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Autore: Giuls_breath    21/07/2012    1 recensioni
Salve!
Questa è una fanfiction Jacob/Bella e avrà inizio da uno degli ultimi capitoli del libro Eclipse e avrà inizio dal momento in cui Bella piange dopo aver detto addio a Jacob.
Ora lasciate perdere Breaking Dawn, il matrimonio, la gravidanza e la trasformazione perché ci saranno tutt'altre situazioni e tutt'altre decisioni. Spero di avervi incuriosite e spero di trovare delle vostre recensioni a riguardo.
Genere: Fantasy, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Jacob
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga, Più libri/film
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Saaaalve!! 
Eccomi qui, quante visite!
Onestamente non me l'aspettavo!
^______^
Spero che le visite aumentino con questo capitolo!
xoxo






II° capitolo
 

Da quel giorno mi ripromisi, riuscendoci, di non piangere più per lui. Nonostante ciò però la ferita nel mio cuore continuava a bruciare, nonostante tutte le lacrime versate, nonostante i miei buoni propositi e nonostante la presenza quasi perenne di Edward.
Forse il tempo mi avrebbe aiutata.. in fondo avrei avuto tutta l’eternità per smettere di pensare a lui.
Ebbi un sussulto nel pensarmi un giorno non molto lontano fredda, dagli occhi castano dorato, la pelle dura e perfetta. Niente più guance rosee, né i miei capelli perennemente aggrovigliati e senza garbo, né i miei occhi color cioccolato che lui amava tanto.
Il mio cuore ebbe un altro sussulto.
«Non preoccuparti, piccola. Troveremo un modo».
«Non vedo quale», mugugnai.
Picchiettò sulla mia testa. «Mi farò da parte e mi comporterò bene».
Potevo essere ancora così stupida ed egoista tanto da continuare a rimuginarci su? Sì, quella fu la risposta più ovvia e più veritiera.
Avevo ancora egoisticamente bisogno di lui, avevo bisogno di sapere che stesse bene.
Andai in salone, Charlie era in centrale ed io ero sola in casa.
Digitai il suo numero, squillava.. uno squillo, due squilli, tre squilli.. il telefono suonava inutilmente.
Quel vuoto, quell’assenza rimbombava dentro di me, distruggendomi e facendomi capire ulteriormente quanto fossi nel torto e quanto continuavo a sbagliare rivolgendomi a lui.
Trascorse mezz’ora e richiamai, questa volta partì la segreteria con la sua voce registrata.. all’udire la sua voce il mio cuore ripartì in quarta, talmente veloce che quasi tremavo.
Come avrei potuto vivere senza il mio cuore?
Avrei continuato ad amare Edward come lo amo ora? O avrei finito con l’odiare me stessa per essere stata così cocciuta, così testarda nel voler scegliere quella vita?
E se Rosalie avesse avuto ragione?
Se stessi facendo la scelta sbagliata?
 
Presi le chiavi del mio malandato pick-up, lo accesi e andai dritta a La Push.
“Bella cosa fai?” mi ripeteva la vocina dentro di me. “Dovresti andare da Alice e organizzare il matrimonio invece di recarti alla riserva. Che senso ha? Dopo ti sentirai meglio? Non credi che ti sentirai peggio?
Sì, forse dopo starò male e magari mi maledirò anche per non averle dato ascolto, eppure volevo seguire il mio cuore e andare nel posto che è stato nei mesi scorsi il mio rifugio felice, dalla persona che ha provato a rimettere insieme i cocci rotti del mio cuore, lui. Jacob.
Vidi la casa dai mattoni rossi, mi fermai proprio lì davanti e aprii lo sportello scendendo.
Scesi dal pick up e in quel momento mi accolse una voce profonda e anche arrabbiata, Leah Clearwater, la sorella di Seth: “Con che coraggio ti ripresenti?”
Rimasi a bocca aperta. Aveva ragione.
“Devo vedere Jake.” dissi con un filo di voce.
“Jake se n’è andato, contenta?” disse fermandosi a pochi passi da me e poggiando le mani sui fianchi coperti da una t-shirt striminzita.
“Dove..  Dov’è?” riuscii a chiedere.
Scappato. . dove? Perché?
“Per colpa tua, idiota.” mi disse quella fastidiosissima vocina.
“Non lo so, è scappato. Dopo il tuo maledetto invito e dopo le svariate coltellate al cuore direi che è il minimo che ha potuto fare!” esclamò “Sei distruttiva, Bella Swan. E’ meglio che te ne vada prima che tornino anche gli altri. Già io sono incazzata per i fatti miei, senza che ti ci metta anche tu, figuriamoci Paul e Quil.”
Mi sentii sprofondare.
Avrei voluto diventare piccola, piccola e sparire.
Alla riserva nessuno mi voleva più.. e come biasimarli?
Alzai lo sguardo e chiesi: “Billy come sta?”
“Come vuoi che stia? Prova a indovinare rovina – persone?” tacque per un momento “E’ distrutto. Nessuno sa più dove sia. Si è trasformato ed è sparito.”
“Sai se tornerà?” chiesi tremante.
L’espressione dei suoi occhi sembrò addolcirsi lievemente, anche se l’espressione del suo viso era ancora dura e contratta.
“E chi lo sa. Forse tra un mese, forse tra un anno..” concluse.
Respirai profondamente.
Mi voltai verso il pick-up, poi verso la casa dei Black e poi verso il garage, il posto dove avevamo nascosto per un po’ le moto durante quei mesi in cui Edward mi aveva lasciata.
“Ora vattene.” ripeté Leah brusca.
Annuii solo.
Salii, misi in moto e andai via.
«Io sono perfetto per te, Bella. Non avremmo dovuto sforzarci, mai... sarebbe stato immediato, facile come respirare. Mi avresti naturalmente trovato nel cammino della tua vita». Fissò il vuoto per un momento e attesi che riprendesse. «Se il mondo fosse come dovrebbe, se non ci fossero né mostri né magia...».
Quelle parole rimbombavano ossessivamente nella mia mente dal giorno in cui ero andata a casa sua e me le aveva dette, era come se ricordarle mi scavasse ogni volta un solco profondo, una cicatrice nel mio cuore.
Jake era imperfetto ed era umano, è vero. Ma lui non mi aveva mai lasciata, mai, non mi aveva mai messa in pericolo, era sempre pronto a soccorrermi. A soccorrermi dalla mia goffaggine, dai miei fantasmi del mio periodo buio, dalla mia fragilità.
Jake sapeva sempre come farmi sorridere, come risollevare il mio umore, sapeva come prendermi in giro, come farmi arrossire.
 
Quando parcheggiai davanti casa c’era la Volvo metallizzata di Edward e lui era tranquillamente appoggiato su. Lo guardai e le sue labbra stranamente non si piegarono in su.
Forse sapevo il perché..
Scesi con aria colpevole e lo salutai timidamente: “Ciao..”
Quegli occhi color miele infuriati finivano sempre con l’intimidirmi in un modo o nell’altro.
“Bella perché? Perché sei andata da lui?”
“Volevo sapere come stava..” risposi a capo chino.
“E come sta?” chiese ancora duro.
“E’ scappato.” tacqui “Per colpa mia..” aggiunsi in un sussurro.
“Bella” mi chiamò quella voce angelica “non sono sicuro che tu stia facendo la scelta giusta.”
Alzai la testa di scatto.
“Cosa?! .. Sì, che lo è.” dissi presa dal panico.
“Fammi finire.” continuò in tono pacato “Non riesco a dimenticare come stavi quella notte.. dopo il tuo incontro con Jacob. Eri distrutta. Non voglio più vederti in quel modo.. e se per vederti serena e felice vuol dire consegnarti tra le sue braccia, beh.. lo farò.”
Aggrottai la fronte e dissi: “Cosa, ma che.. che cavolo dici, Edward? Io ti amo, so quello che voglio. Io voglio sposarti, perché mi stai dicendo una cosa del genere, è assurdo! Non posso credere che tu lo abbia detto sul serio, ma cosa credi di ottenere così? No!” solo allora mi resi conto di aver detto ogni cosa tutta d’un fiato.
Mi sorrise malinconico e mi accarezzò una guancia con la sua mano fredda e dura come il vetro.
“Bella, tu sei riuscita a far battere il mio cuore di nuovo, anche se non in senso letterario.” aggiunse con uno dei suoi sorrisi sghembi e tristi “Ti amo e ti amerò per l’eternità, ma penso che tu stia correndo troppo e non voglio che tu poi possa pentirti di questa tua scelta perché una volta trasformata, sarà per sempre e non potrai più tornare indietro. Diventerai un mostro assetato di sangue, perderai tutti quelli che ami e li vedrai morire uno ad uno senza che tu possa fare nulla.” mi guardò “Vedrai morire anche lui..”
Sentii mancare la terra da sotto i piedi.
“Vuoi che aspetti ancora? Vuoi portare avanti quest’agonia?” gli chiesi con le lacrime agli occhi.
“No, voglio solo che tu ci rifletta attentamente. Voglio che tu guardi a tutti gli aspetti inerenti alla trasformazione, Bella. Non ti chiedo altro.”
Lo guardai sconfitta.
Sapevo di amare Edward, eppure preferii aspettare e pensarci ancora.. in fondo di una cosa ero certa: volevo diventare la signora Cullen.
“Va bene, aspetto ancora qualche settimana, ma nel frattempo dì ad Alice di preparare ogni cosa per il matrimonio.”
I suoi occhi si posarono su di me.
“Alice, ne sarà entusiasta! Cercherò di farle preparare tutto ma lentamente. Così avrai il tempo per pensarci. D’accordo?”
Annuii debolmente.
Di nuovo non ero io a scegliere ma era qualcun altro a farlo.
Quando si è convinti di aver scelto il meglio, ecco che ti si para davanti un’altra scelta, un’altra che magari ti era sfuggita o che magari non avevi voluto vedere.
Ecco, ora ne avevo un’altra: aspettare.
Ancora.


 

  
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