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Autore: valeria18    04/02/2007    1 recensioni
Una trilogia scritta pensando alla storia difficile tra una mia amica e quello che dovrebbe essere il suo migliore amico, ma che in realtà è molto di più. Credo che alcuni di voi potranno rispecchiarsi, anche se alcune parti sono proprio riferite a loro due e quindi più difficili da capire. Decido di renderla pubblica, di donarla anche un pò a voi, perchè ognuno alla fine vive "battiti di pioggia".
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un pungente vento d'inverno gli sfiora le guance.


L'erba è ancora umida, increspata da piccole sfere d'acqua che riflettono deboli la luce del sole.


Sento le dita ghiacciarsi e con loro gran parte del mio corpo.


Qualcuno come lui.


Mi appoggio alla parete fredda dietro di me. Sporca, monotona, chiaramente rovinata dal passare del tempo.


Crede di poter dimenticare.


L'asfalto ricomincia a coprirsi di piccoli puntini neri. Dopo poco è nuovamente un unico manto scuro.


Ho bisogno di respirare quell'aria. Aria pura, nuova, che non ha rimorsi nell'aver cancellato qualsiasi cosa sotto di lei.


Soffio lento. Soffio che fa male.


Si copre la testa con il cappuccio ed esce allo scoperto, si lascia penetrare da quelle goccie limpide e devastanti. Lo seguo.


E siamo in due sotto il cielo grigio e plumbeo, mentre il mondo continua a vivere.


Battiti che si susseguono frenetici. Ritmo incalzante della vita.


Mi guarda e sospira, annoiato dalla reazione infedele che riporto.

Non sorrido. Non sono quello che dovrei essere in un momento del genere.

Riesco solo a pensare a come sia possibile poter fingere di vivere e rischiare di morire.


Ciglia umide, guance umide. E pioggia che continua a cadere.


La città è grigia, senza volontà.

Lui è volontà.

La mia.


Non capisce se lo sto facendo apposta o se non riesco a percepire veramente che quello è il più bel giorno della mia vita.


Non penso di poterlo capire.


Ghiaccio che si scioglie. Amore che si raffredda.


Cammina verso di me, incastrato nel suo solito passo lento. Mi afferra la mano e la stringe fondendo il suo sangue col mio.


Farebbe male, se non fossi già chinata e prostrata al dolore.


Respiro che si condensa nelle nubi grigie, corpo che richiama il suo legittimo proprietario.


Non ho voglia di mostrarmi davvero, non adesso. Lui mi conosce, non ha bisogno di leggere ancora una volta i miei occhi.


Labbra sottili, peso incosciente. Quel manto pallido della sua pelle e le guancie imperlate

dall'acqua.


Pioggia ancora su di noi. Chioma del cielo che si abbatte sulla terra.


Gioco di sguardi e poi il nulla. L'essenza della nostra amicizia, sprecata in un contatto impuro. Labbra che si scontrano, corpi che si attraggono.

Imperfetto.


Facile lasciarsi andare. Facile cedere al desiderio.

Impossibile opporsi alla realtà.


Mi avevi detto che saremmo stati amici per sempre. Che la nostra amcizia era l'unica fonte da cui attingere il nettare vitale.

E adesso è andato tutto perduto.


Ultime goccie di una tristezza devastatrice. Cala via il grigiore, ritorna a splendere qualche raggio di sole.


Non posso farlo. La superficie instabile dei miei sentimenti ti renderebbe fragile.

Noi non siamo fatti per essere.

Siamo stati creati per farci essere.


E tu non ci riusciresti.


Flebile lamento di un battito scarno, inanimato.

E il contatto si spezza.





  
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