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Autore: Impossible Prince    21/07/2012    1 recensioni
Dalla redenzione alla sacralità della vendetta, quando Dio ti volta le spalle sei tu a dover essere la giustizia divina in Terra.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ci sono tanti nomignoli per ogni professione: un politico è un ladro, un presidente, grazie a Kennedy, è un donnaiolo, quelle come me possono essere chiamate in tanti modi: puttane, lucciole, zoccole, prostitute… Curioso vero per una che si chiama Maria?
La Bibbia temeva tanto la figura di questa professione nella società che creò un anti-Cristo apposta apposta: La meretrice di Babilonia.
Guadagnavamo molto con il mio lavoro e questo ci permise di comprare abiti e macchine di lusso, e si sa no? Più sei ricco più i ricchi hanno una buona impressione di te e improvvisamente diventi loro amico.
In breve tempo entrammo nei grandi club riservati come quello dei campi di golf o nei salottini dove le donne parlavano o per meglio dire, sparlavano dei mariti e delle donne che non avevano partecipato. Divertente vero?
In realtà l’unica che conosceva affondo e realmente il quartiere ero io. Non perché fossi particolarmente perspicace ma perché i loro mariti a volte erano i miei clienti o clienti delle mie “colleghe”.
Nessuna poteva dirsi immune da corna o tradimenti, nessuna.
Ma era divertente sentire sparlare queste inutili donne, che si fingevano acculturate solo perché avevano visitato paesi orientali come l’India o avevano vistato l’Europa.
Pensavano di conoscere il mondo ma in realtà non conoscevano neanche il loro vicinato, alcune di loro si credevano brave psicologhe altre brave attrici. Ma la migliore ero io ad eludere le loro lauree e superare le loro abilità, una puttana alle loro feste e non si accorgevano di nulla.
Le cose fra me e Owen andavano stupendamente, grazie anche a queste feste.
Lui mi raccontava e imitava in maniera sarcastica e goffa quello che si dicevano, gesticolando, agitando il sigaro. Tutte discussioni politiche fra un Bacardi e altro rum pregiato.
Quando lui mi chiedeva cosa dicevano le mie amiche ero solita anche io a fare imitazioni piuttosto cattive su quelle magre, ma quel giorno d’estate lo presi per mano e lo portai nel giardino, facendolo sedere comodamente sulla sedia sdraio in legno.
Salì sulla sdraio rimanendo in piedi e poi con le mani feci una pistola:
“Bang bang, I shot you down
Bang bang, you hit the ground
Bang bang, that awful sound
Bang bang, I used to shoot you down”
Rise di gusto , allungò le mani e me le divise: “Dai, di che parlavano quelle?”
Ma io feci finta di nulla, incominciai a muovere sinuosamente il bacino rimanendo comunque attenta a non scivolare: “Luce della mia vita, fuoco dei miei lombi, fai il bravo tesoro e dammi monete d’oro!”
Mi mangiava con gli occhi divertito e sorpreso.
Mi amava con ogni battito del suo cuore da cocainomane quale era diventato.
Perché fra Bacardi e rum, le strisce di coca non mancavano mai.
Mi amava con ogni battito del suo cuore da bugiardo quale probabilmente è sempre stato.
Perché lavorare in un supermercato era solo una copertura, l’ho scoperto pedinandolo sotto una pioggia torrenziale. Il mio uomo era cattivo, un ladro d’auto a servizio della Mafia, forse formata dalle stesse persone che ci invitavano a quelle cene eleganti.
Mi amava con ogni battito del suo cuore da lenone, perché i miei affari ora li gestiva lui.
Non so se era conoscenza che sapevo ormai tutto di lui oppure no, ma il modo in cui mi trattava, le cose che mi sussurrava facevano pensare che lui avesse plasmato la mia anima da vedova nera.
Le calde mattine d’estate si divertiva stare sdraiato in costume e guardarmi con gli occhiali da sole mentre il bikini mi scivolava via mentre cantavo sul bordo della piscina, immaginando almeno per un momento un futuro da diva per me, un futuro lontano da questa criminalità che ci stava abbracciando ancora.
“Luce della mia vita, fuoco dei miei lombi, sii una brava bambina, ti darò le monete d’oro” e mi lanciava gruppi di banconote e ridevamo, ridevamo come pazzi, anche quando mi inseguiva per farmi gavettoni.
Al mondo non c’era nessun altra persona di cui ci poteva importare: eravamo io, lui, e il suo sigaro perennemente acceso.

Ma la felicità dura poco.
Fu così che cinque anni dopo mi ritrovai chiusa in un bagno. Seduta contro il muro con una pistola in mano, ansimando e pregando Maria, la mia Santa Protettrice.
Mi sentii sola, per la prima volta dopo anni. Il fuoco e la luce si erano inesorabilmente spenti.
   
 
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