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Autore: Alison Sincler    20/07/2012    3 recensioni
Harry va nella Foresta Proibita per permettere a Voldemort di ucciderlo, ma viene invece fatto prigioniero. Credendolo morto, Ginny, Ron e Hermione lottano per trovare un modo per andare avanti, ormai soli, ma per quanto tempo? In canon fino al capitolo 34 de "I Doni Della Morte".
Traduzione della Fanfic di NES85.
Genere: Angst, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Lime, Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
Capitoli:
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Disclaimer: i personaggi di questa storia non mi appartengono, ma sono stati creati da J.K Rowling, e la storia è frutto della genialità di NES865.

Capitolo secondo: Tre passi

Un leggero pop accompagnò l’arrivo di Hermione alla Tana.

La sgangherata casa non era cambiata neanche un po’ durante l’anno che era trascorso dalla sua ultima visita. Era una pittoresca giornata di Luglio, con uno splendido cielo azzurro ed una calda brezza estiva, ma Hermione sentiva un freddo gelo dentro. Tornare qui le riportava alla mentre un impeto di ricordi terribili, ed ebbe un improvviso e irrazionale bisogno di Smaterializzarsi via.

Tirò un leggero sospiro di sollievo, tuttavia, notando che al momento non c’era nessun altro in vista. Hermione aveva aspettato fino ad appena prima l’ora prevista per l’incontro per arrivare, nella speranza di poter rimandare quella che era sicura sarebbe stata una difficile riunione.

Il suo aspetto decisamente babbano, rispecchiava il tempo che aveva trascorso fuori dal mondo dei maghi: indossava dei jeans scoloriti e una maglia viola. Si era impegnata davvero tanto per riuscire a legare i suoi lunghi e cespugliosi capelli castani il più ordinatamente possibile, per apparire al meglio per….be, aveva pensato che male non potesse fare.

Hermione fece qualche incerto passo verso la casa, trascinando dietro di se un piccolo trolley, sentendo il ronzio dei diversi incantesimi di protezione via via che li attraversava.Una parte di lei era un po’ sorpresa che le fosse ancora permesso di passare dopo essere stata via per così tanto tempo. Sapeva che un gran numero di nuovi potenti incantesimi, incluso l’Incanto Fidelius, erano stati usati per potenziare le difese della Tana, in modo che questa potesse diventare una delle tante case sicure dell’ Ordine della Fenice e di altri piccoli gruppi di combattenti. Sentì un moto di senso di colpa all’idea che la casa della famiglia che aveva abbandonato, la accogliesse ancora così facilmente.

Passò un minuto prima che Hermione si rendesseì che stava fissando la casa con occhi persi. Un orribile grido di dolore balenò nella sua testa, seguito dall’immagine di un raccapricciante corpo mutilato. Si sedette in un grande tronco d’albero, cercando di riprendere fiato, in preda al panico. Poteva farcela..doveva farcela.

Proprio in quel momento, sentì il cigolio e lo sbattere della porta che si apriva e si chiudeva. Alzando gli occhi, vide il Signor Weasley camminare verso di lei. Hermione chiuse gli occhi e cercò di far tornare il suo respiro al ritmo regolare, mentre l’uomo di avvicinava.

“Hermione, è molto bello rivederti,” disse lui con un caloroso sorriso. Hermione si alzò per salutarlo, e lui la accolse con un rapido abbraccio.

“Anche per me Signor Weasley”

“Chiamami Arthur per favore,” rispose lui. “Sei arrivata giusto in tempo; Bill sta per iniziare. Sono tutti nel salotto. Permettimi di accompagnarti dentro,” disse, afferrando la maniglia della sua valigia. Questa rotolò di qualche centimetro appena lui la mosse per sollevarla, e i suoi occhi sfrecciarono subito verso le rotelle alla base di questa. “Fantastico,” mormorò tra sé per lo stupore.

Ma poi i suoi occhi tornarono su Hermione che era rimasta indietro, con lo sguardo fisso a terra mentre giocherellava con le mani. Il sorriso del Signor Weasley di trasformò in uno sguardo di compassione.

“Va tutto bene?..Io..beh, posso immaginare che venire qua non sia stato facile per te.”

Con gli occhi ancora puntati sul prato, Hermione gli fece un sorriso gentile e si portò una ciocca ribelle di capelli dietro l’orecchio. “Va tutto bene. Io..Io sto bene” Rispose lei. Una lacrima le sfuggì, e finse un sorriso mentre girava la testa per asciugarla.

“Hermione ascolta,” iniziò il Signor Weasley, poggiando delicatamente una mano sulla sua spalla e curvandosi per poterla guardare negli occhi. “ C’è voluto un sacco di coraggio da parte tua per tornare qui, e non dubito neanche per un secondo, che ce la farai .Sei una strega molto forte; lo sei sempre stata. E io sarò proprio accanto a te, okay?"

Hermione finalmente incontrò il suo sguardo preoccupato e annuì leggermente. “Grazie, Signor Weasley.”

“Arthur,” Ripetè lui, sorridendo ancora. Camminò accanto a lei attraverso tutto il cortile, con una mano di conforto sulla spalla della ragazza, trascinando la valigia dietro di lui.Hermione si fermò poco prima della casa e guardò in basso, ai passi che l’avevano portata fino alla porta d’ingresso.

“Solo tre passi,” pensò. Chiudendo gli occhi, Hermione prese un lungo e profondo respiro, espirò, ed entrò dentro la casa

*****

Il salotto era così pieno di persone che Hermione dovette stare in fondo alla folla, appena dentro a soglia. Non conosceva nessuna delle persone che le stavano davanti, e riusciva a malapena a vedere i capelli rossi e il volto sfregiato di Bill Weasley in lontananza, che sembrava stare in piedi su qualcosa , per potersi far sentire da tutti. Dopo un rapido cenno di suo padre, Bill parlò con voce alta e autoritaria.

“Bene dunque, ora che ci siamo tutti, possiamo iniziare.” Il mormorio sommesso della folla cessò immediatamente e tutte le teste si voltarono verso Bill.

“Come tutti sapete, domani è il gran giorno. Dopo tante pianificazioni e tanto duro lavoro da parte di tutti in questa stanza, siamo finalmente pronti- torniamo ad Hogwarts.” Applausi da parte della folla fecero sentire il supporto e l’entusiasmo per l’operazione.

“Anche se pochi di voi entreranno nella scuola con me, ognuno di voi avrà un ruolo da svolgere una volta messo in atto il piano. Quelli di voi che dovranno tenersi in ascolto dalle parti della Gazzetta del Profeta e al Ministero, dovranno dirci immediatamente se sapranno che qualche parte della nostra operazione dovesse essere compromessa. I Mangiamorte potrebbero vendicarsi subito, quindi i responsabili di ogni casa sicura, dovranno aver effettuato ogni protezione possibile al luogo, e dovranno tenere le persone pronte a prendere la Passaporta per raggiungere il punto di incontro stabilito, se fosse necessario.” Bill fece una pausa guardandosi intorno, e quando fu certo che nessuno avesse niente da aggiungere o chiedere, continuò.

“Fra qualche minuto parlerò con alcuni di voi individualmente, per discutere nel dettaglio la vostra parte nel piano, ma prima vorrei ripercorrere il quadro generale ancora una volta. Il nostro obbiettivo primario è recuperare il Cappello Parlante, che, presumibilmente, si trova ancora nell’ufficio del preside. Come abbiamo scoperto,” Bill fece un rapido cenno a qualcuno che Hermione non riusciva a vedere, “Il serpent e di Voldemort, Nagini, è un Horcrux, e deve essere distrutto prima che noi possiamo uccidere il mostro bastardo.” Hermione sapeva che gli incantesimi di protezione della Tana annullavano il tabù che era stato imposto sul nome del Signore Oscuro, ma le faceva ancora un certo effetto sentire che lo usassero; lei non ne era stata in grado per molto tempo. “L’unica arma che sappiamo essere in grado di compiere l’atto della distruzione dell’Horcrux e la Spada di Grifondoro, che è stata vista l’ultima volta in possesso del goblin Unci-Unci.E visto che il viscido stronzetto sembra essere scomparso dalla faccia della terra, il cappello Parlante è la nostra unica speranza per recuperare la spada.”

“Come abbiamo convenuto,” continuò Bill, “Harry Potter una volta ha estratto la spada dal cappello. Crediamo, quindi, che il cappello sia in grado di richiamare la spada, indipendentemente dal luogo in cui si trova.” Hermione sperava disperatamente che questo fosse vero, dal momento che era stata proprio lei ad elaborare questa teoria. “Quindi, la cosa più importante” andò avanti Bill “è prendere la spada e uscire di lì.”

“Obbiettivo numero due.” disse Bill, mostrando due dita. “Mentre siamo nel vecchio ufficio di Dumbledore a prendere il cappello, dobbiamo anche prendere il suo ritratto. Non sappiamo cosa potrebbe dirci, ma diciamocelo- abbiamo bisogno di qualsiasi consiglio o indicazione possiamo ottenere, al momento. Se siamo veramente molto fortunati, il ritratto potrebbe darci qualche nuova informazione su Voldemort, che possa aiutarci a distruggerlo. Dumbledore è morto improvvisamente, e potrebbe non aver detto tutto quello che sapeva.”

“E infine,” continuò Bill, “cercheremo di riportare a casa la nostra amica Minerva McGranitt. Riaverla con noi potrebbe essere un enorme vantaggio per la nostra causa; non soltanto è una strega molto potente, ma potrebbe essere anche in grado di dirci tutto riguardo ciò che i Mangiamorte stanno facendo ad Hogwarts. Possiamo solo sperare che stia bene; tutto quello che sappiamo è che quando è stata catturata, i Mangiamorte l’hanno riportata alla scuola. George,” chiamò Bill, guardando di nuovo dalla parte che Hermione non riusciva a vedere, “questo è compito tuo. Una volta che siamo sul posto, tu cercherai di trovarla nella Mappa del Malandrino. Se non riesci ad individuarla, o è troppo difficile da raggiungere, dovremmo andarcene senza di lei. Ricorda, posso tenere gli incantesimi di protezione abbassati solo per quindici minuti- dopo di che, non potrai più Smaterializzarti via. E scappare a piedi non è un’opzione, dal momento che i Mangiamorte hanno aggiunto nuovi incantesimi per tenere gli studenti bloccati entro i confini. La cosa più importante, è che torniate tutti qui sani e salvi. Ora, qualche domanda prima che concludiamo?”

“Si- dicci di nuovo perché non li portiamo tutti fuori di lì: la McGranitt, gli studenti..tutti!”

Il cuore di Hermione si bloccò quando sentì la voce dell’interlocutore che non poteva vedere.

“Ron, ne abbiamo già discusso,” rispose Bill, con un tono un po’ esasperato.”Per quanto possiamo odiare la cosa, gli studenti sono più al sicuro dentro Hogwarts, per ora. Fuori, potrebbero dover essere in fuga dai ghermidori o peggio.”

“Sono prigionieri Bill!” contestò Ron, alzando la voce. “Li tengono rinchiusi lì da un anno a questa parte, insegnando loro ad odiare i babbani, insegnango loro le arti oscure, e come essere un perfetto piccolo-Mangiamorte!”

“Cosa vorresti che facessimo Ron?” domandò Bill. “Anche se trovassimo un modo per tenere i ragazzi al sicuro, non abbiamo la forza per attuare un’operazione così grande, e non possiamo tirarli fuori nel tempo che abbiamo.” Passò un momento senza che Ron controbattesse ancora. “Li tireremo fuori” gli assicurò Bill, “quando sarà il momento. Te lo prometto.”

Bill riportò la sua attenzione alla sala. “Ok allora, solo un’ultima cosa prima di concludere e iniziare con i colloqui individuali. Cho Chang non è più in grado di adempiere al suo ruolo di sentinella nella nostra missione, poiché è ancora ricoverata dall’ultimo scontro con i Mangiamorte. Pertanto, Hermione Granger ha accettato di sostituirla. Hermione ci sei?”

Hermione si bloccò per un momento, ma sentendo la mano di supporto del signor Weasley stringerle la spalla, alzò un braccio al di sopra della massa di gente che le stava davanti.

“Ah, eccoti,” disse Bill. “Perché non vieni avanti, così posso vederti? Fatela passare.”

Hermione era intorpidita. Camminava, come in una trance, attraverso la folla, che si spostava appena lei si avvicinava. Teneva i suoi occhi fissati solamente su Bill, e combattè duramente contro se stessa per resistere alla tentazione di guardare dalla parte da cui era venuta la voce di Ron. Sentiva gli occhi di tutti- i suoi occhi- su di lei, e improvvisamente la stanza le sembrò diventare caldissima. Una volta raggiunto Bill- che ora poteva vedere essere in piedi su una grande scatola di legno- lui continuò a parlare.

“Hermione si Smaterializzerà sulla cima della Torre di Astronomia, che le darà un perfetto punto di osservazione per tenere d’occhio il cortile per noi. Se dovesse vedere qualche attività di Mangiamorte, userà un Patronus per farcelo sapere immediatamente.” Bill si voltò per parlare direttamente ad Hermione. “Dovresti essere fuori pericolo lassù, lontano da dove si svolgerà l’azione. Ma tieniti all’erta e sii pronta a quando si scatenerà l’infero.” Hermione annuì.

“Ok dunque,”disse Bill, parlando ancora una volta a tutti i presenti.”Concludiamo e sistemiamo i dettagli. Charlie, Ron , papà e Kingsley, vorrei parlare con voi per primi.”

La folla iniziò a chiaccherare e a sparpagliarsi fuori del salotto, nel resto del piano terra. Hermione rimase inchiodata al suo posto, insicura su quale direzione prendere, quando fu travolta da un abbraccio spezza-ossa.

“Hermione cara, è bellissimo rivederti!” esordì la Signora Weasley. “E’ passato così tanto tempo!” La madre degli Weasley lasciò Hermione e tenendolo ad un braccio di distanza, la scrutò- Hermione era sicura che la Signora Weasley stesse controllando che la ragazza fosse ben nutrita,o forse, cercava di capire solo se fosse ancora sana.

“Salve Signora Weasley,” rispose Hermione, sorridendo nonostante il suo nervosismo. “Mi..Mi dispiace che sia passato così tanto tempo dalla mia ultima visita.”

“Molly, Bill non avrà bisogno di Hermione ancora per un po’,” le interruppe il Signor Weasley, che si era appena avvicinato a loro. “Perché non l’aiuti a ristabitarsi?” Fece un cenno di intese alla moglie, che fece sentire Hermione terribilmente in colpa; non pensava di meritarsi di essere accolta così entusiasticamente e di essere trattata con tanta premura.

“Certamente”, replicò la Signora Weasley, che a quel punto disse ad Hermione, “ Metterò subito questo nella tua stanza,” mentre spediva la valigia di Hermione a svoltare l’angolo volando con un colpo di bacchetta.” Vieni cara; inizieremo col darti un boccone da mangiare. Hai fatto una lunga strada e sembri un po’ sciupata.”

“Grazie,” disse Hermione. Non aveva affatto fame, ma la cucina sembrava un buon posto per scappare; si sentiva sopraffatta dall’essere circondata da così tante persone.

Con un cenno del capo e un sorriso, il Signor Weasley si congedò per raggiungere Bill. Gli occhi di Hermione lo seguirono fino a che non raggiunse gli altri che Bill aveva chiamato: Kingsley, Charlie, e…

E lui era lì. Hermione trattenne il fiato quando i suoi occhi si incontrarono con quelli di Ron, dall’altra parte della stanza. Il suo viso non tradiva emozioni, ma fissava Hermione con uno sguardo intenso, fino a che Bill non lo richiamò alla discussione.

“Vieni cara,” disse la Signora Weasley, riportando Hermione alla realtà.Guidando Hermione con una mano poggiata sulla sua schiena, la Signora Weasley iniziò a parlare a sottovoce, in modo che solo Hermione potesse sentire “Come stanno i tuoi genitori?” mentre l’immagine di un ragazzo alto dagli occhi azzurri e i capelli rossi continuava a divampare nella sua mente.

Una volta in cucina, Hermione notò che un grande pasto era già in corso di preparazione: i contenuti delle varie pentole bollivano sui fornelli, coltelli stregati tagliavano via via le verdure, e un delizioso odorino riempiva l’aria.

“Siediti cara,” la invitò la Signora Weasley, tirando fuori una sedia da sotto il tavolo senza il minimo sforzo. “Controllo solo lo stufato, per vedere come sta venendo.”

“Grazie,” disse Hermione sedendosi. Appena la Signora Weasley si immerse nella sua cucina, sbirciando sotto i coperchi delle pentole e guardando il forno, Hermione si guardò intorno e si rese conto che quella era la stanza che più associava alle sue visite alla Tana. Il suo sguardo cadde sul viale di accesso più vicino alle scale, e per un attimo si vide, lì su una sedia, seduta in uno stato di shock e in silenzio, il volto pallidissimo. Scacciò l’immagiane dalla sua testa, e come faceva spesso, si mosse rapidamente per trovare una distrazione.

“Posso aiutarla, Signora Weasley?”

“Grazie cara, ma è tutto sotto controllo, e ho già chiesto a Ginny di venire ad apparecchiare- oh, eccola qui.”

Hermione si voltò a guardare la porta che stava guardando fino a qualche momento fa, e si ritrovò a guardare negli occhi marroni dell’unica figlia della Signora Weasley. I capelli rosso fuoco le ricadevano sulla schiena e indossava dei jeans consumati e un’aderente t-shirt verde oliva con delle rune nere chiazzate per tutta la maglia, che Hermione tradusse con “Le sorelle Stravagarie”. Ginny sembrava essere un po’ più magra e pallida di quello che Hermione ricordasse.

Improvvisamente Hermione vide Ginny lottare per liberarsi dalle braccia della madre mentre lei, insieme al resto dei Wesley e gli ultimi rimasti da essere evacuati ad Hogwarts,attraversavano il buco del ritratto all’interno della Stanza delle Necessità…

*****

“NO!” gridava Ginny. “NON SENZA HARRY! LASCIAMI ANDARE” il signor Weasley raggiunse la moglie e insieme, alzarono di peso la figlia -scalciante e urlante- e la portarono verso l’uscita.

“Non c’è tempo Ginny!” urlò il Signor Weasley. “I Mangiamorte saranno qui tra pochi secondi!”

“Li possiamo trattenere papà!” replicò Ron che, nonostante il suo viso pallido e il suo ovvio terrore- sembrava anche lui pronto a ribellarsi. Aveva smesso di seguire tutti mentre entravano nella stanza ed era diviso tra il vedere la sua famiglia portata in salvo e continuare la ricerca del suo migliore amico. “Se riusciamo a tenerli a bada solo per qualche minuto, potremmo dare ad Harry l’opportunità di-”

“Odio la cosa quanto te, Ron,” disse Bill, che stava guidando gli altri attraverso il buco del ritratto, e nel tunnel che ne seguiva. “Ma abbiamo già cercato Harry, e non abbiamo idea di dove sia.” Bill guardò attraverso la stanza suo fratello minore e diede voce a quello che tutti sapevano essere vero. “Se restiamo, siamo morti.”

Ron fece una pausa, e poi annuì lentamente. Bill si voltò e entrò nel tunnel, lasciando solo Ron, Ginny, i loro genitori ed Hermione nella stanza. Con un urlo, finalmente Ginny riuscì a liberarsi dalla presa della madre e a correre verso la porta che conduceva ad Hogwarts.

“RON FERMALA!” urlò il Signor Weasley. Ron, che era l’ultima persona che Ginny doveva superare per scappare; la afferrò per entrambe le braccia e la tenne forte, mentre lei gridava in protesta. Proprio in quel momento, il frastuono di uno scoppio venne dal muro che nascondeva l’entrata magica. Il muro tremò e si crepò sotto l’attacco di forze che non vedevano.

L’attenzione di Ron tornò su Ginny, che lo guardò dritto negli occhi e gli parlò supplichevole.”Se ce ne andiamo adesso,” disse lei, gli occhi spalancati e terrorizzati,” potremmo non rivederlo più.”

BOOM!La stanza venne scossa di nuovo, mentre polvere e detriti piovevano su di loro.

“RON! GINNY”- ORA!”

L’urlo del Signor Weasley riportò Ron all’attenzione. Esitante, guardò Hermione, che stava in piedi in mezzo alla stanza, indecisa tra il fuggire e l’uomo di cui le importava così profondamente. Il suo cuore era in lotta con il suo cervello- mentre andava contro ogni suo istinto di salvare Harry, sapevano che non avevano altra scelta che fuggire. “Ron,” disse, con voce rotta, “dobbiamo andare.”

BOOM!

“Là-mi sembra di averne visti alcuni,” li raggiunse un’impaziente voce assetata di sangue.

Un pezzo del muro cadde, e Hermione ormai poteva vedere diversi volti mascherati armeggiare per guardare attraverso il buco.

“ACCIDENTI”! imprecò Ron, che sollevò la sorella e corse verso il ritratto del buco. Hermione seguì il Signore e la Signora Weasley dentro il tunnel dove loro erano appena entrati, facendo loro un cenno verso Ron e Ginny.

“NOOOOO!” gridò Ginny mentre Ron la portava il più velocemente possibile attraverso la stanza, appena vide incantesimi rossi e verdi schizzare verso di loro. Quando finalmente Ron raggiunse i suoi genitori, questi presero Ginny prima che lui balzasse dentro il tunnel, chiudendosi il ritratto dietro.

*****

“Oh..ciao Hermione.” Ginny parlò con disinvoltura, come se fossero passati giorni, non mesi, dall’ultima volta che si erano viste. Fece un rapido sorriso, poi si spostò dentro la cucina, e si concentrò su una pila di piatto e posate.

“Ginny, c-ciao,” balbettò Hermione, mentre i suoi nervi prendevano il sopravvento su di lei.Si trovava completamente senza cose da dire. Appena Ginny tornò a prestare la sua completa attenzione ad apparecchiare, la mente di Hermione vagliò disperatamente diversi saluti banali, che bocciò rapidamente prima di parlare. Qualcosa tipo “Come va?”, sembrava terribilmente inadeguato e deplorevole, considerato che non si era informata su andassero le cose a Ginny da circa un anno.

Così, quando il silenzio iniziò a diventare piuttosto imbarazzante, la Signora Weasley prese la parola. “Ecco a te cara,” disse, mettendo un bicchiere di limonata di fronte ad Hermione. “Ti improvviserò uno spuntino veloce appena il pane sarà cotto.”

“Grazie,” disse Hermione, e bevve immediatamente un lungo sorso, contenta finalmente di avere qualcosa da fare.

“Eccone uno anche a te, Ginny,” disse la Signora Weasley, mettendo un secondo bicchiere sul tavolo, di fronte ad Hermione. “Quando hai finito di apparecchiare, puoi prenderti una pausa. Posso fare da sola il resto.” disse, sorridendo a sua figlia e sbirciando Hermione prima di guardare l’interno del forno.

Dopo aver messo l’ultimo piatto sul tavolo, Ginny si sedette, spostò alcuni capelli dal viso, e bevve un sorso.

“Non avevo notato che fossi arrivata,” disse Ginny chiaramente,guardando il tavolo mentre ci posava nuovamente il bicchiere.

“Oh, beh, sono arrivata tardi,” replicò Hermione. “sono arrivata appena in tempo.”

Ginny guardò Hermione e annuì prima di bere un’altra lunga sorsata, e Hermione la imitò. Hermione era confusa- aveva avuto paura che Ron e Ginny l’avrebbero odiata, che le avrebbero urlato contro e l’avrebbero sbattuta fuori da casa loro a calci. E a volte invece, si era permessa di sognare un felice ricongiungimento, di essere accolta a braccia aperte e perdonata.Ma non aveva mai previsto questo: cortese indifferenza. Di essere trattata come un qualsiasi conoscente, senza nessun riconoscimento di aver significato niente più di chiunque altro.

Come i secondi passavano, Hermione si sentiva sempre più presa dal panico e sentì il bisogno di riempire il silenzio con qualcosa, qualunque cosa…

“Come sta Ron?”

Hermione si pentì appena le parole uscirono dalla sua bocca. Che cosa stava pensando? Con tutte le cose di cui parlare..

Ginny si fermò a metà sorso e fissò brevemente Hermione prima di deglutire e riposare il bicchiere ormai vuoto sul tavolo.

“Occupato,” rispose Ginny, sembrando per la prima volta un po’ meno cordiale. Si alzò, dopo aver spostato la sedia dal tavolo.”Mamma, credo che dovrei andare a vedere se qualcosa ha bisogno di qualcosa.”

“Oh, um, grazie cara,” disse la Signora Weasley, che si fermò un attimo mentre tirava un vassoio fuori dal forno, gettando uno sguardo preoccupato tra sua figlia ed Hermione.

“E’ stato bello rivederti Hermione.” disse Ginny lasciando la stanza, con voce di nuovo cordiale.

Hermione sentì un peso crollarle sullo stomaco. Questo era molto peggio di grida e urla;almeno il loro dolore avrebbe mostrato che a loro importava di lei. Ginny l’aveva fatta sentire una nullità. Hermione si sentì improvvisamente più sola che mai, e dai suoi occhi iniziarono a sgorgare lacrime.

“Io..io torno subito”disse, senza dare alla Signora Weasley l’occasione di rispondere prima che lei uscisse dalla porta sul retro il più velocemente possibile. Camminò rapidamente attraverso il cortile e non si fermò fino a quando non svoltò l’angolo e si lasciò cadere contro un muro invisibile della casa. Tirando a sé le ginocchia,si mise il viso tra le mani e iniziò a piangere.

Altre immagini sgradite si fecero strada dentro di lei, e si nascose il viso tra le ginocchia, ed intrecciò le dita dietro la testa per proteggersi da un’orribile scena-il ricordo che aveva più duramente cercato di sopprimere da quando era arrivata alla Tana- iniziò ad insidiarle la mente..

*****

Con un crack, Hermione apparve vicino al Signor Weasley, appena oltre gli incantesimi protettivi della Tana.Sotto un cielo sempre più scuro, Hermione era rigida, stringeva forte il braccio dell’uomo con entrambe le mani. Era incapace di muoversi, incapace perfino di pensare. Sentiva come se la sua mente si fosse congelata. Quando il Signor Weasley tolse gentilmente le mani di lei, Hermione realizzò che stava tremando.

Gli Weasley erano tornati alla Tana appena quella mattina. Avevano passato i due giorni seguenti alla battaglia di Hogwarts, a Villa Conchiglia mentre Bill e gli altri menbri dell’Ordine ri-fortificavano la Tana con incantesimi protettivi. Tornare alla Tana era diventata una priorità dal momento che- dopo innumerevoli studenti, abitanti di Hogsmade e l’intero Ordine della Fenice che aveva combattuto i Mangiamorte- c’erano troppe persone in fuga che avevano bisogno di sistemarsi in una delle preziose case sicure che erano rimaste.

Tornare a casa fu importante anche perché lì era dove avevano deciso di seppellire Fred. Spostarsi in qualche altro cimitero sarebbe stato troppo pericoloso, e inoltre, il Signore e la Signora Weasley volevano tenere loro figlio vicino. Quel pomeriggio, erano tutti riuniti dietro la casa, dove- al di là del lago e accanto al frutteto- seppellirono Fred, in un pittoresco luogo di fianco ad una fila di alberi alti. Hermione non potè fare altrimenti che sentirsi un’intrusa quando vide che gli Weasley lasciarono cadere ogni maschera e cedettero pienamente al loro terribile dolore. Trovò George particolarmente difficile da guardare, il cui volto depresso era irriconoscibile. Si concentrò su Ron, tenendogli stretta la mano, sostenendolo quando aveva bisogno di lei.

Il loro lutto era reso ancora più difficile dalla sofferenza per le molte altre perdite. Il mondo dei maghi era caduto nel caos più totale appena i Mangiamorte avevano impresso il loro dominio dopo la vittoria ad Hogwarts. Le buone famiglie di maghi si nascosero o lasciarono il paese. L’Ordine della Fenice e altri maghi e streghe anti-Voldemort furono presi dal panico e si dispersero.

E la cosa peggiore di tutte, Harry Potter era ancora scomparso.Ron aveva fatto del suo meglio per convincere tutti che Harry stava bene- ricordando loro che il suo amico aveva trovato il modo di cavarsela in molte situazioni difficile un sacco di volte- ma la preoccupazione aumentava in loro di giorno in giorno. Hermione era più turbata per Ginny, che non aveva visto mangiare né dormire da quando erano scappati da Hogwarts.

No, non riuscivano a trovare nessun conforto nel dire addio a Fred, non quando il loro incubo continuava.

Molte più persone sarebbero arrivate alla Tana il giorno dopo, ma in questa prima notte, nella casa c’erano solo Ron, Ginny, George, Percy, e la Signora Weasley; Charlie era rimasto indietro per aiutare a gestire la folla crescente da Bill e Fleur.

In pochi istanti, Hermione e il Signor Weasley avrebbero raggiunto gli altri dentro la casa, e il loro mondo sarebbe cambiato per sempre. Una mano sulla sua schiena guidava Hermione attraverso il cortile della casa; lei camminava intontita, a malapena consapevole del fatto che le sue gambe si muovevano- a malapena conscia di qualsiasi cosa- finchè raggiunse i gradini che conducono alla porta d’ingresso.

Si fermò e li fissò; solo tre passi e poi tutti avrebbero saputo la terribile, indicibile verità. Non ci sarebbe stato ritorno; nessuno avrebbe potuto negare che fosse la verità. Hermione non aveva la forza per questo; non poteva sopportare l’idea di vedere tutti soffrire come stava facendo lei. Sentila un impulso di scappare via, il più lontano possibile da quella casa. Si sentì improvvisamente la testa leggera, e un momento dopo, vomitò, lì dov’era.

Hermione rimase curva, inspirando rapidi, aspri respiri.Quando il mondo tornò a fuoco, sentì una mano sulla sua spalla.

Hermione alzò lentamente lo sguardo verso il viso preoccupato del Signor Weasley, i suoi occhi cerchiati di rosso, infelici e tormentati. Non disse niente, ma la tirò in un unico abbraccio e la strinse facendo del suo meglio per tentare di confortarla. Lui la teneva stretta a sé, mentre facevano i passi insieme.Spinse la porta e lentamente entrarono.

I loro passi dovevano averli allarmati, perché appena entrarono in cucina, tutti erano stranamente ancora seduti a tavola, con le facce rivolte verso i nuovi arrivati, tenendosi in guarda in attesa di altre notizie ancora peggiori.In precedenza tutti erano stati impegnati con altre attività, lasciando Hermione e il Sginor Weasley liberi di visitare diversi posti per sapere cosa ne fosse stati di alcuni amici scomparsi, per informarsi sulle azioni dei Mangiamorte e riguardo la rapida evoluzione del mondo magico.

La Signora Weasley era in piedi vicino al tavolo, di fronte al marito, torcendosi nervosamente le mani nel grembiule.Geroge e Percy guardarono speranzosi verso il loro padre.Hermione vide gli occhi di Ron e Ginny saettare verso di lei, e lei abbassò lo sguardo sul pavimento. Con la coda dell’occhio, notò che anche il Signor Weasley stava evitando gli sguardi di tutti, mentre spostava una sedia vuota dal tavolo e la portava verso la porta, dove Hermione era rimasta bloccata.

“Ecco, Hermione. Siediti.”

Gli occhi di lei fissavano ancora il vuoto, Hermionie si lasciò guidare dal Signor Weasley alla sedia. Poi, prese la sua solita sedia dal capo tavola e crollò su di essa. Con tutti che ancora lo guardavano con il fiato sospeso, il Signor Weasley si tolse gli occhiali e si strofinò il ponte del naso, con gli occhi chiusi stretti.

“Cosa c’è papà?” chiese Percy, la sua voce poco più di un sussurro.

Il Signor Weasley si sporse avanti sulla sedia, appoggiò i gomiti sulle ginocchia, e si sfregò il viso con le mani.

“Chi?” chiese George, il volto pallido.

Hermione guardò Ron, che la stava ancora fissando, in attesa che lei gli desse qualche segnale, una qualche conferma che il peggio era passato. Ron doveva aver visto qualcosa nel viso pallido di Hermione, perché i suoi occhi si spalancarono e iniziò a scuotere lentamente la testa.

Abbassando lo sguardo sulle sue mani giunte, il Signor Weasley rispose finalmente con voce strozzata. “H-Harry…”

“No” aveva detto Ginny, che era salata in piedi. La sua faccia era bianca, e i suoi occhi erano spalancati dal terrore.

Suo padre si mise a sedere e la guardò, il viso distrutto dal dolore. “Mi dispiace, tesoro.” disse, mentre le lacrime iniziarono a solcargli le guance. “Lui..Lui se n’è andato. Harry se n’è andato.”

Il tempo sembrava essersi fermato quando le sue parole sferzarono l’aria.

“Cosa..Cosa vuoi con “se n’è andato?” chiese Ron, che si rivolgeva a suo padre, ma teneva gli occhi puntati su Hermione. “Come..Come puoi..cosa stai dicendo?” Hermione sostenne lo sguardo di Ron, ma la faccia della ragazza era indecifrabile.

“Se n‘è andato,” fu l’unica risposta che il padre riuscì a dare. Il Signor Weasley si spostò sulla sedia e strizzò gli occhi chiari. “Lo abbiamo trovato e noi..noi abbiamo riportato il corpo a c-casa..” Abbassò rapidamente il suo sguardo di nuovo sulle mani, appena il suo corpi iniziò a tremare.

Ci fu un forte rumore e Hermione alzò gli occhi per vedere Ginny cadere, come se il filo che la teneva in piedi fosse stato tagliato, il suo braccio disteso trascinò con lei diversi piatti per terra.

“Ginny!” urlò la Signora Weasley, che si precipitò intorno al tavolo per raggiungere sua figlia, come gli altri suoi figli . Hermione rimase seduta vicino alla porta, preoccupata per la sua amica, ma incapace di muovere il suo stesso corpo. Dall’altra parte della cucina, Hermione riusciva ancora a vedere lo sguardo terrorizzato sul volto di Ginny. La giovane ragazza sembrava non rendersi conto di essere sul pavimento.

“Ginny!Ginny!” gridava Percy, che fu il primo ad inginocchiarsi di fianco alla sorella.

“Non respira!” stava urlando George, che lo aveva raggiunto.

“Ragazzi, alzatela e fatela stendere sul tavolo!” comandò il Signor Weasley, che aveva agitato il braccio sul tavolo, mandando altri piatti a frantumarsi nel pavimento, per fare spazio. Insieme, Percy, George, e Ron, avevano sollevato la sorella con attenzione e l’avevano posata sul tavolo, mentre la madre si precipitava di fianco a lei.Hermione vedeva che Ginny stava tremando e che i suoi occhi erano spalancati e vuoti.

“Ginny respira! Respira tesoro!”il Signor Weasley sollevò la figlia per le spalle e muoveva il suo viso a pochi centimentri dal proprio, cercando disperatamente di imporre ai suoi occhi vuoti di trovare quelli chiari del padre.La Signora Weasley iniziò a singhiozzare mentre accarezzava la testa di Ginny.

Finalmente ci fu una lunga, aspra, presa d’aria, e Ginny rotolò da una parte, stringendo gli occhi chiusi.La ragazza prese altri profondi respiri e quando la madre le si avvicinò, le posò una guancia sulla testa, e strinse le braccia attorno alla sua bambina. “Oh, Ginny…”

E poi un grido straziante proveniente dall’anima trafisse l’aria, come se qualcosa avesse violentemente lasciato Ginny per sempre. La sua voce era innaturale e indecente, quando iniziò a piangere inconsolabilmente; era come se suoni terribili venissero strappati da lei, mentre si contorceva sul tavolo.Sua madre la guardava terrificata, cercando di tenere Ginny stretta a se.

“A-Arthur!” gridò la Signora Weasley nella disperazione, ma il marito guardava impotente, cercando di calmare la figlia, i cui occhi erano chiusi, e il viso contorto in assoluta sofferenza.

Hermione continuava a guardare la scena svolgersi dall’entrata della cucina, come se ogni terribile attimo e ogni suono la trafiggessero. Ron, George, e Percy, rimasero in piedi storditi, senza dire nulla, facendo a volte una smorfia per i suoni spaventosi che riempivano la stanza. Ron si sedette di nuovo, si appoggio al tavolo, e affondò il viso tra le braccia.

Dopo un po’ di tempo- Hermione non era sicura di quanto tempo fosse passato- il Signore e la Signora Weasley, portarono Ginny, che non aveva smesso un momento di piangere, nella sua stanza. I singhiozzi e le grida andarono avanti per un po’, fino a che improvvisamente tutto tacque. Qualche momento dopo, il Signor Weasley scese le scale e tornò in cucina, sembrando più vecchio di diversi anni.

“Abbiamo..alla fine l’abbiamo costretta a bere un pozione sonno-senza-sogni,” disse, guardando i suoi figli.”Io non..io non so cosa..non l’ho mai vista così,” balbettò.

Ron iniziò a singhiozzare, i suoni attutiti dalle sue braccia, mentre le sue spalle si scuotevano sopra il tavolo.Percy si appoggiò al lavandino e fece un profondo respiro,strofinandosi una mano tra i capelli.Il viso di George era smorzato, aveva le palpebre pesanti.Hermione si chiese se la perdita un quasi-fratello, come era Harry per lui, a così poca distanza dalla morte del suo gemello, non fossero troppe cose da cui riprendersi.

“AAAAAH!” urlò Ron, che si allontanò improvvisamente dal tavolo, si alzò in piedi e si andò ad appoggiare con entrambe le braccia al muro. “Non può essere successo..non posso..” Abbassò la testa e chiuse le mani a pugno. “L’ho abbandonato. L’ho lasciato in quella dannata Hogwarts a morire.”

“Ron,” disse il Signor Weasley, la cui voce aveva ripreso parte della sua forza finalmente.”Nessuno di noi ha avuto scelta figliolo.Non è colpa di nes-”

Ron interruppe le parole del padre con un improvviso pugno al muro, che lasciò una crepa insanguinata.”Sono giorni che dico a Ginny che lui sta bene,” sussurrò Ron, la testa bassa contro il muro.”Che sarebbe tornata da noi..”Ron fece un respiro per continuare, ma potè solo soffocare un singhiozzo.

Il Signor Weasley si spostò per mettere una mano sulla spalla del più giovane dei suoi figli. “Ron..”

Ma Ron si spostò velocemente verso la porta sul retro, spalancandola con tanta forza da farla quasi uscire dai cardini, e uscì sul cortile illuminato dalla luna.

Il Signor Weasley lo seguì fino alla porta e rimase a guardarlo dalla finestra.

Dopo diversi,lunghi minuti, la Signora Weasley tornò sembrando essere vicina ad un collasso.Appena si avvicinò, Hermione potè notare che il suo viso era bagnato e bianco come un lenzuolo.

“P-Puoi venire con me..in salotto, Hermione?” Domandò.

Hermione non rispose, ma dopo un momento si alzò e seguì la donna più anziana di lei fuori dalla cucina. Entrando nel salotto, la Signora Weasley fece cenno ad Hermione di sedersi e poi si sedette in una sedia di fronte a lei.

“Io non..non..” la voce della Signora Weasley tremava e alzò le mani per strofinarsi il viso.Tirando su con il naso, continuò.

“Non posso immaginare..cosa stai provando in questo momento- cosa ognuno di voi sta provando in questo momento..io..come posso..appena dopo F-Fred..”

La Signora Weasley distolse lo sguardo quando la sua fermezza vacillò, rivelando una viso contorto dal dolore. Passarono alcuni istanti prima che lei riuscisse a parlare ancora.Hermione aveva la vaga sensazione che fosse suo dovere raggiungere la donna e provare a confortarla..ma non poteva-e non voleva- uscire da quel tepore protettivo che la circondava in quel momento. La Signora Weasley si asciugò le lacrime e continuò a parlare.

“Non ho mai visto Ginny così prima..non ho mai visto nessuno così.Loro andavano d‘accordo..so che lei aveva..aveva una piccola cotta per …lui. Ma questo..non riuscivo a parlarle..sembrava che nemmeno mi riconoscesse. Quando si sveglierà, non so cosa..cosa farò.”

Si avvicinò ad Hermione e la guardò con occhi imploranti.

“H-Hermione, c’era ..hanno mai…Ginny ed H-Harry..”

Hemione sbattè le palpebre.

“Lei..Lei non lo sa?” rispose con voce calma, una voce senza emozioni che sembrava lontana, anche da lei.”Ginny non gliel’ha mai detto?”

La faccia della Signora Weasley si abbassò e gli occhi le si spalancarono, silenziosamente in attesa di una conferma di ciò che l’istinto di madre le diceva fosse vero.

“Loro stavano insieme,” continuò Hermione, deglutendo con difficoltà. “Verso la fine del sesto anno. Poi lui..Harry l’ha lasciata..perché aveva paura che Vol-” il nome innescò un lampo di paura in lei, ed Hermione chiuse di nuovo gli occhi contro le immagini che le suscitavano. “P-Perché aveva paura che ..Tu-Sai-Chi potesse usarla per arrivare a lui.”

Hermione vide il dolore negli occhi della Signora Weasley, e un pozzo di nuove lacrime minacciò di sgorgare.

“Si volevano molto bene; lui odiò doverla lasciare..gli mancava terribilmente.Pensavo veramente che loro..che si sarebbero…”

La Signora Wesley si ritrasse, come se non potesse sopportare di sentire altro. Si lasciò cadere sulla sedia e nascose il viso tra le mani.

“Oh no,no,no….”sussurrava, dondolandosi avanti e indietro. “Ginny..o Signore, Ginny…”

Hermione capiva. Ginny non soffriva per la perdita di un amico, oppure di un fratello, ma per la perdita dell’uomo con cui sognava di passare la sua vita; per l’uomo che aveva aspettato, soffrendo in silenzio la sua assenza, portando il peso della sua nostalgia e preoccupazione sulle proprie spalle da sola.

Come avrebbe mai potuto sua madre aiutarla? Come avrebbe mai potuto qualcuno o qualcosa mettere le cose a posto?

Hermione chiuse gli occhi e vide Ginny nelle braccia di Harry, sorridendo calorosamente mentre lui la stringeva forte. E poi, la scena cambiò, ad un corpo orribilmente mutilato con una cicatrice a forma di saetta sulla fronte, ed Hermione sentì le grida di Ginny rimbombarle dentro la testa.

Alla fine, tutti andarono nella propria stanza a dormire- o, Hermione ne era sicura, semplicemente per stare da soli con i propri pensieri e il proprio dolore. Solo lei e Ron rimasero nel salotto,quest’ultimo tornato in casa dopo aver trascorso un ora fuori da solo.Ron si era calmato e aveva permesso a suo padre- che aveva aspettato suo figlio dietro la porta sul retro per tutto il tempo- di abbracciarlo, ma Ron aveva parlato appena da allora.Anche Hermione era rimasta in silenzio, lo sguardo perso e distante ancora sul suo volto.

I due sopravvissuti membri del famigerato “Trio di Hogwarts”, stavano tranquillamente seduti fianco a fianco su un divano, persi nei loro pensieri, mentre le braci del fuoco che si stava spegnendo, brillavano di rosso, nel buio della stanza a fianco.Passò del tempo prima che Ron finalmente prendesse un lungo,vacillante respiro, e parlasse.

“E’ morto da solo.” disse Ron, i suoi occhi vacui guardavano fisso il fuoco.Soffocò un singhiozzo e si passò le mani sulle guance bagnate.Abbassando le braccia, cadde nuovamente nei cuscini del divano e il suo volto si oscurò di nuovo.

“Harry..aveva coraggio.Lui era il prescelto.Tu eri il cervello” aggiunse, guardando per un attimo Hermione.”Io non sapevo mai qual’era la cosa giusta da fare..non ho mai potuto fare quello che voi due riuscivate a fare..ma vi potevo sostenere, guardarvi le spalle..condividere i pericoli con voi, tenervi al sicuro. Era tutto quello che potevo offrire, e alla fine, “ Ron sbattè le palpebre e fece un respiro per riprendersi prima di continuare. “Alla fine..alla fine non ho fatto bene neanche quello.” Ron era riuscito ad mantenere un’espressione neutra,ma non aveva impedito a nuove lacrime di cadere.

Hermione voltò la testa per guardarlo per qualche momento, poi guardò di nuovo altrove.

“E’ finita.” disse con un filo di voce. Ron la guardò, un po’ spaventato dal fatto che lei avesse pronunciato le sue prime parole da ore.

“Harry era l’unico che la profezia aveva detto essere in grado di sconfiggere…lui.” Ancora non trovava il coraggio di dire il nome del Signore Oscuro. “E’ davvero..è davvero finita.”

Quando Ron la guardò, qualcosa cambiò nei suoi occhi.Notando che Hermione stava tremando e strofinava le mani, lui tirò fuori una vecchia coperta dalla parte superiore dello schienale del divano e si spostò per sedersi vicino a lei, avvolgendola con la coperta. Hermione sembrava non riconoscerlo, ma prese l’estremità della coperta e la strinse forte.Ron , gentilmente, le tirò fuori i capelli da dentro la coperta, lasciandoli cadere sopra essa, poi mise un braccio attorno alle sue spalle e si avvicinò al suo viso, cercando di catturare il suo sguardo.

“Non..Non dire così, Hermione. Non so come..non so cosa faremo ora…” Ron aveva la fronte corrugata e scosse la testa. “Ma non smetterò di lottare.Dopo tutto quello che abbiamo passato…dopo Harry..e Fred, e Lupin, e Tonks, e Malocchio, e tutti gli altri..che io sia dannato se mi arrendo ora.Questa non è la fine, Hermione. Non..Non può essere e basta!”

Ron allungò una mano e dolcemente le accarezzò la guancia, poi le girò la testa verso di lui. Quando i suoi occhi trovarono finalmente quelli di lui, si spalancarono e lei iniziò a tremare. Lei lo avvolse con le braccia- la coperta le cadde- e nascose il viso nella sua spalla.Ron allungò timidamente una mano e la accarezzò.

“Sono così spaventata.” disse lei, così piano che Ron la sentì appena. “Non riesco a smettere di tremare,e ..e sento come se non riuscissi a riprendere fiato.” Sentì Ron tenerla stretta, ma ancora non alzò lo sguardo. “Non penso di potercela fare.”

Ron tirò su con il naso e affondò il viso nei capelli di Hermione.”Shhh..va tutto bene” diceva lui a bassa voce, mentre le strofinava la schiena.”Va bene essere spaventati.Tu..Tu non devi essere forte adesso..posso essere forte io per entrambi.”Appoggio le sue labbra tra i capelli di lei e la baciò sulla testa. “Ce la faremo, in qualche modo.Non lascerò che ti accada niente, lo prometto.Se qualcosa dovesse mai..voglio dire, se tu…”Ron guardò il soffitto, imponendo a se stesso di non permettere alle sue emozioni di traboccare completamente.

“Dio Hermione, io..io ti amo..tantissimo,” disse Ron, con voce rotta.”Non è come avevo immaginato di dirtelo, ma adesso che Harry se n’è andato e..e non si sa mai.Ho sprecato così tanto tempo.Tu significhi tutto per me, e io..e sono stato un dannato codardo per così tanto.Sono stato un cretino, un’idiota; è tutto vero.Ma giuro che farò qualsiasi cosa sia necessario per tirarci fuori da tutto questo.Solo..appoggiati solo a me adesso. Ti prometto che non ti deluderò..non permetterò mai più a nessuno di deluderti.”

Ron continuò a strofinare la schiena di Hermione e a tenerle la testa stretta alla sua spalla con l’altra mano.Hermione non parlò, ma stette stretta a lui, nella stanza stranamente tranquilla, con le ultime scintille del fuoco e il ticchettio dell’orologio.Alla fine, le lacrime rigarono il volto di Hermione. Spostò la sua testa dalla spalla di Ron e la nascose nel suo petto, bagnando la sua camicia.Ron la strinse a se mentre si appoggiava nuovamente contro i cuscini, e si tennero silenziosamente a vicenda durante la notte.

Quando Ron si svegliò sul divano, la mattina dopo, era solo.

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Prossimo:

Con il tempo che scorre prima della pericolosa missione, Hermione coglie quella che potrebbe essere la sua ultima occasione di parlare con Ron e Ginny e fare la cosa giusta-ma ascolteranno quello che ha da dire?

Cooming soon, il terzo capitolo de “The World I Leave Behind”, “Divisi.”

“Faccio schifo con le parole, quindo andrò direttamente al punto.”

“Non ha mai avuto modo di dirlo, quindi non farlo tu.”

“Sforzati di più.”

“AVREI DATO QUALSIASI COSA PER QUELLO CHE AVEVI, PER QUELLO CHE HAI BUTTATO VIA!!”

“Io non..io non le ho mai lette.”

“Ma sei la strega più coraggiosa che conosca!”

“Ciao, Ron.”

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Mi scuso per eventuali errori. Sentitevi liberi di recensire, all'autore farà piacere sapere cosa ne pensate.A-

  
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