere la mente dai pensieri, e per poco ci riuscì anche. Poi cominciò a pensare al piacevole pomeriggio che aveva passato, e a quanto gli era mancato vedere Parker. Ultimamente, non era riuscito a sentirlo molto, ma quel giorno aveva finalmente riparato il danno. Tra le altre cose, gli aveva comprato una bicicletta nuova, rendendo felice il bambino più che mai.

Ad un tratto, chiuse gli occhi, e sentì solo l'acqua scorrergli in viso. Proprio nel momento in cui cominciava a rilassarsi completamente, ascoltò un rumore provenire dalla cucina. Giusto il tempo di aprire le ante, e scoprì che era il cellulare a suonare. Era indeciso se rispondere o meno. Dopo pochi secondi, decise di scoprire chi fosse. Magari qualcuno di importante lo cercava.

Uscì dalla doccia ancora bagnato, e velocemente arrivò in cucina.

Prese il telefonino e guardò sul display, che lampeggiava in continuazione. Fu così sorpreso nello scoprire che era Tempe a chiamarlo… quasi non ci credeva.

Fissò a lungo lo schermo, non sapendo cosa fare. In realtà sapeva bene di dover rispondere, ma qualcosa lo bloccava. Improvvisamente, una tempesta di ricordi invase la sua testa, momenti belli e brutti. Pigiò il tasto verde, accettando la telefonata.

“Parla Booth”.

Proprio quando si decise a rispondere, la telefonata si staccò, interrompendo la comunicazione. Riprovò invano diverse volte, ma ormai dall'altro capo del telefono non c'era più nessuno.

"Maledizione!" urlò da solo, in preda al nervosismo. Ancora non voleva crederci, ma era andata proprio così. Tornò nuovamente in bagno, cercando di riprendere la sua doccia calda. Che disdetta… se lei lo avesse cercato per qualcosa di veramente importante?

L’acqua lo bagnò di nuovo e di nuovo… il cellulare emise un suono. Questa volta si apprestò a rispondere, e velocemente andò verso la fonte del suono.

Non poteva assolutamente fallire anche la seconda volta.

Per rispondere in fretta, non si accorse dello spigolo del tavolo, al centro della cucina. Con un movimento brusco, si avvicinò troppo e finì per colpirsi proprio nei gioielli di famiglia! E visto che era ancora nudo dalla doccia, non poté fare a meno che emettere un grugnito di dolore.

Si piegò a terra, portandosi le mani agli organi genitali. Sembrava di trovarsi in uno di quei film anni 80, quando al protagonista capitava di tutto, e una pallonata nell’inguine provocava comune divertimento.

In quel momento, però, non stava ridendo per nulla! Il dolore era intenso, e in tutto ciò il cellulare non smetteva di suonare.

Tragicomico, non avrebbe potuto trovare altro aggettivo. Trovò la forza di rialzarsi, e allungò la mano destra verso l’aggeggio elettronico, mentre la sinistra restava sull’amplesso. Con un sospiro si riprese ma… fu ancora più arrabbiato quando scoprì che gli era arrivato un messaggio, non una telefonata!

In un modo o nell’altro, avrebbe potuto risparmiarsi “l’incidente” e tanta preoccupazione. Come un agente dell’FBI così esperto potesse ritrovarsi in simili situazioni… proprio vero, l’amore rincoglioniva tutti.

Una cosa positiva, però, c’era: l’sms l’aveva inviato Brennan.

Lesse, impaziente e incuriosito.

“Ho bisogno di vederti. Tra un’ora, a casa tua”.

Alla fine, rise con un piccolo sorriso: non solo perché laggiù era ancora tutto a posto, ma perché sperava proprio in quel tipo di parole da parte della collega.

 

* * *

 

Finalmente, Hodgins decise di fare il grande passo… o meglio, un piccolo passo, ma pur sempre un passo… avanti.

 

“Non sono bravo con le parole, praticamente passo quasi tutti i giorni della mia vita a parlare con gli insetti, ma… posso spararla comunque lì, sperando che mi vada bene: ti va di uscire con me?”.

 

La donna col camice blu si trovava di spalle, con una cartellina gialla in mano. Dopo aver sentito quelle parole, si girò di colpo. Con un sorriso estremamente largo e felice, sgranò gli occhi ed emise un gridolino di gioia.

“Certo, amore!”.

Solo quando sentì quella stridula voce, l’uomo si accorse che quella non era Angela… ma, aiuto! Aveva appena proposto ad un’altra di uscire con lui!

Lo scienziato non riuscì a dire parola visto l’evidente imbarazzo della situazione. Ancora peggio, quando si accorse di chi aveva davanti: nessuno, e ripeto, nessuno avrebbe voluto uscire con… la persona che aveva davanti.  

La prossima volta avrebbe dovuto guardare le donne in faccia! Il punto era che i capelli delle due erano tanto simili… e adesso come poteva rimediare al danno?

“Ho aspettato tutta la vita che un uomo mi facesse una proposta così romantica! Ho fatto danza per tanti anni, e adesso il mio imene è diventato completamente largo… come se non fossi vergine!”.

 

Hodgins rimase tramortito. Aveva combinato un casino terribile. Orribile.

Anche perché… quale donna si sarebbe messa a parlare del proprio imene in un’occasione del genere?


  
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