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Autore: MapleLeaf    21/07/2012    1 recensioni
Cosa succede se un prof tutto matto insegna in una delle classi più indisciplinate di Tokyo? E cosa accadrà se una ragazza asociale, scontrosa, viene a trovarsi in una situazione difficile?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Dopo lo schiaffo, prese lo zaino e si diresse verso scuola. Era come in trance. Ieri Onizuka, oggi Lee. Non era solo distrutta psicologicamente ma anche fisicamente. Sentiva il dolore del livido sul collo, i polsi le facevano male, per la non parlare della bocca.

Una giornata che avrebbe cambiato la sua vita...

"Come farò ad andare a scuola o ritornare a casa?"

Entrò a scuola, e si diresse verso il bagno. Davanti lo specchio non potè eviare di constatare quanto visibile fosse quel livido...

"Dannazione"

Si sciacquò il viso più e più volte e decise che avrebbe fatto finta di nulla con entrambi...dopotutto che poteva fare?

Entrò in classe e seguì le lezioni...l'ultima sarebbe stata pesante..c'era lui.

Onizuka dal canto suo, entrò spavaldo e beffardo come sempre

"Buongiorno ragazzi, dormito bene?"

Oggi, come ben sapete c'è il compito sulle equazioni...mi raccomando.

Jess non ricordava di questo compito, e tanto sapeva già che non avrebbe risolto nulla. Difatti...ma la cosa più odiosa fu quella, che avendo davvero sonno, si addormentò sul compito in bianco negli ultimi 10 minuti.

"Qui c'è qualcuno che trova davvero noioso il compito vero Miss Lee-Smith?"

Jess ebbe un sussulto, alzò la testa dal tavolo e incrociò lo sguardo beffardo di Onizuka.

Jess non poè fare a meno di guardarlo con una faccia schifata e fece finta di continuare il compito.

La campanella suonò.

"Bene ragazzi, mentre uscite consegnate il compito...lei signorina Smith si fermi un momento."

"Dobbiamo parlare....cos'è questo compito in bianco?"

"Libera interpretazione delle equazioni."

"Jess, finiscila...rischi di comprometterti l'anno scolastico..."

Jess lo vide serio forse per la prima volta che lo conosceva...

" E a lei cosa importa?"

Fu allora che Onizuka vide il succhiotto al collo... e per un attimo si sentì in imbarazzo.

"Dannazione..mi dispiace per questo" Disse, toccandole il collo.

Jess non rispose. Lo guardò con occhi di sfida.

"Non si preoccupi, questo sarà il primo e ultimo che vedrà. E la prossima volta che mi tocca, lo riferirò al Presidente... e un bel licenziamento non glielo toglie nessuno."

Onizuka la guardò senza dire nulla. Le sorrise. E si mise le mani in tasca. Incamminandosi verso la porta. Poi diventò serio tutto in un colpo e si fermò.

" Se hai bisogno, io ci sono...il due non te lo posso risparmiare ma...Jess,io ti amo." E se ne andò.

Jess rimase shockata per quelle parole... non poteva essere vero... era solo sesso....e lui era un prof con il doppio dei suoi anni...si sentì male.

Andò dritta a danza, dove cercò di non pensare più a nulla e anzichè andare a casa, si fermò in un fast food. Ora, l'ultima cosa che voleva er di vedere anche Lee. Erano le 22... e Jess era ancora seduta, immersa nei suoi pensieri, quando il suo cellulare squillò.

"Pront...?"

"Si può sapere dove sei finita a quest'ora? Danza è finita 3 ore fa..."

"Fatti i fatti tuoi, non ti deve interessare dove sono... buonanotte" E riattaccò.

Ma lee aveva capito dalla musica di sottofondo dove stava...prese l'auto e così si avviò a riprenderla.

"Eccoti qua."

"Lee... ma come diavolo..."

"Non hai capito allora? E' tardi per stare fuori da sola.

Lee era venuto lì da lavoro...aveva ancora il camice da chirurgo addosso...

" E cos'è quel camice, fai il macellaio ora?"

"Smettila, non fare fina che non sai nulla di me..."

"Quindi ti sei laureato...ovviamente non me l'hai detto... ma comunque non me ne può fregar di meno...e ora se vuoi lasciarmi in pace"

Non le fece finire la frase che se la prese di peso e la caricò in auto.

"Lasciami stronzo, ho detto lasciamiii"

Ma Lee ormai l'aveva sbattuta in macchina con poca eleganza, messo in moto e partito a tutta velocità...

"Maledetto farabutto...che cazzo ti passa per la testa?"

Lee non fiatò, mise della musica e ignorò completamente la sua presenza.

"Come puoi pensare che una ragazza così avvenente non sia aggredita mentre cammina di notte da sola?! Come cazzo è possibile che non ci arrivi?"

"L'unico che mi aggredisce da stamattina sei tu."

Lee non disse più una parola, entrarono a casa e ognuno andò a dormire nella propria stanza. Lui, giovane e brllante chirurgo, con una carriera promottente, con tutte donne ai suoi piedi, non si dava pace di come una ragazzina, appena 18enne lo stesse turbando così tanto. Tantomeno non riusciva a non sentirsi in colpa per il fatto che lei doveva essere per legge sua sorella, anche se era stata adottata. Voleva stracciare tutte quelle carte dicenti che erano fratello e sorella.

Andò così alla sua porta, bussò ed aprì.

"Che vuoi?"

"Mi dispiace per stamattina. Non accadrà mai più..."

detto questo, se ne andò.

  
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