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Autore: Funeral of Hearts    21/07/2012    4 recensioni
Spoiler. Fan fiction ambientata dopo la saga di Punk Hazard. Con l'andare avanti della storia, probabilmente cambierò anche il genere e il rating.
Le streghe esistono. La loro è una storia di tormenti e persecuzioni, vite vissute senza pace, sempre in fuga da chi si vuole impadronire del loro potere per sfruttarlo - oppure per schiacciarlo definitivamente. Su di loro grava una maledizione che le ha quasi portate all'estinzione. Quasi, perché ancora qualcuno resiste. E non smetterà finchè non avrà posto fine al maleficio. Perché soltanto in quel momento si potrà dedicare alla realizzazione del suo sogno, messo a lungo - troppo a lungo - da parte.
Ma da soli è difficile. Sarà l'incontro, fortuito, con una delle ciurme più ricercate dei mari, potenziate dall'alleanza di pirati altrettanto famosi, a squarciare con un fascio di speranza un cielo rimasto per troppo tempo oscuro.
Dal capitolo sei:
“Dicci chi sei.”
“Luotisade Lilith, la 'Strega Rivoluzionaria'.” la voce di Trafalgar Law risuonò su tutto il ponte.
“Law...” sussurrò la ragazza chiamata Lilith, smettendo di accarezzare Bepo e guardando dritto negli occhi il capitano degli Hearts, accennando un sorriso.
“Tervetuloa laivalle, Miss Lilith.”
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mugiwara, Nuovo personaggio, Trafalgar Law
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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CAPITOLO UNO

 

 

 

 

IN VIAGGIO

 

 

 

Mais les vrais voyageurs sont ceux-là seuls qui partent
pour partir; cœurs légers, semblables aux ballons,
de leur fatalité jamais ils ne s'écartent,
et, sans savoir pourquoi, disent toujours: Allons!

Charles Baudelaire, Le voyage, 1857

 

 

 

L'avventura di Punk Hazard si era rivelata più dura rispetto alle altre che i Mugiwara e gli Hearts avessero mai affrontato. Alla fine Rufy aveva sconfitto Caesar, e Law, battendo Vergo, aveva tagliato i ponti con una parte del suo passato da sottoposto di Doflamingo.
Se ne erano andati da quell'isola infernale lasciando la cura trovata da Chopper per i bambini nelle mani di Smoker e Tashigi – Law aveva scambiato i corpi, e restituito il cuore al viceammiraglio. I due marines avrebbero provveduto a contattare una base, farsi mandare una nave e denunciare Vergo, che sarebbe finito sicuramente a Impel Down; in più, tutto questo avrebbe avuto delle ripercussioni anche per Doflamingo. Avrebbero anche preso l'onore di aver salvato i bambini dagli esperimenti di Caesar. Era giusto così, dopotutto. Gli eroi erano i marines, i pirati erano solo furfanti.
E da furfanti Mugiwara e Hearts erano fuggiti, inseguiti da un infuriato Smoker che avrebbe considerato la vittoria completa soltanto con la cattura di Cappello di Paglia e una richiesta ufficiale per buttare fuori il Chirurgo della Morte dalla Flotta dei Sette. Si erano lanciati in una rocambolesca corsa per raggiungere la Thousand Sunny, affiancata per la prima volta dal sottomarino giallo degli Hearts. Vi era stato un breve scontro tra Rufy e Zoro contro Smoker e Tashigi, per permettere alle ciurme di salire sulla nave – il sottomarino, danneggiato, era stato guidato dentro uno dei Soldier Dock System della Sunny. I preparativi per salpare furono svolti in fretta. Rufy ordinò che la nave levasse l'ancora e, una volta partita, afferrò Zoro con un braccio, nonostante lo spadaccino non fosse d'accordo (immaginava quel che stava per succedere), e l'altro lo allungò per agganciare il brigantino. L'incubo di Zoro si realizzò: capitano e vice volarono per diversi metri e poi si schiantarono sul ponte erboso della Sunny; il primo senza conseguenze, il secondo con delle contusioni. Un Coup de Burst di Franky li allontanò definitivamente da Punk Hazard.
Anche se erano in alto mare e lontani da Smoker e dal G5, i problemi non mancarono. I pirati delle due ciurme mostravano diffidenza gli uni verso gli altri. L'idea di avere uno Shichibukai in giro per la nave non tranquillizzava i Mugiwara, ad eccezione di Rufy, che considerava “Traffy” un amico. E, d'altro canto, nemmeno gli Hearts si sentivano molto al sicuro, e preferivano trascorrere le loro giornate sul ponte, più sicuro che stare chiusi in una stanza senza vie di fuga in un luogo che, per giunta, non conoscevano. Soltanto Shachi e Penguin andavano sottocoperta per aiutare Franky col sottomarino, che si era offerto volontario per ripararlo, entusiasta.
Per ringraziamento ed in virtù dell'alleanza stretta, Law avrebbe prestato assistenza medica aiutando Chopper in infermeria. E ce n'era bisogno: escludendo Franky che, essendo un cyborg, si era ristabilito quasi immediatamente, gli altri erano abbastanza malmessi. Robin e Rufy necessitavano di una disintossicazione dal veleno di Caesar, agli altri, presentando solo qualche ematoma e sintomi leggeri, sarebbe solo bastato un po' di riposo. Chi invece preoccupava maggiormente Chopper era Nami. Sanji aveva infatti sforzato troppo i muscoli della navigatrice; la conseguenza, una volta ripreso possesso dei proprio corpi, era stata che la rossa non muoveva quasi le gambe. Si era ovviamente infuriata sia col cuoco che col nuovo alleato, e minacciava consistenti risarcimenti in denaro. Sanji, profondamente e sinceramente dispiaciuto, cucinava quasi solo per lei, cibi leggeri ma energetici. A Nami andava bene anche così (aveva imparato che chiedere denaro ad un qualsiasi membro maschio della sua ciurma, perennemente squattrinato, era solo un'inutile perdita di tempo), ma per sfogarsi un pugno in testa glielo aveva comunque tirato. Quanto a Law, non lo voleva nemmeno vedere. Lo odiava per quello che le aveva fatto. Prima il corpo di Franky, poi quello di Sanji: inaccettabile! Si faceva curare solo da Chopper e, quando si presentava in infermeria, Law doveva andarsene.
Per il chirurgo era una grana in meno. Si ritirava nella sala relax della Sunny (da accordo, gli Hearts potevano girare liberamente per la nave, anche se, di fatto, non lo facevano; le uniche zone off-limits erano la stanza del tesoro e la camera delle ragazze) e studiava i suoi libri di anatomia, oppure si perdeva ad ammirare l'enorme acquario. Aveva potuto notare la straordinaria fattezza della nave, complimentandosi mentalmente con Franky per lo splendido lavoro. Inoltre da lì poteva osservare la vita dei Mugiwara: Nico Robin alle prese con un libro e Sanji che la corteggiava, Usopp che pescava dentro l'acquario, Zoro che dormiva e veniva svegliato da una ballata di Brook. Loro non potevano permettersi un musicista: con le sue canzoni, all'interno del sottomarino, avrebbe sprecato troppo ossigeno. Ad ogni modo, studiare quella strana ciurma gli serviva per capire quali erano i punti di forza e di debolezza dei nuovi alleati; informazioni utili per pianificare una strategia in previsione di una battaglia. E poi era un equipaggio interessante. Non era pentito di aver aiutato Mr Rufy due anni prima a Marineford ed era fermamente convinto che era lui il pirata adatto a sconfiggere uno degli Imperatori. E dopo? Dopo sarebbero tornati ad essere nemici che si contendevano il One Piece.
Intanto bisognava pensare alla prossima meta.
I Mugiwara erano d'accordo per andare verso l'isola indicata dal Logpose con maggior costanza del campo magnetico, tranne Rufy, che voleva andare verso la destinazione più instabile, altrimenti non avrebbero potuto “divertirsi un sacco come a Punk Hazard”.
“RUFY!” avevano urlato i Mugiwara.
“È la verità! Altrimenti ci annoieremo, quindi andremo vers...” fu interrotto da Nami che, con uno sforzo in quel momento per lei disumano, gli aveva tirato un violento pugno in testa.
“Dopo tutto quello che abbiamo passato... che HO passato... per colpa TUA... hai anche il coraggio di avanzare proposte del genere?”
“Ma Nami, io...”
“NO!” e picchiò, per quel che poteva, il suo capitano. Gli Hearts erano stravolti. Possibile che un pirata famoso e pericoloso come Rufy Cappello di Paglia, che aveva sfidato i tre grandi centri del potere mondiale, avesse paura della sua navigatrice, che in quel momento non riusciva neppure a reggersi in piedi?
“Andremo nella direzione indicata dall'ago a destra.” sentenziò la rossa lasciando cadere a terra un Rufy dolorante.
“Meglio di no.” ribatté Law.
“E si può sapere perché?” disse Nami fulminandolo con gli occhi.
“Perché in quella direzione c'è solo uno scoglio.” rispose atono il chirurgo.
“Allora voi sapete dove stiamo andando.” non era una domanda, ma un'affermazione pronunciata in un sibilo furioso.
“Sì”
“E perché non lo avete detto subito?!?” urlò Nami.
“Mi dispiace.” disse Bepo reclinando il capo.
“E perché mai chiedi scusa?!?” gridarono insieme Shachi e Penguin.
Law interruppe il teatrino spiegando ciò che sapeva. Non era mai stato in quell'isola, ma aveva potuto ricavarne alcune informazioni durante la permanenza a Punk Hazard.
La prossima meta sarebbe stata Priah. Si trattava di un piccolissimo arcipelago composto da tre isole – per questo gli aghi del Logpose, per quanto instabili, indicavano all'incirca la medesima direzione. L'ago di destra, prima scelta di Nami, puntava l'isola di Preah, uno scoglio appunto, come aveva detto Law, assolutamente inadatto per sbarcare. La seconda isola in ordine di stabilità magnetica, indicata dall'ago centrale, era Priah, che dava il nome al piccolo arcipelago. Era l'unica delle tre ad essere abitata, quindi più adatta per lo sbarco in quanto sarebbe stato più facile fare rifornimenti. Infine, l'ago di sinistra, il più instabile, puntava verso Prehn, un'isola rocciosa continuamente sferzata dal vento e dalle onde, piena di caverne ancora non del tutto esplorate. Sarebbero stati necessari ancora alcuni giorni di navigazione prima di raggiungere la meta.
“Terra!” gridò Zoro dall'alto della vedetta una settimana più tardi. Tutti andarono sul ponte. Nonostante il cielo plumbeo, all'orizzonte si stagliava il profilo di un'isola.

 

 

 

 

 

* * * * *

 

 

 

 

 

NdA: capitolo numero uno finito in meno di una settimana. Questa che leggete è la quarta stesura. Le altre tre le avevo scritte a mano. Le ho riunite, allungate e soprattutto migliorate.
Qualche informazione: l'avventura è cominciata (o quasi)! Sembra quasi più un prologo... ma, per quanto sia noioso leggere questo capitolo (dove, di fatto, accade poco o niente) ho ritenuto necessario inserirlo, per dare un quadro iniziale della situazione. Questo è come io immagino che sia la fine della saga di Punk Hazard – e sarò clamorosamente smentita da Oda, me lo sento. Quando ho letto il capitolo 674 non sapevo neppure se pubblicare questo capitolo, pensavo davvero di dover stravolgere completamente la mia storia o addirittura cancellarla. Beh, staremo a vedere.
In quanto alla poesia... non credo che sia proprio la più adatta, però si avvicina davvero molto al carattere di Rufy e in generale a quello della nostra amata ciurma... almeno così pare a me.
Ah, i nomi delle tre isole me li sono inventati di sana pianta, non hanno alcun significato!
Alla prossima!

  
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