Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Segui la storia  |       
Autore: LiberTea    20/07/2012    3 recensioni
"Come sempre, si sentì affogare lentamente in quei due specchi smeraldini. Ne era certo, il peccato, l'inferno, il male stesso, dovevano avere quel colore."
[America x SweetDevil!Inghilterra]
Genere: Azione, Dark, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Aprì di scatto gli occhi, che non si era nemmeno reso conto di aver chiuso in preda all'estasi, e si ritrovò la canna della sua pistola puntata contro.
Arthur, inginocchiato sopra di lui, la stava stringendo con presa sicura, pulendosi il mento macchiato di sangue con la manica e ghignando maliziosamente.
 
"Ti è piaciuto il trucchetto, Alfred Jones?", miagolò con aria innocente.
 
Era in trappola. E tutto perchè si era lasciato sedurre da quel bastardo senz'anima.
Non aveva via di scampo. Poteva solo prendere tempo.
 
"Sei una puttana.", ringhiò.
 
L'altro sorrise sornione. 
 
"Corrompere e tantare le vostre fragili menti umane è il mio mestiere. Perciò grazie, lo prendo come un complimento."
 
Calò il silenzio. Nessuno dei due si muoveva, sembrava che il tempo si fosse fermato lasciandoli in quello statico istante di calma apparente.
Alfred sentiva il cuore battergli all'impazzata nel petto, conscio che quelli potevano essere gli ultimi istanti della sua vita.
Ma Arthur non sembrava intenzionato a premere il grilletto. Lo stava guardando negli occhi, facendolo di nuovo annegare in quei due magnetici frammenti di smeraldo.
E la fronte corrugata e la bocca imbronciata sembravano quasi trapelare un dissidio che stava in quel momento avvenendo dentro di lui.
 
"Perchè non spari?", gli chiese sinceramente confuso.
 
"Non lo so.", ammise il demone.
 
Alfred non capiva, non capiva proprio. Fino a pochi attimi prima stava dando tutto sè stesso per ucciderlo, senza esclusione di colpi, e ora?
Aveva sempre pensato che i demoni rispondessero solo al male. Che fossero un concentrato diabolico delle peggiori emozioni umane.
Ma allora perchè Arthur lo stava guardando con quegli occhi quasi caritatevoli, con quel sorriso così dolce, perchè gli stava accarezzando il volto?
 
"Che diavolo ti prende?", gli chiese.
 
"Ti hanno mai detto che sei proprio un bel ragazzo Alfred Jones?"
 
"Cosa?!"
 
"Perchè lo sei. E' buffo che lo noti solo ora, ti pare?"
 
"Stai delirando."
 
"E' un vero peccato che ti debba uccidere. Un corpo così bello e forte, nel fiore degli anni."
 
"Tu ci sguazzi nel peccato, non penso proprio che sia un problema."
 
"Perchè desideri tanto morire?"
 
"Perchè sta per succedere comunque, quindi preferirei che lo facessi alla svelta invece di sparare stronzate."
 
"E se non volessi?"
 
"Allora io ucciderei te."
 
Arthur si rabbuiò, e sembrò riflettere a lungo su quel concetto.
 
"Prima che tu ti mettessi a darmi la caccia la mia esistenza era molto noiosa, sai?"
 
Alfred lo guardò per un istante. "Dove vuoi arrivare?"
 
Arthur abbassò lo sguardo. Sembrava quasi triste.
 
"Se ti uccidessi...sarei di nuovo da solo, capisci?"
 
Capiva. Capiva benissimo.
Anche la sua vita era vuota. Il suo unico obiettivo era stato distruggere il demone che gli aveva portato via tutte le persone che amava.
Sorrise amaramente, pensando che il responsabile della sua solitudine era anche l'unica persona che gli rimaneva, l'unico che gli dava ancora uno scopo per andare avanti.
Un circolo vizioso, un gatto che si morde la coda.
 
"Questo non cambia le cose. Sai perfettamente che uno di noi deve morire stanotte."
 
"Perchè?", il tono di Arthur sembrava quella di un bambino testardo.
Gli tirò un pugno sul petto. "Ti sbagli! Ti sbagli di grosso Alfred Jones!"
 
Detto questo si alzò con foga e lanciò lontano la pistola, che cadde nella polvere con un tonfo sordo.
Alfred non esitò: scattò in piedi e si mise a correre per recuperarla. Poteva ancora farcela. Poteva ancora essere il vincitore.
Ma non riuscì a percorrere nemmeno due metri che Arthur gli si parò di fronte: sul suo viso non vi era traccia di emozione alcuna.
Il demone portò una mano in avanti, sembrava quasi un gesto per dirgli di fermarsi.
Alfred non fece nemmeno in tempo a gridargli di togliersi dai piedi, che una forza invisibile lo scaraventò indietro di diversi metri, facendolo sbattere contro un grosso albero sul ciglio della strada.
Gemette, tentò di rialzarsi, ma non vi riuscì: il colpo era stato troppo forte.
Arthur si portò di fronte a lui con un balzo elegante, e lo guardò con aria severa incrociando le braccia al petto.
 
"Lascia perdere, fatica sprecata. Nessuno di noi morirà questa notte.", annunciò con tono perentorio.
 
"Non è possibile", rispose Alfred con un filo di voce. La schiena gli faceva un male terribile.
 
"Mai sentito parlare dei cosiddetti 'patti con il Diavolo', Alfred Jones?"
 
Ne aveva sentito parlare. Ne aveva sentito parlare eccome.
Persone disperate, accecate dalle loro ambizioni e dai loro desideri che decidevano di barattare la propria anima in cambio dell'aiuto del Demonio.
 
Alfred si limitò ad annuire, pervaso da un bruttissimo presentimento.
Arthur sorrise dolcemente, e si chinò su di lui per sussurargli all'orecchio.
 
"Vendimi la tua anima, Alfred Jones, e io ti renderò immortale."
 
Non voleva credere alle parole che aveva appena sentito. 
Sgranò gli occhi e boccheggiò, incapace di parlare.
 
"Allora?", la voce di Arthur era solo un soffio contro il suo orecchio.
 
"Perchè mai dovrei accettare una cosa simile?", chiese Alfred.
 
Il demone lo guardò dritto negli occhi, prendendogli il viso tra le mani fredde.
 
"Perchè in questo modo staremmo insieme per sempre."
 
L'altro rise. "E' l'ultima cosa al mondo per cui venderei la mia anima. Non ho alcuna intenzione di passare l'eternità con te. E tantomeno di diventare un mostro demoniaco."
 
Anche Arthur rise. 
Era buffo, visti da un esterno potevano sembrare due amici di vecchia data che si scambiavano simpatici aneddoti, scherzando insieme.
 
"Peccato...", disse serenamente, "Volevo che tu fossi consenziente mentre ti strappavo via l'anima. Ma se il tuo atteggiamento è questo, temo che dovrò prendendermela con la forza."
 
Alfred iniziò seriamente ad avere paura.
Gli veniva quasi spontaneo pensare che stesse scherzando. Ma riflettendo, e conoscendo la natura di quella creatura, gli risultava difficile crederlo anche solo possibile.
 
"Un patto deve essere stipulato tra due persone! Non puoi fare nulla senza il mio permesso!", cercava di mantenere la calma, ma la sua voce lasciava trapelare il panico che gli stava crescendo in corpo.
 
"Non tentare di trattare con un demone riguardo le leggi infernali. Perchè laggiù, la legge non esiste, figuriamoci la lealtà."
 
Alfred stava tremando. Sentiva il cuore battergli all'impazzata nel petto, la bocca proscigarglisi, gocce di sudore freddo scendergli lungo il collo e la schiena.
Il terrore si era completamente impadronito di lui. Perchè ora non stava per morire, no: almeno la morte era una cosa certa, sicura, naturale. Lui stava andando incontro all'ignoto, e non poteva sapere cosa lo avrebbe atteso dall'altra parte.
 
"Fermati, ti prego.", mormorò con un filo di voce.
 
Senza smettere di sorridere, l'altro disse: "Oh, Alfred. Ti sembra il caso di pregare un demone? Cosa ti aspetti di suscitare in me, pietà? misericordia?"
 
Detto questo, saldò di nuovo la propria presa sul viso dell'altro, affondando le dita sottili tra i suoi capelli biondi e facendogli quasi male.
Poi riprese, con un sorrisetto: "Ora rilassati. Vedrai, non sentirai niente. Almeno credo."
 
Prima che Alfred potesse rispondere, Arthur posò nuovamente le labbra sulle sue.
Ma quella volta fu molto diversa. La sua bocca si muoveva lenta, sensuale, assaporava ogni singolo anfratto di quella dell'altro, senza la minima bramosia.
Anche la sensazione che lo pervase si differenziava in un qualche modo dall'altra: vi era la medesimo torpore, ma l'euforia aveva ceduto il posto all'assopimento.
Più i secondi e i minuti passavano, più Alfred sentiva le forze abbandonarlo, la mente annebbiarsi. Anche il panico di poco prima sembrava solo un lontano e confuso ricordo.
Presto, si accorse di non avere più il controllo su alcuna parte del suo corpo.
E infine, quando anche la vista iniziò ad offuscarsi, Arthur si allontanò da lui.
 
L'ultima cosa che vide, prima di perdere del tutto i sensi, furono gli occhi verdi del demone.
Mai come in quel momento gli erano sembrati così agghiaccianti e magnifici.

Angolino dell'autrice:
Ehm, salve a tutti! Ebbene ecco il secondo capitolo, spero sia piaciuto!
Vorrei anche ringraziare chi ha recensito questa storia e chi l'ha messa tra le seguite o le ricordate, grazie mille :')
Alla prossima
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: LiberTea