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Autore: Zanna Harris    20/07/2012    1 recensioni
–Ci sono cose molto più grandi di noi, cose che ci cambiano la vita, o che ne fanno parte già da prima che questa possa nascere.-
La storia che voglio presentarvi è quella di Dante, figlio del Leggendario Cavaliere Nero, ha votato la sua vita allo sterminio dei demoni per proteggere gli umani e per pura vendetta, facendone un vero e proprio lavoro. Dante ha un carattere tutto particolare come i rapporti che stringe con le persone con cui viene in contatto, soprattutto con le donne del suo passato e del suo presente. Dante si troverà ad affrontare forze demoniache in cerca di vendetta che metteranno a repetaglio l'armonia del mondo mortale e con un'altra forza, molto più potente di qualunque altra lui abbia mai affrontato fin'ora: l'amore. Le vicende narrate e i personaggi prendono spunto dal famoso videogioco "Devil May Cry" e dall'omonimo anime miscelati insieme ma con l'aggiunta di altri personaggi e altri eventi puramente inventati. Tutti abbiamo due identità, ma sta a noi decidere che uso farne.
Genere: Azione, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Dante
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Quando Sparda decise di ribellarsi al suo re, non tutti i demoni si schierarono dalla parte di quest’ultimo, ma alcuni come i fratelli Baul e Modeus, cui Sparda faceva loro da mentore e maestro, si schirearono al suo fianco e difesero il mondo umano aspettando il ritorno di Sparda, ma che mai fece la sua comparsa. In oltre gli angeli, avevano da sempre avuto il compito di salvaguardare l’umanità, erano molto distaccati dagli uomini, come entità superiori che dovevano badare alle loro sorti, ma erano da sempre nemici dei demoni e i loro due mondi, sempre in continuo scontro trovarono pace solo quando Sparda rinchiuse Cerberus, Agni e Rudra, Nevan, Beowulf e Leviathan, noti come i Sette Peccati, nella Temen-ni-gru, lasciando spazio ad un, relativamente breve, periodo di armonia. Un giorno il demone Modeus si trovò a combattere al fianco di un angelo, il più bello di tutte le 9 Sfere Angeliche, il suo nome era Leila; Modeus rimase incantato dalla sua bellezza e se ne innamorò appena la vide. Combatterono insieme le legioni demoniache difendendo gli umani come Sparda aveva fatto prima di loro, ma Modeus era un demone e non avrebbe mai potuto far innamorare di sé un angelo, il suo esatto contrario. Così proprio come Sparda conobbe Eva, Modeus assunse delle sembianze umane lasciando che Leila se ne invaghisse a sua volta. L’angelo sapeva che Modeus era un demone, ma se ne’innamorò comunque, e avrebbe accettato l’esilio dal suo Mondo pur di passare il resto della sua vita con lui; Così Leila fu costretta ad abbandonare il Paradiso e a vivere come un umana, ma i suoi poteri non le erano stati negati perché nel suo cuore aveva provato l’amore e questa virtù fece sì che Leila potè continuare ad avere le sue ali. Si giurarono amore eterno da allora e dalla loro unione, nacque la primogenita, Elizabeth Jane e quattro anni più tardi ebbero una seconda figlia, Amanda. Le due sorelle erano diverse l’una dall’altra ma molto legate già dall’infanzia. Dopo la morte dei loro genitori, le due bambine furono affidate ad una vecchia amica di famiglia, conosceva il segreto dei genitori ma giurò che si sarebbe presa cura delle loro figlie pur sapendo che non erano umane; le due ragazzine da allora credono che sia davvero la loro nonna ma la donna nel corso degli anni non smentì mai questa convinzione. Jane e Amanda crebbero inconsapevoli delle loro diverse nature ma che presto riaffiorarono creando confusione e disagi nelle loro vite. Jane aveva una natura più angelica ed era poca l’influenza demoniaca del padre, mentre Amanda era il divoletto di casa. Nonostante la loro diversità erano molto legate e si aiutarono a vicenda nei momenti peggiori ma senza comunque mai riuscire a capirne fino in fondo.

-Jane… svegliati!- la ragazza iniziò ad aprire gli occhi –Jane alza quel culo dal letto!- -Mmmh cosa..- era intontita e assonnata, sapeva che doveva alzarsi ma proprio non ce la faceva –CRISTO JANE! NON COSTRINGERMI A PRENDERE IN OSTAGGIO MR. FLUFFY!- le urlò Amanda tenendo fra le mani un orsacchiotto di peluche come se volesse staccargli la testa; ovviamente non lo avrebbe mai fatto ma fu una mossa geniale per convincere la sorella ad alzarsi dal letto –No! Ferma! Lui non c’entra!- disse Jane alzandosi di scatto sul letto preoccupata per l’incolumità del giocattolo di pezza che aveva fin da piccola. –Hahahaha calmati Jane! Dovevo pur inventarmi qualche scusa per convincerti a svegliarti...- borbottò Amanda –che ore sono?- chiese Jane stropicciandosi gli occhi –Mmmh… sono le cinque- rispose Amanda guardando l’orologio sveglia sul comodino di fianco al letto di Jane. –Di mattina!?- esclamò Jane non ancora sveglia del tutto –No, Scemina! Di pomeriggio! Caspita hai dormito davvero tanto…- continuò Amanda; Jane si lasciò cadere sul letto ancora sfatto seguita da sua sorella che si sdraiò accanto a lei, guardando il soffitto decorato da finte stelle aprirono l’argomento “Appuntamento”. –Jane ti ha davvero ridotta come uno straccio quel ragazzo! Come è stato??- Jane si girò verso di lei, poi con aria attonita rispose –Amanda! Tu hai in testa solo quello! Al primo appuntamento poi?!- -Cosa posso farci, sono in piena fase ormonale… non è colpa mia se ho sempre la voglia improvvisa di farmi un bel ragazzo!- Jane la guardò con uno sguardo a metà fra disgusto e il serio –Amanda, sei irrecuperabile!- disse poi iniziando a ridere seguita da sua sorella –Comunque, è stata una serata pazzesca! Inizialmente è stata tranquilla, abbiamo passato il tempo a parlare di noi, lui era così dolce! E sai la cosa più incredibile?- interruppe Jane guardando Amanda che pendeva letteralmente dalle sue labbra –Cosa! Jane, parla!- disse Amanda curiosa di sapere. –Anche lui va matto per lo strawberry sundae!- finì Jane con un enorme sorriso; Amanda era delusa, si aspettava qualcosa di più interessante –Ah… forte… mi fa piacere che ti sei divertita col tuo gelato alla fragola, ma ora cerca di sbrigarti, la nonna è incazzata come il diavolo e questa volta non per colpa mia…- Jane lesse la delusione sul volto di Amanda ma non poteva raccontarle come fosse andata davvero quella serata, non voleva turbarla e così decise di rimanere sul vago lasciando che lei si disinteressasse pian piano; Jane agiva così unicamente per il suo bene e anche se Amanda sapeva di non essere come tutte le altre sue amiche proprio come lei, non voleva allarmarla in alcun modo. Amanda uscì dalla camera da letto chiudendo la porta dietro di sé lasciando a Jane la sua privacy ma fu bloccata da Rocky che entrò bruscamente nella stanza saltando addosso a sua sorella –Ciaooo Rocky!! Come sta il mio cucciolo!- disse Jane emettendo una voce stridula e infantile mentre il cane le leccava il viso. –Oooh Rocky! Credo di essermi innamorata…me lo sento, è quello giusto!- disse Jane accarezzando l’Husky; Jane parlava spesso col suo cane perché era convinta che fosse l’unico che l’ascoltasse davvero, un silenzioso e sincero amico, come spesso diceva lei parlando del cane. Rocky era un Husky bianco e nero, il pelo folto era soffice e i suoi occhi sembravano di ghiaccio, così ipnotici, e le orecchie appuntite gli conferivano un aspetto minaccioso, ma nonostante la sua stazza era un cucciolone e non avrebbe mai fatto del male a nessuno; Rocky è sempre stato il cane di famiglia ed era con Jane e Amanda fin dalla loro nascita, non era più giovane come una volta ma spesso sembrava dimenticarsene e la sua energia era interminabile.
-JAAAANE!- sentì una voce che la chiamava dal piano inferiore, era sua nonna, così si alzò e scese le scale seguita da Rocky. –Sì nonna, eccomi sono qui…- disse Jane entrando nella cucina, sapeva di aspettarsi una ramanzina dall’anziana signora. –Jane! Hai idea di quanto io sia stata in pensiero per te! Non ho chiuso occhio tutta la notte non sapendoti a casa!- disse la donna con tono severo e allarmato –Sì nonna, hai ragione… mi dispiace ma non ricapiterà più! Lo giuro!- rispose Jane mortificata. –Vieni qui…- disse la donna prendendola per mano, poi l’abbracciò e con occhi lucidi le disse –Non permetterei mai a nessuno di farti del male, né a te, né a tua sorella…  12 anni fa feci una promessa a me stessa e ai tuoi genitori e intendo mantenerla finche sarò in vita.- -Sì nonna, ho capito… ma non preoccuparti sono qui, con te! Sana e salva!- disse Jane lasciando le braccia di sua nonna; a volte non capiva se la nonna fosse a conoscenza di tutto o era semplice coincidenza, ma anche quella volta sentì che la donna era davvero preoccupata per la sua sorte. La nonna la baciò sulla fronte e le carezzò i capelli dicendo –Oh Elizabeth Jane… se solo i tuoi genitori potessero vedere che donna sei diventata… sei identica a tua madre, gli stessi occhi, le stesse labbra…- Jane la guardò e dolcemente posò la sua mano su quella di sua nonna dicendo –Grazie nonna… ma non credo di essere bella come mia madre.- -è vero Jane, non lo sei… sei ancora più bella- disse la donna sorridendo evidenziando i segni del tempo che le rigavano il volto e gli occhi; poi aggiunse –Niente a che vedere con tua sorella eh! Quella streghetta ne ha combinata un’altra delle sue! Ma ora mi sente!- finì la nonna chiamando sua sorella nervosamente e cercandola per casa. Jane iniziò a ridere, ovviamente la nonna diceva sempre così ma alla fine Amanda se la cavava ogni volta con una sonora sgridata.

Jane non si era ancora ripresa del tutto dalla sera precedente, continuava a sentire la sua voce nella testa, i suoi occhi che la guardavano, la sincerità che esprimeva… si sentiva legata a Dante, ormai lo era e iniziò a sentirsi più sicura di sé, più forte! L’altra sua metà non sarebbe stata un impedimento, un freno, non quella volta, non ‘sta volta! Migliaia di pensieri affollarono la sua mente e il cuore nel suo petto sembrava non trovare pace, “era questo l’amore?” si chiese, ma era una domanda che non aveva bisogno di una risposta precisa, sentiva che qualcosa dentro di lei stava cambiando e le piaceva, incominciò ad insinuarsi nella testa l’idea di sfruttare le sue doti, di accettarle una volta per tutte perché se era nata così voleva dire che un motivo ci sarebbe stato, così decise di aprire a calci le sbarre della sua gabbia dorata e di volare via! Era libera.

   
 
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