Scritta da: Rhyssen.
Tradotta da: Hepona
Ho letto questa fic e mi è piaciuta tantissimo. Per chi
l' avesse già letta nella lingua originale (inglese) deve sapere che io la
traduco dalla versione in spagnolo, perciò è possibile che alcune piccole cose
non sia proprio uguali, perdonatemi per questo ^^.
Nota dell’ Autrice: Finalmente! Finalmente! Questo è l’
ultimo capitolo di Pozione Irresistibile! Per mio piacere avrei potuto
scriverlo in altri due capitoli, ma l’ importante è che sia finita la storia.
Godetevela…mangiate qualcosa, patatine, salatini o quello
che più vi piace e… o sì, qualche fazzoletto, perché sono quasi sicura che vi
metterete a piangere.
Andiamo avanti!
Nota dell’ Autrice: il titolo è una cortesia di
W.H.Auden; la citazione è di Robert Frost.
Questo capitolo è dedicato a tutti coloro che hanno
commentato PI. Le vostre parole d’ incitazione e stimolo mi hanno motivato a
continuare (e adesso a finire) questa storia, incluso nei momenti in cui l’
ispirazione era bassa. Grazie per amare questa storia e avermelo fatto sapere
Capitolo quindici: La verità sull’ Amore
L’ Amore
è il desiderio irresistibile di essere irresistibilmente desiderato.
Il cielo era dorato e i cerchi delle mete di Quidditch
distaccavano contro il brillante tramonto, i loro bordi argentati sembravano
ardere. La brezza era forte e fresca, senza essere fredda; Harry si sistemò
meglio il mantello quando si sedette sugli spalti vuoti, solo. Ricordò come
alcune volte aveva minacciato di sposare qualcuno dopo un gol. La sua bocca si
curvò in un sorriso davanti al ricordo nostalgico. Certe volte.
C’ erano anche alte cose, cose che prima aveva sentito
alcune volte; momenti intimi, tocchi fugaci, rabbia difensiva che serviva a
mascherare qualcosa di più. E poi la colpa, pentimento a strascichi agrodolci
di una speranza prolungata.
Però ora non c’ erano più.
“Le cose sembrano diverse viste da terra, verro?”
Uscendo dal sogno Harry si girò verso la voce famigliare
– per trovare Ron, in piedi, che guardava dalla banchina, osservandolo con un’
espressione strana negli occhi. Questa volta non c’ era quella rabbia cattiva
che si rifletteva sul viso lentigginoso. Il vento catturò i rossi capelli di
Ron alzandoli.
Harry sorrise e allungò un po’ le gambe mentre Ron gli
sedeva accanto. Rimasero seduti in silenzio per un po’; in un silenzio
gradevole, senza domande, senza esigere risposte.
Alla fine Harry rispose semplicemente “Sì, sembrano
diverse”
“Noi siamo diversi Harry” la voce di Ron era ferma e
carica di una certa tranquillità che sorprese molto Harry, come la sua
franchezza. Prima che avesse l’ opportunità di rispondere Ron continuò “Il
cielo è… bé, il tuo posto. Non credo tu sappia quante file ha ogni spalto. Ma
io sì” fece una pausa “Ho passato molto tempo dove sei seduto ora” la voce di
Ron vacillò leggermente quanto aggiunse “Guarda le cose dal mio punto di vista
Harry”
Harry inghiottì con difficoltà e per un momento dovette
distogliere lo sguardo
“Lo so Ron” riuscì a dire pesantemente, e desiderò che le
cose fossero andate diversamente, senza provocare tento dolore e coraggio,
senza portare altro che sofferenza.
“Mi dispiace”
“Davvero ti importa di lui?” sembrava che Ron stesse
facendo un grande sforzo al solo fatto di lasciar uscire quelle parole dalle
sue labbra.
Harry guardò di sottecchi l’ amico, e vide che il rosso
stava evitando il suo sguardo di proposito. Harry non pté reprimere un sorriso,
anche se non era di felicità, se non per il ricordo della perdita. Entrambi
osservarono l’ immenso cielo durante un lungo momento prima che Harry rispose.
“Si”
Harry osservò Ron sospirare profondamente, anche se
mantenne bene la calma non poté evitare un’ inclinazione nella voce quando ripeté
stancamente
“Malfoy2
Harry sorrise apertamente questa volta, piuttosto
divertito “Si”
“Sono sicuro che capirai che mi è molto difficile
crederlo” disse Ron senza malizia ne odio. In tutte le occasioni in cui aveva
pensato i possibili scenari di un probabile confronto con Ron sul problema Draco Malfoy e i suoi sentimenti sul
suddetto Serpeverde, questo era il migliore che Harry avesse mai sperato.
“No, è ovvio che non mi aspetto che tu capisca e accetti
tutta questa storia su Malfoy” Harry azzardò un umile sorriso “Non sono più
sicuro di capirlo nemmeno io”
“Allora perché?” chiese fermo Ron “cosa ti fa essere così
sicuro che vale tutto quelle che hai rischiato per lui?”
“Niente” disse piano Harry, la sua voce vacillò e sapeva
che non era solo perché il suo respiro veniva portato via dal vento “Niente che
possa descrivere. Però so che non mi ero mai sentito così, mai – e questo
dovrebbe essere qualcosa. Anche se non è venuto fuori nulla2
Ron sembrava sorpreso “Che vuoi dire? Tu e Malfoy non
siete-“
“Eravamo” lo corresse pesante Harry “E’ finita”
Il peso delle parole di Harry si mantenne nell’ aria tra
i due.
“Non sembrava nella lezione di Lupin” commentò a bassa
voce Ron
“Era così ovvio?” chiese ironico Harry.
“Harry, hai dichiarato davanti a tutto il mondo quanto è
stato importante il tuo primo duello con Malfoy” disse Ron alzando gli occhi al
cielo “e Malfoy si è ritirato dal duello senza lanciare un solo incantesimo – e
credimi questo è definitivamente
qualcosa”
Harry pensò al duello che non si era realizzato durante
l’ ora di Lupin - come lui era davanti a
Draco e poi vederlo allontanarsi era stato uno dei momenti più eccitanti e
devastanti che avesse mai sperimentato. Draco aveva dato un nuovo significato
al concetto di muta intensità.
“So perché non ti piace, Ron” cominciò a dire incerto
Harry, cercò le giuste parole per esprimere quello che voleva dire “e non ti
colpevolizzo, perché non ti ha dato nessuna ragione per non farlo la sua voce
si appannò un po’ “Io lo vedevo come te. Però qualcosa è cambiato. Ho visto un
lato di lui completamente diverso. E’ ho capito che è crudele perché ha paura
di essere vulnerabile”
“E’ un buon modo di discolpare qualcuno di essere un
pomposo insoffribile idiota tutto il tempo” commentò secco Ron.
“Non è una scusa per come ha trattato te e la tua
famiglia” disse fermo Harry “Però questo è quello che gli hanno insegnato a credere.
E questo che me l’ ha fatto capire… come mai prima d’ ora avevo avuto l’ opportunità”
si fermò “E’ come hai detto, dipende da dove guardi le cose”
“Non posso credere che stai citando le mie stesse parole
in difesa di Malfoy” disse Ron chiaro, ma Harry vide la mancanza di serietà nei
suoi occhi
“Mi dispiace” Harry gli sorrise timidamente “Quello che
voglio dire è che – tutti noi siamo inchiodati sulla terra, osservando Malfoy
da lontano senza volerci veramente avvicinare. Però quello che è successo tra
noi mi ha permesso di vederlo com’ è realmente. Percepisci tutto diversamente
quando sei nel cielo volando sulla scopa”
Ron gli lanciò uno sguardo “La scopa di Malfoy?”
Harry sbatté le palpebre e poi scoppiò a ridere. Ron
sorrise apertamente scuotendo la testa.
E tutto sembrò tornare al suo posto, il calore, il
candore e il divertimento che gli erano così naturali. Harry sentì che gli si
levava u grosso peso dal petto e fu come se potesse di nuovo sorridere più
facilmente.
“Per favore,
risparmiami i dettagli” gemette Ron, muovendo la mano in un gesto dismissivo,
poi divenne serio “Che farai ora?”
“Non lo so” rispose Harry sinceramente. Poi in un impulso
chiese “ Tu che ne pensi Ron?”
Un sorpreso silenzio fu la sua risposta. Ron l’ osservò
interrogativo per un momento, però quando il ragazzo rosso vide che Harry stava
considerando seriamente la sua opinione, la sua espressione cambiò in
malinconia.
“Ho passato molto tempo qui” disse alla fine Ron, un
piccolo sorriso curvò gli angoli della sua bocca “osservando la squadra
allenarsi, esponendo strategie e difese. Osservandoti giocare le nostre partite
di Quidditch e chiedendomi a volte perché non giravi a sinistra quando sembrava
la cosa più ovvia , o girare attorno all’ altro Cacciatore per avere una
visuale migliore del Boccino”Ron fece una pausa e respirò profondamente e
guardò diretto ad Harry “Però non ho mai dubitato che sapevi quello che stavi
facendo, Harry. Nemmeno una volta”
Harry sentì che la gola gli si stringeva per l’ emozione,
poteva a mala pena credere che Ron aveva detto quello che aveva detto. All’
improvviso le cose non sembravano più così disperate e tristi, e la luce del
cielo, che spariva velocemente, vacillò brevemente e si faceva più luminosa e
in quei momenti transistori il dolore che lo percorreva nel profondo si
trasformò in qualcosa di più sopportabile.
“Grazie” disse Harry in uno stretto mormorio. Ron annuì e
non disse nulla, non ne aveva bisogno. Si alzò e fece segno ad Harry, che stirò
le gambe e si mise in piedi. Quando lo fece scosse leggermente i pantaloni e
con un ultimo sguardo al sempre più scuro campo, si girò e seguì Ron.
Petali neri ondeggiarono sul terreno al suo allontanarsi,
dove rimasero sotto la caduta del crepuscolo
**************
Hermione si accigliò irritata mentre scendeva i tortuosi
scaloni che conducevano ai sotterranei. Aveva mandato un gufo sul presto quello
stesso giorno per cambiare l’ incontro. Teneva un rotolo di pergamena in mano
ed era diretta verso una delle aule vuote che davano sul corridoio che portava
alla Sala Comune dei Serpeverde.
Draco, ovviamente, era già lì. ‘Il ragazzo è puntuale’ pensò Hermione tra sé al dirigergli uno
sguardo ironico chiudendo la porta dietro di sé. ‘E, ovviamente, completamente odioso’
“E adesso cosa, Granger?” Draco stava in piedi appoggiato
ad una delle scrivanie, la sua postura era allo stesso tempo rilassata ed
equilibrata. Hermione allungò il rotolo di pergamena “Il tuo tema sulla
Maledizione Imperius”
“Non potevi mandarlo con il gufo?” Draco le diresse uno
sguardo mordace, scrutatore, mentre allungava la mano per prendere il rotolo
“Smettiamola con queste cortesie, qualcosa mi dice che non sei venuta solo per
assicurarti che il mio tema sia arrivato sano e salvo”
“Sai Malfoy?” Hermione riprese senza scomporsi “è piuttosto
ironico come sei veloce a notare le cose
quando si tratta degli altri. E’ un peccato che non fai lo stesso con te” fece
una pausa “O con Harry” Non le passò
inosservata la lieve fiamma che attraversò gli occhi di Draco; prima che la sua
espressione si convertisse in una d’ indifferenza
“Questo non ha nulla a che vedere con Harry” rispose
freddamente Draco “E’ tutto?”
“No, non è tutto” Hermione gli lanciò uno sguardo
assassino “Non è tutto Malfoy, perché
semplicemente non puoi strappare Harry da una vita in cui stava comodo,
confonderlo e poi lasciarlo andare come se non fosse successo niente”
“Non è successo niente” il tono di Draco era piatto “Può
essere utile ricordare che si trattava di una Pozione d’ Amore”
“Può essere utile che la smettessi di ingannare te
stesso” gli ribatte brusca Hermione, esasperata. “Malfoy, abbiamo visto tutti
il modo in cui vi siete comportati tra voi durante l’ ora di Lupin. Ed era
dolorosamente ovvio che né tu né Harry avete finito con questo problema.
Pretendere che non è successo nulla non farà felice nessuno dei due.
“Da quando ti preoccupi della mia felicità?” la sfidò
Draco con sdegno “e che cosa ti fa pensare che Harry sia felice? Sì, ha tutto
quello che potrebbe chiedere. C’ è stato un tempo in cui ce l’ avevo anch’ io”
la sua voce vacillò leggermente “o almeno lo credevo”
“Cosa è cambiato?” chiese Hermione.
Gli angoli della bocca di Draco si curvarono in un umile
sorriso “Harry”
“Allora perché ti stai allontanando da lui?” disse
Hermione a voce bassa.
Il silenzio fece eco ad una risposta troppo dolorosa per
essere detta.
“Perché ci svegliamo dai sogni, prima o poi” c’ era una
tensione ad un livello inferiore nella sua voce che non poteva nascondere.
Guardò Hermione ancora un momento, prima di spostarsi pomposamente dallo
scrittorio “Grazie per la pergamena”
Draco passò velocemente affianco ad Hermione e si diresse
verso la porta. Hermione si girò per vederlo andarsene; solo quando era a due
passi dalla porta parlò nuovamente.
“Un'altra cosa” disse, la sua voce chiara e tranquilla
“Perché hai concesso?”
“Non sono affari tuoi Granger2 Draco si girò appena
parlando da sopra la spalla.
“Nella maggior parte di casi nella Storia del Mondo
Magico, quando uno studente concedeva in un duello era perché doveva affrontare
il suo maestro” commentò Hermione. Draco la ignorò e allungò la mano per aprire
la porta nello steso momento in cui Hermione aggiungeva “Però non in tutte le
occasioni” Hermione vide la mano di Draco fermarsi sul pomo della porta e le
sue nocche bianche per la tensione. Lei sorrise severa e andò avanti.
“Ho pensato che era qualcosa di molto interessante”
Hermione incrociò le braccia al petto e camminò verso Draco, che stava
completamente fermo, la sua postura tesa come la corda di un violino “Così sono
andata in biblioteca e ho cercato un po’. E ho trovato alcune informazioni
interessanti.”
“Dillo e basta Granger” la voce di Draco era grave con le
emozioni appena controllate.
“Risulta” continuò Hermione impassibile “che ci fu un
duello che terminò quando uno dei partecipanti concesse…” fece una pausa per un
maggior effetto, osservando attenta la reazione di Draco “Perché si amavano”
Persino Draco con la sua abilità, apparentemente
infinita, di controllare le proprie emozioni e nascondere i proprio sentimenti,
questa volta non riuscì a sopprimere la propria reazione. Si girò, i suoi occhi
ardevano quando incontrarono quelli di Hermione, la sua bocca una fine linea e
sembrava stare tra l’ angoscia e il coraggio; emozioni contrastanti così simili
quando gli attraversarono il viso come ombre.
Hermione era sorpresa dal crudo tormento che vide negli
occhi di Draco; respirò profondamente e azzardò una domanda che rimbombò negli
angoli dell’ aula vuota “Allora erano amanti?”
“Ovvio che sì” rispose brusco Draco trapassandola con lo
sguardo “Hai già fatto le tue riceché, perché diavolo lo chiedi a me?”
“Non ho mai cercato” rispose Hermione con lo stesso tono,
sostenendo lo sguardo di Draco “Era solo un intuizione”
Il silenzio che seguì fu come una raffica di vento all’
espansione del nulla, sibilando come una fiamma soffocata da acque scure. Gli
occhi di Draco presero il colore della cenere.
“Non so cosa stai cercando di fare, Granger” la voce di
Darco era intensa e sembrava più infuriata, come Hermione non l’ aveva mai
visto “Spiando quello che faccio, cercando di indovinare quello che penso, o
sento-“ Draco si interruppe, i suoi occhi brillavano come tizzoni abbracciati
da fiamme
argentate “Ma sia
quello che sia, non hai il diritto di mettere Harry in una situazione che non
ha ,ai chiesto”
“Nemmeno tu” gli occhi di Hermione scintillarono al
guardare diretti a Draco “ma questo non ti ha fermato, o no?”
“Non hai nessun
diritto” ripeté furioso Draco; ma c’ era
una fessura nella sua calma, una crepa nella sua voce “tu non capisci”
“Forse no” Hermione era d’ accordo “Non ho idea del gioco
che stai giocando. Però so che la stori ha l’ abitudine di ripetersi,
soprattutto per le persone che non hanno l’ originalità di proporre qualcosa di
diverso” Hermione notò l’ espressione stordita sul volto di Draco; era una
delle rare occasioni in cui Draco Malfoy non aveva una risposta mordace.
Allungò la mano per aprire la porta.
“Pensaci Malfoy” gli disse Hermione quando gli passò
abilmente accanto e uscì dalla porta. “Nessuno di voi ha vinto. Entrambi avete
perso”
**************
“Ebbene Harry, parlando di Malfoy!” sembrava che Seamus
non riuscisse a stare zitto; fece un saltello ancora prima di lasciarsi cadere
sul sofà accanto a Harry”Quando ci dirai che cosa sta succedendo esattamente?”
La sala Comune dei Grifondoro era caldamente illuminata e
il fuoco ardeva allegro nel caminetto.
Ugualmente Harry trovava Seamus per nulla confortante;
provò a dissuadere il ragazzo irlandese con la scusa che aveva ancora un sacco
di letture da fare - ma Seamus non
avrebbe accettato nulla di meno che non tutta la storia; preferibilmente
condita da sordidi dettagli possibili. Alla fine Harry sospirò e abbassò il
libro. Guardò Seamus con stanchezza “Va bene te lo dirò”
Hermione alzò lo sguardo e dal suo posto, un tavolo
vicino, e alzò un sopracciglio; Ron che gli era seduto di fronte si girò per
guardare sorpreso Harry. Seamus si rallegrò; Dean e Neville sembrarono
comparire dall’ altra parte della sala Comune per sistemarsi ai piedi di Harry,
e si misero a fissarlo, con aspettativa.
Harry li osservò e
scosse la testa “Cos’ è, un racconto prima di andare a dormire?”
“No” Seamus gli offrì un sorriso “Baci e Verità!”
Harry gli diresse uno sguardo fulminante “Molto
divertente Finnigan” Ron roteò gli occhi e Hermione sorrise, incapace di
sorridere al suo divertimento.
“Non farti pregare troppo Harry” lo istigò Dean con
impazienza “Andiamo ci puoi dire cosa stai succedendo”
“Dettagli” intervenne nuovamente Seamus “Voglimo dettagli”
“Cos’ è che volete sapere?” Harry inclinò la testa e un
sorriso debole gli curvò le labbra “Cosa succede tra me e Malfoy?”
“No Harry, vogliamo sapere tutto su come ti sei fatto
quella stupida e sexy cicatrice sulla fronte, perché non l’ abbiamo letto
abbastanza su ogni libro del Mondo Magico, niente di più che un milione di volte”
dichiarò Seamus teatrale “Certo che
vogliamo sapere di te e Malfoy, pezzo di scemo”
“Continua Seamus” Dean guardò male il ragazzo irlandese
“Insultalo un altro po’ e lo metterai nel giusto umore per parlare”
Harry ridacchiò a dispetto di se stesso “Come mai questo
interesse per i dettagli della mia vita mi chiedo?”
“Oh, Harry!” Seamus si finse offeso “Noi siamo sempre
preoccupati per ogni singolo insignificante dettaglio della tua affascinante
vita. Così, per favore, raccontaci finalmente cosa succede tra te e Malfoy”
“Va bene” Harry respirò profondamente e sospirò. Non
sapeva da dove iniziare “Volete la verità?”
Ci furono vigorosi assensi tutto attorno. Ron si girò
sulla sedia per ascoltare meglio e persino Hermione appoggiò la piuma. Harry li
percorse con uno sguardo piuttosto divertito, e si chiese vagamente che cosa
avrebbe detto Draco se avesse saputo che i Grifondoro volevano sapere i
dettagli di quello che era successo tra loro, o come avrebbero reagito i suoi
amici dicendo quanto era stata deliziosa la bocca di Draco quando si erano
baciati.
“D’accordo” cominciò a dire Harry “Tutto è iniziato
quando una sera Malfoy venne a cercarmi, da solo, con una… proposta inusuale.
Dopo aver ascoltato quello che aveva da dire, rimasi sorpreso per dire il meno
– però alla fine fui d’ accordo nell’ aiutarlo”
Seamus si inclinò in avanti con avidità; Dean e Neville
si scambiarono sguardi di attesa e seguirono ogni parola di Harry. Ron sembrava
dubbioso, come se non fosse sicuro di voler sapere i sordidi dettagli come
Seamus. Hermione si morse il labbro e cercò di non ridere.
“Vedete” continuò Harry “Malfoy vuole continuare la sua
educazione post-Hogwarts e per questo ha bisogno di un certo numero di crediti
facendo dei progetti in più per ogni materia. Per il suo progetto di Difesa
Contro le Arti Oscure, il prof Lupin gli aveva detto di proporre una
dimostrazione dei duelli. Per essere più realista Malfoy aveva deciso di
chiedere ad un Grifondoro di partecipare al duello”
“E perché hai voluto aiutarlo a prendere crediti extra?”
disse bruscamente Neville, sembrando contrariato.
“All’ inizio non volevo” ammise Harry, e in quello c’ era
un pizzico di verità “Però sono sempre stato interessato ai duelli e questo
lavoro mi dava l’ opportunità di fare ricerche per conto mio e prendere crediti
allo stesso tempo. Malfoy stesso mi aveva detto che i crediti in più sarebbero
stati divisi equamente tra noi due e non ho rifiutato l’ opportunità di
continuare i miei studi nel futuro”
“Oppure vendere i punti a Hermione” Ron intervenne in
quel momento, e Harry capì che il suo amico si era tranquillizzato.
Gli sorrise apertamente.
“Sono perfettamente capace di prendere punti da sola”
disse maliziosa Hermione “Se sei buono con me, Ron, potrei aiutarti a prendere
qualcuno anche tu”
“Allora tu e Malfoy avete pianificato la scena del duello
in anticipo?” chiese Neville.
“Esatto” rispose Harry “Dovevamo fare molte ricerche,
motivo per cui sono sparito alcune volte nelle ultime settimane”
“Però” Dean si accigliò “se era parte di un progetto di
Difesa, allora perché anche Lupin sembrava tanto sorpreso quando Malfoy ha
abbassato la bacchetta davanti a te? Come si dice?”
“Concedere” rispose Harry; pensò velocemente “Lupin era
sorpreso perché non aveva idea del tipo di dimostrazione che Malfoy avrebbe
portato. I punti sarebbero stati considerati anche in base all’ originalità e
alla creatività” scosse le spalle indifferente “Questo è il gran segreto”
“E’ questo?” piagnucolò Seamus, sembrava un bambino che
aveva aperto una scatola di cioccolatini per scoprire che erano tutti al sapore
di broccoli “E io ero qui a pensare che ci fosse qualche decente scandalo alla fine di tutto”
“Bè, scusa se ti deludo” Harry si alzò e diresse ai suoi
amici un sorriso enigmatico, togliendo un altro lamento frustrato a Seamus
“Domani ho un lungo giorno e ho anche l’ allenamento di Quidditch alla sera. Il
racconto è finito. Buona notte bambini.”
Lasciandosi indietro il suono delle proteste di Seamus e
la risata di Dean, Harry salì le scale
del dormitorio dei maschi. Nel profondo di se stesso, si chiese perché
era più facile inventare una ragnatela di menzogne che affrontare l’amare
verità.
Al piano di sotto Seamus incrociò le braccia e mise il
broncio “Sapete? Tutto questo non ha molto senso”
Hermione sorrise pensierosa “La vita raramente ha senso”
**************
Maledetta Granger per ordire un
piano per fargli confessare i suoi sentimenti, ruminò Draco. Attraversò deciso
Maledetto Weasley per essere entrato
nel magazzino senza bussare prima e per avergli quaso provocato la più grande
vergogna della sua vita raccontando tutto su lui e Harry nell’ ufficio di
Silente. Draco arrotolò la sua pergamena sul comodino e si mise a letto
maledicendo con lo sguardo il dormitorio vuoto, per essere così freddo e solo.
E maledisse Harry, che lo faceva
sentire così.
Cercò sotto il letto e tirò
fuori la brillante stoffa argentata del Mantello dell’ Invisibilità di Harry.
Lo girò tra le dita ammirando la setosa sensazione, quasi liquida, del Mantello
– era un dei rari oggetti che nemmeno lui possedeva. Aveva sentito che era
appartenuto al padre di Harry, James: probabilmente nemmeno nelle sue
fantasticherie più selvagge si sarebbe immaginato che il suo prezioso mantello un
giorno si sarebbe trovato nelle mani di un Malfoy.
Non che Draco non sfruttasse il
potere dell’ Invisibilità. Era stato emozionante all’ inizio, un sogno
infantile che si realizzava e lo aveva abbracciato quasi disperatamente: essere
un tutt’uno con l’ oscurità, osservare il mondo senza essere notato.
Poi però, aveva cominciato a
sentire che si stava perdendo nell’ oscurità, che si stava trascinando più in
là dei bordi del Mantello, e minacciava di ingoiarlo. Questo non era ciò che
lui era – qualcuno che passava le notti sdraiato nel campo da Quidditch, ada
osservare il vellutato cielo nero, chiedendosi perché le belle cose potevano
essere guardate solo da lontano.
Pensa. Non sentire. La prima lezione per essere un vero Malfoy. Suo
padre l’ aveva facilitato nell’ apprenderla; la bocca di Draco si curvò in un
sorriso senza umore, quando pensò a quanto suo padre si sarebbe infuriato se
sapesse che tutti i suoi insegnamenti erano spariti nel momento in cui Harry
Potter era entrato nella sua vita. Draco sapeva che non era solo quella notte
nella Foresta Proibita. Era cominciato molto tempo prima.
Sembrava come se il Mantello
dell’ Invisibilità non fosse l’ unico legame che si era smarrito.
Però Draco sapeva che il
Mantello non apparteneva a quel posto, ed era come se il freddo costante dei
sotterranei di Serpeverde avesse rovinato qualcosa della luce lunare della
stoffa.Harry glielo aveva dato, insieme all’ abilità di sentire e adesso Draco
sapeva che doveva restituirlo.
Si alzò faticosamente, si
sistemò il mantello sulle spalle e svanì. Sgusciò fuori dal dormitorio e con
attenzione uscì dai sotterranei. Mancava ancora un’ ora al coprifuoco e i
vestiboli si stavano svuotando velocemente di studenti che tornavano ai propri
dormitori.
Draco cominciò a percorrere i corridoio
quando improvvisamente ricordò che c’ era sempe stato un posto che voleva
visitare da solo –
**************
La biblioteca era chiusa, ovviamente, però non era stata
ancora chiusa a chiave, nemmeno
Era stato solo due volte nella Sezione Proibita, quando aveva
ricevuto il permesso per un libro specifico che era custodito lì, però mai un
permesso in bianco. Entrambe le volte, Madama Pince era rimasta nei paraggi e
sotto il suo occhio vigilante, Draco non aveva avuto altra opzione che prendere
il libro per cui era venuto ed andarsene.
Draco passò leggermente un dito per i libri accuratamente
ordinati in file; le finestre superiori lasciavano entrare frange sparse di
luce lunare, che non era sufficiente per illuminare i titoli finemente incisi
sulle coste dei libri, ma sufficiente abbastanza per notare un certo libro con
la costa in bianco. Il cuore di Draco fece un salto e la sua mano tremò quando
l’ allungò per prenderlo.
Anche la copertina era senza scritte, nero puro, che
rifletteva l’ oscurità. Questa copia era in uno stato decisamente migliore che
la sua – almeno l’ impaginazione era intatta, notò Draco sarcastico. E le
pagine erano complete, il che sarebbe stato utile.
All’ aprire il librò un pezzò di pergamena cadde
ondulando sul pavimento. Lasciando scivolare a terra il Mantello, Draco si
chinò per raccoglierlo, battè le palpebre un paio di volte e lo fissò per molto
tempo.
Era il biglietto che aveva scritto lui – in cui chiedeva
a Harry di incontrarsi al magazzino della Torre d’ Astronomia dopo l’ allenamento
di Quidditch. Le dita di Draco strinsero il pezzo di pergamena; era strano
trovare un pezzo di carta con la sua scrittura, soprattutto in luogo dove non
dovrebbe essere.
Ancora chiedendoselo, Draco si mise in tasca il pezzo di
pergamena – qualsiasi cosa con la sua scrittura che si fosse trovata nella
Sezione Proibita sarebbe stata troppo incriminante. Riportò la sua attenzione
al libro; lo aprì. Le sue dita sfogliarono automaticamente la parte centrale
del libro, cercando la pagina delle Pozioni d’Amore.
E quando trovò la pagina la fissò per ancora più tempo.
**************
“Solo perché tu lo sappia, mi hai deluso molto Harry”
disse Seamus ribelle, quando i ragazzi di Grifondoro si sistemarono nei loro
letti “Aspettavo tanto uno scandalo”
“Seamus! Smettila di tormentare il povero Harry” Dean
rise mentre spegneva le candele, riempiendo il dormitorio d’ oscurità, ad
eccezione della luce lunare che entava di sbieco dalla finestra “te l’ avevo
detto fin dall’ inizio che non c’ era nulla da investigare. Ma mi hai dato
retta? No”
“Ma, ma…!” balbettò indignato Seamus “Persino tu hai
detto che-“
“Che c’ era una spiegazione razionale per tutto questo”
lo interruppo brusco Dean “E comunque sei stato tu il primo a tirare fuori la
questione Malfoy”
Harry che si era appena sistemato sotto le coperte si
fermò a mezzo movimento “Aspetta un attimo” lo interruppe, sperando che la sua
voce sembrasse abbastanza casuale “Quale questione Malfoy?”
“Oh, nulla!” dissero all’ unisono Seamus e Dean.
Harry vide il brillo dei denti bianchi di Seamus nell’
oscurità “Buona notte Harry! Sogni d’ oro!”
Harry li osservò con sospetto; poi sospirò e si diede per
vinto. Non aveva senso strappare con la forza la verità sulla “Questione
Malfoy” , tanto per la loro salute quanto per la sua , dato che probabilmente
si avvicinava alla verità più di quello che avrebbero mai immaginato.
Harry era sdraiato sul fianco destro, la sua posizione
favorita per dormire. Chiuse gli occhi provando ad addormentarsi.
“Ciao Harry” arrivò una voce leggera al suo orecchio.
Gli occhi di Harry si aprirono e rimasero immobili.
“Non stai dormendo, vero?” sentì di nuovo quella voce
familiare.
“Che dia…” Harry si mise a sedere di botto, lanciando uno
sguardo frenetico attorno a sé e cercando a tentoni gli occhiali. Non riusciva
a vedere niente altro che ombre. Allungò la mano ed entrò in contatto con
qualcosa di caldo, tipo carne umana “Argh!!”
“Harry?” sentì la voce sonnolenta di Ron “Stai bene?”
“Sono io Harry, idiota” arrivò la voce senza corpo da
qualche parte alla sua destra. Harry prese velocei suoi occhiali, se li mise e
continuò a non vedere niente. Sobbalzò quando una mano si appoggiò ferma sulla
sua spalla e la voce inequivocabile di Draco sussurrò “Non hai bisogno di
svegliare tutto il dormitorio per darmi una festa di benvenuto”
“Uh, sì” Disse Harrye rispose piano a Ron “E’ solo una
mosca nell’ orecchio” questo produsse un oltraggioso suono soffocato da parte
di Draco. Harry non poté evitare un sorriso “Sto bene – torna a dormire”Ron”
Harry aspettò un momento desiderando che gli altri
Grifondoro si addormentassero in fretta. Dall’ altra parte Draco rimase zitto,
seduto sul letto accanto a lui; ancora nascosto sotto il Mantello
dell’Invisibilità. Harry poteva sentire il calore del suo corpo affianco a lui
e si sentì come in un ricordo felice che prendeva nuova vita.
Harry girò la testa verso Draco “Che fai qui?” sussurrò.
“Volevo restituirti il Mantello” la voce di Draco era
bassa e dolce accanto al suo orecchio; Harry sentì un brivido al rendersi conto
di quanto gli era vicino.
“Non potevi farlo domani?” Harry desiderava restare
tranquillo, non mostrare emozioni – e si era impegnato così tanto di
dimenticarsi di Draco che non avrebbe permesso di distrarlo il fatto che Draco
era entrato di soppiatto nel suo dormitorio, ed era seduto accanto a lui. No.
Per niente.
Ci fu una lunga pausa carica di pensieri; poi, sempre
seduto molto vicino a lui, Draco chiese a voce bassa “Vuoi che me ne vada?”
Harry chiuse gli occhi e la parola gli uscì dalle labbra
“No”
E seppe che Draco aveva capito perfettamente.
Draco non disse nulla e entrambi aspettarono durante
quella che sembrò un’ eternità; il silenzio nella stanza interrotto solo dal
dolce ronfare ritmico degli altri ragazzi. Draco non lo toccava e anche se Harry
sentiva la tentazione di allungare la mano verso di lui, si trattenne.
Non aveva idea di quanto tempo era passato e i minuti che
scorrevano non erano importanti se non per il fatto che Draco era lì con lui.
Fino a che, finalmente, Draco si mise in piedi con boria,
prese la mano di Harry e senza una parola lo attirò a sé. Harry si alzò dal
letto e Draco coprì entrambi con il Mantello dell’ Invisibilità; attraversarono
la stanza in silenzio e uscirono dal dormitorio.
Dal momento in cui furono fuori, sul corridoio, Harry si
volse verso Draco “Cosa-“
“Voglio mostrarti qualcosa” gli occhi di Draco rilucevano
nell’oscurità, brillando con una rara luce di serenità.
Harry l’ osservò, indeciso perché sapeva che non doveva
andare, però lo desiderava intensamente; fece un pesante sospiro “E’ una pazzia
Draco”
“Lo so” il silenzioso riconoscimento di Draco rimase
nello spazio tra loro, pieno d’ accettazione e anticipazione.
Finalmente Harry annuì una volta poté giurare di vedere
curvarsi leggermente gli angoli della bocca di Draco. Però fu appena un abbozzo
di sorriso, come un fulmine delineato dietro alle nuvole dense. Allora il
ragazzo biondo girò e cominciò a scendere le scale, senza voltarsi dietro –
sperando, sapendo che Harry l’
avrebbe seguito. E così fu.
Dopo che uscirono dal buco del ritratto, Draco sistemò il
Mantello dell’ Invisibilità ancora di più sulle loro figure. Attraversarono in
silenzio i lunghi corridoio solitari, finché lasciarono
Il prato scuro del campo si stendeva davanti a loro.
Draco lasciò che la sua mano scivolasse sulla spalla di Harry quando tolse il
Mantello dell’ Invisibilità e si appoggiarono contro la base delle gradinate,
uno accanto all’ altro.
“Sembra che abbiamo passato la maggior parte del nostro
tempo insieme qui” commentò Draco fissando il campo “e odiavo le partite di
Quidditch proprio per questa ragione”
“Perché non sopportavi di vedermi?” chiese Harry, il suo
tono ironico ma senza rancore.
“Questo era quello che volevo credere, sì” rispose Draco
“Però non spiegava perché non potevo smettere di guardare”
Harry lanciò uno sguardo furtivo a Draco; l’ altro
ragazzo sembrava intento a studiare intensamente il paesaggio circostante.
“Sai dicono che i colori sono simboli particolarmente
potenti” continuò senza guardare Harry “Il verde rappresenta esito e
prosperità. Il rosso simboleggia il coraggio” fece una pausa “il nero discordia
e confusione”
“E’ per questo che mi hai dato la rosa nera?” chiese
Harry, l’ amarezza si mischiò alla sua voce.
“Non lo capisci?” finalmente Draco si girò e guardò Harry
dritto negli occhi “A volte credo che sei deliberatamente ottuso, Harry”
“Va bene, allora” disse Harry piano “Perchè non me lo
dici?”
Un silenzio momentaneo fece eco nelle sue orecchie; e per
un momento Harry si chiese se Draco gli avrebbe risposto.
“
Quello che Harry seppe dopo era che le mani di Draco
erano sulle sue spalle, avvicinadolo di più; poi le labbra di Draco si chiusero
sulle sue. Per un istante Harry si sentì troppo confuso per reagire, poi tutto
andò al suo posto e fece la cosa più naturale del mondo. Rispose al bacio.
I battiti del suo cuore gli rimbombavano nelle orecchie;
Harry si dimenticò come pensare, percepì solamente, perse la coscienza di tutto
apparte il calore della bocca di Draco sulla sue e il modo in cui le dita di
Draco gli inclinavano leggermente il viso per approfondire il bacio. E fu
febbrile, disperato e tutto quello che Harry desiderava ricordare di nuovo come
si sentiva.
Quando si separarono entrambi respiravano con difficoltà;
Harry sentì il calore bruciargli le guance quando alzò gli occhi per incontrare
quelli di Draco. Ciò che vide lo sorprese immensamente – gli occhi di Draco
brillavano come cristalli scuri sotto la luce della luna, ed erano pieni di un’
angoscia quasi palpabile.
“Cosa?” sussurrò Harry; non poté chiedere ‘Cosa c’ è che non va?’, perchénel
profondo sapeva che tutto non andava; lui, lì da solo con Draco, nel mezzo
della notte, baciandolo; era destinato a finire così, non doveva essere così
meraviglioso. Però era successo ed era stato meraviglioso.
Quindi si conformizzò con un “Cosa succede?”
“Niente” disse Draco senza fiato; per qualche ragione
Harry non sentì più rincuorato. “E’ solo che normalmente ho bisogno di un po’
di tempo per accettare che le cose sono venute male”
E il cuore di Harry sprofondò, però si obbligò a chiedere “Di che parli?”
“Non ho mai smesso di sentirmi attratto da te, Harry”
disse piano Draco “Però – quando
“Dopo tutto questo tempo?” Harry scosse leggermente la
testa “E per questo che si venuto da me stanotte, dal nulla?”
“Anche tu hai visto il libro” disse Draco, la sua voce
era bassa e intensa “nella Sezione Proibita. Sono stato lì questa notte e so
che anche tu ci sei stato. Hai visto i versi completi sulla Pozione D’Amore”
fece una pausa e guardò dritto ad Harry “Sai perché l’ incantesimo della
Pozione D’Amore si è rotto”
Solo
quando l’ amore indotto è corrisposto.
Harry si morse il labbro inferiore. Di riflesso chiuse i
pugni. Quindi ora Draco sapeva la verità.
E’
scherno della Pozione rifiutarlo.
La voce di Harry tremò leggermente quando parlò “E’ per
questo che mi hai portato qui?”
“Avevo bisogno di dimostrare a me stesso” disse Draco la
voce bassa e roca “che era reale”
“E lo è?” la domanda uscì dalla bocca di Harry;
necessitava di avere una risposta, una volta per tutte.
Draco lo osservò per un lungo momento, la luce della luna
fece diventare le punte delle sue ciglia argentate. Si avvicinò un passò di più
ad Harry con un sorriso mellifluo sulle labbra “Perché non me lo dimostri di
nuovo?”
Non ci furono tentennamenti questa volta, in un solo
movimento Harry attirò le labbra di Draco alle sue ancora una volta. La bocca
di Draco era come un ricordo famigliare, come un posto speciale che avrebbe
sempre ricordato per il resto della vita. Le sue braccia circondarono Draco,
mantenendolo vicino a lui mentre si baciavano profondamente, lasciando andare
tutto quello che li aveva separati e uniti, finché alla fine non furono
semplicemente solo loro due, dividendo questo momento intimo solo perché
volevano.
Harry era vagamente cosciente che Draco lo stava facendo
retrocedere, finché le spalle non toccarono uno dei pali che costituivano la
meta. Non era molto comodo, però in questo momento ad Harry non importava la
comodità. Scivolò a terra portando Draco con sé, senza rompere il bacio.
Il prato era freddo, le dita di Harry si curvarono sui
soffici fili d’ erba. Sentì le mani di Draco sul suo viso per continuare a
baciarlo, anche se lui non aveva intenzione di staccarsi. Mai.
Chiuse gli occhi perdendosi nel momento, non volendo
sentire niente altro che la perfezione di avere Draco così vicino, baciandolo come
se non ci fosse un domani…
…non si rese nemmeno conto quando la mano di Draco
scivolò sulla sua guancia, non finché non si staccò da lui. Harry aprì gli
occhi; confuso, mentre Draco si liberava dall’ abbraccio e allora si rese conto
che Draco aveva la bacchetta in mano.
Però, prima che Harry potesse pensare qualcosa di
coerente, Draco puntò la bacchetta verso di lui e disse “Manicas Inice”
Una fiammata d’ argento scuro, come una traccia di luce
lunare, seguita da uno strattone del suo polso destro.
Harry batté le palpebre incapace di credere a ciò che
vedeva.
“Draco che dia-“ si interruppe, osservò distintamente e
con incredulità la manetta che l’ univa al palo della meta di Quidditch, poi
osservò di nuovo Draco.
“Il famoso Harry Potter” Draco ispezionò la sua opera con
orgoglio “Proprietà di Draco Malfoy”
“Non puoi parlare sul serio!” Harry allungò l’ altra mano
per toccare la manetta. Quando passò le dita sul freddo metallo poté vedere il
nome di Draco brillare alla luce della luna.
“Un incantesimo ingegnoso, no Harry?” Draco sembrava
contento di se stesso “Imparo sempre il meglio”
“Draco!” Harry era leggermente allarmato “Non mi lascerai
così!”
“No” rispose Draco inclinandosi su Harry, i loro nasi si
toccarono e le labbra di Draco sfiorarono quelle di Harry “Ho intenzione di rimanere qui con te”
E quando la bocca di Draco scese ancora una volta sulla
sua , Harry dimenticò ciò che si era giurato; che questo era un errore che non
doveva mai più capitare. Dimenticò che probabilmente sarebbe stato meglio se se
ne fosse andato – se solo avesse potuto e non solo a parole. Gradualmente si
dimenticò che era ammanettato ad un palo, e anche non ricordò neanche il veloce
incantesimo sussurrato che permise alla catenella delle manette di rompersi a
metà, una manetta ancora intorno al suo polso.
Veramente non ricordava molto, a parte Draco.
Il tempo passò e nessuno li notò. La notte si fece più
profonda e la luna si nascose dietro ad uno squarcio di nubi e permise alle
stelle di brillare più intense contro il vellutato cielo nero.
Quando finalmente rimasero sdraiati , uno accanto all’
altro, sul prato, il fuoco vorace dei baci aveva ceduto il posto al semplice
calore della compagnia. La mano di Harry si trascinò sul prato per prendere e
tenere quella di Draco. Questa rimase tranquilla un momento prima di
intrecciare le dita.
“Allora era questo che volevi mostrarmi?” Harry parlò con
voce bassa osservando il vasto cielo notturno.
“Sì” Draco girò leggermente per guardare Harry, i suoi
occhi brillavano nell’ oscurità con una luce argentata “Che te pare?”
Harry si girò verso Draco e sorrise “Mi piace”
**************
Lui e Draco presero strade diverse quando sul campo da
Quidditch quando i primi raggi dell’ alba cominciarono a brillare sul bordo
dell’ orizzonte. Non ci fu nessun abbraccio, nessun addio.
Harry ritornò alla Torre di Grifondoro e riuscì a salire
fino al suo dormitorio prima che gli altri ragazzi si svegliassero.
Probabilmente nessuno poteva dire che non aveva dormito assolutamente niente
quella notte; si sentiva più fresco di quello che poteva ricordare di essere
stato da molto tempo.
Come d’ abitudine, scese per la colazione in Sala Grande
con Ron e Hermione. Si sedette al suo posto, e immediatamente i suoi occhi
percorsero il tavolo dei Serpeverde; il suo cuore fece un salto quando vide
Draco lì; sostenne lo sguardo e anche se Draco non lo salutò in nessun modo,nei
suoi occhi Harry seppe che tutto quello che ricordava della notte era vero.
A metà della colazione arrivò la posta; un falco volò
basso e lasciò cadere un biglietto arrotolato davanti a lui.
Harry lo prese, e gli si bloccò il respiro in gola quando
vide cosa c’ era dentro. Un anello, pieno di ametiste e smeraldi.
L’ anello di Draco.
Harry alzò lo sguardo verso Draco. Il Serpeverde lo stava
guardando chiaramente, i suoi occhi argentati ad ogni singolo movimento di
Harry.
Harry si mise l’ anello al quarto dito, ricordando il
modo in cui Draco l’ aveva fatto, tante notti fa. Poi abbassò lo sguardo e
spiegò il bigliettino. Fu salutato da una vista famigliare – era esattamente lo
stesso biglietto che Draco gli aveva dato tempo prima.
INCONTRAMI
AL MAGAZZINO CHE E’ IN DISUSO AL QUINTO PIANO DELLA TORRE D’ ASTRONOMIA, DOPO
L’ ALLENAMENO DI QUIDDITCH DI QUESTA SERA.
E quando Harry
lesse una volta ancora il messaggio, pensò a tutto quello che era
successo – come si erano incontrati nell’ oscurità e rimasti nell’ improbabile
percorso che li aveva riuniti alla fine.
Harry non era sicuro di capire, ma non gli importava.
Forse alcune cose non erano destinate
a succedere. Semplicemente succedevano.
Harry mise il biglietto in tasca. Poi alzò lo sguardo
verso Draco e annuì una volta; in risposta un lieve sorriso curvò gli angoli
della bocca di Draco. Harry rispose al sorriso. Aveva piani per quella notte.
Si chiese se sembrava strano, seduto lì con un largo
sorriso sul viso, quando tutti gli altri stavano facendo colazione o stavano
leggendo la loro posta. Però non gli importava. Harry sorrise apertamente e
allegramente.
Perché non avrebbe dovuto sorridere?
Dopo tutto aveva tutte le buone ragioni per farlo.
FINE.
Ragazzi con questo ho capito ho ufficialmente finto
questa storia, traduzione, calvario, poema… ho finito insomma!
Ringrazio di cuore tutti voi che mi avete sostenuto con i
commenti e anche chi, per pigrizia o poco tempo, non ha mai commentato.
Grazie a: grinast,Eowie. Lyrachan,Goten,Giuli, sagome
chan, carmen, kiki90, che avete commentato fino all’ ultimo capitolo!!
Un bacione a tutti!!
Hepona