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Autore: Lievea    20/07/2012    9 recensioni
Blaine e Kurt. Un mondo nuovo. Tanti mondi nuovi. Sempre loro.
Storia di una storia d'amore.
Storia di tante storie d'amore.
Scritta da Lievebrezza e Medea00
Genere: Commedia, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Untitled and Unreleased



 

 

Kurt entrò in casa, ignorò il ragazzo biondo che stava trafficando in cucina e si lasciò cadere sul divano con la sua tracolla sulle ginocchia. Non fece troppo caso a Chandler che smetteva di canticchiare allegro, né al rumore di padelle appoggiate di fretta sul tavolo; furono i passi affrettati del ragazzo a distrarlo dall'oggetto che aveva estratto dalla borsa e che stava fissando.

 

“Caro... sei a casa!” Lo accolse Chandler, appoggiando la schiena allo stipite della porta del salotto e dondolando compiaciuto sui talloni. Adorava giocare alla vecchia coppia sposata. “La cena è quasi pronta!” cinguettò, raggiungendo a passo di danza il divano e sprofondando accanto a Kurt su uno dei vecchi e sfiancati cuscini. Di fronte all'eloquente silenzio del coinquilino, scalciò le pantofole in mezzo alla stanza e si raccolse le gambe al petto, appoggiando una guancia sulle ginocchia; come sua abitudine, prese a contemplare Kurt, in attesa che quello si degnasse di rispondergli.

 

Kurt alzò gli occhi dall'Ipad, pronto a ribattere acido a quel saluto un po' troppo intimo, quando Chandler si protese verso di lui e, in uno slancio di entusiasmo, gli strappò letteralmente dalle mani l'apparecchio: “Oh Gaga! Hai preso un Ipad! Ma è l'ultimo modello... dove hai trovato i soldi? Questo affare costa una fortuna. Ma che importa, ora finalmente posso insegnarti a giocare ad Angry Birds!”

 

Il ragazzo si rivoltò tra le mani quell'oggetto che aveva assorbito tutta la sua attenzione, mentre ne accarezzava la superficie lucida e apriva la custodia di pelle, non udì nemmeno una parola delle spiegazioni di Kurt, preso com'era a elencare i benefici che la loro convivenza avrebbe tratto da quel provvidenziale acquisto.

 

“... il martedì sera organizzeremo dei tornei. E potremmo usarlo per pianificare i turni per usare la yogurtiera! Non che sia un problema il fatto che sia un regalo di mia nonna e tu insista per usarla praticamente tutti i giorni, ma questo gioiellino potrebbe aiutarci a smettere di litigare.”

 

“Chand!” Lo interruppe Kurt, chiamando il suo nome con tono esasperato.

 

“Che c'è?” si voltò e notò l'espressione frustrata sul viso di Kurt. “E va bene. Puoi continuare a usarla quando vuoi, però venerdì sera vieni con me al cinema. In fondo alla strada fanno una proiezione notturna di Colazione da Tiffany.”

 

“Chandler Thomas Spencer vuoi chiudere il becco? E sappi che ricorrere a Audrey... è una mossa troppo meschina perfino per i tuoi standard, quindi dacci un taglio.” Lo zittì Kurt, riacciuffando l'Ipad e stringendoselo al petto; preso di sorpresa, Chandler non replicò.

 

“Non ho comprato questo stupido affare e non ho intenzione di usarlo per pianificare con te un bel niente. Avresti già gettato quella yogurtiera nella spazzatura, se non avessi cominciato a usarla io; sei solo invidioso, perchè il mio frullato alla fragola è più buono del tuo e non sei ancora riuscito a rubarmi la ricetta.” sbottò scocciato.

 

Voleva davvero bene a quel ragazzo che ricorreva perennemente ad avances fuori luogo e allusioni sopra le righe: ormai abitavano insieme da anni. Ma a volte era una personalità troppo esuberante, che metteva a dura prova i suoi nervi di studente stressato e di lavoratore part-time. Kurt voleva solo rientrare a casa la sera, bersi una tisana depurativa e guardare repliche di Una mamma per amica senza preoccuparsi costantemente dell'incontenibile verve del suo coinquilino.

 

“E allora di chi è?” domandò incuriosito Chandler, mettendosi sulle ginocchia.

 

“E' di un ragazzo con cui mi sono scontrato oggi in metropolitana.” spiegò brevemente. L'altro travisò completamente, abbandonandosi a un lungo fischio compiaciuto.

 

“Wow Kurt. L'hai rubato.” commentò ammirato, spalancando la bocca e osservando Kurt come se lo vedesse per la prima volta. Sembrava sinceramente colpito, nonostante avesse frainteso la situazione.

 

“Non l'ho rubato! Sono caduti libri ovunque e quando stavo per passarglielo si è lanciato giù dal vagone della metropolitana, che accidenti dovevo fare, afferrarlo con la forza? Rincorrerlo?” Kurt chiuse gli occhi e buttò la testa indietro, sbuffando sonoramente, mentre Chandler cominciò a saltellare eccitato sul posto.

 

“Che c'è?” chiese aprendo un occhio e fissando arcigno l'altro ragazzo, ormai incapace di trattenersi oltre dal domandargli qualcosa.

 

“Era carino?” sputò rapidamente la domanda, e Kurt sorrise.

 

“Il ragazzo dell'Ipad che mi è atterrato addosso questa mattina? Sì. Era carino. Molto carino. Un po' basso per i miei gusti, ma davvero meritevole d'attenzione.”

 

Si raddrizzò contro lo schienale e ripensò rapidamente ai pochi minuti che aveva avuto a disposizione per osservarlo: si era fatto strada in mezzo a un mare di gente compressa, con quegli adorabili ricci stravolti e le braccia cariche di libri, ma Kurt l'aveva notato da un pezzo. Sedeva rilassato ed era immerso nella lettura, completamente ignaro di quello che stava accadendo intorno a lui; si era alzato di scatto ed era corso verso uno degli schermi, sbattendogli addosso mentre fuggiva di tutta fretta. Non gli era sfuggita la particolare tonalità dei suoi occhi, simile al colore del miele d'Acacia, né la curva decisa della sua mandibola o la pienezza delle sue labbra.

 

Quando ne aveva voglia, Kurt sapeva essere un attento osservatore.

 

“Uh uh! Allora dai, sbirciamo nel suo Ipad. Magari ci sono delle fotografie.” suggerì malizioso Chandler, con i polpastrelli che pizzicavano mentre fissava con occhi bramosi lo schermo ancora spento.

 

“Ma scherzi? E' roba personale, non possiamo ficcanasare.” ribattè Kurt, poco convinto. In effetti l'idea l'aveva già sfiorato e in pausa pranzo aveva provato ad accenderlo, ma senza successo; l'intenzione era quella di cercare qualche informazione utile per rintracciare quel ragazzo e restituire il tablet, ma aveva pensato che non era certo un crimine curiosare qua e là nel frattempo. Dopotutto, avrebbe anche potuto tenerselo, no?

 

Chandler era del medesimo avviso, perchè pigiò senza troppi preamboli sul tasto di accensione e gli rispose con aria saccente: “E come pensi di ritrovarlo allora, quel tizio? Forse non lo sai, ma New York non è esattamente un paesino di campagna.”

 

Lo schermo si illuminò e comparve l'immagine di due sorridenti ragazzi in divisa, abbracciati uno all'altro; sullo sfondo si poteva riconoscere una biblioteca, o un'aula studio, dalle pareti piene di libri e dagli arredi in legno scuro. Uno era evidentemente il ragazzo della metropolitana, anche se più giovane e con i capelli impiastricciati di gel; l'altro era un viso sconosciuto, dai tratti asiatici e all'incirca della stessa età. Sembravano felici e spensierati.

 

“Qual è dei due?” domandò Chandler, senza togliere gli occhi dalla fotografia.

 

“E' quello a sinistra.” disse Kurt. Era davvero molto carino, e Chandler non esitò nel sottolinearlo con una serie interminabile di squittii eccitati.

 

Kurt gli passò il tablet e si recò in cucina per versarsi un bicchiere di vino, lasciando l'amico ad armeggiare in solitudine con le icone, finchè un grido trionfante non lo raggiunse: “Kuuuuurtsie! Ho trovato la sua agenda! E un sacco di fotografie!”

 

Tornò in salotto. Chandler era seduto a terra a gambe incrociate e stava sfogliando, pagina dopo pagina, il planning settimanale, mormorando tra sé e sé. Con il calice di vino stretto tra le dita, Kurt si appollaiò sul tavolino vicino e aspettò l'esito della ricerca.

 

“Beh?” Incalzò, quando l'altro non lo degnò di uno sguardo.

 

“Stasera lavora fino a mezzanotte in una caffetteria. Ho cercato su Google, è poco distante dal campus della NYU. Questa agenda è un maledetto disastro... se nella vita reale è ordinato quanto lo è nell'avere cura dei suoi appunti, è un miracolo che non ci abbia perso la testa, in metropolitana.” commentò acido, mostrando a Kurt l'indirizzo che era riuscito a recuperare.

 

“E comunque, non è normale avere tutti questi video di gatti. Voglio dire... è inquietante.” aggiunse Chandler, prima di spegnere l'Ipad e passarlo a Kurt.

 

 

 

***

 

 

 

Blaine, dopo un esame di tre ore da cui era riemerso con la t-shirt matida di sudore, impiegò altre tre ore per accorgersi di aver perso il suo Ipad.

 

“Wes, ho scaricato da Youtube un altro video con tutti quei gatti che fanno cose pazze. Vuoi vederlo?” domandò speranzoso, mentre si lasciavano la mensa alle spalle e si avviavano verso l'uscita del campus. Wes alzò gli occhi al cielo e provò a rifiutare, ma Blaine si era già fermato e accucciato a terra, con lo zaino tra le gambe. Dopo cinque minuti ricerca sempre più disperata e infruttuosa, Wes si azzardò a intromettersi: “Blaine, possiamo anche guardarlo dopo in camera, non è poi così importante... voglio dire, non sarà poi tanto diverso dagli altri dieci video che mi hai fatto vedere in passato, no?”

 

L'altro alzò di scatto la testa e si guardò intorno: aveva sparso sui ciottoli del marciapiede tutti i suoi libri, i quaderni e la custodia del lettore mp3, ma l'Ipad sembrava scomparso. E lo zaino ormai era completamente e desolatamente vuoto.

 

“L'ho perso.” disse con sguardo vacuo, fissando tutti i suoi averi sparpagliati a terra.

 

Wes si inginocchiò accanto a lui e gli posò una mano sulla spalla, nel tentativo di rassicurarlo; Blaine tendeva a perdere continuamente oggetti più o meno di valore, in particolare in prossimità degli appelli d'esame. Provò quindi a suggerire un'ipotesi meno drammatica: “Sei sicuro di non averlo dimenticato in stanza? Sarebbe strano, perchè quell'affare te lo porti ovunque ma...”

 

“No. Ce l'avevo in metropolitana mentre tornavo in università per l'esame. Stavo leggendo, quando poi mi sono accorto che avevo superato la mia fermata e...” Blaine smise di parlare e balzò in piedi, calpestando malamente un libro di pedagogia e portandosi una mano alla fronte “Maledizione! Quel ragazzo... deve averlo raccolto lui quando ci siamo scontrati.”

 

“Chissà, magari hai beccato l'unico newyorkese onesto e lo porterà all'ufficio degli oggetti smarriti.” commentò ironico Wes, raccattando i libri e ficcandoli disordinatamente nello zaino di Blaine. “Ovvero... puoi scordarti di rivederlo, quell'aggeggio. Se non se lo tiene, di sicuro lo rivende su Ebay. La prossima volta, fai più attenzione alle tue cose, quel coso costa un occhio della testa.”

 

Con aria assente, Blaine annuì e afferrò lo zaino che l'amico gli porgeva, gettandoselo sconsolato sulle spalle: “Ci avevo messo tutte le mie cose... gli appunti dei corsi e i video dei gatti...chissà, magari...” provò a concedersi il lusso di sperare, ma Wes recise alla radice anche quel tentativo.

 

“Non contarci troppo. Piuttosto, che ne dici di spararci un bella tazza di caffè e un po' di gelato alla vaniglia? Conosco una caffetteria poco lontana da qui, dove stasera lavora un ragazzo molto simpatico, ma davvero imbranato che...” Blaine scoppiò a ridere, seppure con il cuore ancora spezzato dalla recente perdita, e spintonò Wes.

 

“La devo smettere di lasciarti mangiare gratis, mi licenzieranno.” scherzò, riprendendo a camminare. Wes finse di lamentarsi per la spalla ferita, poi lo raggiunse.

 

 

 

***

 

 

 

Durante il viaggio in metropolitana, diretto alla caffetteria di cui Chandler aveva recuperato l'indirizzo, Kurt non resistette alla tentazione di sbirciare di nuovo tra i contenuti del tablet, ora che sapeva come accenderlo. Per pudore, non curiosò tra le fotografie personali, ma saltellò da una applicazione all'altra: ce ne erano diverse dedicate alla musica, ma fu una in particolare ad attrarlo. Posò l'indice sul disegno di libro aperto, senza nemmeno sapere che si trattava di un programma per leggere gli ebook.

 

“Oh. Ma guarda... stava leggendo un romanzo. Sembra Grey's Anatomy!” pensò entusiasta tra sé e sé, leggendo qualche riga. Con un pizzico di difficoltà riuscì a sfogliare il documento fino all'inizio della storia e decise di leggere almeno le prime pagine, giusto per farsi compagnia durante il viaggio. Era sicuro che quel ragazzo dagli occhi color miele di certo non avrebbe avuto problemi, al riguardo: e poi l'alternativa era curiosare tra le sue fotografie, quindi in un certo senso gli stava facendo un favore.

 

S'infilò in bocca una caramella e s'immerse nella lettura, entusiasmandosi nello scoprire che i protagonisti erano due uomini: di certo il medico era un tipo tosto, ma il poliziotto sembrava davvero un gran bel bocconcino. Nemmeno si accorse dei minuti che passavano, intento com'era a scoprire il germogliare di quella storia d'amore.

 

 

 

C’era solo rosso, davanti a me. Era mischiato a quello delle mie mani, del suo petto, del suo viso diventato immobile.

 

Non conoscevo nemmeno il suo nome. Dovevo saperlo.

 

Doveva dirmelo.

 

 

 

Con il cuore in gola per l'ansia, Kurt provò ad andare avanti, ma senza successo. Il file si interrompeva proprio in quel punto: maledizione, voleva sapere il nome dell'agente.

 

Sarebbe morto? O il dottore l'avrebbe salvato?

 

Era l'amore della sua vita?

 

O forse non erano comunque destinati a rimanere insieme?

 

Frustrato, armeggiò di nuovo con i tasti, ma il libro era decisamente incompleto. Ficcò il tablet nella tracolla, poi si accorse che era quasi arrivato, quindi scattò in piedi e corse verso la porta più vicina.

 

Non ebbe difficoltà nel trovare la caffetteria, né nel riconoscere il ragazzo della metropolitana. Era dietro il bancone con addosso un grembiule color cacao e stava chiacchierando con un ragazzo seduto su uno degli sgabelli; insieme, stavano mangiando gelato affondando i cucchiaini in una grossa coppa appoggiata tra di loro.

 

Kurt attraversò a grandi passi il locale e arrivò accanto a loro in un attimo; si voltarono verso di lui sorpresi da quell'improvvisa presenza, ma lo stupore del ragazzo dai tratti asiatici non era nemmeno paragonabile a quello che faceva bella mostra sul viso dell'altro. Senza ombra di dubbio, aveva riconosciuto Kurt, che ora gli stava porgendo il suo Ipad.

 

Incredulo, allungò le dita per afferrarlo, mormorando un timido: “Ehi... grazie.”

 

Ma l'altro fece qualcosa che non si aspettava: Kurt non mollò la presa e non lasciò che il tablet tornasse al suo legittimo proprietario. Blaine provò a tirare ancora, pensando che forse il ragazzo temeva che gli scivolasse di mano e cadesse.

 

L'altro invece sorrise e disse in tono serio: “Io ti ho riportato il tuo Ipad. Potevo tenerlo e rivenderlo, ma te l'ho riportato. Tu ora però devi trovare il seguito di quel libro, devo sapere come finisce. Capisci? Devo sapere come continua.”









***

Angolo di LieveB e Medea

Buonasera folks!
Innanzi tutto chiediamo profondamente scusa per il ritardo. Abbiamo detto di pubblicare Giovedì imprevisti permettendo... ecco, l'imprevisto è stato il nuovo lavoro di LieveB, quindi da bere per tutti! Speriamo che non accada di nuovo, ma non possiamo garantirlo. Seconda cosa, volevamo ringraziarvi con tutto il cuore per le recensioni e le letture e i "WHAT THE FUCKING FUCK!?!?" accompagnati da deliziose offese nei nostri confronti. Siete adorabili.
Bene, non so che cavolo scrivere (Ali perchè fai scrivere le NdA a me...poi straparlo o dico cazzate) quindi me ne vado. Alla prossima!

Ali e Fra

 

  
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